Fahrenheit 932: indagine conoscitiva sulle attività di manutenzione, di prevenzione incendi e di tutela del patrimonio archeologico della Riserva naturale orientata Bosco d’Alcamo

  • Anno scolastico 2023-2024
  • Presentato da ITET Girolamo Caruso, Alcamo (Trapani)

    

Fahrenheit 932: indagine conoscitiva sulle attività di manutenzione, di prevenzione incendi e di tutela del patrimonio archeologico della Riserva naturale orientata Bosco d’Alcamo

16 luglio 2023, domenica pomeriggio, in un clima torrido e infuocato divampa l’ennesimo incendio sul versante occidentale del Monte Bonifato e si estende su quello meridionale investendo la Riserva naturale Bosco d’Alcamo. Le operazioni di spegnimento ad opera dei vigili del fuoco, volontari della protezione civile e forestali durano 48 ore. Vengono effettuati diversi lanci d’acqua con elicotteri e canadair. Alla conta dei danni, 230 ettari di terreni ed aree boscate andate in fumo e la scoperta da parte degli investigatori degli oggetti utilizzati da mani criminali per far partire il vasto incendio. 
Questo evento è l’ultimo di una triste serie che ha interessato il nostro territorio ed è stato l’innesco che ha spinto, oggi, noi studenti della classe 3ˆA SIA ad avviare l’indagine conoscitiva sulla Riserva naturale orientata Bosco d’Alcamo ed in particolare sulle attività di manutenzione, di prevenzione e monitoraggio incendi, sui pericoli di inquinamento e dissesto idrogeologico, e sulle criticità che compromettono l’ecosistema e il valore archeologico del sito.
Viviamo ad Alcamo, città situata alle pendici del Monte Bonifato, e la Riserva rappresenta il polmone del nostro territorio.  Nell’ambito di un richiamo all’esercizio di una cittadinanza attiva, il nostro obiettivo è promuovere il rispetto per l’ambiente e la cura del sito “Natura 2000” attraverso la sensibilizzazione dei giovani della nostra scuola e della cittadinanza tutta.

Nelle aule del nostro Istituto inizieremo la nostra indagine dal titolo “Fahrenheit 932” perché le temperature di un incendio boschivo possono raggiungere comunemente da 932°F a 1472°F e causare la combustione completa di alberi, arbusti e altre materie vegetali, oltre a rappresentare un grave pericolo per la vita umana e l’ambiente circostante. 

Insieme alle nostre docenti referenti prof.sse Francesca Grillo, docente di scienze giuridico-economiche, e Amelia Pugliesi, docente di Lingua e letteratura italiana, lavoreremo sia in aula sia sul territorio. Il nostro lavoro farà parte integrante dei percorsi di Educazione civica già individuati dal Consiglio di classe.

Per facilitare la ricerca ci divideremo in gruppi ed utilizzeremo anche la piattaforma Google Meet per incontrarci al di fuori dell’orario scolastico e per raccogliere e condividere materiali in apposite cartelle. 

Il nostro percorso sarà suddiviso in fasi:

1.    Conoscenza del significato di indagine conoscitiva parlamentare al fine di svolgere con maggiore consapevolezza il nostro lavoro di ricerca;

2.    esame delle fonti normative che regolano la materia oggetto dell’indagine. Si partirà dall’art. 9 della Costituzione e si proseguirà con l’esame della normativa istitutiva del sito “Natura 2000”, riconosciuto come SIC (ITA010009) e ZSC – Zona speciale di conservazione;

3.    ricerca storica sulla Riserva, raccolta e analisi dei dati, utili alla descrizione fisica, agroforestale, archeologica e paesaggistica del sito coinvolgendo trasversalmente i docenti delle discipline afferenti;

4.    ispezione dei luoghi, possibilmente in maniera guidata, documentando tutto attraverso fotografie e video;

5.    interviste al rappresentante dell’Ente gestore della Riserva, al sindaco di Alcamo, al Responsabile Europe Direct Trapani Sicilia - ufficio di rete territoriale della Commissione Europea, ad esponenti di associazioni ambientaliste che operano sul territorio e a tutti coloro che riterremo opportuno intervistare in seguito ai risultati della ricerca;

6.    elaborazione di un documento finale che racconti la nostra indagine e formulazione di una proposta per coinvolgere e sensibilizzare tutti gli studenti e la cittadinanza;

7.    realizzazione di un video creativo dal titolo “Fahrenheit 932”, ispirato al libro scritto da Ray Bradbury.

                                                                                                                                                                                                                La 3ˆA SIA

Introduzione

Nel contesto dell’attuale crisi ambientale globale, la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturalistico è fondamentale per garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. La R.N.O. Bosco d’Alcamo rappresenta il polmone verde della nostra città e custodisce un ricco patrimonio archeologico testimone del nostro passato. Tuttavia, l’integrità della Riserva è stata messa seriamente in pericolo dai numerosi incendi che hanno distrutto parte di essa. Ed è proprio questo il motivo che ci ha spinti ad avviare la nostra indagine conoscitiva allo scopo di sensibilizzare i giovani e la cittadinanza tutta al rispetto e alla cura della R.N.O. per salvaguardare la biodiversità, il valore culturale del sito e promuovere un turismo eco-sostenibile.

Note metodologiche

Per capire come procedere, nella prima fase del nostro lavoro ci siamo soffermati sul significato di indagine conoscitiva parlamentare partendo dall’esame dell’art. 48 del Regolamento del Senato. Abbiamo dato inizio ai lavori, dopo esserci suddivisi in gruppi che si occupassero di aspetti diversi dell’indagine. Su Whatsapp abbiamo creato il team della classe denominato “Farhenheit 932” per tenerci costantemente in contatto. Gli strumenti della nostra indagine sono stati: ricerche sul web, sopralluogo sul campo, analisi di documenti e audizioni dei soggetti coinvolti. A conclusione dei lavori, ci siamo riuniti in seduta plenaria per condividere e approvare il documento finale.

Situazione normativa

Abbiamo iniziato la ricerca normativa leggendo e commentando l’art. 9 della Costituzione che così recita:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

 

Consapevoli che l’ambiente è un valore primario costituzionalmente protetto nell’interesse delle future generazioni, la nostra ricerca è continuata con l’esame della normativa di riferimento della R.N.O di seguito illustrata:

  • DECRETO Assessoriale Regione Siciliana Territorio ed Ambiente n. 206 del 29 giugno 1984 istitutivo della R.N.O. Bosco d'Alcamo, tipologicamente individuata ai sensi dell'art.7 della L.R. n°98/81, come riserva orientata al fine di essere guidata verso lo stato climax vegetazionale;

 

  • DECRETO dell'Assessorato Regionale al Territorio e all'Ambiente del maggio 1988 con il quale è stata emanata la convenzione tra la Regione e la Provincia per l'affidamento della gestione della R.N.O. Bosco d'Alcamo;

 

  • La R.N.O fa parte della Rete Natura 2000 identificata ZSC – Zona speciale di conservazione” Codice: ITA010009 ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CE.

Lo stato attuale della Riserva Bosco d’Alcamo

Per ottenere le informazioni necessarie alla descrizione dello stato attuale della R.N.O. Bosco d’Alcamo ci siamo avvalsi di ricerche su internet, di un sopralluogo sul territorio e delle notizie apprese durante le audizioni.

In un primo momento abbiamo cercato sul web la mappa della Riserva e poi abbiamo localizzato il sito servendoci di Google Earth.

La Riserva, istituita con Decreto Assessoriale Regione Siciliana Territorio ed Ambiente n. 206 del 1984 si estende sulla sommità del Monte Bonifato, nel territorio del Comune di Alcamo.  Affidata in gestione alla Provincia Regionale di Trapani nel 1988, misura circa 314 ha, di cui 201 ha in zona A e 113 ha in zona B o di pre-riserva. Il Bosco d'Alcamo, costituito da conifere e latifoglie, è il risultato di una intensa attività di rimboschimento iniziata intorno agli anni venti del secolo scorso e continuata fino agli anni ‘80. Il bosco è frammisto ad un fitto sottobosco spontaneo dove possiamo trovare il pungitopo, il biancospino, la rosa canina, la palma nana, la ginestra e la ferula, 28 specie di orchidee selvatiche, l’ogliastro i cui teneri rami vengono utilizzati per l’intreccio di ceste e il prugnolo dalle molteplici proprietà medicinali.

Nella RNO vivono numerose specie di uccelli: la cinciallegra, la poiana, il gheppio, il falco pellegrino, il barbagianni. I mammiferi nell’area sono rappresentati dal coniglio selvatico, la volpe, l’istrice, il riccio, la donnola e il topo quercino. Fra i rettili si può citare il biacco che è il più comune serpente siciliano, la vipera, la lucertola campestre e il ramarro occidentale.

All’interno della Riserva “Bosco d’Alcamo” anche Sito Natura 2000, ITA010009, si trovano rovine di interesse storico-culturale risalenti ai periodi pre-protostorico, arcaico, classico e medievale.

          

            Le nostre audizioni

Il 27 febbraio 2024, nella nostra aula, abbiamo ascoltato il geologo dott. G. Culmone e la dott.ssa F. De Luca dell’associazione FareAmbiente di Alcamo.

Il dott. G. Culmone, dopo aver parlato in generale delle conseguenze degli incendi si è soffermato sul problema del dissesto idrogeologico. In particolare ha evidenziato che la vegetazione non solo trattiene il terreno, ma agisce contro l’erosione idrica. Senza la vegetazione, l’acqua piovana può scorrere liberamente portando via lo strato superficiale del suolo causando erosione. Questo può indurre alla formazione di solchi e fenditure nel terreno creando condizioni favorevoli per la caduta di massi. Ad Alcamo, nel mese di novembre, un masso di circa 500 chili si è staccato dalla parete lato Nord del Monte Bonifato piombando sul tetto di una casa in prossimità del serbatoio comunale. Questo a dimostrazione che gli incendi di questa estate, nella porzione ad ovest della montagna, hanno accelerato i fenomeni erosivi e di distacco di frammenti di roccia. 

La dott.ssa F. De Luca con riferimento alle attività dell’associazione FareAmbiente ha messo in evidenza alcune criticità legate alla mancata corretta gestione dell’aria protetta. Ci ha spiegato che intorno al 1920, si fecero rimboschimenti con piante autoctone che non c’erano in quell’area e furono messi a dimora cipressi e pini, sia il pino domestico sia il pino d’aleppo, perché garantivano un veloce sviluppo della vegetazione. Nel momento in cui si istituì la Riserva, nel 1984, si decise di tutelare l’area finalizzando tutte le attività al ritorno della vegetazione di equilibrio. La riserva fu affidata in gestione alla Provincia regionale di Trapani che avrebbe dovuto garantire gli interventi al fine del raggiungimento dello stato climax ripristinando la vegetazione originaria costituita in prevalenza da lecci e roverelle. La dott.ssa ha puntualizzato che anche la visita del bosco va fatta in maniera controllata, guidata attraverso alcuni sentieri e attraverso alcuni percorsi nel rispetto della Riserva.

Il 6 marzo 2024, nell’auditorium della nostra scuola, abbiamo ascoltato il dott. I. Bacile Dirigente della polizia locale e protezione civile di Alcamo e il Prof. S. Orlando dell’UNIPA – Professore associato di scienze agrarie, alimentari e forestali.

Da quest’audizione abbiamo appreso dal dott. I. Bacile quali sono le funzioni della protezione civile come insieme delle attività messe in campo per tutelare la vita, i beni, gli insediamenti, gli animali e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti dalle calamità: previsione, prevenzione e mitigazione dei rischi, gestione e superamento dell’emergenza.

Per quanto concerne la prevenzione degli incendi nella RNO, ci è stato detto che uno dei problemi principali è che molti roghi arrivano alla Riserva dall’esterno, sia dai terreni privati sia della vegetazione spontanea che non viene curata e gestita né dai privati nè dal pubblico. Per risolvere il problema è fondamentale fare informazione e formazione su quello che è l’incendio e su cosa bisogna fare per evitarlo. A tale proposito è stata elaborata una scheda di autovalutazione degli edifici per il rischio incendi di interfaccia urbano-vegetazione da consegnare ai proprietari delle aree private. Compilandola le persone potranno comprendere se sono in sicurezza.

Il Prof. S. Orlando si è soffermato sull’importanza di proteggere tutta la cintura urbanizzata del monte Bonifato attraverso una corretta gestione dell’agricoltura, infatti molti residui delle lavorazioni delle coltivazioni vengono accumulati e bruciati dando origine a potenziali pericoli di incendio. L’altro passaggio è quello di creare una discontinuità della vegetazione di livello orizzontale prevedendo delle interruzioni che servano a fermare le fiamme. Infine, si rende necessaria anche una gestione verticale della vegetazione che riguarda la potatura degli alberi, se il fuoco supera i 2,50 metri di altezza diventa incontrollabile.

Altro tipo di prevenzione riguarda l’osservazione delle condizioni che favoriscono l’innesco di un incendio. Aridità del terreno, il vento e la temperatura. Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile elabora questi dati, il Dipartimento Regionale manda un avviso, che viene letto da parte di tutte le Regioni; ogni Regione prende in carico questo avviso e ne fa uno proprio; emettendo questo avviso il comune si fa carico sia di prevenire sia di intervenire in caso di incendio. Questo avviso è diramato anche ai cittadini con sistema di allertamento tramite una telefonata o un sms di allerta.

Il 7 marzo 2024, nell’auditorium della nostra scuola, abbiamo ascoltato il Sindaco D. Surdi e l’assessore all’ambiente A. Donato.

Dall’audizione abbiamo appreso che il Bosco è di proprietà comunale, ma la gestione della RNO è stata affidata dalla Regione al Libero consorzio comunale di Trapani. In tema di prevenzione il Comune collabora con il Libero Consorzio e la protezione civile. Attualmente si sta pianificando un sistema per la prevenzione degli incendi di interfaccia attraverso monitoraggi e studi. É attivo un sistema della protezione civile che, in caso di pericolo, tutela le persone attraverso l’allertamento tramite sms e telefonate. Inoltre, il Comune ha istallato sistemi di videosorveglianza nei punti principali di accesso al monte Bonifato.

Il riparto delle competenze non consente al Comune di accedere direttamente alla Riserva, per cui è necessaria la collaborazione e il coordinamento delle forze anche per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico da utilizzare durante lo spegnimento degli incendi. A tale proposito è prevista una collaborazione con il proprietario di un lago artificiale nella zona alta della montagna. Ogni anno il Sindaco emana un’ordinanza che contiene il divieto ai privati di accendere fuochi per bruciare i residui di vegetazione, dal 16 giugno a 15 ottobre. In questo modo si proteggono sia le abitazioni che la Riserva.

Per quanto concerne la tutela del patrimonio archeologico, il Comune collabora con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani e ha partecipato ad attività di promozione e di scavo. Infine, abbiamo appreso che sono stati reperiti i finanziamenti per il ripristino dell’area attrezzata picnic nella zona di pre-riserva.

L’11marzo 2024, nell’aula della nostra scuola, abbiamo ascoltato il dott. R. Fiorentino responsabile servizio gestione delle aree protette del Libero consorzio comunale di Trapani.

Dall’audizione è emerso che la prevenzione degli incendi all’interno della Riserva si attua con la realizzazione di viali parafuoco che sono dei grossi sentieri che circondano la RNO e che hanno come scopo di evitare il propagarsi delle fiamme. Questi lavori vengono effettuati, ogni anno, dall’ex azienda foreste della Regione Siciliana adesso chiamata Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale.

Abbiamo appreso, inoltre, che all’interno della RNO non esiste una sorveglianza fatta con strumenti tecnologici. Gli operatori vigilano dalle torrette ed in caso di fumo danno l’allarme. In particolare nei giorni di forte scirocco vengono disposte guardie fino a tarda sera. Da alcuni studi, si è potuto osservare una frequenza di incendi dopo le ore 18,00 delle domeniche. Questo costituisce un ulteriore rischio perché i canadair non possono volare dopo le 18,00 e lo spegnimento dei roghi si protrae a lungo così come è accaduto per l’ultimo incendio. Infine, si cerca di avere una collaborazione sinergica con le altre istituzioni. Si hanno degli ottimi rapporti con il corpo forestale di Castellammare, con la Protezione Civile, con i Vigili Urbani di Alcamo e con i Vigili del Fuoco. Anche le associazioni ambientaliste collaborano dando il loro prezioso contributo.

            Sopralluogo alla Riserva

Il 20 marzo 2024, ci siamo recati alla riserva Bosco d’Alcamo per un sopralluogo.

Per saperne di più sul valore culturale del sito, abbiamo invitato l’architetto Ignazio Longo, esperto in storia dell’urbanistica, a farci da guida lungo il sentiero archeologico all’interno della Riserva. L’architetto ci ha spiegato che la vetta del Monte fu abitata in diversi periodi storici. In particolare, sulla sommità del monte Bonifato sorgeva il borgo medievale fortificato di Bùnifat del quale abbiamo visitato le rovine: la Funtanazza che si suppone fosse un serbatoio pubblico medievale; la Porta della Regina, il più importante degli accessi all’abitato; i resti delle abitazioni; le cisterne con le volte a sesto acuto e a botte databili tra il XII e il XIII secolo; le due torri che chiudono le fortificazioni sui versanti Est e Sud-Ovest; il muro di cinta, di larghezza di circa due metri, che si sviluppava in almeno quattro lunghi tronconi e cingeva l’abitato di monte Bonifato; le neviere, che costituivano un ulteriore riserva idrica e il Castello di Ventimiglia, di architettura sveva, rafforzato da quattro torri impostate a cavaliere sulla cortina muraria. Attualmente si conserva la torre principale, un robusto torrione, dotato di piccole feritoie a toppa.

Durante la visita, l’architetto Longo ci ha spiegato che gli scavi archeologici e gli interventi di recupero e di restauro sono stati realizzati dal Libero consorzio comunale di Trapani, sotto la supervisione della Soprintendenza dei Beni Culturali di Trapani.

Conclusioni

Le nostre proposte sono dettate dal profondo interesse che ha suscitato l’indagine:

Occorrerebbe innanzitutto potenziare l’installazione di sistemi di videosorveglianza all’interno della RNO per prevenire incendi e vandalismo e favorire il volontariato per un controllo più efficace.

Si dovrebbe favorire un turismo eco-sostenibile ripristinando l’area picnic e il parco avventura che oggi sono in stato di abbandono.

Si potrebbero creare visite guidate per un turismo a tema culturale e naturalistico con progetti in grado di intercettare risorse economiche.

Nell’ambito di un richiamo all’esercizio di una cittadinanza attiva, riteniamo che sia fondamentale promuovere il rispetto per l’ambiente e la cura della Riserva attraverso la sensibilizzazione dei giovani della nostra scuola e della cittadinanza tutta.

Video creativo “Farhenheit 932”, link:

https://youtu.be/1kI1tSH6OsQ?si=JE4WWra2oDcFxK-P