Introduzione di incentivi alle aziende per sostituire agli imballaggi di plastica con materiale eco-sostenibile

  • Pubblicato il 20 Aprile 2020
  • da IIS Lagrangia - Liceo Alciati, Vercelli
Introduzione di incentivi alle aziende per sostituire agli imballaggi di plastica con materiale eco-sostenibile

Onorevoli Senatori! - La questione ambientale ci riguarda tutti.
La questione ambientale è una “questione a rischio” e il rischio è il prodotto dell’attività umana che necessita determinare l’entità del rischio e le possibili conseguenze. La tematica ambientale deve essere una priorità per le politiche sociali, economiche, sanitarie.
L’attualità dei temi legati alla diffusione della plastica monouso, l’uso smisurato di imballaggi in plastica e oggetti abbandonati che causano l’inquinamento dei nostri mari, le emissioni di CO2, i costi di smaltimento rifiuti, le problematiche legate all’abbandono di rifiuti di materiale plastico inquinante pone ed impone una doverosa riflessione che, a partire dall’analisi della cura dell’ambiente, non può ridursi al raggiungimento di un minor consumo di materiale plastico, ma deve puntare su soluzioni alternative.
Grazie a materiali alternativi o alle decisioni politiche di contrasto all’inquinamento e agli sprechi, è possibile tentare di ridurre l’impatto ambientale dei materiali inquinanti. Imballaggi edibili, black list dei prodotti acquistabili negli enti locali, materiali innovativi dai legumi, la caccia alla soluzione per archiviare i materiali plastici è ben avviata in diverse parti del mondo.
La presente proposta vuole promuovere azioni per incentivare le aziende a ridurre gli sprechi e rendere gli imballaggi completamente biodegradabili. Nel rispetto degli standard igienici di legge prescritti per gli alimenti.
Non bastano le linee guida, seppur necessarie a creare una sensibilità ecologica ed ambientale, occorrono misure specifiche e precise, al fine di orientare verso la sostenibilità ambientale gli acquisti e le pratiche quotidiane.
I gesti della quotidianità, tuttavia, devono essere accompagnati da pratiche di ricerca ed azione operativa, volte a salvaguardare la tutela del patrimonio ambientale, per molti aspetti, gravemente compromesso.
A titolo esemplificativo si cita la pratica, sempre più in uso, dell’utilizzo delle capsule per le macchinette del caffè da ufficio, le quali, non possono essere riciclate facilmente perché sono spesso costituite da una miscela di plastica e alluminio. Le abitudini modificate della vita e il massiccio uso della plastica in molti settori dell’industria ha irrimediabilmente compromesso l’equilibrio uomo- ambiente.
L’ applicazione di agevolazioni fiscali ed incentivi alle aziende che si impegnano, in modo diretto ed operativo a ridurre l’uso della plastica ed a sostituire la stessa, con materiali innovativi e non inquinanti, risulterebbe un sostanziale passo avanti per il sostegno della ricerca e delle buone pratiche nei laboratori di chimica, biologia, ingegneria che a diverso titolo, stanno tentando di individuare chi possa risultare il “killer” definitivo della plastica. Le aziende incentivate da tale pratica potrebbero investire in soluzioni alternative e porre in essere laboratori di ricerca per il materiale innovativo, facile ed economico da produrre, ecocompatibile, capace di sostituire la plastica, eliminando così il problema alla radice.
Già nel 2016 l’Europa ha avviato programmi di ricerca e sviluppo attraverso l’impiego di piselli, fagioli e lenticchie con il programma Leguval (Valorisation of legumes co-products and by-products for package application and energy production from biomass). Finanziato dalla UE, Leguval aggrega i partner dell’industria e della ricerca ha come obiettivo produrre materiali rinnovabili ricavati da sottoprodotti dei legumi in tema di alternative alla plastica.
L’accordo raggiunto tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sul testo della direttiva che limita l’utilizzo di alcuni prodotti monouso non lascia spazio ad interpretazioni sul futuro della plastica, pertanto lo Stato Italiano, intende nell’interesse dei cittadini, delle politiche ambientali e sociali, promuovere nuove strategie e misure per valorizzare l’uso e promuovere politiche virtuose.
Ricerche applicate e pubblicate hanno fino ad ora, trovato possibili alternative e soluzioni tali per cui, è prevedibile sostituire alla plastica un nuovo materiale non inquinante ed in grado di sostituire prodotti ad alto impatto ambientale. Ne è un esempio la plastica del futuro arrivata dal Wisconsin, lo Stato americano ricco di foreste, laghi, terreni agricoli e fattorie: una soluzione naturale, ricavata da zucchero e pannocchie di mais, che promette di sostituire il petrolio come materia prima. Ma la novità è soprattutto economica: produrla in grandi quantità, costerebbe poco più del metodo tradizionale, circa il 3% in più. Le innovative bioplastiche funzionano in maniera differente: niente petrolio, e il polimero è fatto di glicole etilenico, un composto chiamato acido furandicarbossilico (FDCA) ricavato dalle biomasse.
Per capire come poter sostituire la plastica occorre ricordare che la plastica ufficialmente si chiama PET (polietilene tereftalato). L’origine è proprio il petrolio grezzo che, attraverso il cosiddetto cracking, viene sottoposto a una sorta di scissione delle proprie catene petrolifere fino ad arrivare a molecole con un doppio legame carbone/carbone, la base delle plastiche definite polimeri.
La ricerca in numerosi settori applicativi negli ultimi anni, ha dimostrato l’impiego produttivo di materiali e l’ampia varietà di materie prime vegetali e animali utilizzata per sintetizzare polimeri a base di biomassa. I più comuni sono l’Acido Polilattico (PLA) e la famiglia dei poli-Idrossialcanoati (PHA), prodotti attraverso fermentazione batterica a partire da diverse fonti di carbonio (generalmente zuccheri o lipidi).
Vista l’emergenza ambientale, dunque, urge l’azione diretta dello Stato per incentivare e sostenere enti, aziende e industrie che si adoperano per l’adozione di sistemi e procedure alternative e producono ricerche per l’impiego di nuovi materiali per la tutela e salvaguardia dell’ambiente.

Art. 1

Con la presente legge si intende dare delega al Governo per emanare specifici decreti con i quali si incentivano le aziende a ricercare soluzioni alternative all’uso della plastica nella vita quotidiana.

Art. 2

Le aziende, che al loro interno adotteranno una politica di progressiva eliminazione della plastica e progressiva introduzione di materiali eco-sostenibili avranno accesso a particolari misure di sostegno relative all’impiego di tali materiali.

Art. 3

Viene istituito, su particolare Decreto emanato dal Governo, un fondo specifico riservato alle aziende, l’accesso al quale sarà riservato ai settori di competenza dell’ente interno di ricerca relativo alla incentivazione di particolari percorsi per la produzione di materiali alternativi alla plastica, bio-compatibili e bio-degradabili.

Art. 4

Con la presente legge, inoltre, nell’incentivare le aziende alla ricerca di soluzioni si formuleranno particolari decreti per il regime di sgravio fiscale, accessibile a quelle aziende che avranno, al loro interno, adottato o adotteranno, entro 1 anno dall’entrata in vigore della presente legge, l’eliminazione di combustibili fossili dalla produzione, sostituendoli con materiali rinnovabili.

Art. 5
La presente legge e relativi decreti applicativi sono volti a incentivare le aziende e le industrie che nella loro politica aziendale ripenseranno, ad un anno dall’introduzione della presente legge, alla filiera della plastica aprendo le porte a materie prime vegetali e prodotti completamente biodegradabili in grado di sostituire la plastica dalla produzione

Art. 6

I decreti legislativi di cui agli articoli della presente legge, sono adottati su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari europei, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, del Lavoro.

Art. 7

Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

Art. 8

La previsione di incentivi finanziari e fiscali pienamente in linea con i princìpi della legge di contabilità, sarà a carico del Ministero delle Finanze che con apposito Decreto stanzierà fondi necessari, verificata la compatibilità delle richieste, e le condizioni di fattibilità per l’applicazione delle norme contenute nella presente legge e nei relativi Decreti applicativi.

 

 

il 11/05/2020
E. A. - Vercelli
ha proposto il seguente emendamento:
All'articolo 5, sopprimere l'intero periodo e sostituirlo con : «Lo scopo di questo decreto è quello di motivare le aziende ad avere un approccio eco-sostenibile, nell'intento di ridurre l'inquinamento ambientale, ri-progettando una politica che comprenda materiali biodegradabili, volti allo scopo di sostituire la plastica.»
Approvato
  • Voti totali: 67
  • Favorevoli: 67
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 0
il 11/05/2020
E. A. - Vercelli
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento parzialmente sostitutivo di parole:

All'articolo 2, sostituire la parola «adotteranno» con la seguente: «integreranno»
Approvato
  • Voti totali: 59
  • Favorevoli: 58
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 1

Onorevoli Senatori! La questione ambientale ci riguarda tutti. La questione ambientale è una “questione a rischio” e il rischio è il prodotto dell’attività umana che necessita determinare l’entità del rischio e le possibili conseguenze. La tematica ambientale deve essere una priorità per le politiche sociali, economiche, sanitarie.
L’attualità dei temi legati alla diffusione della plastica monouso, l’uso smisurato di imballaggi in plastica e oggetti abbandonati che causano l’inquinamento dei nostri mari, le emissioni di CO2, i costi di smaltimento rifiuti, le problematiche legate all’abbandono di rifiuti di materiale plastico inquinante pone ed impone una doverosa riflessione che, a partire dall’analisi della cura dell’ambiente, non può ridursi al raggiungimento di un minor consumo di materiale plastico, ma deve puntare su soluzioni alternative.
Grazie a materiali alternativi o alle decisioni politiche di contrasto all’inquinamento e agli sprechi, è possibile tentare di ridurre l’impatto ambientale dei materiali inquinanti. Imballaggi edibili, black list dei prodotti acquistabili negli enti locali, materiali innovativi dai legumi, la caccia alla soluzione per archiviare i materiali plastici è ben avviata in diverse parti del mondo.
La presente proposta vuole promuovere azioni per incentivare le aziende a ridurre gli sprechi e rendere gli imballaggi completamente biodegradabili. Nel rispetto degli standard igienici di legge prescritti per gli alimenti.
Non bastano le linee guida, seppur necessarie a creare una sensibilità ecologica ed ambientale, occorrono misure specifiche e precise, al fine di orientare verso la sostenibilità ambientale gli acquisti e le pratiche quotidiane.
I gesti della quotidianità, tuttavia, devono essere accompagnati da pratiche di ricerca ed azione operativa, volte a salvaguardare la tutela del patrimonio ambientale, per molti aspetti, gravemente compromesso.
A titolo esemplificativo si cita la pratica, sempre più in uso, dell’utilizzo delle capsule per le macchinette del caffè da ufficio, le quali, non possono essere riciclate facilmente perché sono spesso costituite da una miscela di plastica e alluminio. Le abitudini modificate della vita e il massiccio uso della plastica in molti settori dell’industria ha irrimediabilmente compromesso l’equilibrio uomo- ambiente.
L’ applicazione di agevolazioni fiscali ed incentivi alle aziende che si impegnano, in modo diretto ed operativo a ridurre l’uso della plastica ed a sostituire la stessa, con materiali innovativi e non inquinanti, risulterebbe un sostanziale passo avanti per il sostegno della ricerca e delle buone pratiche nei laboratori di chimica, biologia, ingegneria che a diverso titolo, stanno tentando di individuare chi possa risultare il “killer” definitivo della plastica. Le aziende incentivate da tale pratica potrebbero investire in soluzioni alternative e porre in essere laboratori di ricerca per il materiale innovativo, facile ed economico da produrre, ecocompatibile, capace di sostituire la plastica, eliminando così il problema alla radice.
Già nel 2016 l’Europa ha avviato programmi di ricerca e sviluppo attraverso l’impiego di piselli, fagioli e lenticchie con il programma Leguval (Valorisation of legumes co-products and by-products for package application and energy production from biomass). Finanziato dalla UE, Leguval aggrega i partner dell’industria e della ricerca ha come obiettivo produrre materiali rinnovabili ricavati da sottoprodotti dei legumi in tema di alternative alla plastica.
L’accordo raggiunto tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sul testo della direttiva che limita l’utilizzo di alcuni prodotti monouso non lascia spazio ad interpretazioni sul futuro della plastica, pertanto lo Stato Italiano, intende nell’interesse dei cittadini, delle politiche ambientali e sociali, promuovere nuove strategie e misure per valorizzare l’uso e promuovere politiche virtuose.
Ricerche applicate e pubblicate hanno fino ad ora, trovato possibili alternative e soluzioni tali per cui, è prevedibile sostituire alla plastica un nuovo materiale non inquinante ed in grado di sostituire prodotti ad alto impatto ambientale. Ne è un esempio la plastica del futuro arrivata dal Wisconsin, lo Stato americano ricco di foreste, laghi, terreni agricoli e fattorie: una soluzione naturale, ricavata da zucchero e pannocchie di mais, che promette di sostituire il petrolio come materia prima. Ma la novità è soprattutto economica: produrla in grandi quantità, costerebbe poco più del metodo tradizionale, circa il 3% in più. Le innovative bioplastiche funzionano in maniera differente: niente petrolio, e il polimero è fatto di glicole etilenico, un composto chiamato acido furandicarbossilico (FDCA) ricavato dalle biomasse.
Per capire come poter sostituire la plastica occorre ricordare che la plastica ufficialmente si chiama PET (polietilene tereftalato). L’origine è proprio il petrolio grezzo che, attraverso il cosiddetto cracking, viene sottoposto a una sorta di scissione delle proprie catene petrolifere fino ad arrivare a molecole con un doppio legame carbone/carbone, la base delle plastiche definite polimeri.
La ricerca in numerosi settori applicativi negli ultimi anni, ha dimostrato l’impiego produttivo di materiali e l’ampia varietà di materie prime vegetali e animali utilizzata per sintetizzare polimeri a base di biomassa. I più comuni sono l’Acido Polilattico (PLA) e la famiglia dei poli-Idrossialcanoati (PHA), prodotti attraverso fermentazione batterica a partire da diverse fonti di carbonio (generalmente zuccheri o lipidi).
Vista l’emergenza ambientale, dunque, urge l’azione diretta dello Stato per incentivare e sostenere enti, aziende e industrie che si adoperano per l’adozione di sistemi e procedure alternative e producono ricerche per l’impiego di nuovi materiali per la tutela e salvaguardia dell’ambiente.

Art. 1

Con la presente legge si intende dare delega al Governo per emanare specifici decreti con i quali si incentivano le aziende a ricercare soluzioni alternative all’uso della plastica nella vita quotidiana.

Art. 2

Le aziende, che al loro interno integreranno una politica di progressiva eliminazione della plastica e progressiva introduzione di materiali eco-sostenibili avranno accesso a particolari misure di sostegno relative all’impiego di tali materiali.

Art. 3

Viene istituito, su particolare Decreto emanato dal Governo, un fondo specifico riservato alle aziende, l’accesso al quale sarà riservato ai settori di competenza dell’ente interno di ricerca relativo alla incentivazione di particolari percorsi per la produzione di materiali alternativi alla plastica, bio-compatibili e bio-degradabili.

Art. 4

Con la presente legge, inoltre, nell’incentivare le aziende alla ricerca di soluzioni si formuleranno particolari decreti per il regime di sgravio fiscale, accessibile a quelle aziende che avranno, al loro interno, adottato o adotteranno, entro 1 anno dall’entrata in vigore della presente legge, l’eliminazione di combustibili fossili dalla produzione, sostituendoli con materiali rinnovabili.

Art. 5


Lo scopo di questo decreto è quello di motivare le aziende ad avere un approccio eco-sostenibile, nell'intento di ridurre l'inquinamento ambientale, ri-progettando una politica che comprenda materiali biodegradabili, volti allo scopo di sostituire la plastica.

Art. 6

I decreti legislativi di cui agli articoli della presente legge, sono adottati su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e del Ministro per gli affari europei, di concerto con il Ministro della salute, con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dello sviluppo economico, del Lavoro.

Art. 7

Le disposizioni della presente legge sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con le norme dei rispettivi statuti e delle relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.

Art. 8

La previsione di incentivi finanziari e fiscali pienamente in linea con i princìpi della legge di contabilità, sarà a carico del Ministero delle Finanze che con apposito Decreto stanzierà fondi necessari, verificata la compatibilità delle richieste, e le condizioni di fattibilità per l’applicazione delle norme contenute nella presente legge e nei relativi Decreti applicativi.

Approfondimento

Approfondimento normativo

•    Commissione UE direttive sull’economia circolare: direttive su rifiuti (2008/98/Ce), imballaggi (1994/62/Ce) entrate in vigore il 4 luglio 2018 e che gli Stati membri dovranno recepire entro il 5 luglio 2020.
•    6 marzo 2020 – L’Italia ha aderito oggi a Bruxelles al Patto europeo sulla plastica (“European Plastic Pact”
•    Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare") in esame al Senato al seguito dell’approvazione alla Camera dei Deputati S.1571 del 18 febbraio 2020
•    DDL S. 487
•    DDL S. 635

 

Approfondimento tematico

“Finché non comincerete a concentrarvi su ciò che è necessario,
 anziché su ciò che è politicamente possibile,
non avremo alcuna speranza”
Greta Thunberg

Occorre promuovere il miglioramento della qualità dell'ambiente attraverso un impegno continuo e costante verso l’acquisizione del concetto di sostenibilità nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale per una visione positiva sul lungo termine di una società più prospera e più giusta, con la promessa di un ambiente più pulito, più sicuro e più sano: una società che garantisca una migliore qualità della vita per gli uomini contemporanei e per il futuro.
Diventa importante che lo Stato condivida e faccia propri i principi della sostenibilità:
•    Energie rinnovabili: Affidarsi ad energie prodotte da fonti rinnovabili, favorendo il rapido abbandono del modello energetico fondato sulle fonti fossili
•    Approccio eco sistemico Pensare in maniera olistica, avendo attenzione all’intero sistema e considerando le relazioni causa-effetto tra le diverse componenti
•    Recupero dei materiali Favorire la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde provenienti da filiere di recupero che ne conservino le qualità. In un’economia circolare i flussi di materiali: Nutrienti, sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.
L’Economia circolare è basata sulle tre “R”: ridurre (gli imballi dei prodotti, gli sprechi di materie prime, eccetera), riusare (allungando il ciclo di vita dei beni), riciclare (gli scarti non riutilizzabili).


Sitografia :

•    http://www.dic.unipi.it/l.santini/edilearchitettura/AA2014-2015/lezioni/lezio%2010.1.pdf

•    https://valori.it/plastica-addio-ecco-le-scelte-e-i-materiali-green-che-la-uccideranno/
•    https://www.vestilanatura.it/alternative-ecologiche-alla-plastica/
•    https://www.ilgiornaledelcibo.it/sostituire-la-plastica/
•    http://wwwdata.unibg.it/dati/corsi/91085/87149-MIO%20SV%20SOST%20e%20Dir%20849%2050%2051%2052.pdf
•    https://www.doveecomemicuro.it/notizie/news/inquinamento-plastica-ambiente
•    https://www.culligan.it/limpatto-ambientale-della-plastica-la-produzione-lo-smaltimento/