Noi non ci voltiamo dall’altra parte: il mare è di tutti! Indagine sull’illegalità ambientale ai danni del mare e delle coste italiane, in particolare, quelle del territorio calabrese

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da LSS Michele Guerrisi, Cittanova (Reggio Calabria)

    

Noi non ci voltiamo dall’altra parte: il mare è di tutti! Indagine sull’illegalità ambientale ai danni del mare e delle coste italiane, in particolare, quelle del territorio calabrese

La presente indagine conoscitiva  intende  promuove negli studenti e nelle studentesse  lo sviluppo della cittadinanza attiva e responsabile e  l’acquisizione dei valori della tutela e sostenibilità ambientale, in particolare, del mare e delle zone costiere.  Il lavoro di ricerca partirà dallo studio della Carta Costituzionale, specificamente  dagli artt. 2 e 9,  e  dal goal 14 dell’Agenda 2030 che si prefigge di  ridurre in modo significativo entro il 2025 tutti i tipi di inquinamento marittimo e di portare ad un livello minimo l’acidificazione degli oceani, con  gli ecosistemi marini e costieri che dovranno essere gestiti e protetti in modo sostenibile e  la pesca disciplinata in modo efficace. Saranno trattate le tematiche del   ciclo illegale del cemento, dell’inquinamento e della cattiva depurazione, dello smaltimento illecito dei rifiuti, tutte cause che, unitamente alla pesca in frode, stanno mettendo in grave pericolo il mare  e le aree costiere.  Gli studenti e le studentesse saranno chiamati a svolgere  in classe e sul territorio calabrese un’attività di ricerca, anche attraverso campionamento delle acque di balneazione e delle spiagge,   per verificare se, ed in che misura, eventuali illeciti deturpano il mare  e le coste del territorio, con   visita a siti che si occupano di depurazione ma anche di ricerca scientifica e trasferimento tecnologico per garantire la sostenibilità ambientale. Dette attività saranno finalizzate all’orientamento   verso possibili future scelte universitarie o attività lavorative, ma anche all’acquisizione della consapevolezza della possibilità/necessità di agire per la  salvaguardia del mare, perchè anche un piccolo gesto può fare la differenza!  Nel dettaglio, gli obiettivi formativi che si intendono raggiungere sono i seguenti: •sensibilizzare i ragazzi verso i problemi legati alla tutela del mare e delle coste; •far comprendere ai discenti  quali siano le  conseguenze dannose  per  la salute dell’essere umano  e i possibili rischi per la  sopravvivenza delle specie marine derivanti dalle pratiche illegali e dall’inquinamento, compreso quello da microplastiche; •far conoscere agli alunni coinvolti l’attuale quadro normativo che regolamenta la tutela ambientale, in particolare, quella del mare, nonché gli obiettivi e le strategie all’uopo adottate a livello internazionale;•far conoscere le attività svolte  sul territorio nazionale e locale da parte di enti, associazioni e privati al fine di ridurre l’inquinamento e tutelare il mare; •promuove negli studenti  lo sviluppo della cittadinanza attiva e responsabile e l’acquisizione dei valori della  legalità, della tutela e della sostenibilità ambientale.
Per il raggiungimento degli obiettivi formativi sopra citati,  sono previste le seguenti attività da svolgere, sia in orario curriculare, che extracurriculare:•raccolta e rielaborazione di informazioni e dati attraverso la lettura di testi normativi, divulgativi, di articoli scientifici e di interviste inerenti al tema del progetto proposto con indagine statistica legata al territorio locale e nazionale, in relazione a tutti i tipi di illegalità ambientale ai danni del mare e delle coste; •    Incontri-dibattito con esperti,  rappresentanti delle istituzioni,  di enti e associazioni, università, che si occupano di tutela del mare e delle coste (ad es. Guardia Costiera e Capitaneria di Porto,  Legambiente, WWF, MareVivo, Arpacal, forze dell’ordine e magistrati, ecc.), che avranno il compito di sensibilizzare i ragazzi in merito alla legalità e alla tematica scelta;•    Individuazione e sopralluogo di siti marini Calabresi con campionamento delle acque e delle spiagge; •Individuazione e sopralluogo di siti specializzati nella sostenibilità e trasferimento tecnologico (ad es. società che si occupano di depurazione, di smaltimento di rifiuti, di costruzione di droni acquatici per l’attività di pulizia del mare, ecc.); •     divulgazione delle informazioni e dei dati raccolti.

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Vivere significa partecipare! Noi partecipiamo ... non ci voltiamo dall'altra parte!

    Convinti che ognuno debba dare il proprio apporto nella difficile lotta all'inquinamento ambientale, abbiamo deciso di AGIRE. Le nostre attività:

    02 aprile 2024. Sopralluogo Foce Petrace e campionamento acque.
    La Commissione effettua, insieme all’Ing. Sorrenti di Legambiente, il campionamento delle …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Le azioni dell'uomo sulla terra danneggiano irreversibilmente il mare!

    22 marzo 2024. Audizione Presidente Legambiente Cittanova (RC), Ing. Maria Sorrenti.
    Alle ore 13.45, la Commissione si riunisce per l’audizione dell’Ing. Maria Sorrenti, presidente della Sezione Legambiente di Cittanova (RC), al fine di approfondire l’origine dell’inquinamento del mare e delle …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    La corretta depurazione è fondamentale per la salute dei nostri mari

    21 marzo 2024. Audizione rappresentanti di Arpacal.
    Alle ore 14.30, la Commissione si riunisce per l’audizione dei rappresentati dell’Arpacal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, istituita con la Legge della Regione Calabria n. 20 del 3 agosto 1999, …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Sanzioni più gravi potrebbero essere risolutive?

    14 marzo 2024. Audizione Carabinieri Corpo Forestale di Cittanova, mar. Lidia Meduri e Claudia Messineo.
    Alle ore 14:00, nei locali del Liceo Scientifico Michele Guerrisi di Cittanova, la Commissione procede all’audizione dei Carabinieri del Corpo Forestale della Caserma di Cittanova …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Guardia Costiera, imprenditori ed ingegneri al servizio del mare!

    13 marzo 2024. Sopralluogo presso il Porto di Reggio Calabria, la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ed il NOEL.
    Audizioni Ing. Anita Santoro, imprenditore Fabio Mazzitelli, membri della Guardia Costiera.
    A partire dalle ore 10:00, del giorno 13 marzo …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Ma quali le tutele legali per il mare?

    29 febbraio 2024. Audizione docente di diritto, prof.ssa Felicia Elisabetta Minniti.
    Sempre il giorno 29 febbraio 2024, alle ore 14.30, la Commissione ha effettuato l’audizione della docente di diritto dalla quale ha appreso che la normativa a tutela dell’ambiente e …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Robot e droni al servizio del mare.

    29 febbraio 2024. Audizione dei docenti fisica, proff. Auddino, Galluzzo, Sceni e Toscano.
    Il giorno 29 febbraio 2024, alle ore 13.15, presso i locali del Liceo Scientifico “M. Guerrisi”, si è tenuta l’audizione dei docenti di fisica, Auddino, Galluzzo, Sceni …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    Il mare non è una discarica!! L'inquinamento distrugge l'unico pianeta sul quale possiamo vivere.

    22 febbraio 2024. Audizione prof. Domenico Curinga, docente di scienze naturali.
    Il giorno 22 marzo, alle ore 13.15, la Commissione si riunisce presso i locali del LSS “M. Guerrisi” di Cittanova, per l’audizione del docente di scienze naturali, il prof. …

  • 16 Aprile 2024
    F. E. M. - Cittanova

    ...ODIO GLI INDIFFERENTI! Indagine sull’illegalità ambientale ai danni del mare e delle coste italiane, in particolare, a quelle del territorio calabrese

    15 febbraio 2024. Delibera di avvio dell’indagine conoscitiva.
    L’ VIII Commissione “Guerrisi” decide di avviare un’indagine conoscitiva sull’inquinamento marino e delle coste italiane, in particolare, di quelle del territorio della provincia di Reggio Calabria. Dopo avere approfondito il ruolo ed …

                                   NOI NON CI VOLTIAMO DALL’ALTRA PARTE: IL MARE E’ DI TUTTI!

Indagine sull’illegalità ambientale ai danni del mare e delle coste italiane, in particolare, a quelle del territorio calabrese.

L'Ufficio di Presidenza dell’VIII Commissione “Guerrisi” ha approvato l’avvio di un'indagine conoscitiva sulle condizioni delle acque marine e delle coste  italiane, in particolare, della provincia di Reggio Calabria, con termine al 16.04.2024.  Sono state programmate, all’uopo, una serie di attività, audizioni ed incontri con esperti, all’esito dei quali viene redatto il presente documento.

Premessa, Obiettivi e metodologia di indagine.

La problematica relativa all’inquinamento del mare italiano e delle aree costiere costituisce una sfida complessa e globale che chiama istituzioni e cittadini ad intervenire: non è più possibile voltarsi dall’altra parte, il mare è di tutti e deve essere difeso! D’altronde, l’indifferenza è abulia, parassitismo, è complicità: ciascuno deve apportare il proprio contributo per il risanamento dello straordinario patrimonio ambientale che possediamo e che abbiamo l’obbligo di consegnare integro alle future generazioni. Occorre prendere atto di quali siano i tipi di inquinamento che minacciano il mare e le coste, quali le cause e le possibili soluzioni. L'indagine è durata circa tre mesi, durante i quali, come detto, sono stati incontrati esperti del settore, effettuati sopralluoghi, campionamenti delle acque, registrati podcast radiofonici e scritti articoli  per sensibilizzare la comunità.

I diversi tipi di  inquinamento del mare e delle coste.

Tutti gli esperti consultati  hanno sostenuto che il problema dell’inquinamento del mare e delle coste proviene per il 90% dalla terra:  ciò che viene prodotto sulla terra finisce in mare! Gli esperti hanno riferito che una delle più insidiose forme di inquinamento marino è quella da petrolio, estratto anche dai fondali e trasportato per il mondo da enormi petroliere o da oleodotti: quando si verifica un incidente, enormi quantità di sostanze oleose distruggono vasti ecosistemi marini comprese le spiagge interessate dalle “maree nere” portate dalle correnti. Esistono, poi, altre forme di inquinamento più subdole, come quella derivante dall’uso di plastica, materiale non facilmente degradabile, che persiste nell’ambiente per migliaia di anni. La plastica galleggiante rappresenta uno dei problemi più gravi per l’ecosistema perché, se la sua degradazione comporta tempi estremamente lunghi, essa è, comunque, soggetta ad un continuo sgretolamento con formazione delle cosiddette “microplastiche”, frammenti così piccoli che entrano nelle catene alimentari. Altra fonte di inquinamento marino sono gli scarichi urbani ed industriali il cui sversamento nelle acque superficiali e, successivamente, in mare, apporta notevoli quantità di metalli pesanti, altamente tossici, con conseguenze drammatiche sulla salute umana. Anche i pesticidi e concimi in agricoltura, soprattutto nelle aree in cui si pratica l’agricoltura intensiva, vengono trasportati nelle acque di falda che finisce in mare, alterando, così, i naturali equilibri ecologici. Più recenti forme di inquinamento sono quello luminoso e acustico. Il primo è particolarmente presente nelle grandi città costiere, le cui forti luci, riflettendosi sul mare, finiscono per alterare i normali cicli degli organismi marini. Quello acustico è, invece, riconducibile all’utilizzo di sonar ed altri strumenti adoperati per le attività di pesca, di ricerca o altro, le cui onde interagiscono con le forme di comunicazione di molti animali marini. Ulteriore fonte inquinante è lo smaltimento illecito di rifiuti, spesso pericolosi (radioattivi), quasi sempre gestito dalle associazioni mafiose. In conclusione, molteplici sono le forme di inquinamento marino, tutte prodotte dall’attività umana, che concorrono a modificare profondamente i complessi ecosistemi su cui si regge il delicato equilibrio che sostiene il nostro pianeta.

Quali sono i reati ai danni del mare italiano?

Dal rapporto 2023 di Legambiente “Mare Monstrum” emerge per il 2022 una crescita dell’illegalità ambientale lungo le coste e nei mari del nostro Paese, a cui si contrappone un aumento dell’attività di controllo e prevenzione delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e delle Forze dell’ordine. Dal dossier si ricava che i principali fenomeni di aggressione al patrimonio naturale delle regioni costiere sono: il ciclo illegale del cemento (occupazioni di demanio marittimo,  cave illegali, illeciti negli appalti pubblici e abusivismo edilizio), fenomeno  che rappresenta ben  il 52,9% dei reati accertati; la mala-depurazione e lo smaltimento illecito dei rifiuti, che Legambiente classifica alla voce del “mare inquinato”, la pesca di frodo. I reati ambientali commessi sono stati 19.530, con un incremento del +3,2% rispetto al 2021, mentre gli illeciti amministrativi 44.444, con un incremento del 13,1%. Questi dati sono stati confermati anche dai membri della Capitaneria di Porto–Guardia Costiera che hanno riferito dell’attività svolta per contrastare la pesca di frodo o intensiva. Giova sottolineare che il 48,7% dei predetti reati è stato accertato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, con la Campania che guida la classifica nazionale, con il 17,1% del totale nazionale dei reati, seguita da Puglia, Sicilia, Lazio e Calabria. La Toscana è in sesta posizione come illeciti penali, ma è al secondo posto come illeciti amministrativi, seguita dalla Sicilia. La Basilicata si conferma come prima regione per il  numero di reati e illeciti amministrativi accertati per km di costa, seguita dall’Emilia Romagna, dal Molise, dall’Abruzzo  e dal Veneto. Per la mancata depurazione, l’UE ha avviato ben quattro procedure di infrazione nei confronti dell’Italia; l’ultima  condanna della Corte di giustizia Europea è relativa a 237 agglomerati che non dispongono di adeguati sistemi di raccolta e trattamento delle acque di scarico urbane, distribuiti in 13 regioni italiane: Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana.

Le condizioni del mare in Calabria.

Secondo l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL), il  problema principale del mare calabrese è la cattiva depurazione. La balneazione è di norma  vietata nei porti, per il transito di imbarcazioni; nella foce dei fiumi, per ragioni igienico sanitarie; nelle aree marine protette; nelle aree industriali. Altri divieti temporanei di balneazione possono essere, però, previsti nell’arco della stagione balneare per il riscontro nelle acque della presenza di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. In realtà, dal rapporto Arpacal 2023, pubblicato sul sito del Ministero della Salute, risulta che le acque ed i fondali marini calabresi sono, in gran parte, fruibili e balneabili. Sulla medesima questione, dall’audizione con Legambiente è emerso che, nel 2021, la Calabria è stata sanzionata dall’Unione Europea in quanto un comune su tre non disponeva di un adeguato sistema di depurazione delle acque. Nel rapporto redatto da Goletta Verde si legge che, in Calabria, il 58% dei punti campionati lungo le coste è oltre i limiti di legge. Sei i punti monitorati nella provincia di Reggio Calabria, di cui 4 fortemente inquinati: la foce del fiume Petrace a Gioia Tauro; la foce del Torrente Sfallasà, presso il campo sportivo a Bagnara Calabra; la foce del torrente Annunziata, nei pressi del lido comunale di Reggio Calabria; lo sbocco Fiumara Sant’Elia, a Montebello Jonico. Anche i referti delle analisi delle acque  del Petrace e del Mesima, campionate da questa Commissione insieme all’Ing. Sorrenti, rilevano un’alta concentrazione, sia di enterococchi, che di escherichia coli e batteri coliformi. Un altro dei problemi della depurazione nella Regione è rappresentato dall’impianto IAM di Gioia Tauro, originariamente progettato per servire il solo comune in cui è ubicato e i territori limitrofi, ma che, a causa della richiesta di numerosi altri comuni, si trova in sovraccarico e, per tale ragione, è autorizzato allo scarico di acque di scarto nella famosa “quarta linea” del mare, anziché in zone più distanti dalla costa, come sarebbe preferibile per evitare l’inquinamento costiero. Un’altra fonte di inquinamento è rappresentata dal porto di Gioia Tauro, le cui acque circostanti dovrebbero essere classificate come non balneabili, anche solo per la vicinanza al porto stesso. In conclusione, la maggior parte dei comuni calabresi non è dotata di impianti di depurazione adeguati, né di personale specializzato nella loro manutenzione. Tra quelli sanzionati dall’UE, solo pochi, - soprattutto quelli con meno di duemila abitanti -, hanno adottato misure, come la fitodepurazione, per rispettare le normative. I comuni più grandi, invece, faticano ad adeguarsi per gli elevati costi di costruzione degli impianti. Situazione simile si riscontra nel settore privato, dove molte aziende, inclusi gli autolavaggi, non sono dotati di impianti di depurazione, proprio a causa dei costi elevati, che spesso superano le sanzioni previste per la mancata conformità. Insomma, la situazione in Calabria, soprattutto in alcune zone, presenta dei problemi cronici.  Dalle audizioni è, comunque, emerso che la Regione Calabria ha attivato alcuni processi, sia per efficientare i sistemi di depurazione, che in un’ottica di controllo sugli scarichi illegali, anche se quanto finora fatto non è ancora sufficiente: occorre agire con celerità e con maggiore determinazione a tutela del nostro mare, degli ecosistemi e della salute dei cittadini, oltre che dell’economia regionale. In Calabria esistono, però, anche esempi virtuosi di  esperti del settore ed aziende che progettano e commercializzano dispositivi a tutela dell’ambiente, tra cui quelli per la pulizia degli specchi acquei, grazie ai quali si raccolgono i rifiuti provenienti dalle discariche fognarie, dalle navi e da altre fonti: un “Drone acquatico” è utilizzato per la pulizia del mare nel Porto di Reggio Cal.; al Noel (Natural Ocean Engineering Laboratory), dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è allo studio un “Battello Innovativo”, progettato per la raccolta in mare della plastica; mentre al porto di Roccella Jonica, per la raccolta dei rifiuti nello specchio acqueo, è presente un cestino acquatico.

Il quadro normativo.

Come emerso dalle audizioni, la normativa a tutela dell’ambiente e del  mare è vasta. L’art 9 della Costituzione Italiana,  dispone che la Repubblica Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. Diverse leggi interne sono poste a  difesa del mare, tra cui il codice dell’ambiente,  quella istitutiva del Ministero dell’Ambiente e, da ultimo,  la «Legge Salvamare» del 2022, con cui il Parlamento ha adottato misure finalizzate a incentivare le attività di risanamento dell’ecosistema marino, l’economia circolare e la corretta gestione dei rifiuti, anche attraverso la prevenzione dell'abbondono di rifiuti nelle acque, generalmente intese, impedendo che siano puniti per traffico illecito i pescatori che conferiscono i rifiuti raccolti accidentalmente in acqua. La legge consente il recupero e il conferimento nei porti della plastica raccolta nelle acque e le autorità competenti saranno tenute a ricevere i rifiuti così conferiti e a porli in specifiche isole ecologiche, al fine del successivo avvio a riciclo. Inoltre, il codice penale  prevede e punisce dal 2015 i delitti contro l'ambiente: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività; impedimento del controllo, omessa bonifica, ispezione di fondali marini, puniti anche con la reclusione. A livello sovranazionale, particolarmente rilevante è la convenzione MARPOL 73 (Marine Pollution) che dispone che il comandante della nave debba rapportarsi con lo stato costiero più vicino nel caso in cui la sua nave sia coinvolta in un incidente che possa provocare inquinamento marino; i paesi aderenti devono certificare la conformità della nave agli standard di prevenzione dell’inquinamento prescritti dai trattati. Con la convenzione del 1971, denominata FUND, si sancisce, inoltre, la responsabilità del proprietario della nave che risponde dei danni provocati fino ad un determinato importo garantito da una polizza di assicurazione obbligatoria; nell’ipotesi che l’importo non sia sufficiente a risarcire i danni cagionati, è previsto l’intervento del Fondo.  Anche l’Unione Europea, con la Direttiva 2019/883 ha, negli ultimi anni, affrontato il problema dello scarico in mare di plastica e rifiuti vari con l’obiettivo di fornire incentivi affinché le navi conferiscano i rifiuti nei porti e non al largo in mare. La tutela del mare è contenuta anche nel goal 14 dell’Agenda ONU 2030 che  mira a ridurre in modo significativo entro il 2025 tutti i tipi di inquinamento marittimo e a portare a un livello minimo l’acidificazione degli oceani. L’aumento dell’acidità degli oceani è provocato dall’incremento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera e dal conseguente aumento delle temperature. E ’un fenomeno molto dannoso e pericoloso: riduce infatti la capacità dell’oceano di assorbire CO2 e mette in pericolo l’ecosistema marino. Insomma, la normativa tutela in modo puntuale l’ambiente ma, come riferito anche dal Comando Forestale dei C.C., sarebbero necessari controlli più capillari, oltre che un inasprimento delle sanzioni.   

Conclusioni.

All’esito della  svolta indagine si può concludere  che l’uomo è il principale artefice dei danni irreparabili agli habitat marini e, pertanto, la riduzione dell’impatto delle azioni antropiche sull’ambiente è una scelta obbligata per non distruggere l’unico pianeta sul quale possiamo vivere. Il primo aspetto su cui occorre immediatamente lavorare è l’adozione di abitudini di consumo sostenibili: bisogna passare dall’attuale economia lineare ad un’economia circolare per estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo e vietando l’utilizzo della plastica usa e getta. Elemento altrettanto importante è la risoluzione da parte delle Istituzioni del problema della corretta depurazione e degli scarichi fognari, problema che  riguarda quasi tutte le Regioni Italiane, prevedendo severe sanzioni per quei Comuni non in regola con la normativa.  Occorre, inoltre, aumentare i controlli del territorio e del mare per prevenire gli illeciti e reprimerli con pene adeguate.  Bisogna, infine, ma prioritariamente, intervenire a livello  culturale: attraverso l’istruzione e le campagne di  sensibilizzazione, occorre promuovere la consapevolezza pubblica della  indifferibilità degli interventi a tutela dell’ambiente. Insomma, tutti devono  attivarsi, perché ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini (cit.).

Link di collegamento al video creativo che illustra la presente indagine conoscitiva

https://youtu.be/-xDYKeqVOtM?feature=shared