#INCONTRIVIRTUALI Scoprire la libertà di pensiero attraverso la comicità

  • Pubblicato il 26/05/2020
  • da C. D. - Palermo

Il nostro Caffè Letterario in questi mesi si è trasformato in un vero e proprio teatro, in uno spazio di riflessione e di confronto. Abbiamo ospitato personalità diverse che ci hanno permesso di riflettere sull’articolo 18 attraverso la loro esperienza di vita, i loro racconti e la specificità dei loro ruoli. Abbiamo percorso con curiosità ed entusiasmo questo viaggio attraverso la libertà di pensiero, coscienza e religione e, indagando la libertà di pensiero, ci siamo resi conto che proprio l’arte, attraverso le sue diverse espressioni, da sempre è stata lo strumento per eccellenza di tale libertà. In particolare, tra le sue diverse forme, abbiamo scelto la comicità, la quale, con leggerezza e ironia, offre sempre un punto di vista alternativo rispetto a quello dominante.
Abbiamo deciso allora di sfidare noi stessi, invitando alcune importanti personalità del mondo del teatro e del cinema, le quali, con nostro grande stupore, hanno risposto e accolto il nostro invito, aiutandoci a non perdere il sorriso in un momento così triste.

Ecco qui i video degli incontri con i nostri ospiti: Rosella Leone, Ernesto Maria Ponte e Salvatore Ficarra!!!

30/04 IL CAFFÈ LETTERARIO OSPITA ERNESTO MARIA PONTE E ROSSELLA LEONE
http://www.ranchibile.org/attivita/progetti/senato_ragazzi/emp-rl/emp-rl.html

06/05 IL CAFFÈ LETTERARIO OSPITA SALVATORE FICARRA
http://www.ranchibile.org/attivita/progetti/senato_ragazzi/ficarra/ficarra.html

Commenti (1)

  • il 29/05/2020
    M. A. - Palermo
    ha commentato:

    Ho molto apprezzato l’incontro avuto con Ernesto Maria Ponte e Rossella Leone.
    Ci hanno comunicato come il teatro è uno dei tanti modi per raccontare una storia, ma non è solo questo, il teatro educa, cioè tira fuori quei talenti che in altri contesti non emergerebbero.
    Rossella Leone per esempio ci ha raccontato che il cinema e il teatro l’hanno aiutata a conoscere e a superare i suoi limiti. Uno di questi era l’emozione, tanto che ad un provino con Sergio Rubini, decisivo per la sua carriera, anziché mostrare il meglio di sè è entrata nel pallone, si è annebbiata la sua mente e non è riuscita a dire una parola.
    L’emotività deve essere gestita e il teatro l’ha aiutata a farlo. Anche a me è successo di dover gestire la mia emotività sul palco quando mi esibivo al pianoforte per un concorso o per un saggio.

    Un’altra cosa su cui non avevo mai riflettuto è che fare ridere è difficile, mentre è più facile far piangere. Non l’avrei mai detto!
    Un’altra sorpresa è stata quella di sentire che Ernesto Maria Ponte è una persona timida. Anche nel suo caso il teatro è stato la sua scuola, la recitazione è riuscita a tirar fuori la forza di affrontare la vita privata e quella professionale.
    Anche lui ribadisce che far ridere è difficile e che emozionare non è scontato. La comicità è una caricatura, un paradosso della vita. La comicità è demenziale… ma se la gente non ride ci si sente stupidi. Infatti uno dei suoi pensieri prima di uno spettacolo è sempre: “e si nun ririnu” (“e se non ridono”).
    Una frase del mitico Totò era questa: deve sembrare tutto molto naturale, nato sul momento, ma in realtà bisogna sapere anche dove respirare. Questo significa che la tecnica è fondamentale.

    Salvatore Ficarra ci ha raccontato che è partito da Palermo per andare a Milano e a Roma con tanto desiderio di riuscire.
    Ficarra a proposito di Palermo ci ha detto che è una città che offre molte emozioni, offre secoli di storia, nelle strade, nei pensieri, nelle azioni. Siamo il risultato di diversi popoli, siamo un pò arabi, un po’ spagnoli, abbiamo un bagaglio culturale invidiabile.
    Ha rievocato il teatro dei pupi e i racconti delle gesta dei paladini di Francia per dirci che solo una persona con questo bagaglio poteva rielaborare i pupi in chiave moderna. Infatti, un noto artista siciliano, Angelo Sicilia, ha reso i pupi attuali: erano nati per raccontare le storie dei paladini, ma adesso raccontano le storie di Falcone, Borsellino e don Pino Puglisi.

    Anche Ficarra, come Rossella Leone ed Ernesto Maria Ponte, ribadisce l’importanza dello studio e l’importanza di seguire le proprie passioni. Frequentare una scuola di teatro non significa diventare necessariamente attori, giocare a calcio non significa diventare calciatori, ma come una passione può essere coltivata.

    Ho riflettuto anche sul fatto che un professore può diventare un punto di svolta della propria vita. Ficarra ha raccontato di un professore di francese che arruolava ragazzi per il corso di teatro per recuperare un brutto voto. Grazie a questo professore ha conosciuto le emozioni che il teatro trasmetteva a lui e agli spettatori e da quel momento è iniziato un amore che non è più finito.

    M. A.