“LA MIA IDEA DI LAVORO” e “IL MIO LAVORO”: predisposizione di un sondaggio e analisi dei dati.

  • Pubblicato il 07/03/2025
  • da M. C. G. - Milano

Durante le prime settimane del mese di febbraio abbiamo predisposto due questionari da somministrare, su base volontaria, ad alunni e genitori del nostro Istituto, con finalità differenti.
Nel sondaggio rivolto agli alunni le domande sono state concepite per capire quali siano le aspettative e le incertezze che i ragazzi hanno sul proprio futuro e quanta importanza attribuiscano, per la realizzazione dei propri sogni, all’acquisizione delle competenze e al percorso formativo, garantiti dalla Scuola.
Attraverso il questionario rivolto ai genitori abbiamo cercato di capire quale percezione abbiano gli adulti della propria condizione lavorativa, se ne siano soddisfatti sia da un punto di vista professionale sia economico e, infine, se si sentano effettivamente tutelati nei propri diritti.
In entrambi i sondaggi abbiamo posto delle domande relative alla provenienza e alla conoscenza della lingua italiana, prendendo in considerazione il carattere multietnico del quartiere in cui sorge la nostra Scuola.

Questionario ragazzi: “La mia idea di lavoro”
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfTG90T-PrCXTZcMFxuARVSPckE73zCKWJ1eYn-dE6ox2_wgQ/viewform?usp=header

Questionario adulti: “Il mio lavoro”
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSc_W7ZORmvh0t3vAmpSX35lvwI1o3KJ2H9Et9dfqhm4LIeXmA/viewform?usp=header

ANALISI DEI DATI
Poco più della metà (56,6%) degli alunni e delle alunne che hanno risposto al sondaggio sono madrelingua italiani; tutti gli intervistati hanno un’età che va dagli 11 ai 14 anni e, con alcune eccezioni, hanno già un’idea dell’attività che vorrebbero svolgere da grandi. Nella maggior parte delle loro famiglie (77,8%) lavorano sia il padre che la madre. Pochi (12,7%), tra i ragazzi, si sentono influenzati nei propri interessi dalla professione dei genitori. Più della metà degli alunni (52,4%) considera il lavoro un’opportunità per realizzarsi e crescere; il 36,5% lo vede come un modo per guadagnare soldi e l’11,1% lo considera un dovere necessario. La caratteristica più importante di un lavoro, per la maggior parte (33,3%) dei ragazzi, è che sia sicuro e stabile; il 28,6% vorrebbe un lavoro divertente e interessante; il 25,4% spera che sia ben pagato e solo il 12,7% desidera che sia utile agli altri. Per quanto riguarda le paure in relazione al futuro, al primo posto c’è il timore di non avere abbastanza tempo libero per sé stessi e per la propria famiglia, mentre il 27% teme di non trovare lavoro. La maggior parte degli alunni considera lo studio fondamentale per il proprio avvenire: per il 57,1% è molto importante, per il 36,5% abbastanza importante e solo per il 6,4%, invece, è poco importante. Il 49,2% degli intervistati afferma che il campo in cui la scuola sta preparando meglio gli studenti è la capacità di riuscire a relazionarsi con gli altri, mentre per il 33,3% è quello di imparare a risolvere i problemi. Questi ultimi dati, fra l’altro, trovano riscontro in quelle che, secondo la maggior parte dei ragazzi, sono le competenze fondamentali per avere successo nel mondo del lavoro: capacità di adattamento e flessibilità nel lavoro di gruppo (63,5%).

Gli adulti che hanno risposto al sondaggio (71,1% donne e 28,9% uomini) hanno un’età compresa fra i 33 e i 58 anni; con una formazione eterogenea che va dalla licenza media al master universitario. Poco più della metà (57,8%) lavora nel settore privato, mentre il 28,9% nel settore pubblico. Anche gli adulti come i ragazzi non hanno sperimentato l’influenza della propria famiglia nella scelta del lavoro (61,9% no; 26,2% in parte; 11,9% sì). Diversamente dai giovani, che solo in piccola percentuale aspirano a svolgere un lavoro utile per gli altri, per la maggior parte degli adulti il proprio impiego è di aiuto alla società (per il 28,6% moltissimo, per il 42,9% molto). Il 76,2% afferma di essere trattato bene al lavoro; a fronte di questo dato, però, risulta che solo un terzo degli intervistati è soddisfatto del proprio stipendio (35,7%), il 28,6% lo è solo in parte, tutti gli altri non lo sono o perché vengono pagati poco rispetto alla mole di lavoro svolto o perché non hanno possibilità di avanzamento professionale ed economico. Questa insoddisfazione si riflette anche sulla possibilità presa in considerazione dai due terzi degli intervistati di cambiare lavoro. La paura maggiore riguardo al proprio futuro lavorativo è la mancanza di crescita professionale (35,7%) e di non riuscire a garantire la sicurezza economica alla propria famiglia (31%). Per quanto riguarda la tutela dei diritti e la sicurezza sul lavoro, il 61,9% dice che sono adeguati; tuttavia il 9,5% considera il lavoro svolto dannoso per la propria salute, il 16,7% afferma di lavorare più di 8 ore e il 31% rivela di non vedere riconosciuti i propri straordinari; quasi tutti (l’88,8%), invece, possono assentarsi per malattia o motivi familiari. La metà almeno una volta nella vita è stata disoccupata; il 48,9% pensa che a Milano sia facile trovare lavoro e il 57,8% non pensa che la nazionalità sia un ostacolo; quest’ultimo parere ritrova riscontro anche nelle risposte date dai ragazzi.

Agli adulti abbiamo anche chiesto che cosa, secondo loro, può aiutare le persone a trovare lavoro. La maggior parte ha risposto che è importante la formazione, una maggiore diffusione della domanda e dell’offerta, una maggiore attenzione nell’incentivare i contratti a tempo indeterminato rispetto a quelli in regime di somministrazione o a tempo determinato. Alla domanda sulle iniziative che potrebbero favorire, in un quartiere multietnico, una maggiore inclusione lavorativa, hanno avanzato le seguenti proposte: maggiore partecipazione alla vita sociale del quartiere, attività di sostegno e supporto nella ricerca del lavoro, corsi di italiano per stranieri, l’accoglienza, la collaborazione, parità di opportunità e corsi di formazione gratuiti, riconoscimento dei titoli di studio stranieri, uffici in rete per la collocazione nel mondo del lavoro. A tale proposito un dato interessante è che solo il 15,6% è a conoscenza del fatto che nel proprio quartiere ci siano Istituzioni, associazioni, fondazioni che aiutano nella ricerca e tutelano il diritto al lavoro. Proprio questo potrebbe essere un punto di partenza per esplorare il nostro municipio e far conoscere le realtà in esso già esistenti.

Dal confronto dei dati, infine, sono emerse sicuramente delle differenze tra la generazione dei padri e quella dei figli ma sembrano più evidenti i punti di contatto: innanzitutto l’idea che il lavoro permetta di realizzare sé stessi e di crescere umanamente e professionalmente; l’esigenza per gli adulti di assicurare certezze economiche alla propria famiglia che per i ragazzi si traduce nel desiderio di avere, un giorno, un lavoro sicuro e stabile; l’importanza assegnata allo studio e alla formazione come base per costruire il proprio futuro e realizzarsi nel mondo del lavoro.

Presentazione: "Sondaggio - Restituzione dei dati raccolti"
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