La conoscenza del dissesto idrogeologico e la resilienza alle calamità "naturali" .

  • Pubblicato il 04/04/2024
  • da P. F. - Ortona (Chieti)

Martedì 16/01/2024
In questo secondo incontro con il referente dell'ufficio tecnico di mitigazione del rischio della Regione Abruzzo si è posta l'attenzione sulla relazione che lega il concetto di " rischio" a quello di Pericolosità e Vulnerabilità attraverso esempi concreti a testimonianza che il problema del dissesto idrogeologico investe l'intera società e pertanto va prevenuto. Il rischio nasce dalla interazione dinamica tra gli eventi naturali (Hazard) e la componente socio – economica in ragione della sua vulnerabilità e resilienza.
La resilienza dei sistemi complessi richiede approcci multidisciplinari e deve permeare l’intera organizzazione delle nostre società nonché i processi decisionali da condividere con la popolazione anche attraverso una informazione corretta.
Gli studenti hanno familiarizzato con le leggi emanate nel settore per comprendere le problematiche aperte.
Legge n. 632/1967 “Autorizzazione di spesa per l’esecuzione di opere di sistemazione e difesa del suolo ”, norma emanata a seguito della disastrosa alluvione che colpisce la città di Firenze nel 1966 e nuovamente anche il Polesine dopo le alluvioni del 1951 e del 1957. Viene istituita la Commissione Interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e di difesa del suolo (cd.Commissione De Marchi).
18 maggio 1989, n. 183 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo”: detta norme per la riorganizzazione delle competenze degli organi centrali e delle amministrazioni locali. Vedono la luce le Autorità di Bacino nazionali, interregionali e regionali con il compito di redigere i cd. Piani di bacino.
D.L. 5 ottobre 1993, n. 398: la norma introduce il comma 6 ter dell’art. 17 della L. n. 183/89: viene definito il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) come piano stralcio del piano di bacino. Nessuna scadenza.
D.M. del 14 febbraio 1997 “Direttive tecniche per l’individuazione e perimetrazione da parte delle Regioni a rischio idraulico”: dopo otto anni dalla emanazione della L.183 è prevista la regolamentazione delle aree di esondazione secondo classi di probabilità alta, media e bassa probabilità.
D.L. 11.06.1998 n. 180 «Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania. (c.d. Decreto Sarno)»: emanato a seguito dell’evento calamitoso del 5 maggio 1998 che coinvolse la città di Sarno, Quindici provocando 160 morti ed innumerevoli feriti con danni economici di grande rilevanza. Tra gli obiettivi della norma quello di perimetrare le aree a rischio secondo quattro classi a gravosità crescente (R1/R2/R3/R4). Questo Decreto Legge Fissa al 31.12.1998 l’adozione dei Piani Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (PAI).
L. 03.08.1998, n. 267 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11.06.1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania»: legge di conversione del D.L. 180/98 rende attuativi i contenuti del D.L. n. 180/98 persegue gli obiettivi di individuare e delimitare le aree a rischio geologico e idraulico a livello nazionale individuare le misure di salvaguardia per rimuovere le situazioni di rischio più elevato.
D.L. n. 132 del 13.05.1999: convertito dalla Legge 13.07.1999, n. 226 modifica la L. n.267/98 fissando l’adozione perentoria dei PAI al 30.06.2001 e al comma 1 bis il termine del 31.10.1999 l’approvazione di Piani Straordinari e relative Misure di Salvaguardia.
Decreto Legge n. 279/2000 «Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile, nonché a favore di zone colpite da calamità naturali» Convertito con Legge n. 365/2000 (legge Soverato): Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000.
Il Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)" nasce nel 2005 a partire dall'attività di monitoraggio che l'ISPRA svolge per conto del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica - MASE (allora MATTM e poi MiTE), sull'attuazione di Piani e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso.
RIFLESSIONE FINALE: POSSIAMO PARLARE SEMPRE DI CALAMITÀ NATURALI ?
La crescita della popolazione, l'urbanizzazione non sostenibile, la scarsa gestione dei terreni, il degrado degli ecosistemi ed il cambiamento climatico, hanno determinato nell’ultimo decennio un aumento della frequenza, dell'intensità e dell'impatto delle così dette calamità "naturali". Nonostante il miglioramento nella gestione del rischio e la sostanziale riduzione del numero delle perdite di vite umane sono ancora numerose le persone che, ogni anno, sono colpite da disastri "naturali" con danni economici il cui valore finanziario tende ad aumentare.
L’art. 9 della Costituzione afferma: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni la tutela del paesaggio, dell’ambiente e della biodiversità anche nell’interesse delle future generazioni". cit. "La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa" ( Franklin Delano Roosvelt)

Di seguito il link relativo all’attività svolta:
https://youtu.be/f06FeldMHOE?si=8y1J10Frkg6iqOlO