VERBALE N.3 AUDIZIONE PROF. PALLIOTTI ALBERTO

  • Pubblicato il 08/04/2024
  • da S. P. - Città di Castello (PG)

Il giorno 6, del mese di febbraio, dell’anno 2024, la IX Commissione San Francesco di Sales, nei locali del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Università degli Studi di Perugia ha incontrato il Prof. Alberto Palliotti docente di Arboricoltura Generale e Coltivazioni Arboree, per discutere di quanto e come il cambiamento climatico possa incidere sulla coltivazione della vite e per proporre eventuali soluzioni ecosostenibili che possano ridurne l'impatto.

La seduta si è aperta alle ore 9:00.

PRESIDENTE: “L’ordine del giorno reca l’indagine conoscitiva sugli effetti del cambiamento climatico sulla produzione di Vinosanto. È in programma oggi, in apertura della nostra indagine conoscitiva, l’audizione del Prof. Palliotti, cui rivolgo il ringraziamento per il contributo che fornirà alla nostra indagine su una tematica di grande rilievo e attualità per il nostro territorio.
Cedo immediatamente la parola al Professore per svolgere la sua esposizione sulle tematiche oggetto dell’indagine”.

PALLIOTTI “Ringrazio la commissione per avermi interpellato e do il benvenuto a tutti nei locali del Dipartimento.
Mi preme fare una breve premessa sulle origini di questo prodotto.
Il Vinosanto, prodotto dalle uve affumicate dell'Alta Valle del Tevere, ha origini ad inizio del 1900 durante l'epoca della mezzadria. Inizialmente riservato ai proprietari terrieri, veniva ottenuto appendendo l'uva a essiccare nei sottotetti delle loro case. Ai contadini era vietato assaggiarlo. Tuttavia, alcuni mezzadri iniziarono a produrlo clandestinamente, appiccando gli acini alle travi delle cucine per farli essiccare e assorbire i fumi del camino. Le varietà d'uva impiegate includevano trebbiano, malvasia, grechetto e malfiore, raccolte prima della piena maturazione. Dopo la diraspatura e la pigiatura, il mosto fermentava in botti di legno, dove lieviti naturali selezionati contribuivano alla fermentazione (le “madri”). Il vino veniva poi lasciato in locali ben areati per almeno cinque anni, sviluppando un caratteristico colore ambra, una densa consistenza, un sapore acido e un retrogusto affumicato.
Al fine di approfondire la storia del prodotto, affido alla commissione un mio articolo scritto in collaborazione con il sig. Ceccarelli proprietario de “La Miniera di Galparino” .
(https://drive.google.com/file/d/1ZHTFs6e0I5NAJV1XNYbMr6LrX64GZh2L/view?usp=drive_link)
Esiste purtroppo una criticità giuridica legata alla produzione e vendita di questo prodotto. Il Vinosanto attualmente non si può vendere come tale, perché non è etichettabile come “Vinosanto da uve affumicate dell'Alta Valle del Tevere” ma come “Bianco Passito IGT”. Il Vinosanto altotiberino è dunque illegale in Italia, ciò significa che esso non può essere destinato alla vendita con questa etichetta, ma può essere solo regalato. I produttori stanno cercando di introdurre una modifica del disciplinare della DOC dei Colli Altotiberini, un traguardo che se raggiunto sarebbe importante perché rappresenterebbe un giusto riconoscimento per un prodotto Made in Italy così radicato nel territorio dell’Alta Valle del Tevere.
In riferimento ai disciplinari, mi preme sottolineare la loro importanza poiché grazie ad essi i produttori sono tenuti a seguire delle regole ben precise”.

LORENZINI: “Abbiamo inoltre appreso da alcuni produttori che quest’anno c’è stato un forte calo delle produzioni di uva. Secondo le sue conoscenze, è possibile stabilire un nesso causale fra questo calo di produzione e il cambiamento climatico?”

PALLIOTTI “Nell'ultima annata, la diffusione della peronospora ha causato un crollo della produzione di uva di circa il 70%, danneggiando le viti attraverso la defogliazione e la perdita dei grappoli. Le piogge abbondanti, soprattutto tra aprile e giugno 2023, hanno favorito la diffusione di questo fungo patogeno nei vigneti”

BRUGOLETTA: “Oltre alla diffusione della peronospora esistono altre criticità legate al cambiamento climatico che stanno danneggiando la capacità produttiva dei vigneti?”

PALLIOTTI “Sì, le criticità sono molteplici e includono siccità, alluvioni e altri eventi meteorologici estremi. L'aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale provoca scottature solari e l’appassimento anticipato dell'uva, con riduzione degli antociani e della qualità. Le cause principali di questi cambiamenti climatici sono l'elevata impronta di carbonio, lo sfruttamento irrazionale del suolo e la deforestazione, con gravi conseguenze economiche ed ambientali.
Per quanto riguarda l’ecosistema vigneto, nel 2023 è stato testato un nuovo prodotto, un composto sperimentale costituito da betacarotene, cioè un pigmento naturale precursore della vitamina A, e l'alfa-pinene una sorta di adesivante naturale che si trova soprattutto nelle resine di molte specie di conifere, come il pino. Questo composto riduce la quantità di quercetina prodotta dalla pianta che altrimenti comprometterebbe la resa del prodotto.
Il caolino, un'argilla bianca, offre una soluzione alternativa per proteggere le foglie dall'eccessivo calore senza compromettere la qualità. Utilizzata al 3%, viene lavata via dalla pioggia, rendendola una tecnica efficiente e meno costosa rispetto alle reti ombreggianti e alle tecniche di irrigazione.
Un'altra soluzione per la sfida climatica in viticoltura è l'adozione di pratiche biologiche e di precisione, integrate con nuove tecnologie che consentono la rilevazione precoce di stress e patologie. È cruciale che le soluzioni siano pratiche e facili da implementare per gli agricoltori nel loro lavoro quotidiano. Per approfondimenti, il materiale preparato per l'Agraria Day dell'Università di Perugia nel 2018 fornisce ancora un valido riferimento.
(https://drive.google.com/file/d/1pLZCjFc2ju7-wEnswfPHTdy6PDQTmlPV/view?usp=sharing)”.

MONALDI: “Quindi ci può confermare che il cambiamento climatico influenza negativamente la coltivazione delle viti, e di conseguenza anche la qualità del prodotto finale?”

PALLIOTTI: “Sì, senza dubbio, pertanto è necessario investire risorse per sperimentare delle nuove tecniche produttive che però siano sostenibili a livello ambientale ed economico”.

PRESIDENTE: “Ringraziando il Prof. Palliotti dichiaro conclusa l’audizione e rinvio il seguito dell’indagine ad altra seduta”.

Fotogallery dei lavori:
https://padlet.com/dmartinelli5/vinosanto-e-alta-valle-del-tevere-gli-effetti-del-cambiament-dnv2n4oj8qrec5vg


I lavori terminano alle ore 11:00.


F.to IX Commissione San Francesco di Sales