Modifiche al Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo: introduzione del diritto alla riparazione

  • Pubblicato il 21 Marzo 2022
  • da Liceo Eliano Luzzatti, Palestrina (Roma)
Modifiche al Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo: introduzione del diritto alla riparazione

Onorevoli Senatori! Ci sentiamo sempre più responsabili di scelte che abbiano a cuore la cura del nostro Paese e del nostro Pianeta.
La politica ha il dovere di fare di più per combattere l’emergenza climatica che sempre con maggiore frequenza mostra i suoi drammatici segni.
Dobbiamo attivarci concretamente verso quella transizione ecologica da più parti auspicata e non più rimandabile.
E per questo, è necessario adottare tutti quei provvedimenti che permettano al nostro Paese di sostituire, al vecchio modello di economia lineare, il più efficace e sostenibile modello di economia circolare.
Quel modello, cioè, “in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse viene mantenuto il più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo", così come auspicato più volte dalla Commissione Europea.
E un’azione importante che, in tal senso, possiamo mettere in atto è contrastare l’obsolescenza.
Che sia programmata o solo percepita dal consumatore, questa strategia industriale mira a ridurre il ciclo vitale di un prodotto limitandone la sua durata nel tempo.
Pratica, consolidata nelle moderne società industriali, che suscita nei consumatori l’esigenza e l’urgenza di accelerare la sostituzione di beni.
Il fenomeno è maggiormente evidente rispetto alle apparecchiature elettriche ed elettroniche più utilizzate come telefoni, tablet, computer, stampanti…
L’obiettivo è quello di spingere i consumatori verso nuovi acquisti che devono, secondo le aspettative delle imprese, crescere all’infinito.
La prima conseguenza di questa politica commerciale è la crescita infinita anche dei rifiuti che si generano.
Problema che diventa ancora più grave se il rifiuto è rappresentato da apparecchi elettrici ed elettronici, i c.d. RAEE, che creano un flusso continuo di rifiuti spesso ingombranti e sempre duraturi e difficili da smaltire.
E noi europei, purtroppo, abbiamo il triste primato in fatto di produzione di Raee.
A dirlo è il report "Global E-Waste Monitor 2020" dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, secondo cui i consumatori europei producono mediamente 16,2 kg di rifiuti elettronici in un anno, contro i 5,6 kg prodotti in Asia e i 2,5 kg prodotti in Africa.
Le stime prevedono inoltre numeri in aumento: le attuali 53,5 milioni di tonnellate di rifiuti potrebbero raggiungere la cifra di 74 milioni di tonnellate entro il 2030.
Questo, si comprende facilmente, non è certo sostenibile!
Altro problema non meno grave che comporta la pratica dell’obsolescenza è lo spreco di materie prime.
I Raee, infatti, sono una fonte di preziose materie prime che, se recuperate, renderebbe libera l’economia del nostro Paese dalle importazioni provenienti da Cina, Africa e Sud America.
Secondo dati forniti da Enea, dal trattamento di 1 tonnellata di schede elettroniche presenti in tutti i dispositivi, specie Pc, tablet e smartphone, è possibile ricavare 129 kg di rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 0,35 kg di argento e 0,24 kg di oro, per un valore complessivo di oltre 10 mila euro.
Questi dati rendono il recupero dei metalli nobili presenti negli strumenti elettrici ed elettronici un tema prioritario, in merito al quale la politica deve agire.
L’obsolescenza, dunque, va contrastata ed una delle strade da percorrere in tal senso è quella del riconoscimento, per i consumatori, di un diritto alla riparabilità.
Diritto da aggiungere agli altri diritti a loro già riconosciuti dal nostro Codice del Consumo,
Del resto, anche le istituzioni europee agiscono in questa direzione.
Nel dicembre 2019, la Commissione Europea ha reso nota la comunicazione sul Green Deal Europeo, il progetto che prevede di raggiungere la neutralità-carbonio nell’UE entro il 2050, in vista della quale ha annunciato una serie di iniziative di rilievo per i consumatori.
Le iniziative sono state ulteriormente specificate nel nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, pubblicato nel marzo 2020, nel quale è stata preannunciata una revisione del Codice del Consumo europeo volta ad assicurare ai consumatori, nel momento dell’acquisto, informazioni dettagliate sulla durata e la disponibilità di servizi di riparazione, sui ricambi e sui manuali di riparazione.
Fino a giungere al Regolamento (UE) 2021/341 della Commissione europea che, a decorrere dal 1 marzo 2021, ha riconosciuto ai cittadini europei il diritto alla riparazione.
La nuova normativa ha imposto, in modo particolare ai produttori di grandi elettrodomestici quali frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie, di adottare, in fase di progettazione e di realizzazione del bene, nuovi criteri che ne rendano più facile la riparazione, anche al di fuori dei canali ufficiali.
Lo stesso Regolamento obbliga i produttori ad assicurati pezzi di ricambio e istruzioni fino a dieci anni.
 Noi, però, vogliamo andare oltre!
Crediamo sia opportuno estendere il diritto alla riparabilità anche ad altri apparecchi elettrici ed elettronici e, in particolare, a tutti quegli strumenti tecnologici quali ad esempio smartphone e personal computer
Questi strumenti, tutti ormai di uso quotidiano e largamente diffuso per ogni età, sono maggiormente soggetti all’obsolescenza se si pensa che la vita media di uno smartphone è di 3 anni, mentre non supera 5 anni quella di un laptop.
Per questi prodotti, insomma, l’obsolescenza prematura, come condotta aggressiva dei produttori nei confronti dei consumatori, è maggiormente praticata e maggiori sono le negative conseguenze che tale condotta provoca anche per l’ambiente.
Per tutto ciò e in tal senso, chiediamo che, all’interno del nostro Codice del Consumo, sia inserito, tra i diritti già riconosciuti ai consumatori, il diritto alla riparabilità riguardo a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, con specifico riferimento ai grandi elettrodomestici, quali frigoriferi, lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie e televisori – come già previsto dalla normativa europea - e a tutti gli strumenti tecnologici, quali, ad esempio, smartphone, tablet, stampanti, pc, apparecchi per videogiochi. Siamo convinti che il riconoscimento di questo nuovo diritto meglio garantirebbe l'incremento e la messa a sistema di buone e corrette pratiche per le nostre attività produttive.
Pratiche che necessariamente dovranno costituire sempre più patrimonio vivo della nostra società e basi di un nuovo patto tra i soggetti economici, imprese e consumatori, per il progresso e la crescita sostenibile del Paese
Con il presente disegno di legge si chiede al Parlamento un importante passo in questa direzione.
Considerata la rilevanza del tema trattato, si auspica un celere avvio dell’iter del seguente.

Art. 1


1. Al comma 2 dell'articolo 2 del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del Consumo, di seguito indicato come “Codice del Consumo”, dopo la lettera g) è inserita la seguente:
" h) alla riparabilità del prodotto che consista in apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), di cui all'Allegato III”.


Art. 2

1. Al comma 1 dell'articolo 3 del Codice del Consumo dopo la lettera f) è inserita la seguente
" g) riparabilità: progettare il design dei prodotti in modo che possano essere facilmente riparati o sostituite le principali componenti; mettere a disposizione dei consumatori, dei rivenditori e dei riparatori, i pezzi di ricambio per un periodo di 5 anni; mettere a disposizione dei riparatori l'accesso alle informazioni e alle schede tecniche dei prodotti.

Art. 3

1. Al comma 1 dell’articolo 6 del Codice del Consumo dopo la lettera f) è inserita la seguente:
“g) tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche di cui all’Allegato III devono riportare in modo chiaro, leggibile e nella lingua del Paese di distribuzione, la data entro la quale è possibile reperire i pezzi di ricambio.

Art. 4

1. Al Codice del Consumo, dopo l’Allegato II-sexies, è aggiunto il seguente:
“Allegato III (di cui all’art. 2, comma 2)
CATEGORIE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE (AEE) RIENTRANTI NELL'AMBITO DI APPLICAZIONE DELL’ART. 2, COMMA 2:
- lavatrici;
- asciugatrici;
- lavasciuga;
- lavastoviglie;
- frigoriferi;
- smart tv;
- smartphone;
- tablet;
- stampanti;
- personal computer, computer assemblabili e componenti;
- tv e monitor;
- apparecchi fotografici;
- apparecchi per videogiochi;
- lettori di CD e di Mp3”.

 

il 31/03/2022
F. C. - Palestrina
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento parzialmente aggiuntivo:

Al articolo 2, comma 1, dopo le parole "dei rivenditori e dei riparatori," inserire le seguenti:"e non solo dei centri di assistenza autorizzati,".
Approvato
  • Voti totali: 21
  • Favorevoli: 20
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 1
il 01/04/2022
W. P. - Palestrina
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento parzialmente sostitutivo
All'art. 2 , al comma 1 , sostituire le parole
"5 anni" con le seguenti: "7 anni".
Approvato
  • Voti totali: 21
  • Favorevoli: 20
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 1
il 02/04/2022
C. B. - Palestrina (RM)
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento parzialmente aggiuntivo.

All'art. 3, al comma 1, dopo le parole: "g)" inserire le seguenti: "A decorrere dal 1 gennaio 2023".
Approvato
  • Voti totali: 21
  • Favorevoli: 17
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 4
il 04/04/2022
L. S. - Palestrina
ha proposto il seguente emendamento:
Emendamento parzialmente aggiuntivo

All'art. 2, comma 1, dopo le parole "a disposizione dei riparatori" inserire le seguenti: ", e non solo dei centri di assistenza autorizzati,".
Approvato
  • Voti totali: 21
  • Favorevoli: 19
  • Contrari: 0
  • Astenuti: 2

Onorevoli Senatori! Ci sentiamo sempre più responsabili di scelte che abbiano a cuore la cura del nostro Paese e del nostro Pianeta.
La politica ha il dovere di fare di più per combattere l’emergenza climatica che sempre con maggiore frequenza mostra i suoi drammatici segni.
Dobbiamo attivarci concretamente verso quella transizione ecologica da più parti auspicata e non più rimandabile.
E per questo, è necessario adottare tutti quei provvedimenti che permettano al nostro Paese di sostituire, al vecchio modello di economia lineare, il più efficace e sostenibile modello di economia circolare.
Quel modello, cioè, “in cui il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse viene mantenuto il più a lungo possibile e la produzione di rifiuti è ridotta al minimo", così come auspicato più volte dalla Commissione Europea.
E un’azione importante che, in tal senso, possiamo mettere in atto è contrastare l’obsolescenza.
Che sia programmata o solo percepita dal consumatore, questa strategia industriale mira a ridurre il ciclo vitale di un prodotto limitandone la sua durata nel tempo.
Pratica, consolidata nelle moderne società industriali, che suscita nei consumatori l’esigenza e l’urgenza di accelerare la sostituzione di beni.
Il fenomeno è maggiormente evidente rispetto alle apparecchiature elettriche ed elettroniche più utilizzate come telefoni, tablet, computer, stampanti…
L’obiettivo è quello di spingere i consumatori verso nuovi acquisti che devono, secondo le aspettative delle imprese, crescere all’infinito.
La prima conseguenza di questa politica commerciale è la crescita infinita anche dei rifiuti che si generano.
Problema che diventa ancora più grave se il rifiuto è rappresentato da apparecchi elettrici ed elettronici, i c.d. RAEE, che creano un flusso continuo di rifiuti spesso ingombranti e sempre duraturi e difficili da smaltire.
E noi europei, purtroppo, abbiamo il triste primato in fatto di produzione di Raee.
A dirlo è il report "Global E-Waste Monitor 2020" dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, secondo cui i consumatori europei producono mediamente 16,2 kg di rifiuti elettronici in un anno, contro i 5,6 kg prodotti in Asia e i 2,5 kg prodotti in Africa.
Le stime prevedono inoltre numeri in aumento: le attuali 53,5 milioni di tonnellate di rifiuti potrebbero raggiungere la cifra di 74 milioni di tonnellate entro il 2030.
Questo, si comprende facilmente, non è certo sostenibile!
Altro problema non meno grave che comporta la pratica dell’obsolescenza è lo spreco di materie prime.
I Raee, infatti, sono una fonte di preziose materie prime che, se recuperate, renderebbe libera l’economia del nostro Paese dalle importazioni provenienti da Cina, Africa e Sud America.
Secondo dati forniti da Enea, dal trattamento di 1 tonnellata di schede elettroniche presenti in tutti i dispositivi, specie Pc, tablet e smartphone, è possibile ricavare 129 kg di rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 0,35 kg di argento e 0,24 kg di oro, per un valore complessivo di oltre 10 mila euro.
Questi dati rendono il recupero dei metalli nobili presenti negli strumenti elettrici ed elettronici un tema prioritario, in merito al quale la politica deve agire.
L’obsolescenza, dunque, va contrastata ed una delle strade da percorrere in tal senso è quella del riconoscimento, per i consumatori, di un diritto alla riparabilità.
Diritto da aggiungere agli altri diritti a loro già riconosciuti dal nostro Codice del Consumo,
Del resto, anche le istituzioni europee agiscono in questa direzione.
Nel dicembre 2019, la Commissione Europea ha reso nota la comunicazione sul Green Deal Europeo, il progetto che prevede di raggiungere la neutralità-carbonio nell’UE entro il 2050, in vista della quale ha annunciato una serie di iniziative di rilievo per i consumatori.
Le iniziative sono state ulteriormente specificate nel nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, pubblicato nel marzo 2020, nel quale è stata preannunciata una revisione del Codice del Consumo europeo volta ad assicurare ai consumatori, nel momento dell’acquisto, informazioni dettagliate sulla durata e la disponibilità di servizi di riparazione, sui ricambi e sui manuali di riparazione.
Fino a giungere al Regolamento (UE) 2021/341 della Commissione europea che, a decorrere dal 1 marzo 2021, ha riconosciuto ai cittadini europei il diritto alla riparazione.
La nuova normativa ha imposto, in modo particolare ai produttori di grandi elettrodomestici quali frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie, di adottare, in fase di progettazione e di realizzazione del bene, nuovi criteri che ne rendano più facile la riparazione, anche al di fuori dei canali ufficiali.
Lo stesso Regolamento obbliga i produttori ad assicurati pezzi di ricambio e istruzioni fino a dieci anni.
 Noi, però, vogliamo andare oltre!
Crediamo sia opportuno estendere il diritto alla riparabilità anche ad altri apparecchi elettrici ed elettronici e, in particolare, a tutti quegli strumenti tecnologici quali ad esempio smartphone e personal computer
Questi strumenti, tutti ormai di uso quotidiano e largamente diffuso per ogni età, sono maggiormente soggetti all’obsolescenza se si pensa che la vita media di uno smartphone è di 3 anni, mentre non supera 5 anni quella di un laptop.
Per questi prodotti, insomma, l’obsolescenza prematura, come condotta aggressiva dei produttori nei confronti dei consumatori, è maggiormente praticata e maggiori sono le negative conseguenze che tale condotta provoca anche per l’ambiente.
Per tutto ciò e in tal senso, chiediamo che, all’interno del nostro Codice del Consumo, sia inserito, tra i diritti già riconosciuti ai consumatori, il diritto alla riparabilità riguardo a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche, con specifico riferimento ai grandi elettrodomestici, quali frigoriferi, lavatrici, lavasciuga, lavastoviglie e televisori – come già previsto dalla normativa europea - e a tutti gli strumenti tecnologici, quali, ad esempio, smartphone, tablet, stampanti, pc, apparecchi per videogiochi. Siamo convinti che il riconoscimento di questo nuovo diritto meglio garantirebbe l'incremento e la messa a sistema di buone e corrette pratiche per le nostre attività produttive.
Pratiche che necessariamente dovranno costituire sempre più patrimonio vivo della nostra società e basi di un nuovo patto tra i soggetti economici, imprese e consumatori, per il progresso e la crescita sostenibile del Paese
Con il presente disegno di legge si chiede al Parlamento un importante passo in questa direzione.
Considerata la rilevanza del tema trattato, si auspica un celere avvio dell’iter del seguente.

ART. 1

1. Al comma 2 dell'articolo 2 del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del Consumo, di seguito indicato come “Codice del Consumo”, dopo la lettera g) è inserita la seguente:
" h) alla riparabilità del prodotto che consista in apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), di cui all'Allegato III”.


Art. 2

1. Al comma 1 dell'articolo 3 del Codice del Consumo dopo la lettera f) è inserita la seguente
" g) riparabilità: progettare il design dei prodotti in modo che possano essere facilmente riparati o sostituite le principali componenti; mettere a disposizione dei consumatori, dei rivenditori e dei riparatori, e non solo dei centri di assistenza autorizzati, i pezzi di ricambio per un periodo di 7 anni; mettere a disposizione dei riparatori, e non solo dei centri di assistenza autorizzati, l'accesso alle informazioni e alle schede tecniche dei prodotti.


Art. 3

1. Al comma 1 dell’articolo 6 del Codice del Consumo dopo la lettera f) è inserita la seguente:
“g)  a decorrere dal 1 gennaio 2023 tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche di cui all’Allegato III devono riportare in modo chiaro, leggibile e nella lingua del Paese di distribuzione, la data entro la quale è possibile reperire i pezzi di ricambio.


ART. 4
1. Al Codice del Consumo, dopo l’Allegato II-sexies, è aggiunto il seguente:
“Allegato III (di cui all’art. 2, comma 2)
CATEGORIE DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE (AEE) RIENTRANTI NELL'AMBITO DI APPLICAZIONE DELL’ART. 2, COMMA 2:
- lavatrici;
- asciugatrici;
- lavasciuga;
- lavastoviglie;
- frigoriferi;
- smart tv;
- smartphone;
- tablet;
- stampanti;
- personal computer, computer assemblabili e componenti;
- tv e monitor;
- apparecchi fotografici;
- apparecchi per videogiochi;
- lettori di CD e di Mp3”.

Approfondimento