A caccia di giacimenti di acqua fossile con il prof. Lorenzo Lipparini 19/12/2024

  • Pubblicato il 25/02/2025
  • da P. F. - Ortona (Chieti)

Il 19 dicembre 2024, le classi 3A e 3B del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Ortona hanno avuto l'opportunità di incontrare il professor Lorenzo Lipparini, docente di geologia presso l'Università Roma Tre e collaboratore con l'Università di Malta. Il professor Lipparini è noto per i suoi studi sui giacimenti di acqua fossile e sulle risorse idriche sotterranee profonde. Durante l'incontro, ha condiviso con gli studenti i risultati di una delle sue ricerche più rilevanti, concentrandosi sulla scoperta di una vasta falda acquifera fossile situata nella Sicilia meridionale, nella zona della Formazione di Gela.

Il professore ha illustrato come, attraverso l'analisi dei dati provenienti da pozzi profondi e una modellazione idrogeologica 3D, sia stato possibile identificare un corpo idrico sotterraneo di acqua dolce e salmastra di ben 17,3 km³, situato a profondità comprese tra gli 800 e i 2100 metri. Questa falda acquifera è conservata all'interno di una piattaforma carbonatica profonda e ha una rilevanza particolare per il potenziale di risorse idriche non convenzionali in Sicilia e in altre regioni costiere del Mediterraneo, che affrontano simili problemi di scarsità d'acqua.

Una delle scoperte più significative riguarda la modalità di formazione di questa falda acquifera fossile. Il professor Lipparini ha spiegato che la distribuzione di questa falda è strettamente legata alla ricarica meteorica avvenuta durante la Crisi di Salinità Messiniana, un periodo geologico che ha visto un abbassamento del livello del mare di circa 2400 metri sotto l'attuale livello marino, nel bacino orientale del Mediterraneo. Durante questo periodo, l'infiltrazione dell'acqua meteorica è stata facilitata dal gradiente topografico e dalla connessione idraulica tra l'acquifero superficiale (noto come Formazione di Ragusa) e quello profondo (Formazione di Gela), permettendo così la conservazione delle risorse idriche.

Il fenomeno di ricarica è stato interrotto con l'innalzamento rapido del livello del mare, che ha disattivato il meccanismo di ricarica, ma ha anche preservato questa falda acquifera fossile come un "reliquato" di un'epoca passata. Il professore ha sottolineato che la presenza di acqua salmastra e di alcune acque ipersaline più profonde potrebbe essere legata a depositi di evaporiti triassiche, influenzate da convezione geotermica.

Questa ricerca ha implicazioni significative per la gestione delle risorse idriche nel Mediterraneo, poiché fornisce un modello per la presenza di acque sotterranee profonde in altre aree della regione. Il professor Lipparini ha discusso anche le potenzialità di sfruttamento di queste risorse idriche non convenzionali, evidenziando l'importanza di un approccio scientifico per la loro gestione, in particolare in un contesto di crescente scarsità d'acqua in molte zone costiere.

Gli studenti hanno avuto modo di approfondire il concetto di acquifero fossile e di comprendere meglio le dinamiche geologiche che determinano la presenza di risorse idriche sotterranee. Inoltre, il professor Lipparini ha stimolato il loro interesse sul tema delle risorse idriche non convenzionali, portando esempi concreti di come le risorse naturali possano essere sfruttate in modo sostenibile anche in condizioni geologiche complesse.

Il confronto con un esperto di geologia di alto livello ha offerto agli studenti un'opportunità unica di approfondire tematiche cruciali per la geologia e la gestione delle risorse naturali, stimolando anche una riflessione sul ruolo che la scienza e l'ingegneria ambientale possono avere nella risoluzione dei problemi legati alla scarsità d'acqua, un tema di grande rilevanza per il futuro delle regioni mediterranee.

Di seguito il link del video dell'attività svolta: https://youtu.be/E-UhTieR4YE?si=EsqlAJ2SAEetkFkw