Cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico: due facce della stessa medaglia

  • Pubblicato il 04/04/2024
  • da P. F. - Ortona (Chieti)

Giovedì 18/01/2024
L'incontro con il Coordinatore scientifico di Legambiente, il geologo Andrea Minutolo ha consentito ai ragazzi del liceo scientifico di Ortona di poter comprendere la connessione tra i fenomeni di dissesto aggravati dai cambiamenti climatici in atto con la gestione del territorio urbanizzato e non, che non ha mai messo la prevenzione del rischio idrogeologico al primo posto. Basti ricordare gli eventi che hanno colpito Genova e la Liguria, ma anche la Sardegna, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Toscana, le Marche, l’Umbria, il Veneto e tante altre regioni. Sempre più spesso i fiumi sono fortemente modificati e privati delle loro funzioni “naturali”. In Italia si continua ad assistere alla realizzazione di interventi puntuali, che mirano a risolvere situazioni locali, invece che garantire l’efficacia a scala di bacino. I dati riportati nel dossier Ecosistema rischio 2018, l’indagine di Legambiente rivolta ai comuni classificati ad elevato rischio idrogeologico, sono eloquenti:
• un’alterazione delle dinamiche naturali dei corsi d’acqua (fiumi, fiumare e torrenti)
• un consumo di suolo, una
cementificazione e una impermeabilizzazione dei terreni non più sostenibile
Tutto questo ha contribuito ad amplificare il rischio, anche in virtù del verificarsi di eventi atmosferici di rilevante entità sempre più frequenti in questi ultimi anni.
Ai fattori esterni, cioè agli eventi calamitosi amplificati dalle mutazioni climatiche, si aggiungono fattori antropici, come le modalità di costruzione delle città secondo politiche e progetti non più sostenibili che continuano a peggiorarne le condizioni. A ciò va aggiunto che si continua a tombare corsi d'acqua credendo così, erroneamente,di metterli in sicurezza.
QUALE RISOLUZIONE SI DOVREBBE ADOTTARE per evitare che si verifichino dei danni così importanti come quelli accaduti negli ultimi anni?
Esistono soluzioni tecniche molto efficaci a costo zero che potrebbero essere messe in campo dal Governo attraverso una Legge specifica sullo " stop al consumo di suolo". Questo è infatti il fattore principale che amplifica il rischio di dissesto e modifica il nostro territorio. Dunque per rendere più efficaci gli interventi necessari che servono per mitigare i rischi occorrerebbe una specifica Legge che preveda il non consumo di suolo per nuove edificazioni o al massimo un ripristino della permeabilità, dove possibile, o riqualificazione degli spazi già esistenti, permettendo così, certamente di ridurre i fattori scatenanti il dissesto da una parte e garantendo, dall'altra, spazi urbani rigenerati e sempre più inclusivi.

Di seguito il link relativo all’attività svolta:
https://youtu.be/1DuHx7EQiU4?si=liVMuoJsJ582lSvE