Incentivi per lo sviluppo del turismo nelle aree depresse

  • Pubblicato il 30 Aprile 2020
  • da IIS Savoia Benincasa, Ancona
Incentivi per lo sviluppo del turismo nelle aree depresse

Onorevoli Senatori! - Con la qui presente relazione intendiamo descrivervi la nostra proposta di legge e le motivazioni che ci hanno spinto ad avanzarla. Il settore turistico è un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, al giorno d’oggi questo settore genera il 13% del PIL nazionale e oltre 4.2 milioni di posti di lavoro. Attraverso il turismo l’Italia mostra al mondo le sue bellezze paesaggistiche, architettoniche, gastronomiche e moltissime altre qualità, le quali fanno del nostro Paese una delle mete più gettonate ogni anno da tutti i turisti del mondo. La rilevanza di questo settore viene rimarcata indirettamente da due articoli della Costituzione. Il primo è l’Art. 9, il quale recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Il secondo articolo preso in esame è l’Art. 117 che ha subito modifiche inerenti alla competenza delle Regioni attraverso la riforma costituzionale del 2001. Il comma.4 dell’Art. enuncia: “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
Le materie espressamente riservate alla legislazione dello Stato vengono indicate nel comma 1 e 2 del medesimo articolo (per quanto riguarda quelle in cui lo Stato detiene la piena ed esclusiva competenza legislativa) e nel comma 3 (per le materie di legislazione concorrente).
Coloro che sono interessati a visitare le bellezze del nostro Paese sono sia cittadini esteri sia cittadini residenti in Italia, che decidono di trascorrere le loro vacanze alla scoperta delle meravigliose città, spiagge, montagne e musei. Per questi motivi, e per tanti altri, abbiamo deciso di sfruttare questa opportunità per avanzare una nostra proposta allo scopo di aumentare il numero di turisti nel nostro paese e perciò anche il volume d’affari. Una quota molto importante di mercato nel settore turistico italiano è detenuta dal turismo domestico, con le presenze dei residenti italiani che sfiorano le 213 milioni unità. Sebbene nel 2019 ci sia stata una leggera contrazione della domanda globale, non si è arrestato totalmente il trend positivo che ha interessato il settore turistico del nostro paese a partire dal 2016. Negli ultimi anni infatti ha tenuto una crescita sempre costante di cui hanno potuto beneficiare strutture ricettive e le altre attività imprenditoriali connesse. Di seguito vengono riportate frasi ed un grafico presi dai “report movimento turistico” eseguito dall’ISTAT nel 2017 e nel 2018, che confermano quanto da noi appena dichiarato. Nel grafico che segue è possibile anche vedere le regioni in cui il volume di turisti domestici è maggiore e quindi quali sarebbero le regioni più interessate alla nostra proposta.
(2017)
Le presenze dei clienti residenti in Italia sfiorano i 210 milioni, quelle dei non residenti salgono a 210,7 milioni e per la prima volta superano le presenze dei residenti (rispettivamente +3,2% e +5,6% sul 2016)
(2018)
Continua la dinamica positiva della domanda interna di turismo, con un aumento sia degli arrivi (+3,6%) sia delle presenze (+1,1%) di clienti residenti in Italia. L’incremento della clientela residente ha interessato soprattutto le presenze nelle strutture extra-alberghiere (+1,7% rispetto al 2017). Questa tendenza è confermata dai dati dell’indagine “Viaggi e vacanze”: si stima che nel 2018 siano aumentati del 18,1% i viaggi effettuati dai residenti pernottando negli esercizi ricettivi italiani.
Questi dati però subiranno una variazione nell’anno solare 2020, causata dalla presenza del Covid-19 e dalle restrizioni emesse dalle autorità competenti, che hanno portato al lockdown di tutte le attività economiche per un lungo periodo di tempo.
Quindi la restrizione della domanda globale, ma soprattutto dalla domanda nazionale comporterà ripercussioni sulle attività lavorative del settore turistico e altre attività che traggono beneficio da esso, come ad esempio alberghi, bed and breakfast, campeggi, noleggio appartamenti, residence, villaggi turistici ma anche ristoranti, bar, stabilimenti balneari, rifugi, baite, noleggi mezzi, maneggi, terme e altre attività connesse.
Per questo motivo la nostra decisione è quella di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie residenti in Italia, attraverso la detrazione di una determinata percentuale (17%) della somma spesa dai turisti domestici nelle strutture ricettive e nelle attività connesse durante la loro vacanza, nei periodi indicati.
La modalità di detrazione avverrebbe in un modo ben specifico e simile alle detrazioni sanitarie e sportive in sede di dichiarazione dei redditi. Inoltre, gli articoli che compongono la nostra proposta descrivono, termini, valore monetario e altre condizioni con cui vorremmo che venisse applicata rendendola semplice da eseguire e facilmente confrontabile con le altre due detrazioni indicate precedentemente.
Analizzando gli articoli, si può affermare che:
L’articolo 1 enuncia che la detrazione dall’IRPEF sarà calcolata solamente su documenti fiscali di importo massimo di euro 750, emessi nello specifico periodo tra il giorno 01/11 ed il 31/05.
Si può notare, inoltre, come la proposta non interessi tutti i turisti che ogni anno visitano il nostro paese ma solamente coloro che sono residenti in Italia.
L’articolo successivo (art.2) esclude dalla detrazione i documenti fiscali emessi nei comuni che rientrano nella tabella ISTAT riguardanti i 50 comuni con maggior densità di turisti. Ciò permette di non detrarre tutti i documenti fiscali bensì solamente quelli che vengono emessi in comuni poco densamente visitati da turisti.
L’articolo 3 afferma che è prevista l’applicazione univoca dell’aliquota in considerazione del nucleo familiare. Così facendo si prende in considerazione non il singolo residente ma il nucleo familiare nel suo complesso; ed esso può usufruire della detrazione IRPEF solamente una volta l’anno.
L’ultimo articolo, (art.4) dichiara che l’applicazione dell’aliquota sarà prevista solamente per il nucleo familiare con reddito inferiore o uguale a euro 65 000 (lordi) che viene identificato nei componenti lavoratori professionali del nucleo familiare. Se il componente lavoratore professionale, oppure la pluralità di essi, presente nel nucleo familiare supera la determinata soglia, la detrazione non può essere applicata.
Sebbene venga indicato il valore dell’aliquota, essa può essere modificata dal legislatore, come anche il periodo di applicazione e l’importo dei documenti fiscali.
Infatti, la proposta era stata da noi avanzata nel periodo antecedente all’avvento della pandemia causata dal Covid-19 in Italia. Ora però ci sentiamo di consigliare una sua applicazione in più periodi dell’anno, per almeno la durata di 12 mesi dal momento in cui sarà riaperte le attività turistiche o da quando le famiglie avranno la possibilità di spostarsi dal proprio domicilio ed effettuare viaggi.
Così facendo infatti si stimolerà la propensione al consumo delle famiglie, le quali possono ottenere un “payback” di una quota delle spese sostenute durante il proprio soggiorno. Inoltre, il “payback” verrà eseguito sulla base di documenti fiscali, la cui emissione comporta una diminuzione delle attività illecite (in nero) eseguite nel settore turistico. Le famiglie, quindi, non avranno più interesse a non farsi emettere una ricevuta di pagamento/documento fiscale in cambio di una somma di denaro inferiore rispetto a quella dovuta effettivamente. Questo meccanismo, inoltre, farebbe aumentare gli introiti dello Stato derivanti da IVA, ad esempio.
Un altro scopo della proposta, quindi, sarebbe quello di ridurre le attività illecite svolte “in nero” che rappresentano una voce dell’ingente economia sommersa italiana.
Grazie a questa proposta noi siamo convinti che si possa aiutare il settore turistico a ripartire dopo un momento di stand-by dovuto al Covid-19 e possano aiutare le regioni in cui la percentuale di turisti residenti in Italia è abbastanza bassa.

Articolo 1

È prevista la detrazione dall'IRPEF per il 17% delle spese sostenute nelle strutture ricettive e nelle attività di ristorazione per un importo massimo di euro 750 dei relativi documenti fiscali.
La normativa riguarda documenti fiscali emessi nel periodo 01/11 fino al 31/05 dell’anno solare.

Articolo 2

Sono esclusi dalla detrazione i documenti fiscali emessi nei comuni che rientrano nella tabella ISTAT riguardante i 50 comuni italiani con maggiori presenze turistiche.

Articolo 3

Per il periodo indicato è prevista l’applicazione univoca dell’aliquota considerando il nucleo familiare.

Articolo 4

È prevista l’applicazione della detrazione dell’aliquota su un reddito inferiore o uguale a euro 65 000 (lordi) individuato nella somma dei redditi dei componenti lavoratori professionali del nucleo familiare.

il 11/05/2020
A. B. - ancona
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento 2.1. Bagni
Si sopprime l'intero articolo 2 del disegno di legge.
Approvato
  • Voti totali: 12
  • Favorevoli: 11
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 1
il 14/05/2020
A. N. - Ancona (AN)
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento 4.1. Nicolini
Si modifica l'articolo 4 del disegno di legge il valore del reddito del nucleo familiare da euro 65000 a euro 70000
Approvato
  • Voti totali: 12
  • Favorevoli: 10
  • Contrari: 2
  • Astenuti: 0
il 18/05/2020
E. F. - Isernia (IS)
ha proposto il seguente emendamento:
Proponenti: Frigato, De Lucia, Cifelli, Verdile, Varone, Balducci, Ciolli

All’articolo 2 le parole “50 comuni” sono sostituite con le parole “100 comuni”
Respinto
  • Voti totali: 13
  • Favorevoli: 0
  • Contrari: 13
  • Astenuti: 0
il 18/05/2020
E. F. - Isernia (IS)
ha proposto il seguente emendamento:
Proponenti: Frigato, De Lucia, Cifelli, Verdile, Varone, Balducci, Ciolli

L’articolo 4 viene sostituito dal seguente:
Articolo 4
La detrazione spetta a condizione che le spese siano eseguite con strumenti tracciabili.
Non hanno diritto alla detrazione i percettori di un reddito complessivo nell'anno solare
precedente superiore a euro 65.000 (lordi)
Respinto
  • Voti totali: 13
  • Favorevoli: 0
  • Contrari: 13
  • Astenuti: 0

Onorevoli Senatori! - Con la qui presente relazione intendiamo descrivervi la nostra proposta di legge e le motivazioni che ci hanno spinto ad avanzarla. Il settore turistico è un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese, al giorno d’oggi questo settore genera il 13% del PIL nazionale e oltre 4.2 milioni di posti di lavoro. Attraverso il turismo l’Italia mostra al mondo le sue bellezze paesaggistiche, architettoniche, gastronomiche e moltissime altre qualità, le quali fanno del nostro Paese una delle mete più gettonate ogni anno da tutti i turisti del mondo. La rilevanza di questo settore viene rimarcata indirettamente da due articoli della Costituzione. Il primo è l’Art. 9, il quale recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Il secondo articolo preso in esame è l’Art. 117 che ha subito modifiche inerenti alla competenza delle Regioni attraverso la riforma costituzionale del 2001. Il comma.4 dell’ART. enuncia: “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
Le materie espressamente riservate alla legislazione dello Stato vengono indicate nel comma 1 e 2 del medesimo articolo (per quanto riguarda quelle in cui lo Stato detiene la piena ed esclusiva competenza legislativa) e nel comma 3 (per le materie di legislazione concorrente).
Coloro che sono interessati a visitare le bellezze del nostro Paese sono sia cittadini esteri sia cittadini residenti in Italia, che decidono di trascorrere le loro vacanze alla scoperta delle meravigliose città, spiagge, montagne e musei. Per questi motivi, e per tanti altri, abbiamo deciso di sfruttare questa opportunità per avanzare una nostra proposta allo scopo di aumentare il numero di turisti nel nostro paese e perciò anche il volume d’affari. Una quota molto importante di mercato nel settore turistico italiano è detenuta dal turismo domestico, con le presenze dei residenti italiani che sfiorano le 213 milioni unità. Sebbene nel 2019 ci sia stata una leggera contrazione della domanda globale, non si è arrestato totalmente il trend positivo che ha interessato il settore turistico del nostro paese a partire dal 2016. Negli ultimi anni infatti ha tenuto una crescita sempre costante di cui hanno potuto beneficiare strutture ricettive e le altre attività imprenditoriali connesse. Di seguito vengono riportate frasi ed un grafico presi dai “report movimento turistico” eseguito dall’ISTAT nel 2017 e nel 2018, che confermano quanto da noi appena dichiarato. Nel grafico che segue è possibile anche vedere le regioni in cui il volume di turisti domestici è maggiore e quindi quali sarebbero le regioni più interessate alla nostra proposta.
(2017)
Le presenze dei clienti residenti in Italia sfiorano i 210 milioni, quelle dei non residenti salgono a 210,7 milioni e per la prima volta superano le presenze dei residenti (rispettivamente +3,2% e +5,6% sul 2016)
(2018)
Continua la dinamica positiva della domanda interna di turismo, con un aumento sia degli arrivi (+3,6%) sia delle presenze (+1,1%) di clienti residenti in Italia. L’incremento della clientela residente ha interessato soprattutto le presenze nelle strutture extra-alberghiere (+1,7% rispetto al 2017). Questa tendenza è confermata dai dati dell’indagine “Viaggi e vacanze”: si stima che nel 2018 siano aumentati del 18,1% i viaggi effettuati dai residenti pernottando negli esercizi ricettivi italiani.
Questi dati però subiranno una variazione nell’anno solare 2020, causata dalla presenza del Covid-19 e dalle restrizioni emesse dalle autorità competenti, che hanno portato al lockdown di tutte le attività economiche per un lungo periodo di tempo.
Quindi la restrizione della domanda globale, ma soprattutto dalla domanda nazionale comporterà ripercussioni sulle attività lavorative del settore turistico e altre attività che traggono beneficio da esso, come ad esempio alberghi, bed and breakfast, campeggi, noleggio appartamenti, residence, villaggi turistici ma anche ristoranti, bar, stabilimenti balneari, rifugi, baite, noleggi mezzi, maneggi, terme e altre attività connesse.
Per questo motivo la nostra decisione è quella di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie residenti in Italia, attraverso la detrazione di una determinata percentuale (17%) della somma spesa dai turisti domestici nelle strutture ricettive e nelle attività connesse durante la loro vacanza, nei periodi indicati.
La modalità di detrazione avverrebbe in un modo ben specifico e simile alle detrazioni sanitarie e sportive in sede di dichiarazione dei redditi. Inoltre, gli articoli che compongono la nostra proposta descrivono, termini, valore monetario e altre condizioni con cui vorremmo che venisse applicata rendendola semplice da eseguire e facilmente confrontabile con le altre due detrazioni indicate precedentemente.
Analizzando gli articoli, si può affermare che:
L’articolo 1 enuncia che la detrazione dall’IRPEF sarà calcolata solamente su documenti fiscali di importo massimo di euro 750, emessi nello specifico periodo tra il giorno 01/11 ed il 31/05.
Si può notare, inoltre, come la proposta non interessi tutti i turisti che ogni anno visitano il nostro paese ma solamente coloro che sono residenti in Italia.
L’articolo successivo (art.2) esclude dalla detrazione i documenti fiscali emessi nei comuni che rientrano nella tabella ISTAT riguardanti i 50 comuni con maggior densità di turisti. Ciò permette di non detrarre tutti i documenti fiscali bensì solamente quelli che vengono emessi in comuni poco densamente visitati da turisti.
L’articolo 3 afferma che è prevista l’applicazione univoca dell’aliquota in considerazione del nucleo familiare. Così facendo si prende in considerazione non il singolo residente ma il nucleo familiare nel suo complesso; ed esso può usufruire della detrazione IRPEF solamente una volta l’anno.
L’ultimo articolo, (art.4) dichiara che l’applicazione dell’aliquota sarà prevista solamente per il nucleo familiare con reddito inferiore o uguale a euro 65 000 (lordi) che viene identificato nei componenti lavoratori professionali del nucleo familiare. Se il componente lavoratore professionale, oppure la pluralità di essi, presente nel nucleo familiare supera la determinata soglia, la detrazione non può essere applicata.
Sebbene venga indicato il valore dell’aliquota, essa può essere modificata dal legislatore, come anche il periodo di applicazione e l’importo dei documenti fiscali.
Infatti, la proposta era stata da noi avanzata nel periodo antecedente all’avvento della pandemia causata dal Covid-19 in Italia. Ora però ci sentiamo di consigliare una sua applicazione in più periodi dell’anno, per almeno la durata di 12 mesi dal momento in cui sarà riaperte le attività turistiche o da quando le famiglie avranno la possibilità di spostarsi dal proprio domicilio ed effettuare viaggi.
Così facendo infatti si stimolerà la propensione al consumo delle famiglie, le quali possono ottenere un “payback” di una quota delle spese sostenute durante il proprio soggiorno. Inoltre, il “payback” verrà eseguito sulla base di documenti fiscali, la cui emissione comporta una diminuzione delle attività illecite (in nero) eseguite nel settore turistico. Le famiglie, quindi, non avranno più interesse a non farsi emettere una ricevuta di pagamento/documento fiscale in cambio di una somma di denaro inferiore rispetto a quella dovuta effettivamente. Questo meccanismo, inoltre, farebbe aumentare gli introiti dello Stato derivanti da IVA, ad esempio.
Un altro scopo della proposta, quindi, sarebbe quello di ridurre le attività illecite svolte “in nero” che rappresentano una voce dell’ingente economia sommersa italiana.
Grazie a questa proposta noi siamo convinti che si possa aiutare il settore turistico a ripartire dopo un momento di stand-by dovuto al Covid-19 e possano aiutare le regioni in cui la percentuale di turisti residenti in Italia è abbastanza bassa.

Art. 1

È prevista la detrazione dall'IRPEF per il 17% delle spese sostenute nelle strutture ricettive e nelle attività di ristorazione per un importo massimo di euro 750 dei relativi documenti fiscali.
La normativa riguarda documenti fiscali emessi nel periodo 01/11 fino al 31/05 dell’anno solare.

Art. 2

Per il periodo indicato è prevista l’applicazione univoca dell’aliquota considerando il nucleo familiare.

Art. 3

È prevista l’applicazione della detrazione dell’aliquota su un reddito inferiore o uguale a euro 70.000 (lordi) individuato nella somma dei redditi dei componenti lavoratori professionali del nucleo familiare.