Alieno blu

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da ITC Tortolì, Tortolì (Nuoro)

    

Alieno blu

Il progetto verte sulla sensibilizzazione delle classi partecipanti al problema derivante dall’invasione del granchio blu (Callinectes sapidus) nei nostri mari.
Attraverso lo sviluppo del progetto si intende promuovere nei discenti l’esercizio di una cittadinanza consapevole e attiva, ponendoli di fronte ad una problematica ambientale sulla quale è opportuno intervenire.
Il granchio blu appartiene alle specie così dette  lessepsiane dal nome dell’ingegnere Ferdinand de Lesseps che aprì il canale di Suez favorendo l’ingresso di specie aliene nel mediterraneo .
Già da circa venti anni si è registrata la presenza nei nostri mari ma è da pochi che il fenomeno ha assunto dimensioni rilevanti. Il granchio blu in Sardegna si sta diffondendo soprattutto nella costa Orientale.
Nelle lagune interne si è rilavata un alterazione dell’ecosistema poiché si è verificata una massiccia riduzione dei molluschi (bivalvi) e una modifica del comportamento di altre specie marine condizionate dalla sua presenza. 
Come evidenziato dall’assessore dell’agricoltura della RAS Valeria Satta “crediamo di essere una delle Regioni fortemente toccate da questo problema perché la specie si è diffusa in modo esponenziale e capillare colonizzando in maniera elettiva quasi tutti gli ambienti lagunari gestiti da consorzi e non”. Il danno quindi non è solo ambientale  ma anche economico.
Pertanto il progetto si svilupperà con l’analisi dei due aspetti: 
•    Descrizione, ricerca dei dati e informazioni sul danno ambientale affidato e gestito alle classi 3 e 4 del corso Biotecnologie Sanitarie (ITI):
•    Descrizione, ricerca dei dati e informazioni sul danno economico affidato e gestito alle classi 4 del corso SIA e 4 del corso AFM (ITC).
Le classi lavoreranno in collaborazione tra loro sviluppando ognuna gli argomenti di propria competenza, per poi riunirsi per produrre i documenti conclusivi. Le metodologie sviluppate per il lavoro in alula si baseranno sulle coperative learning, interdisciplinarietà, sulla didattica laboratoriale e l’educazione tra pari.
Il progetto si svilupperà secondo il seguente iter indicativo:
1.    Descrizione e inquadramento del territorio interessato dal problema nell’area Ogliastrina.
2.    Visita presso gli impianti di pesca della Laguna di S. Giovanni
3.    Attività di rielaborazione dei dati in aula
4.    Intervista agli esperti ricercatori dell’Agenzia Regionale Agris che stanno fornendo un soccorso tecnico scientifico agli operatori locali della pesca
5.    Attività di rielaborazione dei dati in aula
6.    Intervista con i pescatori del territorio 
7.    Attività di rielaborazione dei dati in aula
8.    Incontro con le Istituzioni locali Ass. Ambiente Riccardo Falchi
9.    Attività di rielaborazione dei dati in aula
10.    Incontro con le Istituzioni Regionali Ass. Ambiente Valeria Satta 
11.    Attività di rielaborazione dei dati in aula
12.    Ricerca e analisi delle normativa vigente sulla pesca con particolare riferimento ai vincoli imposti da Bruxelles 
13.    Studio della Politica Comune della Pesca (PCP)
14.    Raggiungimento degli obiettivi prefissati: formulazione di proposte che consentano di convertire i danni in delle risorse, sensibilizzare il Senato della Repubblica affinché attivi gli strumenti conoscitivi e ispettivi di cui dispone per approfondire la tematica.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    montaggio video

    Il giorno 8 aprile alcuni alunni hanno realizzato il video secondo copione.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    Incontro conclusivo tra le classi

    Il giorno venerdì 5 aprile incontro, rielaborazione e confronto dei dati raccolti utili per la stesura del documento conclusivo.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    Incontro con le istituzioni locali

    Il giorno 27 marzo presso il palazzo Municipale di Tortolì tutti gli alunni hanno incontrato una delegazione del comune coinvolto nel settore dell'ambiente.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    Visita presso la società ALTHUNNUS

    In data 26 marzo gli alunni di tutte le classi interessate al progetto hanno visitato le tonnare sulcitane di Portoscuso.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    visita presso la stazione meteorologica di Capo Bellavista ad Arbatax

    Gli alunni delle classi III e IV ITI il giorno lunedì 11 marzo hanno visitato il centro meteorologico di Capo Bellavista.

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    Attività di rielaborazione dei dati in aula

    gli alunni della classe IIIA ITI nel periodo di febbraio si sono interessati dell'inquadramento del territorio.
    Gli alunni della IV A ITI si sono concentrati sullo studio della specie e l'ecologia del granchio.
    Contemporaneamente i ragazzi della IV A e …

  • 09 Aprile 2024
    F. F. - Tortolì (NU)

    Visita presso gli impianti di pesca della Laguna di S. Giovanni

    Il giorno 18 ottobre i ragazzi hanno fatto visita presso gli impianti della cooperativa pescatori ad Arbatax.
    Qui sono venuti a conoscenza delle difficoltà incontrate dai pescatori della laguna a seguito dell'invasione del granchio blu.
    Hanno intervistato i pescatori del …

LAlieno blu indagine conoscitiva sullinvasione del granchio blu

Il nostro progetto verte sulla sensibilizzazione delle classi partecipanti al problema derivante dall’invasione del granchio blu (Callinectes sapidus) nei nostri mari.

Attraverso lo sviluppo del progetto abbiamo consolidato la nostra attenzione verso la cura delle risorse ambientali e abbiamo preso consapevolezza del peso che il settore pesca ha nel nostro sistema economico locale. Per questo motivo abbiamo analizzato due aspetti fondamentali:

  • il danno ambientale derivante dal proliferare di questa specie aliena nelle nostre lagune, la cui descrizione, ricerca dei dati e informazioni e stata affidata e gestita dalle classi 3^ e 4^ del corso Biotecnologie Sanitarie (ITI):
  • il danno economico subito dalle imprese ittiche locali la cui descrizione, ricerca dei dati e informazioni è stata invece affidata alle classi 4^ del corso SIA e alla 4^ del corso AFM (ITC).

Il granchi blu appartiene alle specie così dette  lessepsiane dal nome dell’ingegnere Ferdinand de Lesseps che aprì il canale di Suez favorendo l’ingresso di specie aliene nel Mediterraneo. È un crostaceo decapode appartenente alla famiglia dei Portunidae, il cui nome in latino, “Callinectes sapidus”, significa “bel nuotatore sapido” . Le dimensioni degli individui adulti possono raggiungere i 15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza. Questa specie presenta caratteri diversi, a seconda dei due sessi, nella forma dell’addome (noto come "grembiule") e nei colori degli artigli. Il carapace è ampio, dotato di una superficie dorsale granulosa, di colore variabile dal grigio al blu verdognolo; la fronte presenta due denti prominenti di forma triangolare, prossimi agli occhi. Il margine antero-laterale del carapace presenta nove denti, l’ultimo dei quali è più lungo, acuto ed esteso lateralmente. I chelipedi sono robusti, più lunghi dei pereiopodi ambulacrali, più corti e appiattiti. Il mero è munito di tre robuste spine rosso-arancioni nel margine interno e una spina subdistale esterna, e il carpo è mancante di spina interna. L’ultimo paio di pereiopodi è ulteriormente appiattito e schiacciato,adattamento funzionale al nuoto che gli consente di essere molto veloce negli spostamenti acquatici. Il colore del carapace e degli arti varia dal grigio al verde oliva sul dorso, con sfumature bluastre, con il ventre più chiaro bianco-azzurro e con notevoli differenze tra i due sessi.

Il granchio blu si nutre voracemente di molte creature, vive o morte, vegetali e animali, tra le quali anche anellidi, altri crostacei, uova, pesci e loro avannotti, molluschi e le loro larve, e suoi simili. Per questo non è ben visto soprattutto dagli allevatori di vongole - ma anche da quelli di cozze e ostriche - sui quali allevamenti sta impattando negativamente. In altre nicchie biologiche, è coinvolto nell'equilibrio di popolazione di varie specie, tra le quali altri granchi e non solo. E' anche piuttosto sensibile alle malattie, tra le quali parassitosi e infezioni di vario genere. Rispetto ad altre specie di granchio marino, tollera un ampio range di valori di temperatura e salinità: può vivere con temperature dai 5° C ai 35°C e valori di salinità tra 2 e 48 ‰ ma può tollerare anche acque ipersaline fino a valori del 117 ‰..

Abbastanza veloce, dal carattere "scomodo" e, al bisogno, dotato di una certa aggressività, non teme di usare le sue potenti chele per cacciare e difendersi; è perfino in grado di danneggiare le reti da pesca più leggere.

La stagione degli amori del granchio blu va da maggio a ottobre. Durante l’accoppiamento i maschi trasferiscono il loro sperma nelle spermateche delle femmine che presentano il carapace ancora morbido, segue una fase dove il maschio protegge la femmina fino a quando l’esoscheletro non si indurisce. Da 2 a 9 mesi dopo le femmine, utilizzando lo sperma del maschio, fecondano le uova che vengono posizionate su apposite appendici addominali. In questa fase la femmina prende il nome di “sponge” (spugna) o “berry” (bacca). Una massa arancione brillante si sviluppa dal suo grembiule – il lembo sulla pancia – contenente tra 750.000 e 2 milioni di uova.

Le femmine poi migrano verso zone a salinità più elevata, come acque costiere e foci di fiumi, per la schiusa delle uova che avviene dopo 14-17 giorni (le uova possono essere deposte più volte in un periodo da due a 12 mesi). Le larve vengono rilasciate dalla madre entro due settimane segue poi un lungo periodo di muta che si conclude con il raggiungimento della maturità a 12-18 mesi di età.

Originario delle coste di Usa, Argentina e Golfo del Messico è arrivato fino a noi trasportato, probabilmente, nelle sentine delle navi. Da circa venti anni si è registrata la presenza nei nostri mari ma è da pochi che il fenomeno ha assunto dimensioni rilevanti, forse anche a causa del sollevamento delle temperature.

Il granchio blu in Sardegna si sta diffondendo soprattutto nella costa Orientale, nelle lagune interne si è rilevata un’alterazione dell’ecosistema poiché si è verificata una massiccia riduzione dei molluschi (bivalvi) e una infestazione degli habitat naturali delle specie autoctone che hanno modificato il loro comportamento condizionate dalla sua presenza.

La diffusione sta avvenendo in modo esponenziale e capillare, il granchio sta colonizzando in maniera elettiva quasi tutti gli ambienti lagunari gestiti da consorzi e non. Il danno quindi non è solo ambientale  ma anche economico.

Abbiamo analizzato il problema economico localizzandolo nel nostro territorio, utilizzando i dati forniti dalla Cooperativa Pescatori di Tortolì, realtà attiva dal 1944, che esercita l’allevamento semintensivo di spigole e orate, in gabbie galleggianti, la mitilicoltura in long line, e l’ostricoltura in strutture sospese. La Cooperativa insiste in un’area umida di elevata rilevanza produttiva costituita dallo Stagno di Tortolì, situato al centro della sub regione Ogliastra nella costa orientale della Sardegna.

In seguito alla presenza dell’alieno blu, la Cooperativa ha subito ingenti danni. In particolare negli ultimi due anni, 2022-2023, si è registrato un calo della presenza di diverse specie di pesci nello stagno di Tortolì (sogliole, muggini ecc.), e una drastica diminuzione della produzione di vongole e ostriche, attaccate dal famelico crostaceo, per esempio nel 2022 i dati di raccolta delle vongole erano di 5.373 kg mentre nel successivo anno erano di 1.138 kg, con una differenza dunque di ben 4.235 kg.

Considerando, la perdita del ricavato dalla produzione di vongole, (118.000 euro) e quelle delle altre specie allevate dalla Cooperativa, calcolando i danni subiti alle nasse e alle reti completamente distrutte, tenendo conto delle spese sostenute per la costruzione di nuovi strumenti in materiale più resistente (le nasse sono state assemblate manualmente dai pescatori con ferro e acciaio), abbiamo stimato una perdita complessiva per l’anno 2023 di circa 150.000 euro

Analizzando il tema da un punto di vista normativo emerge la necessità di interventi regolatori dello Stato nella gestione delle risorse ittiche per preservare gli ecosistemi e garantire la sopravvivenza delle imprese di pesca.

Siamo partiti dalle competenze istituzionali in materia e abbiamo visto che nella prima versione dell’art. 117 della nostra Costituzione la pesca marittima risultava di competenza statale (perché non indicata nell’elenco delle materie di competenza esclusiva regionale) mentre quella nelle acque interne era già attribuita alle regioni. Nel 2001, la legge costituzionale n. 3 cambiò il criterio di ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, senza menzionare specificamente la pesca. Ne deduciamo che, attualmente, la materia pesca non risulta essere rimessa alla potestà legislativa esclusiva o concorrente commi 2 e 3 del nuovo art. 117 Cost.) e viene meno anche quella distinzione indicata nel precedente testo costituzionale tra pesca nelle acque interne e pesca marittima.

Abbiamo notato, però che rimangono di competenza legislativa esclusiva o concorrente dello Stato alcune materie che sono strettamente connesse all’attività di pesca: tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, rapporti dello Stato con l’Unione Europea, la concorrenza, l’alimentazione, ecc.

Dall’analisi della normativa, nel tentativo di delineare un rapporto tra fonti statali previgenti alla legge costituzionale n. 3 del 2001 e le autonomie territoriali in materia di pesca, sono emerse alcune criticità:

  1. esiste una corposa sovrapposizione temporale di disposizioni, frutto di periodi e concezioni normative dell’attività di pesca assai differenti tra loro;
  2. le norme giuridiche che si riferiscono all’attività di pesca, presentano una marcata eterogeneità in relazione ai contenuti. Tale aspetto comporta, nel settore di cui trattasi, una moltiplicazione esponenziale delle norme di pari rango con differenze qualitative notevoli che finiscono per inficiarne l’omogeneità;
  3. risulta necessario ponderare la specificità della disciplina comunitaria del settore ittico, affidata quasi unicamente allo strumento del regolamento;
  4. si manifesta un grado di frammentarietà della disciplina statale, si pensi anche alla possibilità di intervento normativo governativo in tema di foreste, pesca e acquacoltura, mediante i cosiddetti  “decreti orientamento”, come da L. 57/2001.

Sulla base di questa complessità normativa,  tenuto conto del fatto che l’attività di pesca con finalità produttiva è indiscutibilmente legata ad altri interessi complementari, che necessariamente devono combinarsi tra loro, sembrerebbe opportuno spostare l’assetto delle competenze ad un livello di regolazione più “alto” rispetto a quello territoriale.

A nostro parere ci sono tre motivazioni in particolare, che legittimerebbero le funzioni statali di governo del settore:

  1. è lo Stato che ha responsabilità nei confronti degli organi comunitari per l’applicazione efficace della voluminosa normativa sovranazionale (v. art. 117 Cost, comma 2, lett. a)), riguardante le autorizzazioni alla pesca, la gestione dell’accesso alle risorse attraverso gli strumenti del fermo pesca, delle quote massime di pesca catturabile, ecc.;
  2. compete allo Stato la definizione dei livelli minimi uniformi nei temi strettamente legati alla pesca, come tutela ambientale e concorrenza;
  3. evitare la regolazione disomogenea per singole Regioni che porta a interventi diseguali nella risoluzione di problemi comuni a tutto il settore ittico.

 

Al termine della disamina di questo fenomeno, che abbiamo voluto paragonare a un’invasione aliena, vorremmo sottoporre  alla Vostra attenzione due aspetti importanti:

  • lurgenza di un intervento normativo specifico, magari di carattere  statale, date le motivazioni sopra indicate
  • la necessità di garantire incentivi verso quelle imprese interessate a trasformare in risorsa il temuto alieno blu. Riteniamo infatti, non sia sufficiente intervenire con stanziamenti economici rivolti a tamponare i danni, stanziamenti che tra l’altro sono stati veramente esigui per l’impresa da noi analizzata. La proliferazione di questa specie nei nostri mari è devastante l’unico strumento a disposizione per arginarla è la pesca intensiva, pertanto dovrebbe essere incentivata la creazione di una filiera di trasformazione garantendo alle imprese ittiche interessate le risorse economiche e gli strumenti idonei per iniziare (concessione di sgravi fiscali quali ad es., esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e per i lavoratori dipendenti, accesso a finanziamenti agevolati per l’acquisto di infrastrutture e impianti idonei alla produzione e commercializzazione della polpa e alla trasformazione in concimi del carapace, ecc.).

Link video progetto:

https://youtu.be/orUtTl6DHTo