Libertà di scelta: il diritto alla “buona morte”

  • Pubblicato il 25 Marzo 2025
  • da ITES “E. Carafa”, Andria (Bt)
Libertà di scelta: il diritto alla “buona morte”

Onorevoli Senatrici e Senatori,

La morte è un aspetto inevitabile dell'esistenza umana, ma come arrivarci e con quale dignità, è una questione che oggi necessita di un dibattito approfondito e di una riflessione condivisa. Con  questa proposta di legge intendiamo portare all’attenzione del Parlamento, una questione di una profonda rilevanza giuridica, etica e sociale: la tutela del principio di autodeterminazione personale e del diritto di scelta sul fine vita, la “buona morte “in Italia.

In un Paese democratico e civile, il diritto all’autodeterminazione della persona deve essere inviolabile, specialmente nei momenti più delicati della vita. Oggi, molti cittadini italiani, affetti da patologie irreversibili o da sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili, non hanno possibilità legale di porre fine, in modo dignitoso, alla propria esistenza. Questa lacuna normativa obbliga molte persone a recarsi all’estero (in Paesi dove l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito sono già legalizzati), oppure a vivere in condizioni disumane, contrarie ai principi fondamentali della nostra Costituzione.

La presente proposta di legge mira a riconoscere e regolamentare la possibilità, per individui capaci di intendere e di volere, affetti da patologie inguaribili, di richiedere l’eutanasia attiva volontaria, nel rispetto di rigorosi criteri di controllo, garanzie procedurali e un’approfondita valutazione medica ed etica.

La questione è inoltre di estrema attualità anche alla luce della sentenza n. 242/2019della Corte Costituzionale con cui la stessa ha dichiarato illegittimo il divieto in vigore, invitando il Parlamento a disciplinare la materia, dettando i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. Con una successiva pronuncia, la sentenza n. 135/2024, la Consulta ha poi precisato che tanto la nozione di trattamenti di sostegno vitale, (tra i requisiti per accedere al fine vita,) quanto le condizioni e le modalità di esecuzione devono essere verificate da strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente. La stessa sentenza, ha lanciato un appello stringente perché sia garantita a tutti i pazienti un’ effettiva possibilità di accesso alle cure palliative appropriate per alleviare la sofferenza il più delle  volte atroce, come previsto dalla Legge n. 38/2010.

 

In tal senso l’11/02/25 il Consiglio regionale della Toscana, primo fra tutte le regioni italiane, ha approvato il testo di legge che disciplina  il fine vita, perfettamente in linea con la sentenza della Corte Costituzionale , regolando  i requisiti, la procedura, i tempi e le modalità per accedere al suicidio assistito, inteso  come “un forte messaggio di civiltà”. 

La Toscana, dunque, ha posto le basi per una riflessione nazionale sul tema, mostrando come sia possibile conciliare il diritto alla vita con il diritto alla morte dignitosa, rispondendo così a una domanda sempre più diffusa tra i cittadini italiani, che chiedono una legislazione che rispetti il loro diritto di autodeterminarsi anche nell'ultimo momento della loro esistenza.

 La proposta legislativa che presentiamo, dunque, si basa sul principio della libertà individuale, intesa come diritto di ogni persona di decidere in merito alla propria esistenza, compreso il momento in cui essa deve concludersi. L'intervento legislativo ha come obiettivo quello di garantire che la scelta di accedere al fine vita avvenga in un contesto di legalità, trasparenza e sicurezza, tutelando al contempo le persone vulnerabili e prevenendo abusi.

Il  presente disegno di legge ha un duplice scopo, da un lato garantire il diritto alla morte dignitosa e dall’altro regolare e legalizzare la buona morte  in modo sicuro e trasparente. La legge, tout court, vuole tutelare la libertà di scegliere il proprio destino senza soffrire atrocemente a chi è affetto da una malattia terminale o da un'infermità grave e irreversibile. Il diritto di morire con dignità deve essere tutelato come parte integrante del diritto alla salute e all'autodeterminazione della persona. È fondamentale che tale scelta venga disciplinata in modo chiaro e preciso, evitando il rischio di aberrazioni e pressioni indebite su persone vulnerabili. L'introduzione di un percorso normativo che comprenda il consenso informato, la valutazione medica e la supervisione giudiziaria è conditio sine qua non  per garantire che l'eutanasia avvenga in condizioni di sicurezza. 

L'attuale quadro normativo italiano non prevede esplicitamente la possibilità di accedere all'eutanasia, e anzi, l'articolo 579 del Codice Penale punisce l'omicidio del consenziente, con una pena che va dai 6 ai 15 anni di reclusione. La presente proposta prevede quindi le seguenti modifiche alla normativa vigente:

1.    Introduzione del diritto alla morte assistita: Si propone l'introduzione di una normativa che consenta la morte assistita, ovvero l'atto di un medico che, su richiesta esplicita e consapevole del paziente, somministri un farmaco letale, in modo da porre fine alla sua sofferenza. Sarà necessario che la persona sia in grado di manifestare il proprio consenso in modo inequivocabile e che la condizione medica che giustifica la richiesta di eutanasia sia documentata in modo adeguato da una commissione medica indipendente.

2.    Creazione di un protocollo rigoroso: Il disegno di legge prevede la creazione di un protocollo che garantisca che solo le persone che soddisfano criteri specifici possano accedere all'eutanasia, come ad esempio una diagnosi di malattia terminale o di sofferenza fisica o psichica insopportabile, e che abbiano espresso il proprio desiderio di morire in modo esplicito e in piena lucidità.

3.    Estensione della libertà di scelta: La proposta sancisce che la decisione di chiedere l'eutanasia debba essere libera da qualsiasi tipo di coercizione, e che venga rispettato il diritto del paziente di rifiutare trattamenti che possano prolungare la sua vita in condizioni di sofferenza. La libertà di scelta sarà accompagnata da una consulenza psicologica e legale per garantire che la decisione sia presa consapevolmente e senza pressioni esterne.

Monitoraggio e supervisione da parte della magistratura: Ogni caso di eutanasia dovrà essere supervisionato dalla magistratura, al fine di verificare la regolarità della richiesta e l'assenza di violazioni delle normative in materia di tutela della persona e della sua volontà. In questo modo si evita che l'eutanasia possa essere strumentalizzata in contesti diversi da quelli previsti dalla legge.

 

Il presente disegno di legge muove dal concetto di morte dignitosa, principio che trova fondamento nella tutela della libertà individuale e nella necessità di garantire, anche nel fine vita, il pieno rispetto della persona umana.

Nel nostro ordinamento giuridico, il diritto alla salute è costituzionalmente garantito, così come la libertà di autodeterminazione. Tuttavia, queste garanzie fondamentali non possono dirsi pienamente realizzate se non si consente al cittadino, in presenza di condizioni cliniche irreversibili e insopportabili, di scegliere consapevolmente e liberamente di porre fine alle proprie sofferenze attraverso un percorso normato, trasparente e controllato.

L'obiettivo di questo intervento legislativo è colmare un vuoto normativo che, ad oggi, costringe molti cittadini italiani a rivolgersi a strutture estere, spesso lontane dagli affetti e da un adeguato accompagnamento psicologico e sanitario, per esercitare una scelta che attiene alla sfera più intima e inviolabile della persona.

Legalizzare la morte medicalmente assistita – significa restituire dignità a chi, in condizioni cliniche definite, desidera interrompere un percorso di vita divenuto, per propria libera valutazione, incompatibile con una esistenza degna. Non si tratta di una spinta alla morte, ma di una tutela consapevole della libertà di vivere secondo la propria idea di dignità, anche nell’ultimo atto dell’esistenza.

Sono previste tutele per il consenso informato, per l’eventuale obiezione di coscienza da parte del personale sanitario, e per il controllo giurisdizionale dell’intero procedimento.

Non si propone una scorciatoia né una banalizzazione della morte, ma una strada di libertà, consapevolezza e compassione. È tempo che anche il nostro ordinamento riconosca come parte integrante del diritto alla vita il diritto a una morte libera e dignitosa.

Noi dunque rispondiamo a questo appello con una proposta che intende garantire e tutelare la dignità umana, la libertà individuale e il rispetto della vita, anche nel momento della morte. 

 

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1 – Oggetto e finalità
La presente legge disciplina le condizioni e le modalità per l’accesso all’eutanasia attiva volontaria da parte di persone affette da patologie irreversibili o terminali, causa di sofferenze fisiche o psichiche insopportabili, nel rispetto della dignità umana, della libertà di autodeterminazione e dei diritti fondamentali della persona.

Art. 2 – Requisiti per l’accesso all’eutanasia

Può richiedere l’eutanasia ogni persona che:
a) abbia compiuto il diciottesimo anno di età;
b) sia capace di intendere e di volere;
c) sia affetta da una patologia accertata, irreversibile e a prognosi infausta, oppure da una condizione clinica che comporti gravi e insopportabili sofferenze fisiche o psicologiche, non altrimenti alleviabili;
d) abbia espresso la volontà in modo libero, consapevole, informato e reiterato.

Art. 3 – Procedura di richiesta

La richiesta di eutanasia deve essere presentata in forma scritta al medico curante, accompagnata da una relazione medica dettagliata. La richiesta deve essere valutata da una commissione medica multidisciplinare nominata dall’Azienda Sanitaria Locale, composta da almeno: un medico palliativista; uno psichiatra; un medico legale; un rappresentante etico o bioetico. La commissione, entro 30 giorni, valuta l’ammissibilità della richiesta. In caso di parere favorevole, autorizza la procedura.

Art. 4 – Garanzie e tutele

Il richiedente può in qualsiasi momento revocare la richiesta. Nessun medico o operatore sanitario è obbligato a partecipare all’esecuzione dell’eutanasia contro la propria coscienza; è garantita l’obiezione di coscienza. La procedura può essere eseguita esclusivamente in strutture sanitarie pubbliche o private accreditate, in condizioni che garantiscano rispetto, riservatezza e sicurezza.

Art. 5 – Vigilanza e controlli

È istituito presso il Ministero della Salute un Registro Nazionale delle Procedure Eutanasiche, al solo fine di monitoraggio e statistica. Ogni procedura è soggetta a revisione e verifica da parte del Comitato Etico Regionale.

Art. 6 – Norma transitoria e finale
Fino alla completa istituzione dei registri e delle commissioni previste, le richieste saranno esaminate da commissioni provvisorie nominate dal Ministero della Salute.
La presente legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Onorevoli Senatrici e Senatori,

La morte è un aspetto inevitabile dell'esistenza umana ma come arrivarci e con quale dignità, è una questione che oggi necessita di un dibattito approfondito e di una riflessione condivisa. Con questa proposta di legge intendiamo portare all' attenzione del Parlamento  una questione di profonda rilevanza giuridica ma anche etica e sociale: la tutela del diritto di scelta sul fine vita in Italia.In un Paese democratico e civile, il diritto all’autodeterminazione della persona deve essere inviolabile, specialmente nei momenti più delicati della vita. Nel nostro ordinamento giuridico, il diritto alla salute è costituzionalmente garantito, così come la libertà di autodeterminazione. Tuttavia, queste garanzie fondamentali non possono dirsi pienamente realizzate se non si consente al cittadino, in presenza di condizioni cliniche irreversibili e insopportabili, di scegliere consapevolmente e liberamente di porre fine alle proprie sofferenze attraverso un percorso normato, trasparente e controllato.Oggi, molti cittadini italiani, affetti da patologie irreversibili o da sofferenze fisiche e psicologiche intollerabili, non hanno possibilità legale di porre fine, in modo dignitoso, alla propria esistenza. Questa lacuna normativa obbliga molte persone a recarsi all’estero (in Paesi dove l’eutanasia o il suicidio medicalmente assistito sono già legalizzati), oppure a vivere in condizioni disumane, contrarie ai principi fondamentali della nostra Costituzione.La questione è inoltre di estrema attualità anche alla luce della sentenza n. 242/2019 della  Corte Costituzionale con cui la stessa ha dichiarato illegittimo il divieto in vigore, invitando il Parlamento a colmare il vuoto normativo e a disciplinare la materia, dettando i requisiti per l’accesso al suicidio assistito. Con una successiva pronuncia, la sentenza n. 135/2024, la Consulta ha poi precisato che tanto la nozione di trattamenti di sostegno vitale, (tra i requisiti per accedere al fine vita,) quanto le condizioni e le modalità di esecuzione devono essere verificate da strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente. La stessa sentenza, ha lanciato un appello stringente perché sia garantita a tutti i pazienti un’ effettiva possibilità di accesso alle cure palliative appropriate per alleviare la sofferenza il più delle  volte atroce, come previsto dalla Legge n. 38/2010. Il Consiglio regionale della Toscana, prima regione italiana,l'11.02.25 ha approvato la legge sul fine vita che regola i requisiti, la procedura, i tempi e le modalità per accedere al suicidio assistito, inteso  come “un forte messaggio di civiltà”. 

La Toscana, dunque, ha posto le basi per una riflessione nazionale sul tema, mostrando come sia possibile conciliare il diritto alla vita con il diritto alla morte dignitosa, alla "buona morte" rispondendo così a una domanda sempre più diffusa tra i cittadini italiani che chiedono una legislazione che rispetti il loro diritto di autodeterminarsi anche nell'ultimo momento della loro esistenza.La proposta legislativa che presentiamo, dunque, si basa sul principio della libertà individuale, intesa come diritto di ogni persona di decidere in merito alla propria esistenza, compreso il momento in cui essa deve concludersi. L'intervento legislativo ha come obiettivo quello di garantire che la scelta di accedere alla buona morte avvenga in un contesto di legalità, trasparenza e sicurezza, tutelando al contempo le persone vulnerabili e prevenendo abusi.

Il  presente disegno di legge ha un duplice scopo, da un lato garantire il diritto alla morte dignitosa e dall’altro regolamentare il fine vita in modo sicuro e trasparente. La legge, tout court, vuole tutelare la libertà di scegliere il proprio destino senza soffrire atrocemente a chi è affetto da una malattia terminale o da un'infermità grave e irreversibile. Il diritto di morire con dignità deve essere tutelato come parte integrante del diritto alla salute e all'autodeterminazione della persona. È fondamentale che tale scelta venga disciplinata in modo chiaro e preciso, evitando il rischio di aberrazioni e pressioni indebite su persone vulnerabili. L'introduzione di un percorso normativo che comprenda il consenso informato, la valutazione medica e la supervisione giudiziaria è conditio sine qua non  per garantire che il fine vita avvenga in condizioni di sicurezza.L'attuale quadro normativo italiano non prevede esplicitamente la possibilità di accedere all'eutanasia, e anzi, l'articolo 579 del Codice Penale punisce l'omicidio del consenziente, con una pena che va dai 6 ai 15 anni di reclusione. La presente proposta prevede quindi le seguenti modifiche alla normativa vigente:

1.    Introduzione del diritto alla morte assistita: Si propone l'introduzione di una normativa che consenta la morte assistita, ovvero l'atto di un medico che, su richiesta esplicita e consapevole del paziente, somministri un farmaco letale, in modo da porre fine alla sua sofferenza. Sarà necessario che la persona sia in grado di manifestare il proprio consenso in modo inequivocabile e che la condizione medica che giustifica la richiesta di eutanasia sia documentata in modo adeguato da una commissione medica indipendente.

2.    Creazione di un protocollo rigoroso: Il disegno di legge prevede la creazione di un protocollo che garantisca che solo le persone che soddisfano criteri specifici possano accedere all'eutanasia, come ad esempio una diagnosi di malattia terminale o di sofferenza fisica o psichica insopportabile, e che abbiano espresso il proprio desiderio di morire in modo esplicito e in piena lucidità.

3.    Estensione della libertà di scelta: La proposta sancisce che la decisione di chiedere l'eutanasia debba essere libera da qualsiasi tipo di coercizione, e che venga rispettato il diritto del paziente di rifiutare trattamenti che possano prolungare la sua vita in condizioni di sofferenza. La libertà di scelta sarà accompagnata da una consulenza psicologica e legale per garantire che la decisione sia presa consapevolmente e senza pressioni esterne.

4.    Monitoraggio e supervisione da parte della magistratura: Ogni caso di eutanasia dovrà essere supervisionato dalla magistratura, al fine di verificare la regolarità della richiesta e l'assenza di violazioni delle normative in materia di tutela della persona e della sua volontà. In questo modo si evita che l'eutanasia possa essere strumentalizzata in contesti diversi da quelli previsti dalla legge.

La disciplina del fine vita, inteso come una "buona morte", non è una scelta facile né scontata, ma risponde alla necessità di riconoscere la dignità umana in tutte le sue forme, anche nell'ultimo momento di vita. La proposta di legge che presentiamo vuole garantire che ogni persona possa decidere liberamente, in condizioni di piena consapevolezza e sicurezza, quando e come porre fine alla propria sofferenza, senza che la sua scelta venga ostacolata da pregiudizi ideologici o da incertezze giuridiche.

Vi ringraziamo per l'attenzione con l' auspicio che questa proposta di legge possa avviare un dibattito costruttivo e rispettoso delle diversità di opinione, ma sempre orientato al rispetto della libertà e della dignità della persona

DISPOSIZIONI PER LA TUTELA DEL PRINCIPIO DI AUTODERMINAZIONE PERSONALE  E DEL DIRITTO DI SCELTA SUL "FINE VITA"

Art. 1 – Oggetto e finalità
La presente legge disciplina le condizioni e le modalità per l’accesso all’eutanasia attiva volontaria da parte di persone affette da patologie irreversibili o terminali, causa di sofferenze fisiche o psichiche insopportabili, nel rispetto della dignità umana, della libertà di autodeterminazione e dei diritti fondamentali della persona.

Art. 2 – Requisiti per l’accesso all’eutanasia

Può richiedere l’eutanasia ogni persona che:
a) abbia compiuto il diciottesimo anno di età;
b) sia capace di intendere e di volere;
c) sia affetta da una patologia accertata, irreversibile e a prognosi infausta, oppure da una condizione clinica che comporti gravi e insopportabili sofferenze fisiche o psicologiche, non altrimenti alleviabili;
d) abbia espresso la volontà in modo libero, consapevole, informato e reiterato.

Art. 3 – Procedura di richiesta

La richiesta di eutanasia deve essere presentata in forma scritta al medico curante, accompagnata da una relazione medica dettagliata. La richiesta deve essere valutata da una commissione medica multidisciplinare nominata dall’Azienda Sanitaria Locale, composta da almeno: un medico palliativista; uno psichiatra; un medico legale; un rappresentante etico o bioetico. La commissione, entro 30 giorni, valuta l’ammissibilità della richiesta. In caso di parere favorevole, autorizza la procedura.

Art. 4 – Garanzie e tutele

Il richiedente può in qualsiasi momento revocare la richiesta. Nessun medico o operatore sanitario è obbligato a partecipare all’esecuzione dell’eutanasia contro la propria coscienza; è garantita l’obiezione di coscienza. La procedura può essere eseguita esclusivamente in strutture sanitarie pubbliche o private accreditate, in condizioni che garantiscano rispetto, riservatezza e sicurezza.

Art. 5 – Vigilanza e controlli

È istituito presso il Ministero della Salute un Registro Nazionale delle Procedure Eutanasiche, al solo fine di monitoraggio e statistica. Ogni procedura è soggetta a revisione e verifica da parte del Comitato Etico Regionale.

Art. 6 – Norma transitoria e finale
Fino alla completa istituzione dei registri e delle commissioni previste, le richieste saranno esaminate da commissioni provvisorie nominate dal Ministero della Salute.
La presente legge entra in vigore il trentesimo giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Approfondimento

La "buona morte"un tema cogente e di grande attualita', ci ha indotto ad approfondire questa tematica per la sua complessita' in quanto coinvolge aspetti legali, etici, religiosi e culturali. La legislazione italiana in merito all'eutanasia attiva, ovvero l'atto di porre fine volontariamente alla vita di una persona per motivi di sofferenza, è molto chiara nel condannare tale pratica. Tuttavia, negli ultimi anni si è sviluppato un dibattito pubblico su tematiche relative all'autodeterminazione del malato, al fine vita e al diritto a morire con dignità.In Italia, l'eutanasia attiva,tout court,è vietata dalla legge. La norma di riferimento è l'articolo 579 del Codice Penale, che punisce chiunque causi la morte di un altro individuo con l'intento di farlo morire, con pene che vanno dai 6 ai 15 anni di reclusione. Questo include il cosiddetto "omicidio del consenziente", che è considerato un reato grave. Di conseguenza, qualsiasi atto che consista nell'intervento diretto per provocare la morte (come somministrare una sostanza letale) è punito dalla legge. Nel 2019 il caso di Fabiano Antoniani (meglio conosciuto come “DJ Fabo” ha riaperto la questione alimentando  il dibattito e portando alla luce il tema dell'autodeterminazione sul fine vita. DJ Fabo, affetto da una grave invalidità e paralisi, ha chiesto di morire con dignità in Svizzera, dove la legge permette il suicidio assistito.Nel 2019, la Corte Costituzionale, in risposta a un ricorso presentato dai difensori di DJ Fabo, ha stabilito che in alcuni casi il suicidio assistito potrebbe essere legittimo, ma solo sotto precise condizioni. La Corte ha dichiarato che chi aiuta una persona a morire, nel caso in cui questa soffra in modo irreversibile e sia consapevole della propria situazione, non debba essere punito. In sostanza, la Corte ha sollevato la questione di incostituzionalità dell'articolo 579 del Codice Penale per quanto riguarda i casi di suicidio assistito, indicando che deve essere garantito il diritto all'autodeterminazione della persona. Tuttavia, la sentenza non ha decriminalizzato l'eutanasia attiva, ma ha aperto un importante spazio per una possibile evoluzione normativa, prevedendo che il Parlamento legiferi  su questo tema. Un altro aspetto collegato  alla questione eutanasia è la legge sul testamento biologico (legge 219/2017), che consente alle persone di esprimere le proprie volontà circa i trattamenti sanitari da ricevere o rifiutare, in caso di malattia terminale o di incapacità di intendere e volere. Sebbene questa legge non tratti direttamente dell'eutanasia, consente a un individuo di rifiutare trattamenti che possano prolungare inutilmente la sofferenza, come la nutrizione artificiale o la ventilazione meccanica, in situazioni di malattia irreversibile. Esistono diverse proposte di legge in Parlamento per regolare in maniera più dettagliata il fine vita e l'eutanasia. Tuttavia, queste proposte non sono state ancora approvate e l'argomento rimane al centro di un acceso dibattito. La discussione ruota attorno a questioni morali, religiose e politiche, con la Chiesa cattolica che, tradizionalmente, si oppone fermamente all'eutanasia attiva.Oggi dunque l' eutanasia e'  illegale in Italia e il suicidio assistito è condizionato da precise circostanze, come stabilito dalla Corte Costituzionale. Tuttavia, la questione del fine vita è ancora oggetto di dibattito e risulta dunque urgente una regolamentazione più chiara ed equilibrata. La legislazione attuale, pur tutelando il diritto alla vita, non ha ancora affrontato in modo definitivo il diritto a morire con dignità, lasciando spazio a future riforme che potrebbero rispondere alle esigenze dei cittadini in situazioni di sofferenza terminale.L'11 febbraio 2025, la Regione Toscana ha approvato la Legge n. 5, che stabilisce le modalità organizzative per l'accesso al suicidio medicalmente assistito, in attuazione delle sentenze della Corte Costituzionale n. 242/2019 e 135/2024. La legge in questione prevede che possano accedere alla procedura di suicidio assistito le persone che soddisfano i criteri stabiliti dalle sentenze della Corte Costituzionale, inclusi la capacità di intendere e volere, la presenza di una patologia irreversibile che causa sofferenze intollerabili e l'essere tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale. Istituisce in tal senso  una commissione composta da specialisti (palliativista, neurologo, psichiatra, anestesista, infermiere, psicologo e uno specialista della patologia del paziente) incaricata di valutare le richieste, con un termine di 20 giorni per esprimere il parere, prorogabile una sola volta per 5 giorni. Inoltre prevede che dopo  il parere favorevole della commissione, un comitato etico debba esprimersi entro 7 giorni.  Se il responso è positivo, entro 10 giorni vengono definite le modalità di autosomministrazione del farmaco, che deve avvenire entro una settimana.
L'intero procedimento deve concludersi entro 37 giorni dalla presentazione della richiesta. La legge prevede che le prestazioni siano gratuite e garantisce assistenza sanitaria e psicologica ai pazienti. La Toscana è stata, tout court, la prima regione italiana a disciplinare in modo organico il suicidio medicalmente assistito, offrendo un quadro normativo chiaro e tempi certi per le procedure, in linea con le indicazioni della Corte Costituzionale. In tal senso e' stato molto interessante lo studio di tale disegno di legge in questione.  Le disposizioni relative all'eutanasia e al suicidio assistito, come previsto dalla presente legge, derogano agli effetti penali dell'articolo 579 del Codice Penale, limitatamente ai casi regolamentati dalla legge stessa, in cui la persona ha esercitato liberamente e consapevolmente la sua autodeterminazione.

La legge ha suscitato numerosi dibattiti, con espressioni di contrarietà da parte di alcune parti politiche, che sottolineano il timore che possa rappresentare una "deriva pericolosa" ma si trascura la mancata attuazione e concretezza di un principio fondamentale della Costituzione e cioe' la dignità' umana che va preservata anche durante la malattia. 
L' articolo 2 della Costituzione italiana valorizza e tutela la dignità umana nella parte in cui afferma che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. 

Ma tuttavia, sebbene la legge regionale toscana stabilisca procedure specifiche per il suicidio assistito, l'eutanasia attiva rimane illegale in Italia.

Emerge  dunque un' evidente discrasia giuridica non solo all' interno del contesto italiano ma anche internazionale in quanto paesi come la Svizzera, la Spagna e i Paesi Bassi hanno regolamentato l' eutanasia tutelando e riconoscendo il diritto alla morte in presenza di condizioni ben precise. 

 

Bibliografia 

Codice Penale Italiano - Articolo 579 (Omicidio del consenziente): La normativa penale italiana che disciplina il reato di eutanasia attiva.

Corte Costituzionale Italiana - Sentenze n. 242/2019 e n. 135/2024: Sentenze che hanno trattato il tema del suicidio assistito e hanno sollevato la questione della costituzionalità delle leggi relative all'eutanasia.

Legge 219/2017 (Testamento biologico): La legge che regola l'autodeterminazione del paziente sul fine vita e il rifiuto di trattamenti sanitari.

Wired.it:(Articolo che descrive i dettagli della legge toscana del 2025, con un focus sulle modalità organizzative per l'accesso al suicidio medicalmente assistito in Toscana€.

Link: Wired.it

Rainews.it: Discussione sulla legge toscana, come prima legislazione regionale che regolamenta il suicidio assistito, e le reazioni politiche e sociali che ha suscitato

Vaticannews.va: Articolo che discute le preoccupazioni della Chiesa riguardo alla legge toscana e le implicazioni etiche e morali del suicidio assistito.

Biodiritto.org:

Inconsiglio.it: Informazioni riguardo la nuova legge toscana, con particolare attenzione al supporto sanitario e psicologico garantito per chi sceglie il suicidio assistito.

 

Diario delle attività

DIARIO DI BORDO: Progetto " Un giorno in Senato" 

Classe 3 ^ E - POLO ITES LES CARAFA ANDRIA( BT)

La stesura del disegno di legge ha richiesto un’approfondimento attento e accurato e  un'approfondita riflessione etica, giuridica e sociale. La regolamentazione e tutela del fine vita è una questione che merita una discussione seria, capace di analizzare i vari aspetti e le relative implicazioni. Il confronto di idee e opinioni diverse all’interno del gruppo ha dato la possibilità di sviluppare una proposta che tenga conto delle varie prospettive sulla questione.

6.11.24 Fase1: Individuazione della tematica legislativa su cui si ritiene importante intervenire con una normativa chiara e precisa 

13.11.24 Fase 2: Definizione degli obiettivi  e Pianificazione del Lavoro

Le prime 2 fasi del lavoro hanno previsto  una serie di incontri iniziali durante i quali si e' discusso dell'argomento  e delle finalità del disegno di legge. Durante questi incontri abbiamo condiviso le nostre opinioni personali sull'eutanasia e abbiamo identificato le aree che avremmo dovuto esplorare con maggiore attenzione: aspetti giuridici, etici, e sociali. In questa fase ci siamo anche divisi i compiti per la ricerca e per la scrittura del documento.

Abbiamo stabilito di strutturare il nostro lavoro in tre sezioni principali:

1. Introduzione e Motivazioni: Dove avremmo spiegato il contesto dell’eutanasia e le ragioni della proposta.

2. Disposizioni Legali: Dove avremmo definito in dettaglio come regolamentare l’eutanasia.

3. Monitoraggio e Controllo: Dove avremmo indicato gli organi e le procedure necessarie per garantire il rispetto delle normative e la tutela dei diritti dei cittadini.

Ognuno di noi  è stato incaricato di raccogliere informazioni e di approfondire uno di questi temi. La pianificazione è stata fatta in modo che ogni parte fosse coerente con il lavoro degli altri.

20.11.24 Fase 3 La Ricerca e la Documentazione

In questa fase, il nostro gruppo ha dedicato molto tempo alla ricerca di fonti affidabili per supportare la nostra proposta. Abbiamo consultato testi giuridici, articoli accademici, rapporti di istituzioni sanitarie e legislazioni di altri Paesi che hanno legalizzato l’eutanasia, come i Paesi Bassi, il Belgio, la Spagna e la Svizzera. 

Ogni membro del gruppo ha presentato il proprio lavoro di ricerca. Questo ci ha permesso di avere una visione più ampia e di valutare gli approcci adottati in altri contesti. Abbiamo discusso delle esperienze internazionali e delle problematiche che sono emerse, come il rischio di abusi, la necessità di proteggere i più vulnerabili e l'importanza di una valutazione medica approfondita prima di consentire l’eutanasia.

Nel corso di questa fase, ci siamo anche confrontati con esperti e abbiamo preso in considerazione le posizioni di diverse organizzazioni, come associazioni per i diritti civili, associazioni di medici. 

20.01.25 Fase 4 : La Stesura del Disegno di Legge

Con le informazioni raccolte, abbiamo iniziato a redigere il disegno di legge vero e proprio. La discussione è stata molto intensa e abbiamo avuto occasioni di divergere su alcune questioni. Tuttavia, la comunicazione aperta e il rispetto delle opinioni di ciascuno hanno consentito di trovare un compromesso su punti delicati.

Abbiamo deciso di inserire nel nostro disegno di legge alcune disposizioni fondamentali:

• Requisiti per l'accesso all'eutanasia: Solo pazienti in stato terminale, che soffrono di gravi sofferenze fisiche o psicologiche, avrebbero il diritto di richiedere l’eutanasia. La volontà del paziente deve essere espressa in modo chiaro, ripetuto e documentato.

• Procedura medica e supervisione: L’eutanasia deve essere eseguita da medici specializzati e deve essere accompagnata da una valutazione imparziale da parte di un comitato etico. In ogni caso, deve essere garantito che il paziente sia pienamente consapevole della sua decisione.

• Protezione dei vulnerabili: Abbiamo incluso disposizioni specifiche per evitare abusi e garantire che la decisione del paziente sia libera e non influenzata da fattori esterni come pressioni familiari o economiche.

• Monitoraggio e trasparenza: Ogni caso di eutanasia dovrà essere accuratamente monitorato e registrato per garantire il rispetto della legge e la protezione dei diritti dei cittadini.

Nel redigere il testo, abbiamo cercato di esprimere le idee in modo chiaro e conciso, evitando ambiguità e garantendo che ogni aspetto della procedura fosse ben regolato.

10.02.25 Fase 5 : Discussione e Revisione del Disegno di Legge

Completata la prima bozza del disegno di legge, ci siamo riuniti per una discussione critica. Abbiamo preso in considerazione i punti di forza del nostro lavoro e le eventuali debolezze. Alcuni membri del gruppo hanno proposto modifiche per rendere il testo più equilibrato e per chiarire alcune disposizioni.

Abbiamo deciso di aggiungere una sezione riguardante la formazione obbligatoria per i medici che eseguiranno l’eutanasia, per garantire che siano adeguatamente preparati ad affrontare questo tipo di procedura. Inoltre, abbiamo incluso una clausola che prevede il diritto del paziente a cambiare idea in qualsiasi momento, anche durante il processo.

Dopo alcune modifiche, abbiamo letto il disegno di legge insieme per assicurarci che fosse coerente e completo.

14.03. 25 Fase 6: Preparazione della Presentazione e Conclusioni

La fase finale del nostro lavoro è stata la preparazione della presentazione del disegno di legge. Abbiamo creato una sintesi dei punti principali, evidenziando gli aspetti più rilevanti della nostra proposta, come le garanzie per evitare abusi e il rispetto per la dignità del paziente.

Abbiamo anche preparato delle risposte alle domande che potevano sorgere durante la discussione, per difendere la nostra proposta in modo informato e argomentato.

In conclusione, questo progetto ci ha permesso di esplorare in modo profondo e collaborativo un tema delicato e attuale. Abbiamo imparato l’importanza della ricerca, del confronto e della riflessione critica. La stesura di un disegno di legge è stata un’esperienza formativa che ci ha insegnato come affrontare le questioni legali, etiche e sociali in modo strutturato e rispettoso.

Siamo orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto e speriamo che la nostra proposta contribuisca a stimolare una discussione aperta e informata sulla legalizzazione dell’eutanasia in Italia.