8 Gennaio 2024. Osserviamo il territorio salentino devastato dalla Xylella fastidiosa e funestato dagli incendi

  • Pubblicato il 15/04/2024
  • da L. L. - Maglie (LE)

Abbiamo dedicato la mattinata ad osservare il territorio salentino per scoprire la condizione in cui esso versa da alcuni anni a causa dell’epidemia di Xylella fastidiosa. Percorrendo le stradine di terra battuta, ci siamo ritrovati immersi in una natura spoglia e infestata da ' scheletri', che un tempo erano piante rigogliose e produttive. Guidati dal prof. Valzano abbiamo notato come campagne di piccole e medie dimensioni sembrino abbandonate a loro stesse, vittime dell'incuria dell'uomo. Stupiti e incuriositi abbiamo rivolto al professore alcune domande, quali ‘che cos’è la Xylella fastidiosa, quali sono i suoi effetti, quali piante colpisce, come viene trasmessa, esistono rimedi’. Il docente, indicandoci le piante malate e quelle che cercano di resistere, risponde che trattasi di un batterio patogeno, proveniente dal Sud America, arrivato in Puglia attraverso le rotte commerciali; esso infetta una vasta gamma di piante, tra cui gli ulivi, la vite, gli agrumi e molte altre specie arboree e ornamentali, causando malattie che possono portare alla morte delle stesse o alla riduzione della produzione, laddove le piante continuano a reagire e resistere. E’ trasmessa da insetti vettori, come cicale e afidi, che si nutrono della linfa delle piante infette. Ad oggi non esiste una vera e propria cura, ma le autorità hanno disposto delle misure di controllo, che includono la sorveglianza e la rimozione delle piante infette, l'uso di insetticidi per controllare i vettori, il divieto di movimentazione di materiale vegetale proveniente da zone infette e l’espianto delle piante compromesse che in alcuni casi vengono sostituite con piante di varietà tolleranti. Ciò ci induce a riflettere sull’impatto economico, ambientale e paesaggistico: la devastazione diventa sinonimo di gravi danni economici, specialmente in un’area, qual è quella salentina, che è stata un’eccellenza italiana votata alla produzione di olio; ha, anche, un impatto fortemente negativo sull'ecosistema locale, perché ne compromette la biodiversità e il paesaggio agrario brutalmente violentato dalla enorme quantità di espianti e incendi.
Allarmati da quanto osservato e da quanto appreso, ci siamo chiesti se c’è ancora spazio per la speranza e la rinascita di questo territorio. Che cosa possiamo fare noi?