I RISULTATI DELL’INDAGINE PRELIMINARE – I LAVORI DELLA PRIMA SOTTOCOMMISSIONE - Ambiente, Transizione Ecologica, Habitat ed Ecosistemi

  • Pubblicato il 16/04/2024
  • da S. V. - Palermo

Lo stato del consumo di suolo e la perdita di habitat delle fasce costiere - l’impermeabilizzazione
L'estensione delle coste siciliane è pari al 16,5% della totalità italiana; esse presentano criticità di varia natura, tra cui:
1. massiccia urbanizzazione;
2. entro i 300 m dalla costa, la Sicilia possiede 149,8 kmq di superficie urbanizzata su un totale di 375,6 kmq, a fronte del dato nazionale pari a 652 kmq nella stessa ampiezza di riferimento la percentuale di superficie urbanizzata è ivi pari, dunque, al 39,9% della superficie totale, con un picco per la provincia di Catania del 61,5%, a fronte del dato nazionale richiamato nell'introduzione del 35,8% (dati ISPRA);
3. erosione delle coste; sulla fascia costiera siciliana, si registra una notevole diminuzione dell’apporto detritico dei corsi d’acqua verso i litorali che, assieme ai fattori propri delle dinamiche marine, comporta delle modificazioni sostanziali nella battigia; la Sicilia, infatti, presenta 230 km di costa in erosione a fronte degli 895 km in Italia; 80 km di costa in avanzamento a fronte degli 849 km in Italia, con un deficit "coste in avanzamento-coste in erosione" maggiore di ogni altra Regione (dati ISPRA); la popolazione totale residente in aree ricadenti nel raggio di influenza dell'erosione costiera valutate a rischio medio/alto è di 253.705 abitanti.
4. aree industriali costiere; la Sicilia possiede 7 kmq di superficie destinata ad aree produttive entro i 300 m dalla costa a fronte dei 15.9 kmq totali in Italia (dati ISPRA); presenta numerosi stabilimenti a rischio secondo il D.lgs. 334/99 e in particolare 3 siti costieri contaminati di interesse nazionale (SIN secondo il DM 11/01/13, Milazzo, Augusta-Priolo, Gela, cui si aggiunge in Sicilia Biancavilla nelle aree interne);

Fattori di pressione sull’ecosistema marino-costiero
I principali fattori di pressione sull’ecosistema marino costiero sono sia di tipo puntuale (scarichi, condotte, porti) che diffuso, riguardante principalmente l’uso del suolo; Relativamente alle discariche, il materiale e i sedimenti incoerenti derivati dall’erosione delle discariche, vengono trasportati dalle correnti prevalenti lungo la linea di costa generando i tipici arenili di ghiaia e sabbia. I detriti pesanti conducono all’alterazione fisica del fondale, mentre il materiale in sospensione, che è di tipo organico e inorganico, conduce alla torbidità delle acque e implementa il processo di eutrofizzazione delle acque. Questo processo degenerativo indotto dagli eccessivi apporti di sostanze ad effetto fertilizzante (nitrati e fosfati) oltre ad implementare la torbidità delle acque, nei periodi caldi a causa della stratificazione più marcata, genera diffusi e persistenti carenze di ossigeno (anaerobiosi) nelle acque di fondo con stati di sofferenze nelle comunità bentoniche (pesci di fondo, molluschi, crostacei, ecc..), quindi producendo un ambiente abiotico.

Gli altri principali fattori di pressione sull’ecosistema marino costiero sono gli agenti inquinanti provenienti dalle aree industriali (rappresentati in blu nell’immagine dell’allegato) in prossimità della costa, e dalle aree agricole sempre in prossimità della costa (rappresentati in rosso, fucsia e verde) nel momento in cui vengono utilizzati prodotti fitosanitari non conformi alle normative di legge. I prodotti fitosanitari sono quelle sostanze che vengono impiegate nella difesa delle colture agrarie e delle derrate alimentari allo scopo di: eliminare o contenere i parassiti, animali e/o vegetali, nocivi alle piante coltivate ed ai prodotti agricoli e favorire e regolare la produzione vegetale. I principali prodotti possono essere così elencati: fungicidi, insetticidi, acaricidi, rodenticidi, slimicidi, nematocidi, erbicidi (o diserbanti), fitoregolatori. Cementificazione, plastiche, micro e nano plastiche, diportismo selvaggio completano il quadro dei fattori di pressione.

Lo stato di salute di tutta la fascia costiera
La costa palermitana presenta delle forti criticità legate soprattutto alla mancanza di servizi pubblici, alla presenza di criminalità organizzata, alla carenza di verde urbano e di trasporti pubblici, all’elevato degrado e alla presenza di rifiuti non regolamentati, all’inquinamento e all’occupazione di suolo demaniale a uso privato e/o commerciale. La parte marina non gode di buona reputazione se non le aree di Mondello e Sferracavallo.

Possibili processi da poter mettere in atto per la mitigazione della perdita di habitat naturali
1. Decontaminazione e miglioramento dei livelli di naturalità dei siti costieri a vantaggio delle comunità biologiche marine e terrestri della fascia costiera;
2. Arresto del rilascio di sedimenti e materiali in mare a vantaggio della Posidonia oceanica in sinergia con progetti di re-impianto;
3. Miglioramento della rete ecologica cittadina con l’implementazione dei corridoi costieri;
4. Recupero delle aree dismesse costiere e riqualificazione dei punti per la piccola pesca da rende più ecosostenibili a vantaggio degli habitat naturali costieri e marini.
5. Diminuzione della pressione antropica sulla fascia costiera, regolamentazione dell’uso e delle attività antropiche a carattere stagionale e/o annuale.
6. Protezione delle bio-costruzioni litorali sommerse ed in superficie come i reefs a vermeti.
7. Protezione delle vegetazioni alofitiche di scogliera.
8. Protezione delle praterie di Posidonia oceanica

Soluzioni progettuali per la riqualificazione degli habitat e dell’ecosistema costiero
Una delle soluzioni da proporre può consistere nel trapiantare lungo la fascia costiera Posidonia oceanica. Molti studi specialistici affermano che la pianta si sviluppa meglio non su fondali sabbiosi ma su quelli rocciosi con asperità. Su questi, i germogli di Posidonia oceanica sono stati osservati saldamente ancorati a substrati consolidati anche in condizioni meteo marine avverse prolungate. Il litorale palermitano, Costa Sud e Nord, depurato dai sedimenti dovuti all’azione antropica dell’uomo, si presta in modo idoneo a supportare i processi di ri-colonizzazione di Posidonia oceanica, ricostituendo l’habitat marino e portando conseguentemente un beneficio non indifferente all’ecosistema costiero.
La pianta offre cibo, riparo e costituisce sito di riproduzione per molti pesci, cefalopodi, bivalvi, gasteropodi, echinodermi e tunicati. È una importante fonte di ossigenazione dell’ambiente costiero (produce fino a 20 lt/giorno di ossigeno per mq di prateria). Produce ed esporta biomassa (e quindi sostanza organica) sia negli ecosistemi limitrofi sia in profondità). Consolida e stabilizza i fondali sotto costa (prevenendone l’erosione), frenando l’eccessivo trasporto di sedimenti attraverso le matte. Previene l’erosione delle spiagge e delle coste agendo, con le lunghe foglie, da barriera al moto ondoso. Previene l’erosione costiera con i banchetti di foglie morte soprattutto nel periodo delle mareggiate invernali.

Per i diari consultare il seguente link:
https://drive.google.com/drive/folders/1oaYYJJDZFku0SP0X5zobVwL9RrhpfImm?usp=sharing