Possiamo sempre far qualcosa - Gli studenti del Liceo Classico "Luciano Manara" di Roma e una delegazione di studenti di New Delhi incontrano la senatrice Teresa Armato

Possiamo sempre far qualcosa - Gli studenti del Liceo Classico "Luciano Manara" di Roma e una delegazione di studenti di New Delhi incontrano la senatrice Teresa Armato

Mercoledì 28 marzo, secondo incontro dell'iniziativa "Possiamo sempre far qualcosa", ospitata dalla Libreria del Senato e organizzata in ricordo delle stragi mafiose del 1992 in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, insieme con le loro scorte. 
A incontrare gli studenti del Liceo Classico "Luciano Manara" di Roma, accompagnati da una delegazione di ragazzi di New Delhi, la senatrice Teresa Armato del gruppo parlamentare Partito Democratico e componente della Commissione Antimafia. 
L'incontro si è svolto in lingua inglese, e la presenza di studenti stranieri ha favorito, in alcuni momenti del dialogo, anche un parallelo tra la situazione italiana e quella indiana. 
L'incontro si è aperto, come è ormai consuetudine, con il filmato realizzato per raccontare i fatti terribili di quei mesi, un filmato che presenta ai giovani, all'epoca neanche nati, i volti e le voci dei due magistrati e che è stato sottolineato con un applauso. 
La senatrice Armato ha raccontato brevemente la sua attività di quegli anni: non era ancora in politica, ma faceva la giornalista e ricorda la partecipazione a quegli eventi, una partecipazione "emotiva, inquieta e rabbiosa". 
Ha ricordato ai ragazzi che la politica è in tutto ciò che ci circonda e che, soprattutto, è partecipazione: la prima raccomandazione ha riguardato le idee. "La migliore idea che ci si possa fare della politica è quella personale", ha affermato la senatrice, subito accolta da un altro applauso. 
Lo spazio è stato preso poi dalle domande e dalle curiosità dei ragazzi e degli ospiti stranieri su un tema tanto delicato. La prima, inevitabile, riguarda la sentenza della Cassazione sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa e le notizie recenti di una trattativa Stato-mafia di cui proprio Borsellino si stava occupando. 
Ai ragazzi che si dicono perplessi, risponde la senatrice Armato che aggiunge la sua perplessità alla loro, facendo anche esempi concreti (come il sindaco del casertano scarcerato nonostante le prove di collusione con la malavita organizzata). 
Per superare l'impasse la senatrice propone di definire meglio questo tipo di reato: il lavoro della commissione antimafia va anche in questo senso. Inoltre la responsabilità di combattere il fenomeno mafioso non può essere lasciata solo alla magistratura. La magistratura, com'è giusto, lavora sulla base di prove che molto spesso è difficile raccogliere; le istituzioni e la politica hanno invece la possibilità e il dovere di estromettere le persone vicine alla mafia, anche se solo sospettate di essere colluse. 
Così facendo, il tema del garantismo non si pone, perché alla magistratura resta il potere di fare inchieste e comminare eventuali condanne, e nel contempo la politica può recuperare credibilità proponendo candidati al di sopra di ogni sospetto. Non a caso, ha ricordato la senatrice Armato, il termine candidato deriva dall'aggettivo candido, a testimonianza della necessità di una sua limpidezza e integrità morale. 
L'incontro si è concluso con l'invito a essere in prima linea contro tutte le manifestazioni mafiose, anche minime, che possono esistere tra i giovani: così come le associazioni di impegno civico combattono il fenomeno sul territorio anche i ragazzi possono cambiare le cose cominciando dal loro vissuto quotidiano.