San Giovanni a Teduccio e il Bronx: un’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione degli interventi di riqualificazione territoriale

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da IPSAR Ippolito Cavalcanti, Napoli

    

San Giovanni a Teduccio e il Bronx: un’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione degli interventi di riqualificazione territoriale

L’Istituto IPSEOA “I. Cavalcanti” ha la sua sede scolastica in un’area urbana della periferia di Napoli Est, precisamente a San Giovanni a Teduccio in una zona conosciuta meglio come “il Bronx”. Da anni questo quartiere è oggetto d’interventi volti alla riqualificazione territoriale. La nostra indagine conoscitiva  ha l’obiettivo di portare gli studenti a riflettere sul valore della sostenibilità ambientale e sull’importanza dell’impatto sulle nostre vite, ponendo l’attenzione dell’indagine sullo stato di attuazione dei vari interventi di riqualificazione che gli Enti territoriali hanno posto in essere negli anni,  sul loro impatto e sugli interventi futuri che in qualche modo coinvolgeranno il territorio in cui ha sede la scuola, importante baluardo di legalità e preservazione dei valori  della Repubblica Italiana. 
L’indagine sarà svolta sul campo e in classe e sarà finalizzata a reperire informazioni, dati e documenti relativi agli interventi che sono stati eseguiti e quelli che, si spera, possano essere approvati al più presto. Ci saranno accertamenti in tal senso sullo stato di attuazione dei progetti approvati per esempio dal Comune di Napoli. Infatti, il quartiere interessato è da anni è oggetto di una lenta trasformazione urbana iniziata con la costruzione e l’insediamento del polo universitario dell’Università Federico II e dell’Apple Academy Developer . Questi sono solo esempi di riconversione delle aree industriali abbandonate, realizzati con gli interventi integrati di Regione Campania, Unione Europea e Università Federico II. Inoltre, in questa zona da anni si parla di recupero e di costruzione di nuovi alloggi proprio nel “Bronx”, l’area interessata e in cui ha sede la nostra scuola. L’indagine conoscitiva si occuperà proprio di capire quali sono gli interventi finanziati dai fondi europei e se finalmente il volto di questo quartiere potrà cambiare e non essere più una zona di degrado dove la criminalità organizzata è presente e dove l’abbandono scolastico ha tassi elevati, così come sono frequenti i fenomeni di devianza giovanile. Sembra chiaro, quindi, che l’importanza di questa indagine conoscitiva si fonda proprio sulla necessità e urgenza di interventi ambientali tali da ridare dignità a un territorio vandalizzato e speranza in un futuro migliore per i nostri ragazzi.

  • 05 Aprile 2024
    V. R. - Napoli

    Gli incontri con i rappresentanti delle parti attive del progetto

    A marzo hanno avuto luogo gli incontri con le parti sociali per definire le tappe del percorso di riqualificazione territoriale.
    Il giorno 13 marzo, le classi 4I e 4B hanno ospitato a scuola il giornalista Alessandro Bottone (giornalista de IL …

  • 21 Marzo 2024
    V. R. - Napoli

    Seconda Fase: i sopralluoghi.

    Sono stati effettuati due sopralluoghi nei siti interessati al progetto di riqualificazione territoriale.
    Un primo sopralluogo è avvenuto il 15 febbraio nella zona adiacente a via Taverna del Ferro prima che la zona venisse completamente transennata per consentire l’inizio dei …

  • 01 Marzo 2024
    V. R. - Napoli

    Prima fase. Raccolta informazioni. Studio dello stato di attuazione dei lavori di riqualificazione.

    L’Istituto IPSEOA “I. Cavalcanti” ha la sua sede scolastica in un’area urbana della periferia di Napoli Est, precisamente a San Giovanni a Teduccio in una zona conosciuta meglio come “il Bronx”. Questo quartiere è l’oggetto della nostra indagine in quanto …

San Giovanni a Teduccio e il Bronx: un’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione degli interventi di riqualificazione territoriale

Premessa

L’Istituto IPSEOA “I. Cavalcanti” ha la sua sede scolastica in un’area urbana della periferia di Napoli Est, precisamente a San Giovanni a Teduccio in una zona conosciuta meglio come “il Bronx”. Da anni questo quartiere è oggetto d’interventi volti alla riqualificazione territoriale.

L’indagine è stata svolta sul campo e in classe e , grazie all’impegno dei ragazzi, sono state reperite informazioni, dati e documenti relativi agli interventi in tempi decisamente brevi. Inoltre,  grazie alla collaborazione del Comune di Napoli, nella persone della vicesindaco Prof.ssa Arch. Laura Lieto,  che ha consentito ai ragazzi di avere  un quadro di insieme della trasformazione che sta avvenendo nel quartiere. Si è potuto approfondire la questione dell’assegnazione degli alloggi  nuovi  in questa zona proprio nel “Bronx”, grazie all’intervento dei rappresentanti  del Comitato Taverna del Ferro. L’indagine conoscitiva si è avvalsa anche della collaborazione del giornalista Alessandro Bottone che da anni si occupa delle problematiche del quartiere San Giovanni a Teduccio e il suo intervento è stato utile  per capire quale sarà  il volto nuovo  di questo quartiere .

Nota metodologica

L’indagine conoscitiva è stata articolata in due fasi principali:

la prima,  ha riguardato la raccolta di informazioni e delle delibere comunali. Questa fase è stata espletata nel mese di gennaio.

In questa fase sono stati contattati rappresentati pubblici, giornalisti e comitati territoriali per dare un quadro d’insieme alla situazione attuale. Nello specifico sono intervenuti:

Alessandro Bottone Giornalista de “Il Mattino “di Napoli,

Il vicesindaco del Comune  Napoli Laura Lieto, nonché professoressa ordinaria di urbanistica presso la facoltà di Architettura della Federico II all’Urbanistica di Napoli.

Esponenti del Comitato “Taverna del Ferro”, un comitato che da anni lotta sul territorio per una dignitosa collocazione abitativa.

La seconda fase ha riguardato i sopralluoghi e l’organizzazione di incontri con le suindicate categorie.

Sono stati effettuati due sopralluoghi nei siti interessati al progetto di riqualificazione territoriale.

Un primo sopralluogo è avvenuto il 15 febbraio nella zona adiacente a via Taverna del Ferro prima che la zona   venisse completamente transennata per consentire l’inizio dei lavori ,così come previsto dagli interventi di riqualificazione dell’insediamento di Taverna del Ferro.

Nel secondo sopralluogo avvenuto il giorno dopo, invece, con il permesso degli addetti al lavoro, sono state scattate foto al cantiere e ripreso il momento della demolizione dei garage. Tornati a scuola il lavoro si è concluso con la fase di montaggio del video.

A marzo hanno avuto luogo gli incontri con le parti sociali per definire le tappe del percorso di riqualificazione territoriale.

Il giorno 13 marzo, le classi 4I e 4B hanno ospitato a scuola il giornalista Alessandro Bottone (giornalista de IL MATTINO di Napoli), che da anni segue il progetto di riqualificazione ambientale. Il giornalista ha illustrato la situazione attuale del progetto e come si svolgeranno le diverse fasi di ricollocamento delle famiglie residenti nelle “stecche”.

Nella stessa giornata ha avuto luogo l’incontro con esponenti del Comitato “taverna del Ferro”, un’associazione nata con lo scopo di tutelare le famiglie residenti nelle “stecche”.

Il giorno 14 marzo le classi sono state ospitate a Palazzo San Giacomo di Napoli, sede del Comune di Napoli. Ad accogliere le classi è stata la vicesindaca prof.ssa Arch. Lura Lieto.

Inquadramento del problema, lo stato di attuazione.

Il quartiere di San Giovanni a Teduccio  ha  una storia molto speciale, legata al fatto che il quartiere si sviluppa lungo la direttrice storica del corso San Giovanni che in realtà è la strada borbonica conosciuta come il "Miglio d'Oro" .Questa strada collegava il centro di Napoli, allora  capitale del Regno, e tutta la Costa Vesuviana (quella orientale).Lungo quel tracciato sorgevano le ville vesuviane, residenze degli aristocratici ,  veri e propri capolavori di architettura.

Le  ville vesuviane  che sorgevano lungo il Miglio d'Oro avevano il parco e i giardini con la discesa al mare ,quindi vi era un rapporto diretto con il mare e la spiaggia. Questa strada è importantissima perché è la strada che i Borbone costruiscono per arrivare anche a Pompei. Sono proprio i Borbone, infatti,  a scoprire i primi resti della città romana sepolta dalla eruzione del Vesuvio del 79 d.c. .

Questo quartiere della zona orientale è diventato  poi nei primi del Novecento un quartiere con le stesse caratteristiche di un quartiere operaio, dove la cultura del lavoro industriale prende piede. Si ricorda che a Portici, poco distante da San Giovanni  a Teduccio, viene costruita la prima  stazione ferroviaria in Italia(ferrovia di Pietrarsa nel 1839 che collegava Portici a Napoli) che seguiva proprio  il tracciato del Miglio d'Oro. La stazione è stata un’infrastruttura necessaria per far funzionare le fabbriche, collegando Napoli  a Torre Annunziata e a  Castellammare di Stabia, zone dove  c’è sempre stato un grande sistema  industriale che è legato sia all'industria di base ma anche alla grande tradizione dei cantieri navali.

Quando alla fine degli anni Ottanta primi anni Novanta, la grande industria viene definitivamente smantellata, San Giovanni a Teduccio  va incontro alla sua crisi e nel frattempo è anche una crisi che è fortemente legata a una vicenda che per gli abitanti di San Giovanni è una ferita dal punto di vista della vita pubblica: la negazione del rapporto con il mare, con la costruzione di edifici che nel complesso negano l’accesso diretto alle spiagge e alla fruizione delle stesse.

La storia del Bronx, quindi, è una storia che entra dentro questa vicenda molto complessa di un quartiere che non è come Secondigliano o Scampia: San Giovanni è un grande pezzo di città e dentro questo pezzo di città, a 300 metri dal mare, sorgono appunto queste stecche progettate da un architetto italiano  Barucci , facendo  un operazione come andava in voga nell'architettura di allora cioè l'idea che si dovessero costruire queste grandi strutture che volevano racchiudere  una comunità di persone.

Le stecche di San Giovanni sorgono in una strada chiamata via dell’Alveo naturale. In origine, il quartiere era caratterizzato delle immense spianate che nella tradizione erano le paludi. Le paludi alludono a un territorio dove fondamentalmente una delle caratteristiche morfologiche importanti di quell'area è la presenza di acqua. Nella ricostruzione della storia geologica e geografica di quei luoghi esiste un fiume chiamato Sebeto che era uno dei corpi idrici che scendevano dalle colline e attraversavano la pianura andando direttamente nel mare. Ma quello che viene chiamato comunemente fiume Sebeto è la falda acquifera, molto vicina al piano di calpestio.

Proprio tra le due stecche c'è per questo una specie di fognatura a cielo aperto che rappresenta un enorme problema poiché fa allagare in continuazione i piani terra. E in una condizione oggi in cui, tra l'altro, per l'effetto del cambiamento climatico piove di più e la quantità di pioggia è notevolmente superiore rispetto al passato, questo significa che è una zona che si allaga continuamente, portando disagi alla popolazione residente nelle stecche.

 

Taverna del Ferro e le stecche

Taverna del Ferro fa parte del quartiere di San Giovanni a Teduccio ed è una zona  di edilizia pubblica composta da due grandi edifici a blocco ravvicinati tra loro, meglio conosciuti come ”le stecche del Bronx”. Questi edifici rappresentano un pezzo importante della storia di Napoli: Costruite nel periodo successivo al devastante terremoto del 1980, queste strutture sono diventate da simbolo di una Napoli resiliente, che si rialza dalle sue ceneri, a simbolo di degrado e corruzione. Il “Bronx” fu progettato da Pietro Barucci che intese replicare il modo di abitare del “vicolo” in una struttura composta da due corpi di fabbrica accostati l’uno all’altro lungo lo spazio centrale di una galleria di distribuzione. Al pian terreno degli edifici vi sono spazi ora chiusi ed in parte dismessi ma che furono pensati per diventare negozi, e che oggi in alternativa all'uso sono altrimenti diventati box auto, trasformati in questo stato proprio dagli aventi diritto. I due edifici alti distanti tra loro dieci metri son tra loro collegati da ponti sospesi che in serie corrono lungo la piastra rialzata, mentre il collegamento sul fronte dell'entroterra rappresentato dal parco è garantito da un ponte su di una delle strade carrabili laterali.

 

Il Murale di Jorit Agosh

Le testate del corpo nord delle stecche ospitano i murales realizzati nel 2017 dall’artista Jorit Agosh, i più famosi sono  i volti di Ernesto Che Guevara e Diego Armando Maradona. L'opera è stata eseguita per sostenere la rinascita popolare delle aree compromesse dal disagio sociale semplicemente riutilizzando le parti strutturali del suo patrimonio immobiliare. Purtroppo con l’abbattimento delle stecche anche  i murales verranno distrutti. Si sta cercando una soluzione, tra cui smontare in blocchi le testate delle stecche e ricostruirli in un’altra zona. Ma per adesso è solo un’ipotesi.

 

Rigenerare Taverna del Ferro

Il progetto, finanziato con un ammontare complessivo di circa 106 milioni di euro, provenienti da diverse fonti tra cui il PNRR e il Fondo PON METRO PLUS, rappresenta un impegno tangibile nell'investire nel benessere e nell'avvenire della comunità di Taverna del Ferro e di San Giovanni a Teduccio.

LE FASI DEL PROGETTO

Fase 1: Demolizione del terrapieno con le attrezzature sportive e i garage nord ed est

Fase 2: Realizzazione di 180 alloggi, trasferimento degli abitanti della stecca lato mare nei nuovi alloggi e conseguente demolizione della stecca

Fase 3: Realizzazione di 180 alloggi sull’area della stecca lato mare. Trasferimento degli abitanti della stecca lato Vesuvio nei nuovi alloggi e demolizione della stecca

Fase 4: Realizzazione del parco lineare, con gli orti urbani e lo spazio attrezzato per lo sport sull’area della stecca lato Vesuvio

La progettazione prevede una distanza adeguata tra le abitazioni, in modo da creare un ambiente abitativo più accogliente e rispondente alle esigenze manifestate degli abitanti. Queste soluzioni rappresentano un impegno a creare un quartiere più funzionale, sostenibile e orientato al benessere della comunità.

La progettazione degli edifici e delle caratteristiche delle nuove case si è basata su l'interlocuzione diretta con gli abitanti di Taverna del Ferro. Questa fase di ascolto attivo, iniziata già da circa due anni, è parte integrante del processo progettuale e sarà portata avanti nelle fasi successive di precisazione e realizzazione del progetto. La partecipazione della comunità è fondamentale per assicurare che le nuove costruzioni e i servizi di prossima realizzazione rispecchino appieno le esigenze e le preferenze degli abitanti, contribuendo così a costruire un ambiente abitativo che soddisfi le aspettative della comunità locale. Il nuovo progetto prevede la sostituzione delle due "stecche" esistenti con 28 edifici di media dimensione, a scala umana. Gli edifici saranno distribuiti in isolati che incorporano spazi comuni condominiali come portierato sociale, palestra e sale riunioni al piano terra o in copertura. L'altezza media degli edifici varierà da 3 a 6 piani. In totale, saranno costruiti 360 nuovi alloggi, tutti classificati come NZEB (Nearly Zero Energy Building) per massimizzare l'efficienza energetica. L'utilizzo di fonti rinnovabili e componenti energetiche passive contribuirà all'obiettivo di autosufficienza energetica, promuovendo un ambiente abitativo sostenibile.
Il piano terra degli edifici ospiterà un mix di funzioni, promuovendo scambio e interazione con il quartiere.

Attraverso la creazione di spazi aperti pubblici, il progetto mira ad un miglioramento complessivo della vivibilità e della qualità del quartiere. Un elemento significativo sarà la realizzazione di un parco pubblico lineare sull’area di una delle due stecche demolite, che offrirà un generoso spazio verde aperto in stretta connessione con le abitazioni circostanti. Inoltre, è prevista la realizzazione di terrazzamenti che ospiteranno orti sociali e giardini comuni. All'interno del nuovo insediamento, saranno predisposti spazi pubblici dedicati al gioco e allo svago, con aree specifiche per il gioco, lo sport all'aperto e una pista di atletica.

Il piano di mobilità. Conclusioni

I nuovi alloggi sono costruiti in sostituzione delle attuali case e destinati alle stesse persone che oggi abitano nelle “stecche”, qualora questi siano in possesso dei requisiti previsti per legge. Il Comune di Napoli ha previsto un programma particolare per governare ed agevolare il trasferimento degli attuali abitanti delle "stecche" verso i nuovi alloggi. Questo programma offre la possibilità, per i nuclei che non hanno un regolare contratto, di ottenere una sistemazione temporanea della durata di tre anni nei nuovi edifici per coloro che attualmente risiedono nelle case senza il titolo di assegnazione. Durante il triennio, il comune effettuerà un monitoraggio per verificare il possesso dei requisiti previsti. Il piano verrà attuato in maniera incrementale, e sarà coordinato con la costruzione dei nuovi edifici. Prima della demolizione della "stecca" lato mare, i nuovi alloggi saranno pronti per accogliere le prime 180 famiglie. Successivamente dopo la costruzione delle abitazioni sull’area della stecca demolita avverrà il progressivo trasferimento degli altri residenti, fase per fase, fino al completamento del progetto.

Oltre alla componente fisica, il progetto include un forte impegno nell’accompagnare le trasformazioni fisiche con delle attività sociali e di partecipazione. Saranno offerti servizi di quartiere e spazi di confronto attraverso il processo di co-progettazione con tutte le realtà del territorio, le associazioni, gli enti istituzionali, i comitati e le varie forme in cui gli abitanti si organizzano. Questo accompagnerà la comunità nel processo di riqualificazione, promuovendo la partecipazione attiva degli abitanti. Questa strategia si allinea con gli obiettivi della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile e del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, dimostrando un impegno tangibile verso una gestione responsabile delle risorse ambientali.

Link video

https://youtu.be/l3N1d1N02PA