Modifiche alla legge del 2 agosto 1999, n. 264, recante le norme in materia di accessi ai corsi universitari

  • Pubblicato il 15 Marzo 2023
  • da I. I. S. S. Sciascia-Fermi - Liceo Classico, Sant'Agata di Militello (Messina)
Modifiche alla legge del 2 agosto 1999, n. 264, recante le norme in materia di accessi ai corsi universitari

Onorevoli Senatori! - Il sistema di accesso alle università attualmente vigente comporta una violazione del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, l’impossibilità per gli studenti di raggiungere i loro sogni e avere l’opportunità di costruire il loro futuro. Una volta giunti al termine del percorso d’istruzione superiore, ogni giovane maturando dovrà compiere un passo fondamentale verso la realizzazione personale e educativa, scegliendo l'itinerario universitario più adatto alle sue inclinazioni. Tuttavia, suddetta valutazione è limitata dai vincoli imposti dallo Stato con il sistema d’accesso vigente, che lo rendono decisamente iniquo.  Con l’amara considerazione, per di più, di test di ingresso assolutamente inadeguati a premiare effettivamente i più meritevoli, che costringono i giovani ad abbandonare gli studi o a perdere anni per tentare l’accesso, ovvero ad intraprendere il percorso di studio universitario all’estero, ove magari raggiungeranno obiettivi eccellenti e si inseriranno nel mondo del lavoro, con un inevitabile impoverimento non solo da un punto di vista culturale, ma anche economico, del nostro Paese. Indi per cui, è adesso necessario consentire a tutti pari opportunità nell'iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria, riportando in auge l’importante traguardo del libero accesso alle università raggiunto dopo dure battaglie dal senatore Ernesto Codignola.
Il fine della proposta è quello di abolire il test d’ingresso, ponendo gli studenti nelle medesime condizioni di partenza, senza per questo precludere l'effettività del principio meritocratico, che potrà realizzarsi attraverso la valutazione della reale attitudine dei “capaci e meritevoli" durante il percorso e alla fine di esso, senza sbarramento all’ingresso. Da qui, dunque, l’importanza e la rilevanza dell’attuale disegno di legge, i cui fini sono molteplici: in primis ottenere l'applicazione del principio di uguaglianza e di meritocrazia, per garantire a ciascun giovane italiano le medesime opportunità; in secondo luogo, fare in modo che i giovani siano davvero gli artefici del proprio destino, liberi di scegliere per sé stessi la strada da intraprendere nel loro futuro. Inoltre, questa scelta libera di oggi porterà l'uomo del domani a ricoprire un ruolo sociale raggiunto con impegno, dedizione e sacrificio. Difatti il raggiungimento del traguardo non è per tutti, ma solo dei meritevoli e rappresenterebbe il pieno compimento di un percorso formativo fatto di vittorie ma anche di sconfitte utili alla formazione personale. Considerata la rilevanza del tema trattato, si auspica un celere avvio dell’iter del seguente.

 


DISEGNO DI LEGGE

Modifiche alla legge del 2 agosto 1999, n. 264, recante le norme in materia di accessi ai corsi universitari:

Art. 1


Alla legge del 2 agosto 1999, n. 264 sono apportate le seguenti modificazioni:

a.    L'articolo 1 è così modificato in relazione alle lettere a) b) c) d):
I termini “Sono programmati a livello nazionale gli accessi” sono sostituiti con “È determinato il libero accesso ai corsi di laurea di cui alle lettere a) b) c) d)”.

b.    L’articolo 2 è così modificato in relazione alle lettere a) e b):
I termini “Sono programmati dalle università gli accessi” sono sostituiti con “È determinato l’accesso libero in relazione alle lettere a) e b)”.

c.    Il comma 1 dell’art. 4 è così sostituito:

1.    L’accesso ai corsi universitari di cui agli articoli 1 e 2 è libero ed è così regolamentato: ogni studente che desidera iscriversi è ammesso; qualora l’ateneo non avesse i requisiti di cui all’articolo art. 3, comma 2, alla lettera a) per accogliere tutti gli iscritti, dopo aver verificate ed utilizzate tutte le aule a disposizione, una parte di essi può seguire le lezioni per via telematica, attraverso la “didattica integrata”, organizzata secondo l’articolo 3, comma 2, lettera c, così da dare a tutti gli studenti iscritti la possibilità di seguire le lezioni.

a.    per evitare il sovraffollamento degli atenei e per garantire una selezione mirata degli studenti più meritevoli è previsto il superamento di un numero non inferiore al 60% di esami per il primo biennio. Gli studenti che non rientrano in questa casistica perdono il diritto a frequentare. La suddetta modalità è l’unica procedura attivabile in sostituzione all’accesso programmato; pertanto, i singoli atenei non possono introdurre alternative a quanto previsto dalla presente legge.

 

il 29/03/2023
K. R. - Sant’agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.1
All’articolo 1 comma 1 lettera a, alle parole “ai corsi di laurea” vengono aggiunti i seguenti
termini “triennali e magistrali”.
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 12
  • Contrari: 2
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
G. G. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.2
All'articolo 1 comma 1 lettera a, le parole “è determinato” sono sostituite con le seguenti “è stabilito”
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 11
  • Contrari: 3
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
A. M. - Sant’Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.3
All'articolo 1 lettera c punto 1, la parola “aule” è sostituita con la seguente “strutture”
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 10
  • Contrari: 4
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
A. S. - Sant’agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.4
All'articolo 1 lettera c, punto 1. lettera a, la parola “più” è soppressa
Respinto
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 5
  • Contrari: 8
  • Astenuti: 3
il 29/03/2023
L. S. - Sant’agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.3/1
Dopo la parola “strutture” aggiungere “anche convenzionate”
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 11
  • Contrari: 4
  • Astenuti: 1
il 30/03/2023
I. P. M. - Sant’agata di Militello
ha proposto il seguente emendamento:
1.5
All'articolo 1 lettera c punto 1. a. dopo "Gli studenti che non rientrano in questa casistica perdono il diritto a frequentare." aggiungere il seguente periodo "È stabilito che ogni studente non può essere fuoricorso per più di due anni; chi supera questo limite di tempo perde il diritto a frequentare."
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 13
  • Contrari: 2
  • Astenuti: 1
il 30/03/2023
G. G. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.6
All' articolo 1 lettera c punto 1 in fine alla lettera a. aggiungere la lettera b:
“La didattica integrata viene così regolamentata:
ogni studente ha diritto a scegliere, all’inizio dell’anno, se usufruire o meno della didattica integrata in base alle necessità personali. Nel caso in cui il numero degli studenti richiedenti superi il numero dei posti disponibili in presenza, nelle strutture si procede a rotazione.”
Approvato
  • Voti totali: 16
  • Favorevoli: 12
  • Contrari: 3
  • Astenuti: 1

Onorevoli Senatori! - Il sistema di accesso alle università attualmente vigente comporta una violazione del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, l’impossibilità per gli studenti di raggiungere i loro sogni e avere l’opportunità di costruire il loro futuro. Una volta giunti al termine del percorso d’istruzione superiore, ogni giovane maturando dovrà compiere un passo fondamentale verso la realizzazione personale e educativa, scegliendo l'itinerario universitario più adatto alle sue inclinazioni. Tuttavia, suddetta valutazione è limitata dai vincoli imposti dallo Stato con il sistema d’accesso vigente, che lo rendono decisamente iniquo.  Con l’amara considerazione, per di più, di test di ingresso assolutamente inadeguati a premiare effettivamente i più meritevoli, che costringono i giovani ad abbandonare gli studi o a perdere anni per tentare l’accesso, ovvero ad intraprendere il percorso di studio universitario all’estero, ove magari raggiungeranno obiettivi eccellenti e si inseriranno nel mondo del lavoro, con un inevitabile impoverimento non solo da un punto di vista culturale, ma anche economico, del nostro Paese. Indi per cui, è adesso necessario consentire a tutti pari opportunità nell'iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria, riportando in auge l’importante traguardo del libero accesso alle università raggiunto dopo dure battaglie dal senatore Ernesto Codignola. Il fine della proposta è quello di abolire il test d’ingresso, ponendo gli studenti nelle medesime condizioni di partenza, senza per questo precludere l'effettività del principio meritocratico, che potrà realizzarsi attraverso la valutazione della reale attitudine dei “capaci e meritevoli" durante il percorso e alla fine di esso, senza sbarramento all’ingresso. Da qui, dunque, l’importanza e la rilevanza dell’attuale disegno di legge, i cui fini sono molteplici: in primis ottenere l'applicazione del principio di uguaglianza e di meritocrazia, per garantire a ciascun giovane italiano le medesime opportunità; in secondo luogo, fare in modo che i giovani siano davvero gli artefici del proprio destino, liberi di scegliere per sé stessi la strada da intraprendere nel loro futuro. Inoltre, questa scelta libera di oggi porterà l'uomo del domani a ricoprire un ruolo sociale raggiunto con impegno, dedizione e sacrificio. Difatti il raggiungimento del traguardo non è per tutti, ma solo dei meritevoli e rappresenterebbe il pieno compimento di un percorso formativo fatto di vittorie ma anche di sconfitte utili alla formazione personale. Considerata la rilevanza del tema trattato, si auspica un celere avvio dell’iter del seguente.


Art. 1

Alla legge del 2 agosto 1999, n. 264 sono apportate le seguenti modificazioni:
a.    L'articolo 1 è così modificato in relazione alle lettere a) b) c) d):
I termini “Sono programmati a livello nazionale gli accessi” sono sostituiti con “È stabilito il libero accesso ai corsi di laurea triennali e magistrali di cui alle lettere a) b) c) d)”.
b.    L’articolo 2 è così modificato in relazione alle lettere a) e b):
I termini “Sono programmati dalle università gli accessi” sono sostituiti con “È determinato l’accesso libero in relazione alle lettere a) e b)”.
c.    Il comma 1 dell’art. 4 è così sostituito:
1.    L’accesso ai corsi universitari di cui agli articoli 1 e 2 è libero ed è così regolamentato: ogni studente che desidera iscriversi è ammesso; qualora l’ateneo non avesse i requisiti di cui all’articolo art. 3, comma 2, alla lettera a) per accogliere tutti gli iscritti, dopo aver verificate ed utilizzate tutte le strutture anche convenzionate a disposizione, una parte di essi può seguire le lezioni per via telematica, attraverso la “didattica integrata”, organizzata secondo l’articolo 3, comma 2, lettera c, così da dare a tutti gli studenti iscritti la possibilità di seguire le lezioni.
a.    per evitare il sovraffollamento degli atenei e per garantire una selezione mirata degli studenti più meritevoli è previsto il superamento di un numero non inferiore al 60% di esami per il primo biennio. Gli studenti che non rientrano in questa casistica perdono il diritto a frequentare. È stabilito che ogni studente non può essere fuoricorso per più di due anni; chi supera questo limite di tempo perde il diritto a frequentare. La suddetta modalità è l’unica procedura attivabile in sostituzione all’accesso programmato; pertanto, i singoli atenei non possono introdurre alternative a quanto previsto dalla presente legge.
b.    La didattica integrata viene così regolamentata:
ogni studente ha diritto a scegliere, all’inizio dell’anno, se usufruire o meno della didattica integrata in base alle necessità personali. Nel caso in cui il numero degli studenti richiedenti superi il numero dei posti disponibili in presenza, nelle strutture si procede a rotazione.

 

Approfondimento

Approfondimento normativo

Le Università, nel 1967 e nel 1968, venivano ancora considerate degli istituti formativi di classe, ove la percentuale degli iscritti era prevalentemente costituita dai figli di impiegati o professionisti e conseguentemente superiore al numero di quelli di operai o persone che non avessero conseguito una laurea. Tuttavia, sin dalla riforma della scuola media con la legge n. 1859 del 31 dicembre 1962, che stabiliva la creazione di una sola tipologia di scuola media unificata e permetteva l’accesso a tutte le scuole superiori, gli istituti formativi di secondo grado divennero meno elitari. La suddetta situazione fu peraltro incentivata dagli anni del “boom” economico e demografico, che portarono ad una visione dello studio come mezzo per trovare opportunità lavorative più vantaggiose e più qualificanti di quelle dei genitori e che fosse, quindi, uno strumento di promozione sociale. Un’altra disposizione normativa, che giocò un ruolo fondamentale nell'accessibilità alle università, fu la riforma degli esami di maturità, con la legge n.119 del 5 aprile 1969, che lo rese sicuramente un traguardo meno ostico. Qualche mese dopo venne  emanata la legge n. 910 dell’11 Dicembre 1969, anche nota come legge Codignola, che rivoluzionò incredibilmente il sistema di istruzione terziaria, con la quale, infatti, si liberalizzò l’accesso alle facoltà universitarie: fu possibile l’iscrizione a qualsiasi facoltà universitaria con un diploma ottenuto dopo un corso di studi di cinque anni. Tuttavia, tale disponibilità venne successivamente limitata con la legge n. 264 del 2 agosto 1999, con la quale sono stati programmati gli accessi ai corsi di laurea specificati negli articoli 1 e 2 della suddetta legge.

Secondo l’articolo 3 della Costituzione, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È, pertanto, compito della Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli che limitano lo sviluppo del singolo individuo e l’uguaglianza enunciata nel suddetto articolo. Citando, inoltre, gli articoli 33 e 34, ricordiamo che la scuola è aperta a tutti, ragion per cui precludere il diritto all’istruzione, inserendo prove d’ingresso dalla notevole difficoltà, che vengono comunemente superate grazie a dei corsi formativi esterni alla scuola ed a pagamento, andrebbe contro i principi di uguaglianza, di capacità e meritocrazia sanciti nella Costituzione stessa. L’effettività del principio meritocratico potrà realizzarsi solo attraverso la valutazione della reale “attitudine” dei “capaci e meritevoli” nel corso e alla fine del percorso, senza sbarramenti all’ingresso per consentire pari opportunità a tutti.

 

Approfondimento tematico

L’Università costituisce una tra le più importanti istituzioni del nostro Paese e rappresenta, non solo il soggetto centrale della formazione e della ricerca, ma anche un notevole contributo allo sviluppo socioeconomico dell'uomo.

Le prime Università italiane, nate fra XI e XII secolo, furono, sin dalle loro origini, dei fondamentali centri di formazione, ove, tuttavia, si promuoveva la cultura solo tra coloro che avevano la disponibilità economica necessaria per l’iscrizione. Ad oggi, invece, viene a tutti consentito di accedere a questi livelli di istruzione superiore e soprattutto di venire a conoscenza del progresso delle scienze e della ricerca. Difatti, l’attuale percentuale dei giovani italiani iscritti alle università è del 51,8%, statistica che palesa l’influenza e la considerazione  di cui gli atenei beneficiano nella realizzazione personale e professionale degli studenti, i quali sono il futuro del nostro Paese. Ciononostante, facendo la stima del numero di coloro che hanno tentato il superamento dei test di ammissione, presente per l’accesso a specifiche facoltà, è emerso che la prevalenza degli studenti non riescono a conseguire la risoluzione delle suddette prove. Questi test, per via della loro considerevole complessità, costituiscono un carico di studio eccessivo per gli studenti che devono, oltretutto, seguire attentamente le lezioni scolastiche, in vista dell’esame di maturità. Pertanto, i maturandi non sarebbero nelle condizioni né di adoperarsi il più possibile per la loro verifica finale, il cui esito potrebbe essere decisivo per il loro futuro scolastico e lavorativo, né di affrontare la prova d’ingresso con un’adeguata preparazione.

Tale situazione ci porta a fare un’altra infelice considerazione, infatti, qualora non riescano ad essere ammessi alla facoltà ove desiderano studiare, un ingente numero di giovani decide di ricercare condizioni più favorevoli in Paesi esteri, provocando una severa perdita a scapito dell’Italia, sia in campo culturale sia in campo economico. Evento esemplare è sicuramente stato il periodo nel quale il nostro Paese, come il resto del mondo, è stato colpito dalla pandemia di COVID-19, che ha affrontato con una considerevole carenza di personale sanitario, dovuta anche agli eccessivi limiti per accedere alle facoltà scientifiche imposti dagli atenei. Per concludere, possiamo dunque asserire che l’abolizione del test di ingresso per l’accesso alle facoltà universitarie, con l’adozione di un sistema differente e più adeguato, porterebbe solo dei vantaggi, non solo per i giovani, che potranno finalmente realizzare le loro aspirazioni, indipendentemente dalla loro disponibilità economica a seguire corsi di formazione esterni per il superamento delle prove, ma anche per il nostro Stato, che si arricchirà grazie alla capacità e propensione alla conoscenza dei futuri lavoratori del nostro Paese.

A sostegno della tesi sopra indicata i tre gruppi di lavoro, costituiti per la redazione del disegno di legge, hanno svolto un’indagine conoscitiva volta a raccogliere il parere del gruppo studenti, dell’ultimo biennio, sull’abolizione del test d’ingresso, mediante un sondaggio su Google Moduli. Il suddetto è stato compilato da 220 ragazzi, ai quali è stata, inoltre, data la possibilità di esprimere un’opinione autonoma dalle diverse proposte presentate. L’89,5% considera inadatto e restrittivo il sistema d’accesso universitario attuale, che prevede dei corsi di laurea per i quali c’è un numero limitato di posti disponibili, determinati dal superamento di un test d’ingresso. Il 54,3% ritiene, invece, più adeguato il sistema universitario francese, ove, al contrario di un test di ammissione, viene proposto un esame alla fine del primo anno, comprendente tutte le materie svolte, il cui conseguimento permette agli studenti di continuare a frequentare. Il 76,3% crede che sia più idonea l’organizzazione delle università spagnole, nelle quali non si deve sostenere alcun test, ma possedere solo il diploma. Infine, il 93,2% degli studenti, ha deciso di supportare la nostra iniziativa di riformare il sistema universitario, abolendo il “numero chiuso” e, conseguentemente, il test di accesso alle facoltà. Tra le modalità d’accesso proposte come eventuale soluzione sono state indicate: per il 43,4% l’accesso libero;  per il 30,6% la selezione naturale (essendo in regola con gli esami del primo anno, altrimenti si viene espulsi);  per il 14,2% il superamento di un esame annuale di indirizzo per evidenziare attitudini e competenze.