Mare e (cielo)cellophane: indagine conoscitiva sulla discarica abusiva a mare aperto situata in zona Torretta del Comune di Milazzo (Messina), Sicilia

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da IIS Enrico Medi, Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)

    

Mare e (cielo)cellophane: indagine conoscitiva sulla discarica abusiva a mare aperto situata in zona Torretta del Comune di Milazzo (Messina), Sicilia

On.le Presidente, codesta Commissione, in questa sede (art. 48 RS), suole richiederLe l’autorizzazione a promuovere un’indagine conoscitiva sulla discarica abusiva emersa, a seguito della mareggiata del Dicembre 2019, sul lungomare di Ponente del Comune di Milazzo (ME); splendido litorale costiero, che ogni estate si anima di turisti e di giovani, desiderosi di vivere a pieno la bella stagione, tra mare azzurro e tramonti mozzafiato. A quasi 4 anni dalla sua scoperta, ci si chiede come mai, nonostante innumerevoli procedure d’infrazione dell’Unione Europea per casi simili, siamo ancora qui ad assistere ad un caso insoluto di scempio di uno litorale tra i più belli d’Italia (Isole Eolie, Santuario del Tindari e l'Area Marina Protetta "Capo Milazzo"). Di fatto, la sede della discarica abusiva interrata (8000 mq ca), a seguito del sequestro penale operato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona P.G., è stata trincerata da tre lati da pali in acciaio e reti metalliche, creando interrogativi tra gli ignari avventori dei luoghi i quali, giunti in Sicilia, si aspetterebbero altre soluzioni sostenibili, atte ad assicurare la fruizione di una spiaggia bellissima. È indiscutibile il danno ambientale generato, inquinamento dell’alta linea di costa, fondamentale nel contrasto all’arretramento della stessa, in un’area adiacente alla foce di un torrente, solitamente prediletta da specie migratorie, senza dimenticare la possibile percolazione nella colonna sedimentaria che, giungendo in mare, potrebbe causare accumulo di metalli pesanti ed altri inquinanti, dannosi per la vita marina e non solo. Di certo, la circoscrizione del sito a nord ha impedito la continua rimozione dei rifiuti e la conseguente dispersione in mare ad opera dei marosi che si abbattono spesso con grande intensità; ma ciò non è sufficiente! È davvero ingiustificabile che residenti, visitatori, turisti, debbano ad un certo punto interrompere il loro sguardo rivolto verso le bellezze naturalistiche di questo litorale a causa di una recinzione vergognosa, oppure che si trovino mandrie al pascolo su una montagna di rifiuti di ogni tipo, di certo non dovuta all’opera di pochi e, probabilmente, frutto di un collaudato sistema di smaltimento malavitoso. Tali precari interventi non costituiscono un rimedio risolutivo al danno ambientale in “itinere” e, sebbene in un primo momento pare sia stata scongiurata la pericolosità dei rifiuti scoperti (V. pareri Regione Siciliana e dall’ARPA), sono in palese violazione della Direttiva U.E. n.1999/31/CE sulle “discariche”, che stabilisce la “minima utilità dell’interramento” e della circoscrizione del sito inquinato, prescrivendo anche la catalogazione dei rifiuti scoperti e la rimozione dai luoghi. Pertanto, l’indagine si pone l’obiettivo, anche attraverso una conferenza di servizi con il MASE, le Regioni, le Città Metropolitane, la Guardia Costiera, altri Enti ed Esperti preposti, di comprendere perché ad oggi, nonostante le significative direttive della UE, indirizzate verso politiche dell’azione preventiva e della correzione dell’inquinamento alla fonte e sul principio del “chi inquina paga” (Relaz. Speciale Corte dei Conti Europea del 29.05.’21 in virtù dell’art. 287, par. 4, secondo comma, del TFUE), non si è data una soluzione al problema emerso. Siamo qui a testimoniare il degrado di un luogo bellissimo in cui, nel tempo, occhi chiusi nulla hanno fatto, e oggi, nell’epoca in cui gli Stati del mondo fissano obiettivi comuni per tentare di indurre un cambio di passo allo sviluppo dell’uomo sul Pianeta Terra, ci chiediamo chi si sta occupando di questo ennesimo “ecomostro” o se sono stati richiesti i fondi  previsti dalle direttive UE sulla bonifica dei suoli, anche in caso di cosiddetto "inquinamento orfano”. Chiediamo infine, con la presente richiesta, di valutare la bonifica definitiva dei luoghi e la consegna alle future generazioni di luoghi ameni sui quali investire per il loro futuro (art. 9 Cost.).

  • 11 Aprile 2024
    L. R. T. - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

    Approvazione testo conclusivo indagine conoscitiva

    In data 11.04.2024 alle ore 10.00 si riunisce la Commissione d'indagine 4DS dell'IIS Liceo Medi di Barcellona P.G. per l'approvazione del testo definitivo dell'indagine conoscitiva dal titolo: "Mare e (cielo)cellophane: indagine conoscitiva sulla discarica abusiva a mare aperto situata in …

  • 10 Aprile 2024
    L. R. T. - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

    III Audizione Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona: Carmelo Ceraolo, Presidente Legambiente del Longano - sez. di Barcellona P.G.

    In data 29.03.2024 alle ore 10.00 si riunisce la Commissione d'indagine 4DS dell'IIS Liceo Medi di Barcellona P.G. (ME) di Barcellona P.G. con il seguente ordine del giorno:
    - sopralluogo sul sito oggetto dell'indagine conoscitiva;
    - audizione con Carmelo Ceraolo …

  • 02 Aprile 2024
    L. R. T. - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

    II Audizione Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona: Dott. Giovanni Mangano, Presidente AMP "Capo Milazzo", e Dott. Antonio Foti, Consigliere Comune di Milazzo (ME)

    In data 13.03.2024 alle ore 11.00 si riunisce la Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona P.G. (ME) presso il plesso Palacultura di Via Sant'Andrea con il seguente ordine del giorno:

    - audizione con il Presidente dell'Area Marina Protetta "Capo …

  • 02 Aprile 2024
    L. R. T. - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

    I Audizione Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona: Dott.ssa Teresa Romeo - Direttore Stazione Zoologica "Anton Dohrn" di Milazzo (ME)

    In data 07.03.2024 alle ore 15.00 si riunisce, in modalità telematica mediante Piattaforma Cisco Webex, la Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona P.G. (ME) di Barcellona P.G. con il seguente ordine del giorno:
    - audizione con la Dott.ssa Teresa …

  • 19 Marzo 2024
    L. R. T. - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

    Riunione Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona: nomina verbalizzante e proposta modifica al titolo dell'indagine conoscitiva

    In data 02.02.2024 alle ore 08.15 si riunisce la Commissione d'indagine IIS Liceo Medi di Barcellona P.G. (ME) presso la sede Palacultura di Barcellona P.G. per discutere i seguenti punti all'ordine del giorno:
    - nomina verbalizzante
    - proposta di modifica …

On.le Presidente, la Commissione d’indagine 4DS dell’IIS Liceo Medi di Barcellona P. G. (ME), in questa sede (art. 48 RS), si appresta a relazionare riguardo al caso oggetto di codesta indagine conoscitiva, ovvero il rinvenimento, tra dicembre 2019 e gennaio 2020, di un deposito di rifiuti precedentemente celato sotto le sabbie che caratterizzano lo splendido e quasi infinito litorale costiero della riviera di ponente della città mamertina, nella zona marittima compresa tra la frazione Bastione e via Torretta, il tutto in seguito a forti mareggiate rinforzate dal vento di maestrale che solitamente si abbatte sul versante occidentale della città di Milazzo, in provincia di Messina. A 4 anni dalla sua scoperta, ci si chiede come mai, nonostante innumerevoli procedure d’infrazione dell’Unione Europea per casi simili, siamo ancora qui ad assistere ad un caso insoluto di scempio di uno litorale tra i più belli d’Italia, cinto dal Santuario del Tindari ad ovest e ad est dall’Area Marina Protetta "Capo Milazzo", di recente istituzione e distante appena 6 miglia marine, ed affacciato  sul rinomato arcipelago delle Isole Eolie. Il sito interessa un ampio tratto di litorale costiero, 8000 mq ca, che ogni estate si anima di turisti e di giovani, desiderosi di vivere a pieno la bella stagione, tra mare azzurro e tramonti mozzafiato. Di fatto, la sede di quella che plausibilmente può essere definita una discarica interrata, a seguito del sequestro penale operato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona P.G., è stata trincerata da tre lati da pali in acciaio e reti metalliche, creando interrogativi tra gli ignari avventori dei luoghi i quali, giunti in Sicilia, si aspetterebbero altre soluzioni sostenibili, atte ad assicurare la fruizione di una spiaggia bellissima. Ripercorrendo la storia del territorio, è facile imbattersi in articoli e testimonianze risalenti agli anni ‘70, come quelli pubblicati dalla testata giornalistica “La Voce di Milazzo” tra il 1975 e il 1976, che testimoniano come le amministrazioni locali dell’epoca usassero disfarsi di rifiuti di diversa natura ed estrazione depositandoli in siti naturali e a cielo aperto. Così scriveva infatti lo storico giornalista Gigi Billè circa 45 anni fa, venuto a mancare nel 2015: “Bastione: un fiume di spazzatura!” “Rifiuti a Ponente!” “Milazzo ha un fiume (di spazzatura)!”. Tali titoli sensazionali, sfortunatamente però, sembrano non costituire le uniche prove della presenza di siti naturali adibiti a discariche abusive nel comprensorio mamertino, infatti, lo stesso Billè denunciò la presenza di una grande quantità di rifiuti che interessava un’ampia parte del litorale costiero che si diparte dalla frazione di San Giovanni (alle porte della città di Milazzo) sino al torrente Merì, adiacente l’abitato cittadino di Barcellona Pozzo di Gotto, per un’estensione di circa 8 km. Certamente, On.le Presidente, appare oggi impossibile comprendere come in quegli anni, lo smaltimento di rifiuti o di scarti di natura edile intorno al torrente Mela, ubicato sul versante occidentale del sito oggetto di questa indagine, risultava essere la normalità; rifiuti di ogni tipo venivano abbandonati e bruciati, generando alte colonne di fumo nero e denso, come testimoniato anche dal Presidente della sezione di Legambiente del Longano, Carmelo Ceraolo, ascoltato in audizione in data 29.03.2024. Lo stesso sottolinea come il sito ricada in un territorio già affetto da gravi fragilità, vedasi la cattiva gestione degli alvei torrentizi prossimali, come la mancata cura e bonifica del Torrente Mela, che nelle sue condizioni di degrado ha trasportato, attraverso i suoi corsi, tutti i rifiuti che, con il passare del tempo, sono stati depositati in esso, senza tralasciare l’insistenza di un grande polo industriale che accentra centrali elettriche, raffineria e impianti produttivi di piombo e derivati polietilenici e polipropilenici. Prosegue Ceraolo "un territorio con una costa così bella è stato mortificato e la mortificazione è proprio davanti ai nostri occhi; questa rete sembra la chiusura di un lager". Al rinvenimento della discarica abusiva numerosi Enti sono stati interpellati, compresi Corpi militari e Forze dell’ordine quali la Protezione Civile, cui è stata affidata la gestione dell’emergenza, l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera. Sono stati informati sull’accaduto il Ministero dell’Ambiente con l’allora Ministro Costa, che ha richiesto l’intervento del Contrammiraglio Aurelio Caligiore, capo del reparto ambientale marino del Corpo delle Capitanerie di Porto, ed anche la Presidenza del Parlamento Siciliano, l’Assessorato Regionale Ambiente e Territorio e l’allora Senatrice On. Barbara Floridia che si è fatta portavoce del problema. Tali interventi sono sfociati nell’apposizione di una recinzione a rete metallica di contenimento per scongiurare ulteriori dispersioni di rifiuti nell’ambiente circostante e soprattutto nel mare in fronte, per un’area complessiva di circa 20 ha; un’azione tempestiva alla quale però nessun altro intervento è seguito, se non la caratterizzazione della qualità dei rifiuti interrati ad opera della sezione regionale dell’ARPA. L’Ente ha scongiurato la presenza di rifiuti pericolosi, (V. pareri Regione Siciliana e dall’ARPA), i quali risultano comunque in palese violazione della Direttiva U.E. n.1999/31/CE sulle “discariche” che stabilisce la “minima utilità dell’interramento” e della circoscrizione del sito inquinato, prescrivendo anche la catalogazione dei rifiuti scoperti e la rimozione dai luoghi. Di certo, come confermato dalla Dott.ssa Teresa Romeo, Dirigente Ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn sezione di Milazzo, ascoltata in audizione telematica in data 07.03.2024, “non è possibile escludere del tutto la presenza di contaminanti ed anche che, nel tempo, non possano esservi infiltrazioni di percolato lungo la colonna di sedimenti che, insinuandosi tra le sabbie, possano quindi raggiungere le acque, intaccando l'equilibrio ecologico”. Prosegue la Dott.ssa sottolineando come da alcuni anni la Stazione Zoologica studi l’impatto delle microplastiche sulle specie che popolano il Golfo di Patti, su cui si affaccia il sito oggetto di questa indagine; ebbene, analizzando i contenuti stomacali, risulta che diverse forme di vita sono fortemente minacciate da rifiuti marini di vario tipo, in particolar modo microplastiche e residui di pneumatici, e di questi se ne rinvengono di diversi lungo i fianchi della rete! Di certo, sottolinea la Dott.ssa Romeo che è ormai noto alla comunità scientifica (fig. 1-2) che i rinvenimenti di microplastiche e nano-plastiche negli organismi che popolano gli ecosistemi acquatici rappresentino un grave rischio anche per gli esseri umani, poiché le stesse sono in grado di accumularsi nei tessuti e, tramite il consumo di carni contaminate, possono determinare l’ingestione involontaria di rifiuti ad opera dell’uomo. Tali considerazioni risultano confermate dall’ISPRA pubblicando i risultati dello studio condotto da Greenpeace in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) e l’Istituto per la valutazione degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova; infatti, dalle analisi di oltre 300 organismi rappresentativi di diverse specie di pesci e invertebrati, raccolti nel Mar Tirreno centrale durante il tour “May day SOS Plastica” di Greenpeace nella primavera 2019, è emerso che il 35 per cento di questi aveva ingerito fibre tessili e microplastiche. L’audizione si conclude sottolineando come “la rimozione dell’intera coltre di rifiuti rappresenti l’unica possibilità per escludere ulteriori impatti, ritenendo comunque necessario condurre monitoraggi temporali per valutare l’evoluzione dello stato dei depositi”, soprattutto di quella frazione che risulta oggi esposta alla degradazione meteorica, radiazione solare, escursione termica e dilavamento, che può indurre alterazioni nella struttura delle diverse componenti presenti. Si deduce pertanto, On.le Presidente, che la presenza di questa discarica illecita non solo rappresenti un danno di immagine per un intero comprensorio ma può essere quindi causa di un serio danno ambientale, nelle sue tre dimensioni come definito dall’art. 300 del Codice dell’ambiente, e che può aggravarsi nel tempo, eludendo i principi fondamentali di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni come indicato dalle recenti modifiche agli artt. 9 e 41 della Costituzione Italiana. Codesta Commissione ha cercato infine di comprendere quali siano state le azioni realizzate e le iniziative volte a risolvere il problema della discarica di Torretta da parte delle amministrazioni locali; a tal proposito sono stati ascoltati in audizione, in data 13.03.2024, presso la sede Palacultura dell’IIS Liceo Medi, il consigliere comunale Dott. Antonio Foti e il Presidente dell’Area Marina Protetta “Capo Milazzo" Dott. Giovanni Mangano. Il consigliere risulta protagonista di diverse interrogazioni e mozioni al Consiglio comunale di Milazzo, avviando una vera e propria lotta burocratica. Già nel 2021 il consigliere aveva depositato un’interrogazione in cui veniva richiesto se l’Ufficio Ambiente del Comune di Milazzo avesse avuto interlocuzioni con l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente riguardanti il sito d’indagine, affinché si procedesse all’avvio dell’iter utile allo stanziamento di fondi da parte del Ministero dell’Ambiente per la bonifica e la sanificazione dell’area e, in secondo luogo, il relativo inserimento tra i “siti orfani” del decreto dello stesso Ministero del 29 dicembre ‘20 (Progr. nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani); tale riconoscimento avrebbe consentito il fruire di ulteriori finanziamenti per la bonifica e il ripristino dell’area in esame. Sfortunatamente il sito non figurò nell’elenco pubblicato dal Ministero, nonostante avesse tutti i presupposti per essere catalogato come “sito orfano”; il Consigliere Foti chiarisce in audizione che “tale diniego risultò dovuto all’assenza di una caratterizzazione e catalogazione dell’area in questione, se non quella operata dall’ISPRA nel periodo immediatamente successivo al rinvenimento del deposito”. Ulteriori piani di finanziamento, in un primo tempo, sbandierati su riviste giornalistiche locali, come le somme destinate ai siti individuati come oggetto di calamità nazionali in cui, secondo il Sindaco di Milazzo Pippo Midili, sarebbero stati destinati per il recupero e per il ripristino dei danni causati dalle mareggiate del 2019 sul versante tirrenico della Provincia di Messina, aderendo alla richiesta della Protezione Civile Regionale, sembrano essere totalmente scomparsi. Pertanto, si chiede al consigliere comunale quali possano essere le azioni future per provvedere davvero alla bonifica dell’area e alla conseguente restituzione ai cittadini. Ebbene il Dott. Foti ritiene che “sia forte la necessità di stilare, in comunione con tutte le parti coinvolte, un progetto di bonifica della zona calato sulle caratteristiche distintive del sito in esame, e che solo successivamente si proceda al reperimento di fondi e finanziamenti per la relativa sanificazione, e non il contrario, ovvero tentare di qualificarsi all’interno di un programma di finanziamento per poi stilare il piano delle azioni e degli interventi”. Dello stesso avviso è il Presidente dell’AMP “Capo Milazzo” Dott. Giovanni Mangano che riconosce che parte del problema ricada anche nello sviluppo inatteso della riviera di Ponente di Milazzo rispetto a quella di Levante, dove nel tempo si sono insediate diverse realtà economiche e industriali che hanno indotto le Istituzioni locali a tralasciare il fronte mare esposto ad ovest della penisola mamertina, oggi invece vocato al turismo e alla fruizione del bene naturale ma, in passato, territorio adibito alla raccolta di rifiuti e scarti di ogni genere. Prosegue il Dott. Mangano sottolineando come la risoluzione del problema legato alla discarica di Torretta svolga un ruolo cruciale nel mantenimento degli equilibri bio-ecologici all’interno dell’Area Marina Protetta poiché le correnti marine, che caratterizzano il litorale costiero della riviera di Ponente di Milazzo, convogliano qualsivoglia oggetto, sostanza o rifiuto verso lo specchio acqueo ricadente in AMP, andando a minare l’operato, fin qui svolto, per la corretta gestione e tutela di un sito che accoglie una straordinaria biodiversità e che costituisce oggi un importante passo nell’ambito dei piani previsti dall’Agenda 2030. Infatti, proprio l’Istituzione dell’AMP “Capo Milazzo” a marzo 2019 ha consentito all’Italia di centrare il target 14.5 dell’Obiettivo14, ovvero proteggere, entro il 2020, almeno il 10%  delle zone costiere e marine, coerenti con il diritto nazionale e internazionale. Appare quindi anomalo osservare come le Istituzioni, se da una parte si siano mosse per tutelare un territorio e garantire la preservazione nel tempo per le generazioni future dall’altra, invece, sembrano averne trascurato del tutto un altro, lasciandolo in balia dell’abbandono, e per il quale è evidente che non abbiano sortito alcun effetto nemmeno le previsioni del Dlgs 152/’06, agli artt. 242 e segg. e le sanzioni ivi previste per i responsabili della discarica abusiva. Inoltre, nonostante le significative direttive della UE e le riforme sul tema della tutela ambientale, che hanno delineato in modo ancora più chiaro la politica dell’Unione in materia di ambiente, fondata sui principi della precauzione, dell’azione preventiva e della correzione dell’inquinamento alla fonte, nonché sul principio “chi inquina paga” (V. anche Relazione speciale della Corte dei Conti Europea presentata il 29.05.2021 in  virtù dell’articolo 287, par. 4, secondo comma, del TFUE), ad oggi non si è data una soluzione al problema “ambientale” oggetto di questa indagine. L’art. 191 par. 2 dello stesso trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) recita: “La politica dell’Unione in materia ambientale […] è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio “chi inquina paga”, pertanto, siamo qui a chiedere On.le Presidente, anche in futura previsione di un eventuale DDL, di valutare la bonifica definitiva dei luoghi e la restituzione alle future generazioni di luoghi ameni sui quali investire per il loro futuro; la presente indagine conoscitiva sarebbe a carico del bilancio del Senato.

Link al video: https://youtu.be/CmSDVtHdpug?si=xoXQ1sL-hhQDsE4FS