VERBALE N.4 AUDIZIONE PROF. BALDICCHI ALESSANDRO (ISTITUTO AGRARIO PATRIZI)

  • Pubblicato il 08/04/2024
  • da S. P. - Città di Castello (PG)

Il giorno 23, del mese di febbraio, dell’anno 2024, una Sottocommissione della IX Commissione San Francesco di Sales, nei locali dell’Istituto Agrario Patrizi di Città di Castello (International Campus Patrizi-Baldelli-Cavallotti) ha incontrato il prof. Baldicchi Alessandro, direttore dell’Istituto.
La commissione ha deciso di effettuare un’audizione ed un sopralluogo, poiché l’Istituto Agrario Patrizi di Città di Castello è anche produttore di Vinosanto, per discutere delle conseguenze del cambiamento climatico su questo prodotto tipico della nostra valle, focus della nostra indagine.

L’audizione si apre alle ore 11:00 presso la cantina dell’Istituto.

PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca l’indagine conoscitiva sugli effetti del cambiamento climatico sulla produzione di Vinosanto.

PROF. BALDICCHI: Do il benvenuto alla Commissione nella cantina storica del nostro Istituto.
Ho predisposto un testo e delle slide onde consentire ai commissari qui presenti una migliore comprensione.
Iniziamo col dire che la Toscana ha posto un copyright sul nome Vino Santo, impedendo ai produttori non toscani di utilizzarlo, obbligandoli a commercializzare il prodotto con un'altra denominazione. Il Vino Santo prodotto in Umbria viene venduto come Vino Dolce da Uve Appassite (Bianco Passito IGT) a causa di questa restrizione. Tuttavia, il consorzio del Vinosanto da uve affumicate dell’Alta Valle del Tevere a Città di Castello ha chiesto il riconoscimento DOP utilizzando il termine "da uve affumicate", per distinguersi e ottenere una certificazione senza violare il copyright toscano.
Il Vinosanto altotiberino è un vino dolce ottenuto dall'appassimento naturale delle uve moscato giallo, selezionate e lasciate ad appassire per quattro mesi in ambienti ventilati.
Avendo scelto di utilizzare questa tecnica produttiva la produzione si trova soggetta al cambiamento climatico. Quest’anno, per esempio, le uve hanno raggiunto il giusto tenore di appassimento venti giorni prima del tempo prestabilito a causa del riscaldamento globale, il quale ha portato, nell’Alta Valle del Tevere, alla scomparsa di nebbie mattutine e alla scarsa umidità.
I nostri studenti controllano la salute e la percentuale zuccherina delle uve per determinare la loro idoneità alla produzione di Vinosanto. Durante la torchiatura, inoltre, si evita il trasferimento di sostanze indesiderate dai vinaccioli al mosto dolce, utilizzando anche una piccola quantità di vino bianco per favorire l'estrazione del mosto zuccherino. Il mosto viene poi decantato in damigiane per prevenire l'ossidazione, quindi trasferito nei caratelli di legno dove matura per sette-dieci anni. La fermentazione batterica avviene in modo lento e conferisce al Vino Passito un sapore unico e brillantezza inconfondibile. La fermentazione si conclude quando la percentuale zuccherina è intorno al 15%, risultando in un prodotto caratterizzato da una dolcezza bilanciata e un alto contenuto alcolico.

Ora mi preme mostrare alcune fotografie delle viti presenti nei nostri terreni:

• nella prima foto scattata si può notare una grande quantità di foglie che sovrastano i grappoli;
• nella seconda foto (più recente) le foglie di intralcio prima presenti sono state estirpate (questa operazione avveniva solitamente nel mese di agosto).

Si decise di operare in tal modo, poiché la vite essendo una pianta molto vigorosa, impediva al grappolo di esporsi al sole per cui il rischio a cui si andava incontro era quello di far avvenire la maturazione in modo errato. Inoltre, essendo un grappolo ‘stretto’ la probabilità di esporre la vite a malattie fungine era elevata. Tuttavia, il cambiamento climatico ha reso questa pratica rischiosa a causa delle scottature solari degli acini, portando all'adozione di un nuovo metodo: lasciare l'erbaggio come protezione e per mantenere l'umidità. Ciò, sebbene utile, non è completamente efficace contro i patogeni, evidenziando la complessità della gestione agricola di fronte ai cambiamenti ambientali”.

PRESIDENTE: “Ringraziamo il Prof. Baldicchi per l’esauriente esposizione che ci ha reso, di sicura utilità per il prosieguo dei lavori dell’indagine conoscitiva. Se non le dispiace, vorremmo approfittare ancora della sua disponibilità per porle alcune domande”.

PROF. BALDICCHI: “Certamente, sono a disposizione”.

BRUGOLETTA: “Nei terreni di vostra proprietà sono presenti stazioni meteorologiche per il rilevamento dei dati climatici?”

PROF. BALDICCHI: “Sì, nel nostro terreno sono attive due stazioni meteorologiche: una tradizionale che si avvale di metodologie analogiche (pluviografo, pluviometro, idrometro, termometro) e una digitale interconnessa ad un computer. È prevista l'installazione di un'altra stazione direttamente nel vigneto, dotata di numerosi sensori in accordo con l’Agricoltura 4.0 che punta ad aumentare l’applicazione di tecnologie innovative e sostenibili nel campo agroalimentare”.

PECORELLI: “Da queste stazioni, oltre ai picchi di temperature di cui ci parlava prima, ha potuto notare qualche altra criticità dovuta al cambiamento climatico?”

PROF. BALDICCHI: “Sì, abbiamo misurato una variazione significativa sulle piogge. La diminuzione delle precipitazioni annuali ha causato una variazione nei modelli pluviometrici, con piogge sempre più concentrate in alcuni periodi dell'anno e siccità estive prolungate dannose per le coltivazioni. Le piogge torrenziali, caratterizzate da un rapido scarico di acqua, non filtrano nel terreno e non ricaricano le falde acquifere, causando danni alle colture e aumentando il rischio idrogeologico. Per contrastare queste sfide, è cruciale promuovere la costruzione di dighe e invasi per accumulare risorse idriche utili per l'agricoltura, coinvolgendo produttori, agricoltori e imprenditori del settore agrario”.

PECORELLI: “Un’ultima domanda Professore, secondo la sua esperienza, l’ottenimento della certificazione DOP potrebbe essere un utile incentivo per i produttori che già stanno combattendo contro il cambiamento climatico?”

PROF. BALDICCHI: “Sì, sarebbe estremamente vantaggioso ottenere il riconoscimento DOP e l'autorizzazione all'utilizzo del termine "Vinosanto", poiché tale denominazione, è parte integrante della cultura e della tradizione enologica non solo Toscana ma anche dell’Umbria. Questo permetterebbe ai produttori di commercializzare il loro prodotto con la corretta denominazione e perché no, esportarlo anche nei mercati esteri dando lustro al nostro territorio”.

PRESIDENTE: “Ringraziando il Prof. Baldicchi per la sua disponibilità dichiaro conclusa l’audizione e rinvio il seguito dell’indagine conoscitiva ad altra seduta”.

Fotogallery dei lavori della IX Commissione San Francesco di Sales:
https://padlet.com/dmartinelli5/vinosanto-e-alta-valle-del-tevere-gli-effetti-del-cambiament-dnv2n4oj8qrec5vg

I lavori terminano alle ore 12:30.


F.to IX Sottocommissione San Francesco di Sales