Disposizioni in materia di tutela, protezione e reinserimento in ambito sociale dei soggetti senza fissa dimora
- Pubblicato il 25 Marzo 2025
- da IIS "Don Milani" Montichiari - BS, Montichiari (BS)

- Relazione
- Testo presentato
- Emendamenti
- Testo finale
Onorevoli Senatori,
la condizione delle persone senza fissa dimora rappresenta una delle più gravi forme di esclusione sociale nel nostro Paese. Vivere senza un’abitazione stabile significa essere privati non solo di un diritto fondamentale, ma anche di ogni possibilità concreta di ricostruire la propria vita: manca l’accesso ai servizi sanitari, all’istruzione, al lavoro, alla partecipazione civica.
È una realtà che riguarda decine di migliaia di individui in Italia: uomini e donne in condizioni di estremo disagio, vittime di percorsi di emarginazione, perdita del lavoro, rottura dei legami familiari, problemi di salute fisica e mentale. Secondo l’ultima rilevazione ISTAT, nel nostro Paese si contano oltre 96.000 persone senza fissa dimora, con una presenza concentrata soprattutto nelle grandi città. Si tratta di cittadini italiani e stranieri, giovani e anziani, spesso invisibili per le istituzioni.
L’esperienza pandemica, la crisi abitativa e l’inflazione hanno aggravato questa emergenza silenziosa. Di fronte a questa realtà, la politica ha il dovere di intervenire con strumenti concreti ed efficaci per garantire il reinserimento sociale e lavorativo delle persone in condizioni di estrema vulnerabilità. L’inclusione non è solo un dovere morale, ma anche una necessità per la coesione e la sicurezza della nostra società.
Il presente disegno di legge si ispira ai principi fondamentali di solidarietà sociale, di dignità della persona e d'inclusione, sanciti dalla Costituzione italiana e dai trattati internazionali in materia di diritti umani.
L’obiettivo della legge è quello di promuovere il reinserimento sociale, abitativo e lavorativo delle persone senza fissa dimora, attraverso l’attivazione di strumenti strutturali e integrati che superino l’approccio emergenziale e assistenzialista. Inoltre, essa mira a garantire pari opportunità di accesso ai diritti fondamentali, contrastare l’esclusione sociale e favorire percorsi di autonomia e
cittadinanza attiva.
Al centro dell’intervento si pone il principio del benessere di prossimità, (Art. 1) ovvero un modello d’azione fondato sulla collaborazione tra istituzioni pubbliche, enti del terzo settore e reti locali di volontariato. In questo contesto, la persona è messa al centro di un processo che non si limita all’assistenza, ma punta a favorire l’autonomia e l’inclusione attiva nella società.
Il disegno di legge introduce una definizione giuridica di “persona senza fissa dimora” (Art. 2), che comprende coloro che vivono in alloggi di fortuna, dormitori, rifugi temporanei o situazioni abitative non idonee. Il riconoscimento di tale condizione diventa il presupposto per l’accesso ai benefici previsti, superando logiche frammentarie e disomogenee sul territorio nazionale.
Per rendere effettivo il percorso di inclusione, si stabilisce un quadro istituzionale chiaro, affidando un ruolo centrale di coordinamento ai nuovi Dipartimenti regionali per l'Integrazione sociale (DRIS) (Art. 3). I DRIS, istituiti presso ogni Regione, avranno il compito di analizzare il fenomeno a livello territoriale, censire i soggetti bisognosi di tutela, elaborare percorsi individualizzati di reinserimento sociale e lavorativo, coordinare l'accesso ai servizi e promuovere reti territoriali di accoglienza. La loro azione si svolgerà in stretta collaborazione con gli enti preposti al monitoraggio, in particolare con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, (ai sensi dell'art. 9), gli enti locali, le organizzazioni del Terzo settore e il volontariato (ai sensi dell'art. 7). Viene così istituito un Piano Nazionale per il Reinserimento delle Persone Senza Fissa Dimora da attuarsi a livello territoriale attraverso programmi regionali e comunali. La sinergia tra enti locali, servizi sanitari, centri per l’impiego e soggetti accreditati è essenziale per garantire un approccio integrato ed efficace.
Uno degli assi fondamentali dell’intervento riguarda la stabilità abitativa, considerata il primo passo verso l’inclusione. A tal fine, il disegno di legge prevede il reperimento e la riconversione di immobili pubblici dismessi, beni confiscati alla criminalità organizzata o spazi rigenerabili, da destinare all’alloggio sociale secondo il modello “Prima la Casa” (Art. 4). Questo approccio inverte la logica tradizionale dell’accoglienza: l’accesso alla casa non è l’ultimo traguardo di un percorso riabilitativo, ma il punto di partenza per ricostruire relazioni, progettualità e autonomia.
In parallelo, si prevede un sistema di collocamento in ambito lavorativo (Art. 5), affidando ai DRIS, in sinergia con i centri per l'impiego e le agenzie per il lavoro, la predisposizione di percorsi personalizzati di inserimento professionale, inclusa la formazione mirata e il supporto nella ricerca di un impiego. Significativa è la previsione di obblighi di assunzione per i datori di lavoro pubblici e privati, modulati in base alle dimensioni aziendali, accompagnati da incentivi economici e sgravi contributivi per favorire l'adempimento di tali obblighi e l'affiancamento dei neoassunti. Si dedica una specifica attenzione anche al sostegno alla salute e al benessere psicologico (Art. 6), demandando ai DRIS, in collaborazione con le ASL, le ATS, ove presenti, e i servizi per la salute mentale, la garanzia dell'accesso ai servizi sanitari e l'attivazione di percorsi di sostegno psicologico e di socializzazione terapeutica. Viene inoltre sottolineata l'importanza della formazione specifica degli operatori e della promozione di campagne di sensibilizzazione. Il ruolo degli enti del Terzo settore e del volontariato è formalmente riconosciuto come fondamentale per il sostegno materiale e la promozione della consapevolezza e della solidarietà e si incoraggia la realizzazione di progetti congiunti e il finanziamento da parte di questi soggetti a sostegno del reinserimento sociale (Art. 7). Il finanziamento degli interventi è garantito da una pluralità di fonti, tra cui il PNRR Missione 5 “Inclusione e coesione”, il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), il Fondo nazionale per le politiche sociali e l’eventuale valorizzazione di beni pubblici rientranti nel patrimonio indisponibile dello Stato e degli enti locali. Ulteriori risorse potranno derivare da fondi strutturali europei, bandi regionali e contributi di privati, nell’ottica di un partenariato pubblico-privato orientato al bene comune (Art. 8). L'articolo 9 stabilisce un obbligo fondamentale di monitoraggio e valutazione dell'efficacia delle misure introdotte dal disegno di legge. Questo compito è affidato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che dovrà operare in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e il Sistema Statistico Nazionale (SISTAN). La finalità di questa collaborazione è la raccolta sistematica di dati sia quantitativi (numerici) che qualitativi (descrittivi) riguardanti i percorsi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone senza dimora. Questo articolo sottolinea l'importanza di un approccio basato sull'evidenza per comprendere l'impatto della legge e per poterla eventualmente migliorare nel tempo. Per assicurare il rispetto degli impegni assunti e la correttezza nella gestione delle risorse pubbliche, l' art. 10 prevede sistemi di controllo e sanzioni amministrative in caso di inadempienze, irregolarità o mancato raggiungimento degli obiettivi, fino alla revoca dei fondi assegnati, rimandando la modalità di accertamento degli illeciti e la commisurazione delle sanzioni al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
● Comma 1: Stabilisce che la non osservanza delle norme della legge costituisce una violazione amministrativa. Delega al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali il compito di definire, entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, le modalità di accertamento di tali illeciti e la quantificazione delle relative sanzioni.
● Comma 2: Introduce una sanzione specifica per i datori di lavoro che non rispettano l'obbligo di assunzione previsto dall'Articolo 5 della legge. Questa sanzione amministrativa pecuniaria varia da 1500 a 3000 euro, in base alle dimensioni dell'azienda e alla gravità della mancanza. È importante notare che i fondi derivanti da queste sanzioni sono destinati a finanziare ulteriormente i progetti di reinserimento sociale e lavorativo, creando un circuito virtuoso di supporto.
● Comma 3: Prevede una sanzione amministrativa pecuniaria, sempre tra 1500 e 3000 euro, per chiunque utilizzi in modo improprio o danneggi i beni destinati all'accoglienza e al supporto delle persone senza dimora. L'entità della sanzione sarà determinata tenendo conto della gravità del fatto e del danno causato.
L'articolo 11 evidenzia l'importanza della collaborazione a diversi livelli per affrontare la questione delle persone senza dimora.
● Comma 1: A livello europeo, promuove una stretta collaborazione con la FEANTSA (Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con le persone senza dimora). L'obiettivo è perseguire l'impegno comunitario di prevenire e ridurre la povertà e l'esclusione sociale delle persone senza fissa dimora. Si prevede un'intensificazione della collaborazione attraverso conferenze periodiche per uno scambio di opinioni sull'efficacia delle misure adottate nei vari Paesi membri dell'Unione Europea.
● Comma 2: A livello internazionale, in riferimento agli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, l'Italia si impegna a perseguire uno sviluppo in ambito economico, sociale ed ecologico. In particolare, la presente legge è specificamente orientata al raggiungimento dell'Obiettivo 1 dell'Agenda 2030 ("Sconfiggere la povertà") attraverso azioni volte a porre fine
alla condizione di indigenza delle persone senza dimora.
Infine l'articolo 12 stabilisce il termine per l'entrata in vigore della legge, fissandolo entro sei mesi dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Tale termine concede un lasso temporale, la cosiddetta vacatio legis, che assicura sia ai destinatari della legge sia agli agli organi competenti di disporre di un un periodo adeguato per acquisire piena conoscenza del contenuto normativo e per approntare le misure organizzative e operative necessarie alla sua corretta e uniforme applicazione.
Questa proposta legislativa intende rappresentare un segnale forte di civiltà, inclusione e responsabilità sociale. Non si tratta solo di offrire assistenza, ma di ricostruire dignità, autonomia e futuro per migliaia di persone oggi ai margini.
L’impegno della politica deve essere quello di trasformare l’emarginazione in partecipazione, la vulnerabilità in cittadinanza attiva.
DISPOSIZIONI IN MATERIA DI TUTELA, PROTEZIONE E REINSERIMENTO IN AMBITO SOCIALE DEI SOGGETTI SENZA FISSA DIMORA
Art. 1
Finalità
1. Ai fini della presente legge si intende garantire la necessaria finalità dell’introduzione di politiche a tutela dei soggetti senza fissa dimora.
2. La presente legge si impegna a garantire il reinserimento nel contesto sociale e lavorativo degli individui in condizioni di grave marginalità, superando ogni forma di indigenza materiale e immateriale.
3. La presente legge, in conformità agli articoli 2 e 3 della Costituzione, assicura politiche e interventi attuativi ispirati ai principi inviolabili di dignità umana, di centralità della persona e di piena eguaglianza sociale, concretizzabili tramite l'applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale, come previsto dall'articolo 118, comma 4, della Costituzione, promuovendo la compartecipazione tra le istituzioni pubbliche e il Terzo settore per la realizzazione dell'interesse generale.
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini della presente legge si intende per “individuo senza fissa dimora” colui al quale è attribuito un disagio sociale, abitativo e lavorativo.
2. Il disagio sociale deriva da uno stato di indigenza materiale o immateriale acuito da emarginazione e assenza o carenza di tutela in termini di diritti.
3. Il disagio abitativo scaturisce dalla mancanza di un'abitazione o di una sistemazione alloggiativa stabile in cui esercitare il diritto di esclusività e disporre di un titolo legale riconosciuto che ne permetta il pieno godimento.
4. Il disagio lavorativo deriva dalla mancanza di un impiego o dall'esercizio di un lavoro in cui non sono rispettate le disposizioni contenute nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro".
Art 3.
Istituzione Dipartimenti regionali per l’Integrazione Sociale (DRIS)
1. La presente legge istituisce presso ogni Regione un Dipartimento Regionale per l’Integrazione Sociale (DRIS) al fine di analizzare il fenomeno della mancanza di dimora a livello territoriale, individuare i soggetti bisognosi di tutela e promuoverne il reinserimento sociale e lavorativo.
2. Ciascun DRIS agisce in collaborazione con gli enti competenti del monitoraggio del fenomeno dei soggetti senza dimora, ai sensi dell’articolo 9 della presente legge, e con gli enti locali, le organizzazioni del Terzo settore e gli enti di volontariato ai sensi dell’articolo 7 della presenta legge.
3. È compito esclusivo del DRIS censire e monitorare la presenza di soggetti senza dimora nel territorio regionale; valutare i bisogni di ciascun individuo elaborando percorsi individualizzati di reinserimento sociale lavorativo; coordinare l’accesso ai servizi abitativi, sociali e formativi; promuovere la creazione di reti territoriali per l’accoglienza e il sostegno delle persone senza fissa dimora coordinando gli interventi degli enti locali. Inoltre, ai fini della trasparenza e della sensibilizzazione pubblica, ciascun DRIS deve rendere pubblici resoconti mensili sulle attività svolte.
Art. 4
Misure per la stabilità abitativa
1. La stabilità abitativa è riconosciuta come condizione fondamentale per il reinserimento sociale delle persone senza dimora.
2. A tal fine, i DRIS, in collaborazione con gli enti locali e l’Agenzia del Demanio, provvedono a individuare e destinare gli edifici di proprietà del demanio pubblico in stato di infruttuosità e i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata alla creazione di strutture di accoglienza temporanea per i soggetti in condizioni di grave marginalità, previa riqualificazione e nel rispetto delle normative vigenti.
3. I DRIS devono definire i criteri di assegnazione delle strutture, di cui al comma 2 del presente articolo, garantendo condizioni abitative dignitose e l’accompagnamento sociale volto al raggiungimento dell’autonomia abitativa.
Art. 5
Collocamento in ambito lavorativo
1. Al fine di superare il disagio lavorativo, i DRIS in collaborazione con i centri per l’impiego e le agenzie per il lavoro, predispongono percorsi di inserimento lavorativo che includano formazione professionale mirata e supporto nella ricerca di un impiego.
2. I datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad assumere un numero di lavoratori in stato di disagio sociale segnalati dai DRIS in misura proporzionale al numero di dipendenti impiegati nel processo produttivo aziendale:
a) i datori di lavoro che occupano più di 50 dipendenti, il 7% della forza lavoro deve essere costituita da soggetti senza fissa dimora;
b) i datori che occupano da 36 a 50 dipendenti devono assumere almeno 2 soggetti senza fissa dimora;
c) i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti devono assumere almeno un soggetto senza fissa dimora;
d) i datori di lavoro che occupano meno di 15 dipendenti sono invece esentati dal collocamento obbligatorio.
3. Sono previsti incentivi economici e sgravi contributivi per i datori di lavoro che adempiono agli obblighi di cui al presente articolo e percorsi di affiancamento dei neoassunti.
Art. 6
Sostegno alla salute e al benessere psicologico
1. I DRIS, in collaborazione con le Aziende Sanitarie Locali (ASL), le Agenzie di Tutela della Salute (ATS), ove presenti, e i servizi per la salute mentale territoriali, garantiscono l'accesso ai servizi sanitari e di salute mentale per i soggetti senza fissa dimora.
2. Ogni DRIS attiva specifici percorsi di sostegno psicologico e di supporto per affrontare traumi, dipendenze e altre fragilità psicologiche che possono caratterizzare la condizione dei soggetti senza fissa dimora. Tali percorsi includono colloqui individuali, gruppi di sostegno e attività di socializzazione terapeutica.
3. Al fine di promuovere il benessere fisico e mentale, i DRIS collaborano con organizzazioni del Terzo settore e associazioni sportive per offrire opportunità di attività fisica e ricreativa ai soggetti senza fissa dimora.
4. È garantita la formazione specifica degli operatori dei DRIS e degli operatori sanitari sulle problematiche legate alla condizione dei soggetti senza fissa dimora, al fine di assicurare un approccio sensibile e competente.
5. I DRIS, in collaborazione con le ASL e le ATS ove presenti, promuovono campagne di sensibilizzazione sulla salute e sull'igiene personale rivolte ai soggetti senza fissa dimora, fornendo informazioni e materiali utili.
Art. 7
Collaborazione con gli enti del Terzo settore e il volontariato
1. Al Terzo settore e alle associazioni di volontariato si riconosce un ruolo fondamentale nel garantire sostegno materiale e provvidenziale nei confronti dei soggetti senza fissa dimora.
2. I DRIS possono realizzare progetti congiunti in sinergia con enti del Terzo settore e organizzazioni di volontariato al fine di promuovere maggiore consapevolezza e solidarietà nei confronti dei soggetti senza dimora.
3. Sono incoraggiati finanziamenti derivanti dal Terzo settore e dal volontariato a sostegno del reinserimento sociale dei soggetti in stato di indigenza ai sensi dell’articolo 8 della presente legge.
Art. 8
Finanziamenti
1. Gli oneri finanziari derivanti dall’attuazione della presente legge sono sostenuti mediante l’utilizzo dei fondi previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) alla voce “Inclusione e Coesione” in sinergia con il Fondo sociale europeo Plus (Fse+).
2. Le spese di gestione sono sostenute dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con il supporto del Ministero delle Infrastrutture e del Trasporto e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
3. Per sostenere una parte delle spese di manutenzione e riqualificazione dei beni demaniali si utilizzano i proventi derivanti dai canoni di locazione dei beni demaniali affidati in concessione a privati.
4. È instaurata una collaborazione con gli enti del Terzo settore e organizzazioni di volontariato impegnati in ambito sociale al fine di reperire fondi tramite donazioni e contributi versati dagli stessi e dai privati cittadini.
5. Le Regioni possono destinare ulteriori risorse per il potenziamento degli interventi previsti dalla presente legge in ambito locale.
Art. 9
Obblighi generali di rilevazione
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e il Sistema Statistico Nazionale (SISTAN), provvede al monitoraggio e alla valutazione dell’efficacia delle misure introdotte dalla presente legge, raccogliendo dati quantitativi e qualitativi relativi ai percorsi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone senza dimora.
Art. 10
Controlli e sanzioni
1. La non osservanza delle norme della presente legge comporta una violazione amministrativa. Si rimanda al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la modalità di accertamento dei suddetti illeciti e la commisurazione delle relative sanzioni.
2. In caso di mancato rispetto dell'obbligo di assunzione ai sensi dell'articolo 5 della presente legge, i datori di lavoro sono soggetti a una sanzione amministrativa pecuniaria da 1500 a 3000 euro, in base alle dimensioni dell'azienda e alla gravità dell'inadempimento. I fondi derivanti da queste sanzioni sono destinati a finanziare ulteriormente i progetti di reinserimento sociale e lavorativo.
3. Chiunque utilizzi in modo improprio o danneggi i beni destinati all'accoglienza e al supporto delle persone senza fissa dimora è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria da 1500 a 3000 euro, tenuto conto della gravità del fatto e del danno arrecato.
Art. 11
Disposizioni di coordinamento e cooperazione europea e internazionale
1. A livello europeo, si promuove una stretta collaborazione con la Federazione Europea delle Organizzazioni Nazionali che Lavorano con i Senzatetto (FEANTSA), al fine di perseguire l’obiettivo comunitario di prevenire e alleviare la povertà e l’esclusione sociale delle persone senza fissa dimora. Si incentiva una maggiore collaborazione con tale organizzazione realizzando conferenze periodiche, per garantire un confronto sull’efficacia delle misure adottate all’interno dei Paesi membri dell’Unione Europea.
2. A livello internazionale, ai sensi dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda 2030, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), l’Italia si impegna a perseguire uno sviluppo in ambito economico, sociale ed ecologico. A tal proposito, la presente legge mira al perseguimento dell’obiettivo 1 dell’Agenda 2030 (“Sconfiggere la povertà”) ponendo fine allo stato di indigenza dei soggetti senza fissa dimora.
Art. 12
Entrata in vigore
La presente legge entra in vigore entro sei mesi dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Approfondimento
Il fenomeno dei senzatetto in Italia: analisi e proposte legislative
Nonostante i significativi progressi tecnologici degli ultimi anni, il fenomeno delle persone senza fissa dimora continua a crescere. I dati ISTAT relativi alla fine del 2021 evidenziano un preoccupante aumento del numero di senzatetto che in Italia colpisce circa 100 mila persone, mentre a livello europeo si parla di numeri pressappoco 7 volte superiori, un aumento che arriva quasi al 70% in più negli ultimi 10 anni. Inoltre, secondo quanto riportato dall’associazione Mondo Internazionale, il livello di esclusione sociale che colpisce queste persone non mostra segni di diminuzione. Tale isolamento ne ostacola il reinserimento nella società, rendendo la loro condizione ancora più difficile. Alla luce di questa emergenza sociale, abbiamo scelto di concentrare il nostro lavoro su una proposta di legge che miri a supportare concretamente queste persone, spesso ignorate, discriminate e lasciate sole, se non per l’intervento diretto di enti pubblici e associazioni di volontariato. Già nel 2020, l’Unione Europea ha invitato gli Stati membri a intraprendere un ambizioso percorso volto a porre fine al fenomeno dei senzatetto entro il 2030. Tale obiettivo è accompagnato da una serie di misure volte a garantire una vita dignitosa anche a chi non dispone di un’abitazione, tra cui l’accesso ai servizi pubblici essenziali come sanità, istruzione e accoglienza notturna. In Italia, grazie anche a questo impulso europeo, nel 2022 si è registrato un incremento dell’81% nel numero di persone che usufruiscono dei servizi offerti dalle organizzazioni di supporto. Nel nostro Paese esistono da tempo norme a tutela delle persone senza dimora, ma queste risultano ancora insufficienti per garantire loro condizioni di vita dignitose. Tra le normative più significative si annovera la legge n. 328 del 2000, fondamentale per la prevenzione e l’assistenza delle persone in difficoltà economiche a rischio di emarginazione. Un ulteriore strumento è rappresentato dal Piano Nazionale per la Lotta alla Povertà, avviato nel 2016 e potenziato nel 2017, che ha stanziato fondi per interventi rivolti a persone in condizione di grave indigenza e senza fissa dimora. Anche le amministrazioni regionali hanno mostrato attenzione verso il problema, adottando normative specifiche e promuovendo progetti locali. Tra le iniziative più rilevanti figura il Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+) 2021-2027 della Regione Lombardia orientato a una crescita socialmente sostenibile e che persegue obiettivi di equità e inclusione. La strategia regionale si articola su tre obiettivi principali: promuovere l'inclusione attiva e l'occupabilità dei gruppi svantaggiati, migliorare l'accesso a servizi di qualità e favorire l'integrazione sociale delle persone a rischio di povertà ed esclusione, con un'attenzione particolare rivolta a minori e individui fragili. Tuttavia, nonostante le numerose iniziative, la povertà estrema continua a colpire fasce sempre più ampie e vulnerabili della popolazione. I dati ISTAT rivelano che il 13% delle persone senza dimora sono minorenni, mentre il 15% ha più di 65 anni. Queste categorie risultano particolarmente esposte: i giovani necessitano di istruzione e formazione, mentre gli anziani richiedono maggiore assistenza e servizi sanitari. Analoga attenzione è necessaria per le persone con disabilità psichiche o fisiche, che rappresentano quasi la metà della popolazione senza fissa dimora. L’assenza o l’inadeguatezza dei servizi di supporto è confermata dai dati dell’Osservatorio Fio.PSD, che documentano un costante aumento dei decessi tra i senzatetto. Al termine del 2024 sono stati registrati 434 decessi, il numero più alto mai rilevato. Le cause principali di morte includono:
1 Eventi traumatici, come incidenti stradali, suicidi o aggressioni (sia da parte di altri senzatetto che da parte di individui esterni);
2 Malattie improvvise, spesso aggravate da condizioni igienico-sanitarie precarie e dalla mancanza di cure mediche adeguate;
3 Ipotermia e dipendenze, che colpiscono in modo significativo questa fascia di popolazione.
Uno degli ostacoli maggiori al reinserimento sociale è rappresentato dall’atteggiamento della comunità. In Italia, purtroppo, è ancora diffusa una cultura del pregiudizio nei confronti delle persone senza dimora, che vengono spesso stigmatizzate e discriminate. Questo contribuisce a un ulteriore isolamento sociale e rende più difficile l’accesso al lavoro o ai percorsi di reintegrazione. A complicare la situazione vi è anche il basso livello di istruzione tra i senzatetto: solo un terzo possiede un diploma di scuola superiore. L’assenza di titoli di studio limita le possibilità occupazionali, e in alcuni casi spinge queste persone a cercare mezzi di sostentamento alternativi, anche illeciti, alimentando fenomeni di microcriminalità e accentuando il rischio di esclusione sociale. Per chi ha precedenti penali, le possibilità di reinserimento lavorativo si riducono ulteriormente, generando un circolo vizioso difficile da spezzare. Una delle strategie più efficaci e innovative per affrontare questo problema è rappresentata dall’approccio “Prima la Casa”. Tale modello, nato negli Stati Uniti e oggi diffuso anche in Europa e in Italia, si basa su un principio semplice ma rivoluzionario: garantire subito un alloggio sicuro e stabile, senza condizioni preliminari come l’adesione a programmi di recupero o l’astinenza da sostanze. L’idea di fondo è che una casa rappresenti il primo passo necessario per affrontare con successo i problemi legati alla povertà, alla salute mentale, alle dipendenze e all’occupazione. Con un tetto sopra la testa e le necessità di base soddisfatte, le persone possono concentrarsi con maggiore serenità nella propria riabilitazione e reintegrazione nella società. In Italia, associazioni come fio.PSD promuovono attivamente questo approccio in numerose città, dimostrando risultati incoraggianti in termini di stabilizzazione e miglioramento della qualità della vita per molte persone senza dimora.
Per questi motivi è stata da noi rilevata la necessità di creare una legge che difenda ogni persona che non dispone di una fissa dimora, che comporti una loro diminuzione grazie a interventi di prevenzione e assistenza alla reintegrazione, recando un apporto positivo non solo per chi vive ai margini della società, ma all’intera collettività. Per i senzatetto, significherebbe avere un tetto sicuro sopra la testa, un letto confortevole dove riposare, un bagno per lavarsi e prendersi cura di sé. La salute fisica e mentale migliorerebbe sensibilmente, grazie all'accesso a cure mediche regolari e a condizioni di vita più igieniche. Le malattie, spesso aggravate dalla precarietà e dalla mancanza di assistenza, diminuirebbero drasticamente. La speranza di una vita migliore, di un futuro più dignitoso, tornerebbe a fiorire. La sicurezza personale aumenterebbe in modo significativo, proteggendoli dalle intemperie, dalla violenza e dallo sfruttamento. Un alloggio stabile offrirebbe loro un senso di appartenenza e di protezione, fondamentale per ricostruire la propria autostima e riprendere in mano la propria vita. Il reinserimento sociale diventerebbe più agevole, grazie alla possibilità di cercare un lavoro, ripristinare i legami familiari e partecipare attivamente alla vita della comunità. Per la società nel suo complesso, i vantaggi sarebbero altrettanto evidenti. La riduzione dei costi sociali legati all'assistenza sanitaria d'emergenza e all'intervento delle forze dell'ordine libererebbe risorse preziose da investire in altri servizi essenziali. La sicurezza pubblica migliorerebbe, grazie alla diminuzione della criminalità e della marginalità sociale. Le città diventerebbero più vivibili, accoglienti e attrattive, sia per i residenti che per i visitatori. L'immagine della città ne trarrebbe un beneficio notevole, proiettando un'aura di solidarietà e inclusione. I turisti la percepirebbero come una meta più sicura e ospitale, gli investitori sarebbero più propensi a scommettere sul suo futuro. Ma il vantaggio più grande sarebbe per tutti noi: una società che si prende cura dei più deboli, che non lascia indietro nessuno, è una società più giusta, più umana, più civile.
Sitografia:
- https://www.senato.it/istituzione/la-costituzione - https://www.lavoro.gov.it/ - https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/Attuazione-Interventi-PNRR/Documents/MLPS-PNRR-M5.pdf - https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/Fondo-nazionale-politiche-sociali/Pagine/default - https://www.istat.it - https://www.sistan.it/ - https://www.fiopsd.org/politiche-nazionali-senza-dimora/italiadomani.gov.it - https://www.normattiva.it - https://fesr.regione.lombardia.it/it/pc2127/prlombardiafesr2021-2027/autorita-e-organi-3/autorita-del-programma - https://www.ansa.it - https://www.feantsa.org/en - https://european-union.europa.eu/index_it - https://european-social-fund-plus.ec.europa.eu/it/cose-lfse - https://unric.org/it/agenda-2030/
PPT:
https://drive.google.com/file/d/1CWLRWUjWSeXjdGelZNPo7OfbQmvs57c1/view?usp=sharing
Diario delle attività
Diario di bordo - Progetto "Un giorno in Senato"
Classe 4^A AFM - Istituto Don Milani - Montichiari (BS) - Lombardia.
Data: 29 ottobre 2024
Luogo: Fiera di Milano (Rho)
Attività svolta: In data odierna, ci siamo recati presso la Fiera di Milano (Rho) per partecipare alla visione di progetti per il nostro futuro all’ Expo Training. In questa mattinata abbiamo avuto un incontro informativo dedicato al Bando "Un giorno in Senato". Durante l'evento, abbiamo avuto l'opportunità di ricevere una spiegazione dettagliata riguardante le finalità, le modalità di partecipazione e le caratteristiche del concorso. L'iniziativa ci è parsa particolarmente interessante e coerente con il percorso di studi intrapreso, in quanto volta a promuovere la conoscenza delle istituzioni parlamentari e a sviluppare le competenze di cittadinanza attiva tra gli studenti.
Nella settimana seguente alla partecipazione in fiera, abbiamo presentato il progetto alla nostra docente di Diritto ed Economia politica. Dopo una prima esposizione generale dell'iniziativa, ci siamo confrontati collettivamente sul potenziale educativo e formativo del concorso.
Successivamente, insieme alla docente, abbiamo proceduto ad analizzare nel dettaglio il Bando ufficiale, soffermandoci in particolare sulle modalità di partecipazione al concorso, sui requisiti richiesti per l'ammissione, sulle fasi e sulle tempistiche previste per lo svolgimento del progetto e infine sui criteri di selezione dei lavori finalisti.
Al termine dell'analisi e del confronto, abbiamo deciso con entusiasmo di aderire all'iniziativa e di avviare i lavori progettuali in vista della candidatura ufficiale al concorso.
In una fase preliminare, dopo un'attenta distribuzione dei compiti tra i membri della classe, abbiamo lavorato per gruppi: ciascun gruppo ha elaborato e presentato diverse proposte progettuali, impegnandosi e collaborando attivamente alla definizione di tematiche di interesse comune. Al termine di questo processo, il progetto sul reinserimento delle persone senza fissa dimora è stato selezionato dai Senatori, che lo hanno ritenuto particolarmente idoneo e significativo per l'approfondimento, in virtù della sua attualità e del forte impatto sociale.
Abbiamo quindi intrapreso un percorso di approfondimento e di progettazione che si è articolato nelle seguenti fasi:
1. Approfondimento sul tema: In questa prima fase ci siamo dedicati allo studio delle problematiche legate alla marginalità sociale e alla condizione di senzatetto, consultando fonti normative, dati statistici e testimonianze.
2. Redazione del disegno di legge: A partire dal lavoro di ricerca, abbiamo redatto una proposta di disegno di legge finalizzata a promuovere politiche di reinserimento sociale, di supporto abitativo e d'inclusione lavorativa per i soggetti senza fissa dimora.
PERIODO: gennaio 2025
Nel mese di gennaio 2025 abbiamo ricevuto l'approvazione formale del nostro progetto, riconosciuto come conforme alle linee guida del concorso "Un giorno in Senato".
A seguito di questa approvazione, abbiamo implementato la ricerca sul tema e dato avvio alla seconda fase del lavoro, finalizzata alla redazione della relazione finale e alla preparazione del materiale multimediale di supporto, che accompagnerà la presentazione del nostro disegno di legge nella fase conclusiva del concorso.
PERIODO: febbraio - aprile 2025.
Entro la data di giovedì 24 aprile 2025, la nostra classe ha continuato a lavorare con impegno e costanza nell'ambito del concorso "Un giorno in Senato".
Al fine di rendere più efficace e strutturato il nostro percorso di approfondimento, abbiamo deciso di organizzarci in piccoli gruppi composti da 5 studenti ciascuno, secondo la tecnica del Jigsaw del cooperative learning, assegnando a ogni gruppo esperto un compito specifico, in base a un criterio tematico e funzionale alla redazione della relazione finale.
I compiti assegnati ai diversi gruppi esperti sono stati i seguenti:
1. Normativa nazionale sul tema: Il gruppo ha analizzato leggi, decreti legislativi e altri atti normativi italiani riguardanti il fenomeno della marginalità e le misure di reinserimento sociale dei soggetti senza fissa dimora.
2. Normativa dell'Unione Europea: Questo gruppo si è dedicato allo studio delle direttive, regolamenti e raccomandazioni dell'UE in materia di inclusione sociale, diritti fondamentali, lotta alla povertà e accesso ai servizi essenziali.
3. Normativa internazionale extra-UE (es. ONU): Il gruppo ha approfondito le convenzioni, dichiarazioni e linee guida elaborate da organizzazioni internazionali, tra cui in particolare l'ONU, sul diritto all'abitazione, al lavoro e alla dignità delle persone in situazione di grave marginalità.
4. Statistiche sul fenomeno: Gli studenti incaricati di questa sezione hanno raccolto e analizzato dati statistici provenienti da fonti ufficiali quali ISTAT, EUROSTAT e rapporti di ricerca sociali, con l'obiettivo di contestualizzare e quantificare il problema su scala locale, nazionale ed europea.
5. Istituzioni e associazioni attive sul territorio: Questo gruppo ha effettuato una ricognizione delle realtà istituzionali e delle associazioni attive sul territorio locale e nazionale che si occupano di accoglienza, assistenza e reinserimento dei senzatetto, raccogliendo testimonianze e materiali informativi.
6. Analisi del bisogno normativo: L'ultimo gruppo ha avuto il compito di raccogliere e sistematizzare gli elementi emersi dai lavori precedenti per rilevare la necessità di un intervento legislativo, evidenziando le lacune normative esistenti e i benefici attesi dall'approvazione del disegno di legge da noi elaborato.
Nel corso del nostro lavoro di analisi e ricerca, abbiamo preso contatto telefonico con la sede della Caritas di Rivoltella, situata nel comune di Desenzano del Garda (BS). L’incontro è stato organizzato con l’intento di comprendere più a fondo l’operato dell’organizzazione sul territorio, in particolare per quanto riguarda l’assistenza rivolta alle persone senza fissa dimora.
Durante il colloquio con i referenti della Caritas, ci sono state fornite informazioni preziose riguardanti il ruolo che l’ente svolge quotidianamente. È emerso che la Caritas si occupa attivamente di fornire supporto materiale, emotivo e logistico a chi vive in condizioni di grave marginalità, offrendo servizi quali la distribuzione di pasti caldi, la fornitura di vestiario, l’orientamento ai servizi sociali, e – laddove possibile – soluzioni temporanee per l’alloggio. È stato inoltre evidenziato come una delle missioni principali dell’organizzazione sia quella di ristabilire una relazione umana con i soggetti fragili, cercando di recuperare la loro dignità e accompagnarli in un percorso di reinserimento sociale.
PERIODO: marzo 2025
Durante il mese di marzo, abbiamo esposto in classe le ricerche di approfondimento svolte e, inoltre, la nostra attenzione si è concentrata sulla realizzazione della presentazione in Power Point, finalizzata a illustrare in modo chiaro ed efficace il nostro progetto, in vista della fase conclusiva del concorso "Un giorno in Senato".
Abbiamo lavorato in maniera collaborativa, selezionando e organizzando in modo coerente tutte le informazioni rilevanti raccolte nei mesi precedenti, tra cui:
• riferimenti normativi (nazionali, europei e internazionali);
• dati statistici aggiornati sul fenomeno dei soggetti senza fissa dimora;
• testimonianze e attività di istituzioni e associazioni attive sul territorio;
• analisi delle criticità normative e motivazioni del nostro intervento legislativo.
Oltre all'aspetto informativo, abbiamo scelto di personalizzare la presentazione, rendendola anche espressiva delle nostre passioni e creatività individuali. Per questo motivo, abbiamo inserito disegni originali, elaborati graficamente da alcuni di noi, e visualizzazioni grafiche dei dati statistici (grafici, tabelle e infografiche) per rendere il contenuto più fruibile e coinvolgente.
Il lavoro sul PowerPoint è stato un'occasione per integrare competenze diverse, comunicative, grafiche, digitali e analitiche. Infatti ha rappresentato un momento importante di sintesi e valorizzazione del percorso svolto finora.
PERIODO: aprile 2025
Nel mese di aprile, ci siamo dedicati con impegno alla conclusione del nostro lavoro, portando a termine tutte le attività previste per la partecipazione al concorso "Un giorno in Senato".
In particolare, ci siamo concentrati su tre aspetti fondamentali:
1. Approfondimento sul tema della legge proposta: Parallelamente, abbiamo redatto un approfondimento tematico, volto a illustrare le motivazioni alla base della nostra proposta legislativa. In questo documento abbiamo riassunto le criticità riscontrate, i riferimenti normativi di contesto, le analisi statistiche e sociali condotte, nonché le soluzioni da noi individuate per affrontare il fenomeno della marginalità estrema.
2. Stesura definitiva del Disegno di Legge: Abbiamo completato la scrittura del testo legislativo, articolato in articoli chiari e coerenti, con l'obiettivo di proporre misure concrete e realizzabili per il reinserimento sociale delle persone senza fissa dimora. Ogni articolo è stato elaborato con attenzione alla forma giuridica, nel rispetto delle indicazioni fornite dal concorso e delle reali esigenze emerse durante la fase di ricerca.
3. Redazione del Diario di Bordo: Abbiamo raccolto e ordinato in modo cronologico tutte le attività svolte durante il nostro percorso, documentando con precisione le fasi progettuali, i momenti di confronto, la suddivisione dei compiti e i risultati raggiunti. Il diario di bordo rappresenta la testimonianza concreta del nostro impegno e della metodologia adottata.
Al termine della raccolta e dell’elaborazione delle informazioni, ci siamo organizzati nuovamente in piccoli gruppi di lavoro, denominati “gruppi esperti”, con l’obiettivo di verificare accuratamente tutto il materiale prodotto. Ogni gruppo ha avuto il compito di controllare nei minimi dettagli le parti di competenza, al fine di garantire la coerenza, l’accuratezza e la completezza del lavoro finale. Questo passaggio si è rivelato fondamentale per perfezionare l’intero progetto e assicurarne l’affidabilità complessiva.
MOMENTO DI RIFLESSIONE CON LA CLASSE
Il progetto "Un giorno in Senato" ha rappresentato per la nostra classe non solo un'occasione di crescita scolastica, ma anche e soprattutto un'opportunità concreta di formazione civica e personale. Attraverso un percorso articolato, interdisciplinare e collaborativo, siamo stati messi nella condizione di sperimentare attivamente il funzionamento del processo legislativo, assumendoci la responsabilità di ideare, costruire e sostenere una proposta di legge orientata al bene comune.
La scelta di concentrarci sul tema del reinserimento sociale delle persone senza fissa dimora è nata da una riflessione profonda su una problematica attuale e spesso trascurata, che tocca la dignità delle persone e interpella direttamente le istituzioni e la coscienza collettiva. Abbiamo affrontato la sfida con impegno, passione e spirito critico, ricercando fonti normative, analizzando dati, confrontandoci tra pari e con i docenti, fino a giungere alla stesura di un disegno di legge concreto e motivato.
Con la conclusione di queste attività, la nostra classe ha portato a termine un percorso intenso, formativo e ricco di stimoli, che ci ha permesso di riflettere attivamente sul ruolo delle istituzioni, sul valore della cittadinanza e sull'importanza della partecipazione democratica.
Siamo orgogliosi del lavoro svolto e consapevoli che, al di là dell'esito del concorso, abbiamo vissuto un'esperienza significativa, che porteremo con noi nel nostro percorso scolastico e, più in generale, nella nostra formazione di cittadini consapevoli e responsabili!