Le dune fossili: “Alla ricerca della spiaggia perduta”

  • Pubblicato il 27/04/2020
  • da M. C. - Porto Viro (Rovigo)

Qualche giorno prima della chiusura della scuola, abbiamo visitato il Parco Archeologico “Le Dune”, un sito appartenente al nostro comune che riveste una notevole importanza dal punto di vista storico, geomorfologico e naturalistico e, per questo motivo, costituisce un Sito di Importanza Comunitaria (SIC), soggetto a vincolo idrogeologico e paesaggistico-ambientale. Le dune fossili di Porto Viro costituiscono un qualcosa di unico per quanto concerne lo studio dell’evoluzione della linea di costa, in quanto è possibile evidenziare ben quattro cordoni litoranei fossili che testimoniano altrettante posizioni della spiaggia, che si è spostata verso est in un lasso di tempo “breve”, dell’ordine di duemila anni. Coordinati da esperti esterni, abbiamo partecipato a un laboratorio esperienziale che ci ha permesso di raccogliere informazioni e reperti che poi avremmo dovuto catalogare e studiare in classe. Grazie alla loro vegetazione davvero particolare, infatti, le dune fossili sono considerate delle vere oasi di biodiversità. A scuola, avremmo anche realizzato una carta geografica rappresentante i quattro cordoni litoranei fossili. Purtroppo, la sospensione delle lezioni ha interrotto il nostro lavoro, i nostri reperti sono rimasti in aula, ma concluderemo tutte le attività non appena potremo tornare in classe.
Guarda alcuni momenti della nostra visita:

https://youtu.be/aafRrm2JAoE

Commenti (8)

  • il 05/05/2020
    M. B. - Porto Viro (Ro)
    ha commentato:

    Il pino più vecchio della pineta ha ben 80 anni e, fortunatamente, è riuscito a resistere all'incendio avvenuto alcuni anni fa. A proposito di questo evento, gli esperti ci hanno riferito che, in seguito a questa triste vicenda, sono state piantate nuove piante nell'area bruciata, permettendo di introdurre una maggiore varietà di specie.

  • il 01/05/2020
    G. M. - Porto Viro (RO)
    ha commentato:

    Durante il nostro percorso abbiamo analizzato anche le piante velenose come l’edera, piante rampicante che si è sviluppata soprattutto in particolari zone della pineta. Anche l’acacia è velenosa: introdotta in Italia dall'America, essa si è dimostrata una piante dal forte potere infestante e sta, a poco a poco, occupando tutta la zona.

  • il 01/05/2020
    C. Z. - porto viro (ro)
    ha commentato:

    gli esperti ci hanno spiegato che sono numerosi i mammiferi che abitano la dune: il riccio, la volpe, la lepre, la faina, la donnola e i pipistrelli. Per questi ultimi e per i passeriformi i volontari dell'associazione"le dune" hanno costruito e posizionato numerose casette di legno.

  • il 01/05/2020
    A. C. - Porto Viro
    ha commentato:

    Gli esperti ci hanno spiegato che nella pineta ci sono molte specie diverse di piante e, di queste, ben 91 sono commestibili. Ad esempio, l’ortica che, se messa in ammollo per qualche ora, perde il suo potere irritante, ed è possibile usarla in cucina, oppure i rovi delle more selvatiche, o l’asparago pungente che è un cespuglio, diverso dall'asparago selvatico. Anche il biancospino è commestibile: le sue bacche si possono mangiare. Lo stesso vale per il tarassaco che, se fatto bollire con lo zucchero, diventa una sostanza simile al miele.

  • il 27/04/2020
    G. M. - Porto Viro (RO)
    ha commentato:

    Gli esperti ci hanno spiegato che i pini marittimo e domestico e la robinia, che ancora oggi rappresentano la formazione vegetale più evidente, non sono spontanei, ma sono stati piantumati nei primi anni del Novecento. Nel corso degli anni si è assistito al progressivo diradamento spontaneo dei pini che ha consentito agli elementi autoctoni come la farnia, il leccio e la roverella, di mettersi in evidenza.
    Le piante e gli arbusti tipici delle dune includono il biancospino, il carpino bianco, il pungitopo, l’asparago pungente, l’olmo campestre, la frangola, l’acero e l’alloro.

  • il 27/04/2020
    A. C. - Porto Viro
    ha commentato:

    “Le Dune” ospitano diverse specie di rettili e anfibi nonostante siano di dimensioni ridotte e si trovino in pieno centro cittadino. Esse sono: la lucertola campestre, il ramarro, il rospo, il lucertolone, il biacco

  • il 27/04/2020
    L. B. - Porto Viro (RO)
    ha commentato:

    È stato interessante salire sopra questi accumuli, formati dalla sabbia spostata dalla spiaggia ad opera dei venti antichi, provando a ipotizzare com'era l’ambiente naturale tanti anni fa, quando il mare ad est contribuiva alla continua evoluzione della costa. Rivolgendosi invece verso ovest abbiamo immaginato la grande laguna che si trovava dopo il lido sabbioso si trovava una grande laguna, tanto estesa da denominarla “Sette Mari”.

  • il 27/04/2020
    M. C. - Porto Viro (Rovigo)
    ha commentato:

    Questo laboratorio scientifico-archeologico-geografico avrebbe consentito ai ragazzi di confrontarsi in prima persona con un sito archeologico, permettendo loro di scoprire “il mondo antico vicina a casa”, valorizzando un luogo di indubbio interesse storico. Il lavoro in classe sarebbe stato organizzato seguendo la metodologia del cooperative learning, essenzialmente centrata su gruppi di lavoro eterogenei e costruttivi, sull'effettiva interdipendenza positiva dei ruoli e sull'uguaglianza delle opportunità di successo per tutti.