Indagine conoscitiva sul rischio idrogeologico nell'Irpinia

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da LCS Pietro Paolo Parzanese, Ariano Irpino (Avellino)

    

Indagine conoscitiva sul rischio idrogeologico nell'Irpinia

In Italia la tutela dell'ambiente e del territorio sta assumendo un'importanza sempre maggiore ed è in costante progresso, come dimostra peraltro la modifica degli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione. Lo scopo è sensibilizzare le generazioni future alla cura e alla salvaguardia dell'ambiente e rendere centrale questa connessione anche nella carta fondamentale dello Stato.
La conoscenza approfondita del territorio (specialmente quello in cui si vive) riveste un ruolo cruciale nell'affrontare le principali problematiche ambientali con pragmatismo ed efficienza. L'obiettivo dell'indagine proposta dalla nostra classe è l'analisi e lo studio del rischio idrogeologico e delle sue conseguenze nella nostra terra: l'Irpinia. L'approccio che intendiamo seguire prevede l'accostamento di studio in aula e lavoro sul campo, garantendo così uno studio completo e multidimensionale. Nei locali scolastici utilizzeremo risorse digitali e documenti ufficiali che garantiscono una comprensione approfondita del contesto, al fine di identificare dati preliminari essenziali. Sul territorio, con l'ausilio degli enti locali, raccoglieremo notizie, dati e informazioni, ampliando così la nostra visione in merito al rischio idrogeologico nell'Irpinia.

  • 15 Aprile 2024
    I. D. L. - Ariano Irpino (AV)

    Diario delle attività dell'indagine conoscitiva sul rischio idrogeologico nell'Irpinia

    11/12/2023 Avvio dell’indagine conoscitiva
    - La classe, simulando il lavoro della 8ª Commissione Permanente del Senato (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica), ha deliberato di avviare un’indagine conoscitiva sul rischio idrogeologico nel territorio dell’Irpinia.
    13/01/2024 Attività di …

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO IN IRPINIA

Premessa
La classe IV A del Liceo Classico ‘’Pietro Paolo Parzanese’’ di Ariano Irpino ha deliberato di partecipare al concorso ‘’Senato Ambiente’’ dell’anno scolastico 2023/2024. Gli studenti hanno ritenuto necessario approfondire, attraverso lo svolgimento di una indagine conoscitiva, la questione relativa al rischio idrogeologico nei territori dell’Irpinia, con l’obiettivo di stimolare la riflessione e promuovere una cittadinanza consapevole. Si tratta di un tema molto ampio che merita un attento approfondimento in considerazione delle problematiche presenti e in considerazione della necessità di tutelare l’ambiente e la natura in tutte le sue forme, come affermato dall’art. 9 della Costituzione. L’indagine conoscitiva si è svolta con l’acquisizione di notizie, informazioni e documentazioni come previsto dall’art. 48 del Regolamento del Senato. Avvalendosi di relazioni, audizioni e sopralluoghi nei luoghi nel territorio maggiormente impattati dal fenomeno, sono stati approfonditi, con analisi di dati scientifici disponibili e metodologia interdisciplinare, vari aspetti ambientali utili all’indagine conoscitiva.


Inquadramento del problema
Il rischio idrogeologico e l’evoluzione normativa in Italia
Il dissesto idrogeologico è un problema preoccupante estremamente diffuso sul territorio nazionale e le calamità naturali che si verificano con maggiore frequenza sono frane e alluvioni. Nella storia italiana si sono verificati molti eventi di dissesto idrogeologico che hanno avuto effetti catastrofici, ciò ci ha spinto a volgere l’attenzione sul problema. Osservando i dati del rapporto ISPRA 2021, quasi il 94% dei comuni italiani si trova a rischio dissesto e oltre 8 milioni di persone risiedono in zone ad alta pericolosità. Nel 2021, più di 540 mila famiglie, circa 1.3 milioni di abitanti, risiedevano in zone a rischio frane, mentre oltre 3 milioni di famiglie, quasi 7 milioni di residenti, abitavano in aree soggette al pericolo di alluvioni. La normativa volta a contrastare il dissesto si è evoluta nel corso degli anni, partendo dalla legge n.183/1989, che ha rappresentato un punto di svolta, poi la legge n.267/1998, che ha introdotto il concetto di potere sostitutivo del Consiglio dei Ministri. Un altro passo è la legge n.365/2000, che ha istituito una conferenza programmatica tra Regioni, Province, Comuni e Autorità di Bacino. Il D.LGS n.152/2006 (Codice dell'Ambiente) ha fornito per la prima volta una definizione formale di dissesto idrogeologico. A partire dal 2014, il Governo ha introdotto novità per migliorare il contrasto al dissesto, centralizzando la gestione degli interventi con "Italia Sicura". Nel 2019 è stato adottato il piano "ProteggItalia", per la messa in sicurezza del territorio. Dal punto di vista economico-finanziario, il PNRR ha investito 2,49 miliardi e ha anche affrontato riforme del quadro normativo, come la riforma 2.1 che mira a superare le carenze nella governance dei rischi idrogeologici, semplificando e accelerando le procedure e rafforzando la capacità amministrativa degli organi responsabili.


Il rischio idrogeologico nel territorio dell’Irpinia
Il problema del rischio idrogeologico nel nostro territorio rivela una realtà allarmante, evidenziata dai significativi dati forniti. In Irpinia 655 km2 sono classificati come aree a pericolosità elevata/molto elevata da frana, rappresentando il 23,3% dell'estensione totale del territorio di 2806 km2. In queste zone, su 429,157 residenti, secondo i dati ISTAT 2011, 39,000 residenti (9,0% dei residenti) vive a rischio frana e da un punto di vista edilizio oltre 17,000 edifici su un totale di 148,393 (11,5% del totale) che sorgono in aree a rischio. La Bassa Irpinia è particolarmente esposta al rischio di alluvioni, con alcuni comuni che registrano percentuali significative di popolazione esposta. Ad esempio, a Quindici, il 84,87% della popolazione è a elevato rischio alluvione, mentre a Quadrelle è il 71,90%. La Valle Caudina affronta sfide simili, con comuni come Cervinara, Rotondi e Montoro che presentano percentuali significative di popolazione esposta. Complessivamente, su quasi 8.000 comuni, oltre 400 presentano una percentuale di popolazione esposta che supera il 90%, sottolineando la necessità di interventi mirati e strategie di gestione del rischio a livello locale.


Riepilogo dell’attività di indagine conoscitiva
L’attività di indagine si è svolta in diverse fasi, con l’obiettivo di poter arrivare a una piena comprensione non solo del problema, ma anche delle soluzioni proponibili per rendere il nostro territorio più sicuro.

Prima fase dell’indagine
In primis, la classe si è impegnata in un approccio multidisciplinare per approfondire la complessità del problema del dissesto idrogeologico e le sue implicazioni, con l’aiuto dei professori, per avere una visione completa delle dinamiche del fenomeno.
Inoltre, l'utilizzo di risorse, tra cui libri, materiali multimediali e la consultazione di documenti ufficiali e dati statistici, ha consentito di ottenere una panoramica dettagliata.
Per approfondire ulteriormente la comprensione del fenomeno nel nostro territorio, è stato fatto un ampio utilizzo delle risorse messe a disposizione dall'ISPRA, in particolare attraverso due applicazioni. La prima è la piattaforma IdroGEO. Attraverso l'interfaccia ‘’Pericolosità e rischio’’, si è ottenuto un accesso pratico ai dati che riguardano specificamente il nostro territorio, consentendoci di esplorare in maniera dettagliata la pericolosità e il rischio associati al dissesto idrogeologico. Successivamente, la nostra attenzione si è rivolta all'interfaccia "Inventario Frane" per condurre un'analisi delle frane segnalate nel territorio dell'Irpinia, permettendoci di comprendere dalla pericolosità, all'attività registrata, all'estensione e alla posizione fino e cause sottostanti. La seconda applicazione utilizzata è ReNDiS. Questo strumento fornisce la possibilità di consultare i dati principali degli interventi censiti, offrendo una visione complessiva degli sforzi dedicati alla difesa del suolo. Attraverso l'interfaccia dell’applicazione, sono stati incrociati i dati provenienti dalla lista degli interventi svolti nella provincia di Avellino con la mappa geografica fornita dall'app stessa. Questa integrazione di dati ha consentito di ottenere una visione chiara e dettagliata dei luoghi in cui sono stati effettuati interventi per la difesa del suolo nella nostra provincia.


Seconda fase dell’indagine: intervista al dott. Egidio Grasso
Dopo aver condotto la prima fase in aula, la classe ha intervistato il dott. Egidio Grasso, Presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania. Questa intervista ci ha permesso di ottenere una profonda comprensione delle peculiarità del nostro territorio, con particolare attenzione ai casi specifici di dissesto. Inizialmente, è stato analizzato il modello geologico, che ci ha fornito informazioni sulle caratteristiche e la composizione dell'Unità di Ariano, così da perché il nostro territorio è particolarmente suscettibile a tali fenomeni. Successivamente, ci si è concentrati sul modello evolutivo, che include la morfologia del territorio. Sono stati identificati diversi tipi di inclinazioni del pendio, come le pareti subverticali, presenti nel caso del Fosso Sambuco e versanti molto inclinati, come nel caso della frana sulla SS90 Galleria Maddalena. Successivamente, sono state analizzate le dinamiche del dissesto. In particolare, è stata esaminato il caso del Fosso Sambuco, osservando l'erosione di un particolare livello argilloso alla base, il quale contribuisce all'equilibrio precario del blocco. Ancora più interessante è stata l'analisi del Fosso Concoline, dove abbiamo osservato un arretramento del pendio confrontando rilievi dal 1986 al 2005 e fotografie dal 1998 al 2017. In 19 anni, il pendio è arretrato mediamente di circa 6 metri, pari a una media di circa 30 cm all'anno. Sono stati quindi esaminati gli interventi attuati nel caso del Fosso Concoline, che includono il rimodellamento dell'alveo del fosso, lo scoronamento e la protezione delle pareti subverticali e il consolidamento delle scarpate non suscettibili di rimodellamento. Sulla base di questi interventi, l'area è stata suddivisa in tre zone omogenee:
1. Zona alta: soggetta a frane da crollo causate dall'erosione selettiva degli strati a diversa cementazione. Gli interventi previsti includono disgaggi di massi pericolanti, chiodature ed ancoraggi attivi e l'utilizzo di geogriglie e reti metalliche.
2. Zona intermedia: Sede di una falda idrica superficiale, richiesti interventi come il rimodellamento del detrito di frana, drenaggi alla base delle scarpate e la realizzazione di terrapieni in terra rinforzata.
3. Zona di piede: È’ composta da detriti di falda e di frana. Gli interventi prevedono la realizzazione di trincee drenanti, terrapieni in terra rinforzata e la canalizzazione delle acque pluviali.

Terza fase dell’indagine: intervista al Sindaco del Comune di Ariano Irpino Enrico Franza
In seguito abbiamo ritenuto opportuno intervistare il Sindaco del nostro Comune, Enrico Franza, perché potesse illuminarci sulle principali sfide che la nostra città affronta nella gestione del rischio idrogeologico e qual è il ruolo dell’amministrazione in collaborazione con istituzione ed enti nel gestire tale fenomeno, considerando anche il recente movimento franoso che ha investito la tratta ferroviaria in loc.Cristina. Egli ha inizialmente evidenziato la complessità della questione ambientale e del dissesto idrogeologico in Irpinia, collegandola all'Agenda 2030 e alle sfide globali che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare. Ha poi sottolineato i finanziamenti ottenuti per progetti di messa in sicurezza, come il fosso Madonna dell'Arco e il Costone Sambuco, ma ammette che c'è ancora molto lavoro da fare, in quanto sono numerosi i punti critici che richiedono interventi immediati e coordinati. Il nostro territorio, infatti, in quanto fragile e soggetto a emergenze costanti, con una superficie estesa (circa 186,7 km²), richiede una costante e minuziosa attenzione.


Quarta fase dell’indagine: visita sul territorio
Nella quarta fase della nostra ricerca, è stato deciso di concentrare gli sforzi sulla visita diretta sul territorio. Per acquisire una visione più completa e tangibile della situazione, abbiamo ritenuto essenziale esplorare personalmente alcune delle aree soggette al dissesto idrogeologico e agli interventi di mitigazione. Questa visita sul campo ci ha permesso di documentare direttamente l'evoluzione del fenomeno e di osservarlo con i nostri occhi, fornendoci una prospettiva più vivida e approfondita che arricchirà ulteriormente la nostra ricerca. In questa occasione, è stata sfruttata l’opportunità per aggiornare le testimonianze fotografiche forniteci dal dott. Grasso, datate al 2017.


Conclusioni                                                                                                                                                                            Concludendo la nostra ricerca, possiamo affermare che l'analisi condotta ha portato alla luce la complessità e l'urgenza della questione. È chiaro che la risoluzione di questa problematica richiede un approccio multidimensionale e sinergico, coinvolgendo diversi attori e settori. Il rischio idrogeologico è spesso un fenomeno sottovalutato o poco considerato comunemente, non si tratta semplicemente di una piccola frana che possiamo incontrare passeggiando per strada, ma ha delle conseguenze significative che richiedono la dovuta attenzione e azioni concrete. Questo fenomeno può mettere a repentaglio la sicurezza delle persone, causare danni alle infrastrutture e al patrimonio ambientale e culturale, nonché influenzare negativamente l'economia e lo sviluppo delle comunità locali, ed è importante comprendere che questo non è un problema isolato, ma è strettamente legato a una serie di fattori, tra cui cambiamenti climatici, urbanizzazione non pianificata, pratiche agricole non sostenibili e deforestazione. Pertanto, è essenziale che il rischio idrogeologico riceva la giusta attenzione e priorità nelle politiche nazionali e territoriali. In chiusura dell'indagine, vogliamo evidenziare le nostre considerazioni per promuovere un'azione preventiva più efficace:
•Un aspetto cruciale per la gestione efficace del rischio idrogeologico è il frequente aggiornamento delle mappe e dei dati relativi al fenomeno sul territorio. L'evoluzione dei fenomeni naturali e antropici richiede un monitoraggio costante e accurato per adattare le strategie di prevenzione e mitigazione alle nuove condizioni emergenti. - Un ulteriore aspetto per affrontare il rischio idrogeologico è l'educazione della popolazione sulla consapevolezza del fenomeno e sulle pratiche di prevenzione. E’ essenziale promuovere la conoscenza dei piani di evacuazione comunali e delle zone a rischio, ad esempio quando si acquista un'abitazione o si decide di stabilirsi in determinate aree.
•Inoltre, lo sviluppo di strategie di monitoraggio e allerta tempestive è essenziale per prevenire e gestire efficacemente gli eventi idrogeologici estremi. Tali sistemi consentono di rilevare precocemente le condizioni che possono portare a eventi idrogeologici e di attivare segnalazioni di allerta per le comunità coinvolte, permettendo così di adottare misure preventive in tempo utile per mitigare i danni.
•La promozione della collaborazione e della cooperazione tra istituzioni, comunità locali ed esperti del settore è fondamentale per garantire un approccio integrato e coordinato nella gestione del rischio idrogeologico.
•L'incentivazione della ricerca e dello sviluppo di soluzioni innovative è cruciale per affrontare le sfide legate al rischio idrogeologico.


Bibliografia e Sitografia
Testo del Regolamento del Senato Rapporto ISPRA - Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio Italia Sicura - Piano Nazionale Opere Interventi Dissesto Idrogeologico Dissesto Idrogeologico: Analisi normativa e scenari futuri di Luca Di Procolo https://idrogeo.isprambiente.it/app/ http://www.rendis.isprambiente.it/rendisweb/

link pdf lavoro conclusivo: https://heyzine.com/flip-book/f0fa03925d.html

link video creativo: https://youtu.be/bQdId_vMh-k?si=Zn6Tv6RoB_y_BTn4