Un Convegno di speranza in tempi difficili. La Pace è possibile, ce lo insegnano le religioni abramitiche

  • Pubblicato il 04/03/2024
  • da T. P. - Romano di Lombardia (Bergamo)

L’attualità dei maestri in tempi di crisi

L’anno scorso con alcuni miei alunni ho visitato una mostra allestita nella moschea di via Meda a Milano. Lì ho conosciuto alcuni membri della comunità islamica, che qualche giorno fa mi hanno invitato all’evento organizzato dalla COREIS (Comunità Religiosa Islamica), in collaborazione con l’Università di Milano, su “L’attualità dei maestri in tempi di crisi. Fratellanza religiosa e Coesione sociale per la pace”. 
Si è trattato di un seminario che vedeva coinvolti, oltre ai massimi esponenti di diverse religioni, anche una rappresentanza del Comune di Milano sul tema dell’importanza del dialogo interreligioso ai fini della pace e della coesistenza sociale.

All’inizio del convegno la professoressa Antonella Baldi ha dato la definizione di pace, che non è soltanto assenza di conflitto, ma soprattutto cercare le misure per risolvere pacificamente le divergenze, nel rispetto dei diritti fondamentali, la cui dichiarazione è la base di tutti i trattati. Dopo aver illustrato il ruolo dell’UNESCO, il compito del quale è favorire la comprensione fra le Nazioni, ha richiamato l’importanza dell’insegnare i diritti per assicurarne il rispetto.

Il Commissario per la Terra Santa, Fr. Francesco Ielpo, parlando di Francesco, ci ha detto che egli avrebbe rifiutato l’appellativo di maestro: la sua, infatti, era una comunità di frates, quindi lui si sentiva fratello tra fratelli, inoltre da minore aveva stima degli altri e apprendeva dalla diversità. E il Francesco di oggi, il papa, ripercorrendo lo stile dell’uomo di Assisi, ricorda in un suo discorso, che Abramo guardando le stelle, in quelle stelle e in quella promessa vede le tre religioni e qualsiasi altra forma di religiosità. Fr. Ielpo ha continuato invitandoci ad aiutare ogni uomo ad alzare lo sguardo verso il cielo per camminare su sentieri di pace, certi che in tutti ci sono semi di pace. Un altro mondo è possibile, ce lo indicano i santi, i quali hanno creduto che la Sapienza divina ha creato la pluralità. Abbiamo bisogno di folli, come Francesco che incontra il Sultano. I maestri ci insegnino a partire da un pregiudizio nei confronti degli altri, ma che sia un pregiudizio positivo. Francesco nella sua regolaci insegna come stare in mezzo a uomini di altra fede: evitare le dispute e le liti, essere umili e sottomessi ad ogni umana creatura, vivere in amicizia sociale. Dunque bisogna uscire dalla cultura del sospetto, demolendo i muri che si continuano ad innalzare.

Il rabbino capo della Comunità Ebraica di Milano, Rav Alfonso Arbib ci ha ricordato che la Pace è il recipiente che contiene le benedizioni di Dio. Il sentirsi integri, perfetti, per cui sono gli altri che si devono adeguare, è un concetto devastante, è la base di ogni conflitto. Invece bisogna partire dalla constatazione di essere non integri, non perfetti, ma volti al miglioramento, per diventare shalem (integro), radice di shalom. (Gerusalemme: Ur shalem, città della pace). Il fatto poi che discendiamo tutti da un uomo solo e non da più uomini è la base dell’idea di fratellanza, che non significa negare il conflitto, ma che bisogna superarlo, prendendo atto delle ragioni e impegnandosi sempre nella ricerca dei fratelli.

L’Imam Pallavicini ci ha invitato a ricercare costantemente una pacificazione interiore ed esteriore, a ricercare una fratellanza intra ed extra religiosa, ascoltando le parole del Corano che ci richiamano a testimoniare che Dio è il nostro Signore. Siamo tutti profeti, figli di uno stesso Padre, ma di madri diverse. Non dobbiamo omologare l’altro, altrimenti non è più altro. Lo dobbiamo riconoscere e con lui dialogare.

Mons. Mario Delpini in conclusione, prendendo atto della situazione attuale, in cui le parole risuonano, ma non comunicano, ci ha indicato un maestro, Charles De Foucauld, testimone del vero essere religioso, che cercando la via per raggiungere Dio, realizza la fratellanza, che è opera di Dio.

Nei vari interventi succedutisi costante è stato l’invito a fare nostro il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019, tra Sua Santità Papa francesco e il Grande Imam Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.

In una situazione mondiale così difficile, questo convegno mi ha aperto alla speranza.

Tiziana Pagani

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