Da Aurea Chersoneso a raffineria petrolifera: il doppio volto di Milazzo

  • Anno scolastico 2024-2025
  • Presentato da IIS Francesco Maurolico - Liceo Classico Maurolico (Messina) - Liceo Scientifico Galileo Galilei (Spadafora), Messina

Una tra le cittadine più affascinanti della costa nord orientale siciliana è Milazzo, chiamata dagli antichi “Aurea Chersoneso” per la sua rigogliosa vegetazione, le sue acque limpide e il suo clima mite.

Oggi la bellezza e la magia del luogo sono palpabili ma, tra il verde della flora e il blu delle acque, si staglia il grigio della Raffineria di Milazzo,che opera a pochi chilometri dalla nostra scuola e dai comuni in cui viviamo e si occupa della trasformazione del petrolio per produrre carburanti, combustibili e materie prime, impiegando oltre 600 dipendenti. La centrale garantisce ricchezza al territorio grazie all’occupazione diretta ed indiretta di migliaia di persone, ma periodicamente vari enti pubblicano dati allarmanti sull’inquinamento determinato dalla centrale e sull’impatto che ha sul territorio e sulla salute degli abitanti.

È possibile agire, in linea con la transizione ecologica e nel rispetto dell’articolo 9 della Costituzione Italiana, per ridurre le emissioni, migliorare la qualità dell'aria e la salute dei cittadini e dei lavoratori, salvaguardando l’occupazione? Sono queste le domande che abbiamo intenzione di porre a tutti i soggetti coinvolti nella nostra indagine.

Da Aurea Chersoneso a raffineria petrolifera: il doppio volto di Milazzo

Ogni anno la Sicilia conta 16 milioni di turisti provenienti da ogni parte del mondo, attratti dalla bellezza dello splendido patrimonio paesaggistico e naturalistico. Una tra le cittadine più affascinanti della costa nord orientale siciliana è Milazzo, porto d’imbarco delle isole Eolie, ma anche terra di storia e cultura. Fu chiamata dagli antichi “Aurea Chersoneso” per la sua rigogliosa vegetazione, le sue acque limpide e il suo clima mite. Un locus amoenus che, secondo le leggende, accoglieva gli dei dell’Olimpo. Ancora oggi la bellezza e la magia del luogo sono palpabili, ma, tra il verde della flora e il blu delle acque, si staglia il grigio della Raffineria di Milazzo. L’attività fu avviata nel 1961 e si estende in un'area di 212 ettari tra i comuni di Milazzo e San Filippo del Mela in provincia di Messina, a pochi chilometri dalla nostra scuola e dai comuni in cui viviamo. La Raffineria di Milazzo (RAM) si occupa della trasformazione del petrolio per produrre carburanti, combustibili e materie prime, impiegando oltre 600 dipendenti di cui più del 90% proviene dalla provincia di Messina, in particolare dalla Valle del Mela. È la terza in termini di capacità produttiva delle dieci raffinerie oggi attive in Italia e sopravvissute alla crisi economica. La centrale garantisce ricchezza al territorio grazie all’occupazione diretta ed indiretta di migliaia di persone, ma periodicamente vari enti pubblicano dati allarmanti sull’inquinamento determinato dalla centrale e sull’impatto che ha sul territorio e sulla salute degli abitanti (tumori, malformazioni neonatali, patologie all’apparato respiratorio causate da valori elevati di anidride solforosa, biossido di azoto e benzene). Da tempo varie associazioni della Valle del Mela si battono contro l’inquinamento della centrale e chiedono alla Regione Sicilia di adottare al più presto interventi quali, ad esempio, il “Piano della qualità dell'aria”, approvato nel 2018 per ridurre l’inquinamento senza diminuire la produzione e l’occupazione. Le proteste dei cittadini hanno avuto il loro culmine nel 2018 quando fu organizzata la più grande manifestazione della storia della Valle del Mela, con la partecipazione di oltre 10.000 persone, per chiedere più tutela per la salute dei cittadini e opporsi a stabilimenti inquinanti come il proposto inceneritore di rifiuti. Ma dopo tutte queste proteste ed azione attuate o promesse, qual è realmente oggi la situazione? È possibile agire, in linea con la transizione ecologica e nel rispetto dell’art.9 della Costituzione Italiana, per ridurre le emissioni, migliorare la qualità dell'aria e la salute dei cittadini e dei lavoratori, salvaguardando l’occupazione? Cosa si sta facendo e quanto tempo ci vuole per vedere i primi concreti risultati? Sono queste le domande che abbiamo intenzione di porre a tutti i soggetti coinvolti per avere un quadro d’insieme più chiaro e capire se Milazzo ed il suo territorio potranno un giorno tornare ad essere l’Aurea Chersoneso di un tempo. Il nostro lavoro di ricerca e di proposta si svilupperà secondo il metodo didattico del Service learning, già adottato nella nostra scuola, che spinge gli studenti a conoscere i problemi del territorio e provare a dare un contributo per migliorare la problematica affrontata. Le fasi del lavoro saranno: APPROFONDIRE - raccolta informazioni e dati da documenti ed interviste a “testimoni privilegiati” quali ARPA, ASP, Comitati di cittadini, Sindacati dei lavoratori, RAM, Regione Siciliana, comune di Milazzo e San Filippo del Mela; PROGETTARE - lavori di gruppo, utilizzo di conoscenze e competenze di varie discipline (Matematica, Scienze, Geostoria, Educazione civica), elaborazione proposte; AGIRE - elaborare un dossier da presentare in iniziative pubbliche nelle scuole e nel nostro territorio.

  • 30 Aprile 2025
    D. I. - Messina

    DIARIO DELLE ATTIVITA’ “DA AUREA CHERSONESO A CENTRALE PETROLIFERA”

    05/11/2024: Assemblea di classe per individuare la tematica ambientale che interessa il nostro territorio e su cui riteniamo sia necessario intervenire. Dopo un breve brainsotorming la scelta non poteva che cadere sull’impianto della raffineria di Milazzo (RAM) che rappresenta una …

PREMESSA

L’indagine conoscitiva ci ha fatto confrontare con la realtà della nuova “Aurea Chersoneso”, non più sede degli dei ma della raffineria di Milazzo (RAM). Lo scopo è stato quello di strutturare l’indagine confrontando i vari dati ottenuti da ricerche personali o forniti direttamente dalla stessa RAM. La raffineria garantisce reddito e occupazione ad oltre un migliaio di lavoratori, ma non bisogna per questo nascondere le preoccupazioni che derivano dai controlli ciclici di vari enti di ricerca sulla qualità dell’aria e la salute degli abitanti del territorio. Alla luce di quanto abbiamo letto apparirebbe irraggiungibile il sogno di una Milazzo più salubre e al contempo produttrice di energia, eppure questo è uno dei propositi dell'agenda 2030, ovvero puntare a garantire l’accesso all’energia rinnovabile al maggior numero di persone possibile, aumentare e raddoppiare l'efficienza energetica e accrescere gli investimenti in nuove energie rinnovabili. Tali premesse ci fanno ben sperare per un nuovo Olimpo nel territorio milazzese che non metta a rischio la salute dei cittadini e l’ambiente. Questo almeno è il mito che ci piace immaginare per Milazzo e che ci ha incoraggiato a portare avanti questa ricerca.

NOTA METODOLOGICA

Per strutturare al meglio la nostra indagine, abbiamo ritenuto fondamentale iniziare individuando figure competenti che potessero aiutarci a chiarire ogni dubbio. Selezionati i “testimoni privilegiati”, ci siamo organizzati in gruppi di lavoro e ognuno ha elaborato una serie di domande da sottoporre ai soggetti individuati, dopo avere letto la documentazione essenziale necessaria per avere una solida base di conoscenze. A tal fine, abbiamo analizzato in classe tre documenti elaborati nel rispetto della normativa di settore: il rapporto “Stato di salute della popolazione” – SIN Sicilia 2023, il Sesto Rapporto SENTIERI, il Rapporto sulla sostenibilità della Raffineria di Milazzo.

Queste letture ci hanno permesso di inquadrare il contesto e formulare domande più mirate. Durante il nostro percorso abbiamo avuto il privilegio di confrontarci con Sigfrido Ranucci, noto giornalista d’inchiesta a cui, in occasione della presentazione del suo libro a scuola, abbiamo illustrato il nostro progetto e chiesto consigli metodologici su come porre domande incisive.

Il primo incontro sul campo si è svolto presso la Raffineria di Milazzo, dove abbiamo dialogato con i tecnici dell’impianto. È stato un momento fondamentale che ci ha permesso anche di osservare da vicino il funzionamento della struttura, ascoltare le spiegazioni tecniche e comprendere il punto di vista di chi ci lavora quotidianamente. Successivamente abbiamo intervistato alcuni tecnici dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ed il sindaco di Milazzo.

INQUADRAMENTO DEL PROBLEMA

La Raffineria di Milazzo è situata a pochi chilometri dal centro abitato e dai comuni limitrofi. L'area industriale in cui è inserita la RAM comprende tra l’altro una centrale elettrica ad olio combustile, impianti di siderurgia, apparecchiature elettriche ed un'area in precedenza dedicata alla lavorazione dell'amianto.

L’area industriale di Milazzo è stata inserita tra i Siti di bonifica di Interesse Nazionale (SIN) per la presenza di importanti insediamenti produttivi potenzialmente inquinanti.

Il nostro progetto ha l’obiettivo di analizzare la situazione specifica della raffineria di Milazzo (RAM) e del SIN ad essa collegato, basandoci sui dati epidemiologici ed ambientali più recenti.

Il "Rapporto 2023 - Stato di salute della popolazione residente nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN) della Sicilia", presenta alcuni aspetti che destano preoccupazione. Tale rapporto confronta i dati sanitari dell'area di Milazzo con quelli degli altri comuni che presentano sul loro territorio delle centrali petrolifere e con la media regionale.

Analizzando i dati specifici per il SIN di Milazzo:

  • La mortalità totale nel periodo 2016-2022 è di circa 510 decessi annui in media e si osservano eccessi di mortalità ai limiti della significatività statistica per le donne per tutti i tumori e per le malattie croniche dell’apparato respiratorio.
  • L'ospedalizzazione nel periodo 2016-2022 mostra, un eccesso di ricoveri ai limiti della significatività statistica tra gli uomini per il tumore della prostata e della vescica.
  • L'incidenza dei mesoteliomi, patologia fortemente associata all'esposizione all'amianto, nel periodo 2012-2021 registra eccessi statisticamente significativi nel confronto locale solo negli uomini. 
  • Per quanto riguarda la salute riproduttiva (2016-2022), non si osservano eccessi significativi di natimortalità o parti plurimi. 

Milazzo presenta un quadro con un numero inferiore di eccessi statisticamente significativi distribuiti su un'ampia gamma di patologie rispetto ad Augusta-Priolo e Gela, dove si riscontrano eccessi più diffusi per categorie generali come "tutte le cause" o "tutti i tumori" nel confronto locale. Tuttavia, preoccupa comunque l'elevata incidenza locale di mesotelioma negli uomini e l'eccesso regionale di prematurità.

Stando, poi, al documento “Sesto Rapporto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio di Inquinamento”, 2023), si evince che tra il 2013 e il 2017, nel totale dei 46 siti nazionali monitorati dalla sorveglianza epidemiologica SENTIERI si è stimato un rischio di mortalità maggiore del 2%. La percentuale dei decessi in eccesso rispetto al totale è pressoché costante nel tempo, passando dal 2,7% nel 2006-2013 (Quinto Rapporto SENTIERI) al 2,6% nel periodo più recente (2013-2017).

I tumori maligni contribuiscono per oltre la metà (56%) degli eccessi osservati. Scendendo nel dettaglio del nesso tra patologie e fattori di esposizione, la mortalità per mesoteliomi totali risulta in eccesso di tre volte nei siti con presenza di amianto e quella per mesoteliomi pleurici di più di due volte nell’insieme dei siti con amianto e aree portuali. Il tumore del polmone è in eccesso del 6% tra i maschi e del 7% tra le femmine nei siti con fonti di esposizione ambientale ad esso associabili. Inoltre, sono in eccesso la mortalità per tumore del colon retto nei siti caratterizzati dalla presenza di impianti chimici, del 4% tra i maschi e del 3% tra le femmine, e del 6% per il tumore della vescica negli uomini residenti nei siti con discariche.

Il rapporto ha evidenziato anche un eccesso del rischio di ospedalizzazione che, nel periodo 2014-2018, per tutte le cause naturali nell’insieme dei 46 siti, è risultato del 3% in entrambi i generi.

Riguardo nello specifico la mortalità nell’area industriale di Milazzo colpisce il dato in eccesso tra la popolazione maschile e femminile per le malattie del sistema circolatorio e dell’apparato urinario, mentre solo per le femmine si riscontra un eccesso anche per gli apparati respiratori. Riguardo infine le anomalie congenite “è stato registrato un numero superiore di casi rispetto all’atteso per le anomalie congenite dei genitali e degli arti”.

Chiaramente, questo quadro epidemiologico descrittivo non intende stabilire un legame di causa-effetto diretto tra le specifiche fonti di inquinamento e gli esiti sanitari osservati, tuttavia, è inevitabile che desti preoccupazione.

Dati confortanti sembrerebbero invece emergere dal Rapporto sulla qualità dell’aria della Regione siciliana (2024) che evidenzia una situazione meno critica dell’area industriale di Milazzo rispetto alle altre aree industriali   di Priolo-Augusta e Gela. Complessivamente però nell’isola si registrano superamenti dei limiti di legge nei comuni delle aree industriali relativamente al valore obiettivo dell’Ozono e degli NMHC (idrocarburi non metanici), mentre relativamente alle terribili polveri sottili, considerando che la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria Dir.2024/2881 stabilisce nuovi standard di qualità dell’aria da raggiungere entro il 2030, si evidenzia che gli attuali valori di PM10 e PM2,50 registrati in Sicilia supererebbero i futuri limiti rispettivamente nel 76% e nel 61% delle stazioni di rilevamento siciliane, aree industriali comprese.

RIEPILOGO DELL’ATTIVITA’ ISTRUTTORIA

Sulla base dei dati sanitari ed ambientali riguardanti l’area di Milazzo, ci siamo confrontati con i “testimoni privilegiati” che abbiamo individuato sul territorio per avere un parere istituzionale e tecnico da parte di chi opera e lavoro sul territorio. Di seguito una sintesi delle audizioni/incontri:

Sopralluogo RAM ed incontro con i tecnici dell’impianto

Ai fini della nostra indagine conoscitiva è stato fondamentale visitare gli impianti della Raffineria ed intervistare i chimici ed il consegnatario della raffineria, rispettivamente: “Massimo Manna”, “Michele D’Errico” e “Carmelo Claudio Raimondo”. Sinteticamente le informazioni raccolte sono lstate le seguenti:

  • La raffineria di Milazzo ha un organico lavorativo di 650 lavoratori diretti e 550 esterni.
  • La raffineria è dotata di due pontili di 550 e 600 metri, che garantiscono l’accesso ad un massimo di 4 petroliere contemporaneamente.
  • Il greggio che viene lavorato proviene per la gran parte dall’Asia (63%) e dagli USA (21%)
  • I prodotti finali della raffineria (circa 10 milioni di tonnellate) vengono trasportati per il 90% con navi e il restante 10%  con autobotti.
  • Nei primi anni d’attività il carburante era ricco di zolfo, molto inquinante, ora la quantità di zolfo è “praticamente inesistente” secondo i tecnici intervistati.
  • La qualità dell’aria viene continuamente monitorata, soprattutto alla base dei camini dove sono presenti sistemi che controllano le emissioni
  • Oltre all’aria, l’attenzione è posta anche al sottosuolo, nel quale è presente una barriera per eventuali perdite e un sistema fognario con batteri che si nutrono di idrocarburi.  
  • Secondo il Bilancio sostenibilità 2023 la raffineria attua “un monitoraggio continuo dei ... processi produttivi... garantendo una gestione responsabile delle risorse e la riduzione dell'impronta carbonica”.

Intervista al sindaco di Milazzo Giuseppe Midili

Il sindaco, sollecitato dalle nostre domande, ha descritto il lavoro passato e attuale del comune per contribuire a ridurre l’impatto della Raffineria di Milazzo, distinguendo 3 periodi:

-un periodo iniziale, in cui non c’era un’attenzione ai danni che l’impianto poteva causare, investimenti a favore dell’ambiente minimi e, considerato il riscontro economico positivo, si decideva di ignorare il problema ecologico;

-nel secondo periodo, si iniziava a prendere coscienza della situazione ambientale e dei rischi per il territorio, intervenendo a favore dell’ambiente, nonostante le posizioni contrarie delle industrie;

-negli ultimi anni, invece, la situazione ha avuto un risvolto: ora è necessario avere un “confronto aperto” con il territorio, riducendo l’inquinamento prodotto al minimo.

Il sindaco, inoltre, ha aggiunto di aver partecipato all'ultimo rilascio di valutazione ambientale AIA del Ministero, durante il quale si è dibattuto sull’abbattimento degli inquinanti di un camino (E10) della RAM, responsabile dell’emissione di alcuni fumi nocivi, recentemente eliminati.

Il Sindaco ha spiegato che per avvisare i cittadini di Milazzo sulla qualità dell’aria il comune pubblica i dati sul sito web del Comune di Milazzo, ed è stata anche creata un’applicazione chiamata “Milazzo” che permette di controllare le emissioni e la qualità dell’aria dal luogo in cui ci si trova.

Il Sindaco ha condiviso infine le finalità del nostro progetto dichiarando che, nonostante non conosca un’azienda che non inquini, la presa di coscienza da parte dei giovani cittadini è fondamentale per riuscire a salvaguardare e migliorare sempre di più l’ambiente.

Incontro con i tecnici dell’Ispra

L' ISPRA, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è l’ente nazione che si occupa di monitorare l’ambiente del territorio italiano e controlla anche il rispetto delle prescrizioni dell’AIA (autorizzazione integrata ambientale) che anche la RAM deve avere per potere operare.

Il rapporto ambiente-salute avviene soprattutto grazie al registro dei tumori, in vigore dal 2009. 

Secondo i due tecnici da noi intervistati, la raffineria emette varie sostanze ultrafini, tra le quali importanti idrocarburi e metalli pesanti, che se respirati restano nei polmoni e possono far sviluppare varie patologie. L’aria di Milazzo ha la concentrazione dell’ultra sottile al di sopra del limite. Oggi c’è più attenzione agli aspetti ambientali, infatti sono stati installati nella raffineria sistemi di recupero vapori e sono stati migliorati gli impianti di depurazione, come il precipitatore elettrostatico (una griglia elettrostatica per monitorare le particelle).

Riguardo la centrale elettrica di Milazzo essa ha una produzione ridotta e viene utilizzata solo in caso di carenze energetiche. Utilizza ancora oli combustibili con un impatto negativo su ambiente e salute, per questo è previsto che venga dismessa quasi del tutto entro il 2028, in linea con l’aumento dell’uso delle energie rinnovabili, visto che la maggior parte delle centrali oggi è alimentata a gas.

Per una valutazione completa degli impatti di un impianto produttivo bisogna considerare diversi fattori, a partire dalle emissioni e dall’equilibrio del ciclo del carbonio. È essenziale pertanto effettuare controlli e campionamenti regolari, concentrandosi soprattutto sulle sostanze che hanno un impatto diretto sulla salute umana.

CONCLUSIONI

Dalla lettura dei dati ambientali e sanitari e dalle interviste effettuate con “testimoni privilegiati” abbiamo ricavato la convinzione che, nonostante gli importanti sforzi fatti, sia necessario insistere ulteriormente per tutelare la salute dell’uomo e dell’ambiente nell’area di Milazzo attuando le seguenti azioni:

  • promuovere la conoscenza dell’app di cui parlava il sindaco tra i cittadini di Milazzo e dintorni grazie ai quali in ogni momento è possibile informarsi su dati e statistiche in tempo reale;
  • fare dei controlli ciclici anche nei paesi limitrofi, esposti potenzialmente agli inquinanti dell’area industriale, soprattutto durante l'estate, periodo in cui centinaia di turisti affollano questi paesini bagnati dal mare;
  • promuovere lo sfruttamento di risorse rinnovabili, ad esempio incentivando la diffusione di auto elettriche e di impianti elettrici alimentati da risorse rinnovabili, in modo da ridurre la lavorazione 10 milioni di tonnellate di petrolio l'anno;
  • fornire degli incentivi per l'acquisto di dispositivi di controllo sempre aggiornati nei luoghi di lavoro e di vita quotidiana.

Una maggiore sensibilità su questi temi potrebbe far sì che il numero di pazienti ricoverati negli ospedali locali possa finalmente diminuire e gravare meno sul sistema sanitario migliorando la qualità della vita e dell’ambiente del territorio.

https://drive.google.com/file/d/1KjqJrxyStQ9Qy7THsQoLRcMI77dDvBri/view