#stop alla tortura, è contro natura

  • Anno scolastico 2021-2022
  • Presentato da Scuola Secondaria di I Grado "Spanò Bolani", Reggio Calabria

Art. 5

Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.

#stop alla tortura, è contro natura

Dopo aver letto la Dichiarazione universale dei diritti umani, le classi 2^I e 2^B hanno deciso di prendere in esame e di approfondire l'articolo 5 della stessa Dichiarazione, ovvero l'articolo che riguarda il divieto di tortura e di punizioni crudeli, compresa la pena di morte. Abbiamo scelto questo articolo, perché riteniamo molto interessante approfondire le nostre conoscenze riguardo gli argomenti analizzati all'interno dello stesso; inoltre, è chiaro che tanto la tortura quanto qualsiasi altra punizione crudele risultano contrarie ad ogni altro diritto umano, compreso il diritto alla vita sancito dall’articolo 3, così come appaiono inutili in caso di condanna per crimine dal momento che non garantiscono al condannato un percorso di riabilitazione e di reinserimento nella società. Oltre alle ragioni su indicate, abbiamo scelto l’articolo 5 poiché riteniamo di poterlo in qualche modo ricollegare a quanto avviene nel territorio calabrese, dove tortura e punizioni crudeli sono troppe volte adottate dalla criminalità organizzata per compiere “spedizioni punitive” contro chi la combatte.

In una prima fase le nostre classi hanno pensato di creare su PowerPoint una cronistoria della tortura, ricercando documenti che attestino la sua nascita e indagando su quali strumenti siano stati utilizzati nel corso del tempo per attuarla. All'interno dell’elaborato sarà inserita anche una parte in cui verranno approfondite le tesi esposte da Cesare Beccaria nel trattato “Dei delitti e delle pene”, che per la prima volta mettono in luce l'inutilità della tortura e della pena di morte. Arriveremo quindi ai giorni nostri, trattando degli Stati dove attualmente ci sono ancora queste pratiche brutali e i vari tipi di esecuzione.

In una seconda fase, ci occuperemo della tortura e delle punizioni crudeli come metodi per sottomettere e umiliare gli avversari politici e i ribelli durante l’età del Fascismo, una dittatura che eliminò tutte le libertà contenute nella Dichiarazione. Recupereremo, in questa fase, documenti di vario tipo e realizzeremo un elaborato scritto corredato da disegni e commenti. Un accenno verrà fatto anche ai campi di concentramento e sterminio voluti dal Nazismo, come esempi di punizioni crudeli contro “crimini” inesistenti.

Durante la terza fase verificheremo sul territorio il rispetto dell'articolo 5, facendo riferimento alla criminalità organizzata, molto diffusa all'interno del nostro Paese e in particolare nei territori meridionali. Abbiamo in mente di fare delle ricerche nella nostra Biblioteca comunale, di copiare e fotografare documenti interessanti e di approfondire l’argomento delle “spedizioni punitive”, delle estorsioni e delle intimidazioni cui si fa ricorso all’interno della ‘ndrangheta per inviare messaggi a chi si oppone. A tal proposito, raccoglieremo tramite interviste le testimonianze e le considerazioni di forze dell’ordine e autorità del nostro territorio e realizzeremo un video per ricostruire e illustrare quanto abbiamo trovato.

Nella quarta e ultima fase, ritorneremo ai giorni nostri e realizzeremo un elaborato su PowerPoint che illustri quali Stati tuttora non rispettano nel mondo il diritto indicato nell’articolo 5, anche ricorrendo ai dati statistici raccolti negli ultimi anni. Un accenno verrà fatto anche alla condanna emessa nel 2019 nei confronti dell’Italia dalla Corte di Strasburgo, che ha stabilito che la legge sull'ergastolo ostativo viola il diritto a non essere sottoposti a trattamenti inumani e degradanti, e al recente ultimatum dato dal Consiglio dei ministri europei all’Italia, affinché fornisca entro il 15 dicembre 2021 informazioni sui progressi in tal proposito.