Introduzione della disciplina "educazione sessuale" nelle scuole secondarie di primo e secondo grado

  • Pubblicato il 16 Marzo 2023
  • da I. I. S. S. Sciascia-Fermi - Liceo Linguistico Classe 4B, Sant'Agata di Militello (Messina)
Introduzione della disciplina "educazione sessuale" nelle scuole secondarie di primo e secondo grado

ONOREVOLI SENATORI! – Il presente disegno di legge qui di seguito avanzato, prevede l’introduzione della disciplina “EDUCAZIONE SESSUALE” nelle scuole secondarie di primo e secondo grado come Istituzione di percorsi didattici e programmi che vertono sulla parità di genere, sull’affettività e sulla consapevole sessualità come necessaria formazione individuale. Educare alla sessualità e al rispetto dell'altro e del proprio corpo, vorrebbe dire formare civilmente e con consapevolezza critica lo studente, che sarà il cittadino del domani.
È basilare, per la formazione di un buon cittadino l'introduzione di questa nuova disciplina all'interno dei percorsi didattici della scuola secondaria, necessaria a fornire gli strumenti per il raggiungimento di una educazione completa.
La nostra richiesta prevede l’inserimento nelle materie scientifiche curriculari per un monte ore di 18 ad anno scolastico, così ripartite: 2 ore al mese di medicina ed educazione sessuale con la compresenza di una figura professionale del settore, da affiancare al docente curricolare.
Non ci sono spese finali da ricoprire poiché non esistono oneri aggiuntivi: i pagamenti rientrano in quelli già esistenti in quanto l'insegnamento di scienze e l’approfondimento svolto dai ginecologi, figure che hanno già la funzione di educare i giovani qualora questi si rivolgessero ai consultori, sono già retribuiti.
Scuola Futura, una piattaforma della pubblica istruzione che si occupa della formazione nell’ambito del PNRR, gestisce tutti i finanziamenti destinati all’istruzione italiana, prevede un programma formativo di rafforzamento delle scuole per potenziare le competenze di base di studentesse e studenti e promuovere successo educativo e inclusione sociale, grazie alla capacità di intervenire in modo mirato alle specifiche realtà territoriali e personalizzato sui bisogni di ragazze e ragazzi.
L’ attuale sistema normativo non prevede leggi sull’educazione sessuale ed introdurne una equivale a garantire una giusta informazione negli ambiti biologico-sessuale e psicologico-relazionale, parti integranti del comportamento umano. L’impegno della scuola quale comunità educante, è quello di  aiutare lo studente a riflettere sui rapporti con sé e gli altri, di promuovere la conoscenza di sé e dell’altro, diverso da sé.
L’assenza di un programma adatto a contesti sociali e fasce d’età rende l’educazione sessuale un tabù, così il compito di affrontare l’argomento è assegnato ai genitori che spesso non fanno fronte alle esigenze dei propri figli di avere un approccio con la sessualità e l'affettività, ciò causa che siano i ragazzi stessi ad informarsi sui temi attraverso ricerche on-line e scambio di conoscenze con i coetanei.
Nonostante non vi siano leggi che prevedano l’insegnamento della disciplina nelle scuole, la Costituzione custodisce i principi che fungono da pilastro per un compiuto insegnamento dell’educazione alla sessualità: l’inviolabilità dei diritti dell’uomo come singolo e nelle formazioni sociali (art. 2); la pari dignità e l’uguaglianza di tutti i cittadini (art. 3); il riconoscimento e la tutela del diritto alla salute (art. 32), del diritto all’istruzione (artt. 33 e 34). È proprio partendo da questi che sono stati scritti gli articoli del seguente disegno di legge recante norme sull’introduzione della disciplina “educazione sessuale” nelle scuole di primo e secondo grado.

ART.1
PRINCIPI

 

L’ educazione sessuale è un intervento educativo per tutti gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. La nuova disciplina mira alla consapevolezza della sessualità negli ambiti biologico-sessuale e psicologico-relazionale. L’educazione sessuale completa le competenze in uscita.

ART.2
OBIETTIVI


Con l’inserimento dell’educazione sessuale come disciplina scolastica autonoma, la scuola italiana, nello specifico le secondarie di primo e secondo grado, si impegna a fornire un importante contributo alla crescita e al sano sviluppo psico-fisico dello studente-cittadino.
L’educazione alla sessualità è basata sul rispetto dell’altro con la sua diversità come superamento dei pregiudizi e dei cliché morali e sociali.

ART.3
ATTUAZIONE NELLE SCUOLE

 

Prendendo spunto dalla normativa europea vigente in materia di educazione alla sessualità, le organizzazioni scolastiche, con il supporto ed il sostegno del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si impegnano a predisporre tutti gli atti necessari per attuare l’insegnamento della disciplina “Educazione sessuale” entro un anno dall’entrata in vigore della legge.
Tutti i territori italiani, comprese le regioni a statuto speciale e le province autonome, applicano le disposizioni della presente legge.

 

ART.4
INSEGNAMENTO


La nuova disciplina è insegnata dal docente curricolare di scienze naturali in compresenza di una figura professionale del settore, medico-ginecologo del consultorio.
Durante le lezioni sono affrontati argomenti di anatomia, di stile di vita adolescenziale, di rapporti sessuali. Gli alunni devono conoscere le normative specifiche che riguardano la sessualità e i dati concernenti le malattie sessualmente trasmissibili.

ART.5
SPESE FINALI


Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le spese rientrano in quelle già previste per l’insegnamento delle scienze e per l’attività di informazione e formazione dei giovani già svolta dai consultori.
Le amministrazioni interessate dalla presente legge svolgono le attività previste con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

 

il 29/03/2023
S. C. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
1.1
Al comma 3 dopo “in uscita” si aggiungono le seguenti parole “in campo sociale e civile”.
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 17
  • Contrari: 4
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
D. M. B. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
2.1
Al comma 1 la parola "cittadino" è soppressa.
Respinto
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 1
  • Contrari: 19
  • Astenuti: 3
il 29/03/2023
D. L. - Sant’agata di militello ME
ha proposto il seguente emendamento:
2.2
Al comma 2 sostituire la parola "cliché" con la parola "preconcetti".
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 19
  • Contrari: 3
  • Astenuti: 1
il 29/03/2023
C. C. N. - Sant’Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
3.1
Al comma 1 sostituire “entro un anno dall’entrata in vigore” con le seguenti parole “entro l’inizio del successivo anno scolastico dall’ entrata in vigore”.
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 16
  • Contrari: 4
  • Astenuti: 3
il 29/03/2023
E. R. V. P. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
4.1
All'articolo 4, apportare le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, dopo “dal docente curriculare di scienze naturali in compresenza” aggiungere la parola “obbligatoria”
b) al comma 1, dopo la parola "compresenza" sostituire “di” con la preposizione “con”
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 18
  • Contrari: 3
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
E. R. V. P. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
5.1
All’articolo 5, dopo il comma 2, aggiungere un nuovo comma:
"Ogni istituto può decidere, in maniera autonoma, di attuare eventuali progetti-approfondimenti nell’ambito del programma “FUTURA - LA SCUOLA PER L’ITALIA DI DOMANI”
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 17
  • Contrari: 2
  • Astenuti: 4
il 29/03/2023
D. L. - Sant’agata di militello ME
ha proposto il seguente emendamento:
5.1/1
Aggiungere in fine le parole “e dei programmi PON – FSE”
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 17
  • Contrari: 4
  • Astenuti: 2
il 29/03/2023
S. C. - Sant'Agata di Militello (ME)
ha proposto il seguente emendamento:
2.3
Al comma 2 dopo “diversità” sono aggiunte le parole “e peculiarità”
Approvato
  • Voti totali: 23
  • Favorevoli: 17
  • Contrari: 3
  • Astenuti: 3

ONOREVOLI SENATORI! – Il presente disegno di legge qui di seguito avanzato, prevede l’introduzione della disciplina “EDUCAZIONE SESSUALE” nelle scuole secondarie di primo e secondo grado come Istituzione di percorsi didattici e programmi che vertono sulla parità di genere, sull’affettività e sulla consapevole sessualità come necessaria formazione individuale. Educare alla sessualità e al rispetto dell'altro e del proprio corpo, vorrebbe dire formare civilmente e con consapevolezza critica lo studente, che sarà il cittadino del domani. È basilare, per la formazione di un buon cittadino l'introduzione di questa nuova disciplina all'interno dei percorsi didattici della scuola secondaria, necessaria a fornire gli strumenti per il raggiungimento di una educazione completa. La nostra richiesta prevede l’inserimento nelle materie scientifiche curriculari per un monte ore di 18 ad anno scolastico, così ripartite: 2 ore al mese di medicina ed educazione sessuale con la compresenza di una figura professionale del settore, da affiancare al docente curricolare. Non ci sono spese finali da ricoprire poiché non esistono oneri aggiuntivi: i pagamenti rientrano in quelli già esistenti in quanto l'insegnamento di scienze e l’approfondimento svolto dai ginecologi, figure che hanno già la funzione di educare i giovani qualora questi si rivolgessero ai consultori, sono già retribuiti. Scuola Futura, una piattaforma della pubblica istruzione che si occupa della formazione nell’ambito del PNRR, gestisce tutti i finanziamenti destinati all’istruzione italiana, prevede un programma formativo di rafforzamento delle scuole per potenziare le competenze di base di studentesse e studenti e promuovere successo educativo e inclusione sociale, grazie alla capacità di intervenire in modo mirato alle specifiche realtà territoriali e personalizzato sui bisogni di ragazze e ragazzi. L’ attuale sistema normativo non prevede leggi sull’educazione sessuale ed introdurne una equivale a garantire una giusta informazione negli ambiti biologico-sessuale e psicologico-relazionale, parti integranti del comportamento umano. L’impegno della scuola quale comunità educante, è quello di aiutare lo studente a riflettere sui rapporti con sé e gli altri, di promuovere la conoscenza di sé e dell’altro, diverso da sé. L’assenza di un programma adatto a contesti sociali e fasce d’età rende l’educazione sessuale un tabù, così il compito di affrontare l’argomento è assegnato ai genitori che spesso non fanno fronte alle esigenze dei propri figli di avere un approccio con la sessualità e l'affettività, ciò causa che siano i ragazzi stessi ad informarsi sui temi attraverso ricerche on-line e scambio di conoscenze con i coetanei. Nonostante non vi siano leggi che prevedano l’insegnamento della disciplina nelle scuole, la Costituzione custodisce i principi che fungono da pilastro per un compiuto insegnamento dell’educazione alla sessualità: l’inviolabilità dei diritti dell’uomo come singolo e nelle formazioni sociali (art. 2); la pari dignità e l’uguaglianza di tutti i cittadini (art. 3); il riconoscimento e la tutela del diritto alla salute (art. 32), del diritto all’istruzione (artt. 33 e 34). È proprio partendo da questi che sono stati scritti gli articoli del seguente disegno di legge recante norme sull’introduzione della disciplina “educazione sessuale” nelle scuole di primo e secondo grado.


ART.1
PRINCIPI

L’educazione sessuale è un intervento educativo per tutti gli alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado. La nuova disciplina mira alla consapevolezza della sessualità negli ambiti biologico-sessuale e psicologico-relazionale. L’educazione sessuale completa le competenze in uscita in campo sociale e civile.


ART.2
OBIETTIVI

Con l’inserimento dell’educazione sessuale come disciplina scolastica autonoma, la scuola italiana, nello specifico le secondarie di primo e secondo grado, si impegna a fornire un importante contributo alla crescita e al sano sviluppo psico-fisico dello studente-cittadino.
L’educazione alla sessualità è basata sul rispetto dell’altro con la sua diversità e peculiarità come superamento dei pregiudizi e dei preconcetti morali e sociali.


ART.3
ATTUAZIONE NELLE SCUOLE

Prendendo spunto dalla normativa europea vigente in materia di educazione alla sessualità, le organizzazioni scolastiche, con il supporto ed il sostegno del Ministero dell’Istruzione e del Merito, si impegnano a predisporre tutti gli atti necessari per attuare l’insegnamento della disciplina “Educazione sessuale” entro l’inizio del successivo anno scolastico dall’entrata in vigore.
Tutti i territori italiani, comprese le regioni a statuto speciale e le province autonome, applicano le disposizioni della presente legge.


ART.4
INSEGNAMENTO

La nuova disciplina è insegnata dal docente curricolare di scienze naturali in compresenza obbligatoria con una figura professionale del settore, medico-ginecologo del consultorio.
Durante le lezioni sono affrontati argomenti di anatomia, di stile di vita adolescenziale, di rapporti sessuali. Gli alunni devono conoscere le normative specifiche che riguardano la sessualità e i dati concernenti le malattie sessualmente trasmissibili.


ART.5
SPESE FINALI

Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Le spese rientrano in quelle già previste per l’insegnamento delle scienze e per l’attività di informazione e formazione dei giovani già svolta dai consultori.
Le amministrazioni interessate dalla presente legge svolgono le attività previste con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Ogni istituto può decidere, in maniera autonoma, di attuare eventuali progetti-approfondimenti nell’ambito del programma “FUTURA - LA SCUOLA PER L’ITALIA DI DOMANI” e dei programmi PON - FSE.

 

Approfondimento

Approfondimento normativo

In Italia l’educazione sessuale non è materia di insegnamento. Essa può essere prevista tra le iniziative nell’ambito dell’autonomia organizzativa e didattica delle singole scuole, ma molto spesso ciò non avviene o il tempo ad esse previsto si riduce a qualche ora. Si rende pertanto necessario che sia il legislatore ad inserirla nelle scuole come materia curricolare.

L’autonomia didattica e organizzativa delle scuole è stata prevista da diverse disposizioni legislative già dal 1997 con la legge n. 59 secondo la quale l'autonomia organizzativa, finalizzata alla realizzazione di un efficiente ed efficace servizio scolastico, si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazioni e tempo di insegnamento, con un miglior utilizzo delle risorse e delle strutture inserite nel territorio. Ciò viene ribadito con il DPR 275/99. L'Autonomia più significativa per le istituzioni scolastiche è quella didattica, "finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali dell'istruzione", si basa sul rispetto della libertà di insegnamento e sulla scelta educativa da parte delle famiglie. Strumento operativo, secondo il comma 17 della legge 107/2015, “La Buona Scuola”, è il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), un vero documento di identità culturale delle singole scuole che esplicita la progettazione triennale curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa. L'obiettivo che si pone è l’elevamento di una scuola che promuova l’attuazione di pari dignità, garantita dal concetto di identità, attraverso l’insegnamento e l’apprendimento di tematiche che comprendono anche la prevenzione dalla violenza di ogni genere e dalle discriminazioni. Proprio grazie al PTOF alcuni istituti hanno avviato dei progetti curriculari o extracurriculari volti a istituire percorsi di educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole. 

Una delle iniziative più interessanti ed importanti riguarda l’Emilia-Romagna, che ispirandosi a un percorso olandese “Long live love” ha dato il via al progetto “W l’amore”, un piano non imposto alle scuole ma proposto. 

Nonostante le diverse proposte di legge queste non sono mai state approvate. Già nel 1999, è stata presentata la proposta di legge n. 1722 del 1° luglio, con cui si proponeva l’introduzione dei temi attinenti all’educazione alla sessualità nelle scuole.

La proposta di legge n. 2741 del 6 giugno 2007, “Disciplina dell'educazione alla sessualità nelle scuole della Repubblica” propone l’inserimento dell'educazione alla sessualità nelle scuole italiane, citando e prendendo come esempio gli altri stati europei, in cui già fa parte della programmazione didattica. Tra le più recenti ricordiamo il disegno di legge Costantino del 2013 “Introduzione dell’insegnamento sentimentale nelle scuole del primo e del secondo ciclo d’istruzione” e la proposta di legge Chimienti nel 2014. Quest’ultima prevede l’istituzione di percorsi didattici e programmi di educazione alla parità di genere, all’affettività e alla sessualità consapevole nelle scuole secondarie di primo grado e nei primi due anni delle scuole secondarie di secondo grado, nonché integrazione dei corsi di studio universitari. Tra le finalità di tale proposta vi sono:

- illustrare i dinamismi bio-fisiologici e anatomici del corpo umano;

-superare gli stereotipi diffusi nella società civile;

-portare lo studente alla riflessione in ambito affettivo-relazionale;

-supportare le famiglie.

Vista la mancanza di legislazioni in Italia abbiamo ricercato e analizzato quelle riguardanti la disciplina in Austria e Spagna. In Austria, l’educazione sessuale è obbligatoria dal 1970. Già alle scuole elementari la tematica si affronta durante l'ora di biologia e diversi sono i progetti a cui le scuole possono aderire. Tra questi vi è il “Love Talks”, nato nel 1990, che include anche i genitori con lo scopo di promuovere una mentalità basata sul rispetto reciproco e fornire le informazioni più “tecniche” e scientifiche. Gli alunni possono ottenere aiuto attraverso programmi di consulenza scolastica gratuita o chiamando il RAT AUF WIRE al 147.

In Spagna nel marzo 2006, il Ministero dell'educazione ha promosso la diffusione di un volumetto intitolato “L'educazione sessuale di bambini e bambine sotto i 12 anni” con lo scopo di favorire l'uguaglianza di opportunità tra i sessi e contribuire a sradicare comportamenti e atti di violenza sessuale. Il Congresso ha approvato la legge organica di garanzia della libertà sessuale che prevede strumenti penali e misure di contrasto della violenza sessuale e dà rilevanza ad attività di prevenzione come l’educazione sessuale, l’educazione sull’uguaglianza di genere e affettivo-sessuale che dovranno essere assicurate in tutti i cicli scolastici e saranno obbligatorie anche in alcuni corsi universitari, come nel campo sanitario, dell’educazione e in quello giuridico.

Approfondimento tematico

In questi anni, noi studenti, abbiamo avuto l’occasione di osservare come molti argomenti legati all'intimità rappresentano ancora dei tabù, congiunti soprattutto a problematiche di tipo morale. Spesso i giovani hanno un approccio alla sessualità poco consapevole a causa di una mancata o non corretta educazione alla sessualità; ciò influisce sulla vita di ogni giorno, rappresentando la causa principale di diversi disagi quotidiani, pronti a diventare grandi problemi per il futuro.
La scuola è il luogo per eccellenza in cui gettare le basi per una consapevolezza critica e informata del proprio agire sessuale. L'introduzione all'interno dei percorsi didattici della scuola di primo e secondo grado dell’educazione sessuale come nuova e autonoma disciplina offre gli strumenti per creare un sano, corretto e attivo rapporto interpersonale: è dal proprio agire che ciascuno di noi si distingue come buon cittadino del mondo.
Le ricerche sono partite dai territori circostanti la nostra scuola per poi raggiungere il territorio nazionale.  Considerando i dati emersi interrogando i consultori dei paesi limitrofi, tra cui Capo D’Orlando, Tortorici, Sant’Agata di Militello e Acquedolci abbiamo appreso che le ragazze che hanno frequentato il consultorio nel 2022 sono 344 e hanno un’età compresa tra i 13 e i 24 anni; probabilmente un numero basso di ragazze che tendono a informarsi!
Negli ultimi anni in Europa sono aumentati i casi di sfruttamento sessuale e diffusione di materiale pedopornografico con protagonisti minori e adolescenti. Dal 2019 al 2021 c’è stato un aumento di 10 milioni di segnalazioni di minori sfruttati o scomparsi. Il centro Internet Watch Foundation conferma la tendenza: le segnalazioni sono aumentate del 20% tra il 2021 e il 2022. Telefono azzurro evidenzia che i mezzi tecnologici hanno favorito nuove pratiche di abuso e che nei primi dieci mesi del 2022 ha gestito 231 casi di abuso/sfruttamento in rete e fuori dalla rete, una media di 23 casi al mese.  Ogni singolo caso gestito può contenere molteplici motivazioni afferenti all'area dell’abuso e dello sfruttamento offline e online e, allo stesso modo, ogni singolo minore aiutato può essere stato coinvolto in situazioni di pregiudizio sia offline che online. Le motivazioni relative all’area dell’online sono state 95, quelle relative all’offline 180 (toccamenti e molestie) per un totale di 275. Nell’arco temporale considerato, i minori aiutati da Telefono azzurro sono stati 271, quindi quasi uno al giorno. In linea con i dati della Fondazione, l’identikit del minore vittima di abuso e sfruttamento sessuale offline è prevalentemente di genere femminile, di fascia di età 11-14 anni (preadolescenti) e vittima di abuso intra-familiare. Se passiamo all’online le vittime restano a prevalenza di genere femminile ma di fascia d’età superiore, ovvero adolescenti oltre i 14 anni e tipicamente vittime di estranei.  
Il fondamentale report europeo del 2013, Policies for Sexuality Education in European Union, sottolinea come l’educazione sessuale sia ormai materia curricolare obbligatoria nella maggior parte dei paesi europei, fatta eccezione per Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania e Italia. Arrivando all’oggi, dieci anni dopo il report, non si può dire che qualcosa sia effettivamente cambiato: tra proposte di legge mai attuate e organizzazioni della società civile che ostacolano il dibattito pubblico, dobbiamo constatare che l’educazione sessuale in Italia rimane fortemente frammentaria, con interventi molto diversificati sul territorio e affidata all’iniziativa individuale e/o associativa di alcuni volenterosi.  L’OMS afferma che la salute della persona non riguarda solo l’aspetto biologico dell’uomo ma anche e soprattutto quello psicologico. Lo scopo dell’educazione sessuale è proprio quello di informare sul benessere fisico e mentale; la scelta ci è parsa semplice ed immediata poiché per noi adolescenti appare essenziale stabilire un rapporto consapevole ed eticamente corretto con gli altri e con noi stessi.