La problematica dei muri a secco in Costiera amalfitana-prima parte

  • Pubblicato il 04/04/2024
  • da A. D. V. - Salerno

Seduta n.3 di martedì 19 marzo 2024
Sede: Auditorium Convitto Nazionale “T.Tasso”, Salerno
Presidente: Giorgia PENZA (Rappresentante di classe).
Resoconto a cura di: Michela LONGO.
Resoconto
I lavori hanno inizio alle ore 11,10.
Ordine del giorno: Audizione del Dott. Secondo Squizzato, Presidente dell’Associazione L’Innesto di Cetara (SA).
Documenti presentati: link al sito web dell’Associazione L’Innesto.
Interventi: Dott. Secondo Squizzato, Presidente dell’Associazione L’Innesto di Cetara (SA).
PRESIDENTE
La Presidente apre la seduta, ringrazia il Dott. Squizzato per la disponibilità ad aiutare la classe nel Progetto SenatoAmbiente e lo invita a esporre le problematiche affrontate dall’associazione da lui presieduta.
SQUIZZATO Secondo
Ringrazia per l’opportunità concessagli nel ruolo di Presidente dell’associazione L’innesto. Affermatosi in campi totalmente diversi da agricoltura e ambiente, ad un certo punto della propria vita ha deciso di rimettere a posto il terrazzamento a limoneto ereditato, abbandonato negli anni per la perdita di valore delle produzioni. Nel frattempo ha cominciato a valutare con molti amici che in Costiera Amalfitana il processo di abbandono di buona parte dei fondi è strisciante e non sempre ben visibile; per cui, nel 2022 con un gruppo di amici ha deciso di costituire un’associazione attraverso la quale agire e fare passi avanti, piuttosto che lamentarsi e piangersi addosso.
Immagine 3.1
https://drive.google.com/file/d/1oxetAx1I5G6MQ-ZXjQIlQgGS5mnp5TMt/view?usp=sharing
PRESIDENTE
Invita il Dott. Squizzato a riferire se negli ultimi anni vi siano stati in Costiera Amalfitana fenomeni di dissesto che hanno coinvolto aree agricole.
SQUIZZATO Secondo
La Costiera Amalfitana è tanto bella quanto fragile. Nei secoli su una base calcarea si sono accumulati terreni in gran parte di origine vulcanica, per effetto delle eruzioni del Vesuvio, facilmente soggetti a fenomeni di dilavamento e frane in occasione di piogge intense, con conseguenti danni al costruito eventualmente sottostante. Nel dicembre 2019 a Cetara si ebbero fenomeni di questo tipo in ben sette punti diversi; caddero delle frane e in cinque di questi sette punti furono coinvolti dei terrazzamenti, che crollarono.
C’è da chiedersi perché un terrazzamento crolla e qual è la sua meccanica da un punto di vista ingegneristico. Un muro a secco o terrazzamento è fatto mettendo delle pietre in verticale, secondo delle regole di inclinazione, per vincerne la naturale propensione a cadere. All’interno dei terrazzamenti ci sono dei terreni che nel tempo si sono consolidati, ma, se l’acqua delle piogge non riesce a defluire in maniera corretta, si creano delle pressioni contro i muri a secco, causandone il crollo. Se il terrazzamento è abbandonato, perché il muro non è controllato a cadenza giornaliera o settimanale, il crollo è fisiologico negli anni.
Nel caso di Cetara 2019 la tragedia fu sfiorata perché non si trovarono persone nei pressi dei crolli che si verificarono.
Il terrazzamento, se manutenuto, concorre a gestire e mitigare il rischio idrogeologico. Si pensi che se l’acqua scendesse scorrendo su gradoni in cemento, nella discesa acquisterebbe sempre più velocità; scorrendo, invece, su un terrazzamento, l’acqua viene assorbita e rallentata dal terreno che è su di esso; esce poi dai fori dal muro a secco ulteriormente rallentata e confluisce in un sistema di raccolta, che a sua volta la rallenta. Il meccanismo si blocca se nei fori di uscita delle acque nasce la vegetazione infestante: l’acqua non potendo uscire presserà alle spalle del muro, fino a causarne il crollo.