Conclusione prima fase: realizzazione di una relazione sulle risposte date dai responsabili delle associazioni al questionario posto

  • Pubblicato il 10/03/2022
  • da S. M. A. D. - San Ferdinando di Puglia (Barletta-Andria-Trani)

La prima fase del progetto può dirsi conclusa: dopo aver inviato il questionario approntato dai ragazzi su Google moduli alle sei associazioni che si occupano di accoglienza e solidarietà sul territorio di San Ferdinando, sono giunte le risposte da parte di Presidenti e Responsabili delle associazioni stesse che sono diventate quindi oggetto di analisi da parte della classe.
Gli studenti, infatti, hanno lavorato in piccoli gruppi di tre persone per cercare di approntare una relazione con le possibili riflessioni ricavate da tali risposte.

Le risposte fornite dalle associazioni sono visionabili al seguente link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeFmbRVDHe4S87kkgHBIVNzjolURtqm4lrmLYEwB7Fs4ZFFJQ/viewanalytics

Sulla base di queste risposte, ecco la relazione approntata dai ragazzi dopo il lavoro di gruppo:

"Ci ha colpito da subito il fatto che ciò che spinge le persone ad aiutare gli altri è il voler offrire loro una speranza di vita migliore. Ben l’83,3% delle associazioni interpellate, infatti, dichiara di aver come scopo prioritario quello di aiutare, in generale, tutte le persone bisognose, senza particolari distinzioni. Allo stesso modo emerge che il 100% delle persone che hanno risposto alle nostre domande ritiene che chi chiede di entrare a far parte dell’associazione, lo faccia proprio perché avverte il bisogno di dare una mano agli altri in difficoltà. Inoltre benché non ci sia un limite al numero di persone che possono far parte delle associazioni (il 100% delle associazioni non ha questo vincolo), emerge che appena il 50% di esse dispone di locali per accogliere più di 30 persone tutte insieme. Ne ricaviamo l’idea che questi spazi fisici meriterebbero di essere aumentati.
Dalla nostra analisi emerge, poi, che ben il 66,7% delle associazioni chiamate in causa è operativa dal 1990 e che la loro azione è svolta principalmente da adulti che svolgono questo servizio mettendo a disposizione il proprio tempo per aiutare chi è in difficoltà (solo il 16,7%, infatti, dichiara di avere un numero di associati “giovani”). Peraltro nessuna associazione afferma di avere tra i suoi soci, dei pensionati. Quindi sia la fascia giovane che quella anziana della popolazione di San Ferdinando sembrano essere inattive da questo punto di vista. Non ci sono chiare le motivazioni, dato che chiunque potrebbe avere il desiderio di aiutare qualcun altro che ne avesse bisogno. Tuttavia dato che una percentuale del 100% delle associazioni dichiara di puntare abbastanza o molto sulla comunicazione di Internet, possiamo immaginare che le modalità con cui i canali digitali vengono utilizzati, potrebbero variare la loro comunicazione per renderla più in grado di avvicinare le categorie che meno partecipano alle attività di volontariato. Inoltre forse sarebbe il caso che le associazioni di volontariato si presentassero maggiormente in ambienti come quello scolastico proprio per sensibilizzare noi giovani… Per quanto riguarda gli adulti pensionati, invece, si potrebbero forse promuovere attività aggregative che li spingano ad avvicinarsi al mondo del volontariato.
Per quanto riguarda l’organizzazione interna abbiamo scoperto, mediante le nostre domande, che i direttivi delle associazioni vengono eletti democraticamente, per lo più dall’assemblea plenaria dei soci e in particolare il Presidente eletto resta in carica da 1 ai 5 anni. Solo il 33% delle associazioni dichiara di avere un Presidente che resta in carica per più di 5 anni. Inoltre nel 50% dei casi i ruoli dei soci nelle associazioni sono differenziati e ciò ci fa capire che al loro interno esiste una suddivisione di compiti che crediamo possa significare una organizzazione in grado di funzionare meglio. Abbiamo osservato, tra le altre cose, che il 50% delle associazioni dichiara che non è sempre e necessariamente obbligatoria la collaborazione tra tutti i soci, noi crediamo che un'associazione debba essere molto unita per portare avanti il proprio progetto. In genere non è quantificato il tempo che i soci dedicano alle associazioni anche se alcune sostengono che i soci ne sono impegnati mediamente circa 2 ore al giorno. Le associazioni organizzano, per il 66,7%, incontri a scopo informativo e per il restante 33,3% eventi di beneficenza. Crediamo che siano entrambi momenti importanti, il secondo, forse, andrebbe potenziato, ma non possiamo non osservare che la formazione è esattamente quello che serve per avvicinare persone alle attività promosse di assistenza ai bisognosi.
Abbiamo poi scoperto che il punto debole maggiormente dichiarato dalle associazioni sono i pochi iscritti (lo dichiara il 60%) mentre il punto forte è la capacità di far Rete con altre Associazioni (lo afferma ben l’83,3%). Si aggiunga che c’è un’ampia collaborazione anche con gli Enti pubblici: Comune e Forze dell’ordine, in particolare. La maggior parte delle associazioni afferma che, nell'arco di un anno, meno di 30 persone si occupano di aiutare i bisognosi, vuol dire che poche persone vengono aiutate a loro volta: osserviamo, infatti a riguardo, che pochi iscritti potrebbero coincidere con un minor numero di persone aiutate, ma l’idea che le associazioni siano ben connesse tra loro e con gli Enti pubblici, d’altra parte, risulta essere fondamentale per aumentare costantemente il numero di bisognosi da aiutare. Le attività delle associazioni sono sovvenzionate da enti pubblici ma anche da donazioni di privati, inoltre i fondi possono essere raccolti anche tramite vendita di oggetti per beneficenza. A questo proposito ci risulta interessante registrare che il 33,3% delle associazioni non effettua raccolte o vendite per beneficienza e che il restante 66,7% le effettua utilizzando i fondi ricavati anche per le proprie spese sensibili di gestione e, comunque, documentandole.
Osserviamo, ancora, che le associazioni non hanno sede solo a San Ferdinando (il 60% di esse opera anche, mediante altre sedi, in Puglia e in Italia; il 20% di questo 60% ha addirittura sedi sparse nel mondo). Questa cosa ci ha molto colpito, perché è bello sapere che esistono delle reti di aiuto alle persone in difficoltà che non si limitano ad agire nei contorni del nostro Comune, ma che funzionano in maniera più o meno capillare. Quasi tutte le associazioni hanno come obbiettivo primario quello di fornire assistenza ai malati, aiutando non solo loro, ma anche chi gli sta vicino. Risulta interessante notare che l’83,3% delle associazioni (il 50% totalmente e il 33,3% come attività collaterale a quella principale) si occupa in qualche modo di coinvolgere i ragazzi "difficili" e, in un certo senso, aiutarli a evitare di "perdersi". Riteniamo molto significativo questo dato, perché crediamo che aiutare un ragazzo significa soprattutto contribuire a formare un adulto integrato nella comunità.
Ci ha molto colpito il dato che riguarda l’approccio delle associazioni ai fenomeni migratori: una delle sei associazioni interpellate, ne fa il suo obiettivo primario, mentre il 50% delle associazioni se ne occupa, seppur marginalmente rispetto alle altre attività principali. Questi dati ci fanno capire che, anche se trasversalmente, il tema dell’immigrazione tocca un po’ tutte la realtà e crediamo che sia davvero importante confrontarsi su di esso. Anche perché un altro dato sembra dire esattamente che questo tema va un po’ più focalizzato, infatti nessuna associazione lo pone come obiettivo primario preferendo al 60% fornire assistenza a diversabili e malati (attività certamente comunque molto meritorie). Tuttavia a tal riguardo ci chiediamo se non fosse possibile creare una sezione specifica che si occupi di immigrazione in ciascuna delle associazioni presenti sul territorio. Lo diciamo anche in ragione del fatto che quando abbiamo chiesto quale attività, i responsabili delle associazioni che hanno risposto al nostro questionario, ricordassero maggiormente in riferimento alla promozione concreta dell’art.1 della DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO ("Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza"), ben 4 su 6 hanno fatto riferimento proprio ad aiuto e assistenza fornita a profughi, immigrati e richiedenti asilo. Inoltre la questione risulta essere di grandissima attualità: molti Ucraini stanno fuggendo dalle loro case per scappare in altri Stati e trovare rifugio. Sappiamo che la nostra scuola dovrebbe ospitare alcuni ragazzi provenienti da questa immane tragedia umanitaria… Ci domandiamo in che modo le associazioni si stiano ponendo di fronte a un’emergenza del genere.
Ci sentiamo di concludere affermando che le associazioni che si occupano di solidarietà e accoglienza sul nostro territorio si "caricano" di moltissime responsabilità. Il volontariato è un'azione bellissima che possiamo fare nei confronti di qualcuno che ha bisogno di aiuto oppure è malato o semplicemente per tenergli compagnia e dargli cibo acqua e trovargli un lavoro per renderlo felice. Restiamo convinti che il ruolo di noi giovani in questa chiave non può essere limitato e che anzi si devono assolutamente trovare strade che agevolino il nostro coinvolgimento e la nostra comprensione dell’importanza umana e personale di fornire assistenza ad altre persone in difficoltà. Crediamo, in questo senso, che occorra coinvolgere anche la scuola e magari organizzare degli eventi di beneficenza frequentemente. A sostegno di questa idea il fatto che il 66,7% dei responsabili interpellati afferma che sarebbe opportuno creare una Rete con le altre associazioni del territorio al fine di organizzare eventi che possano essere tenuti con una cadenza almeno mensile. Affermiamo questa idea anche in ragione del fatto che alcune associazioni intendono progettare nuove attività rispetto alle attuali (il 40% sul breve periodo solo per eventi e il 20% sul lungo periodo), aiutando in più campi. Una cosa molto importante da fare per avere più iscritti potrebbe essere, infine, "pubblicizzare" sui social le attività e i progetti e portare contenuti innovativi per far appassionare le persone al mondo del volontariato. Ricaviamo questa idea dal fatto che il 33,3% delle associazioni non ha ancora un sito internet o una propria pagina social da cui comunicare o grazie alla quale interagire. E inoltre un altro dato a riguardo sembra indicare proprio questo bisogno: infatti ben il 50% delle associazioni per coinvolgere più persone vorrebbe puntare su conferenze aperte al pubblico, contro un 33,3% che effettivamente sembra più orientato a puntare sulla potenza mediatica della Rete. Si potrebbe forse pensare di creare un unico sito su cui riunire tutte le associazioni del territorio attraverso cui raccontare le proprie attività e promuovere i propri progetti.
Un ultimo dato ci fa piacere sottolineare: nell'ultimo anno, grosso modo, le associazioni sono riuscite a soddisfare più dell'80% delle persone, aiutando quasi tutti coloro che lo hanno richiesto. Crediamo sia un ottimo auspicio per il futuro e, dopo la nostra analisi, non possiamo che concludere che almeno una volta nella vita bisogna fare volontariato per far crescere la comunità e diventare tutti una sola e unica famiglia!"

Tale relazione sarà la base per una conferenza che si intende approntare e che coinvolga i rappresentanti delle associazioni.

Commenti (10)

  • il 17/03/2022
    A. P. V. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Ho delle riflessioni da fare: è stata una nuova esperienza molto intensa, abbiamo capito e scoperto delle associazioni sul territorio del mio paese, che aiutano persone bisognose, altre che danno una mano per disastri e problemi, tutte formate da persone con un cuore d'acciaio che non si fermano davanti ad una frontiera. Queste persone offrono a chi ne ha bisogno cibo, un letto, istruzione. Mi colpisce in particolare l'associazione ETNIE ONLUS che ogni giorno migliora e aiuta la vita di persone in fuga dai propri Paesi. E a volte quelle persone diventeranno le stesse persone che hanno aiutato loro, in una catena bellissima di umanità.

  • il 17/03/2022
    M. D. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Leggendo le risposte date dalle associazioni, capiamo che le associazioni sono riuscite ad aiutare molte delle persone che hanno richiesto aiuto. In questo periodo in particolare in cui c'è la guerra tra Ucraina e Russia l'intervento di questo tipo di associazioni è essenziale per i bambini con le proprie famiglie che scappano dalla guerra. In generale osserviamo da questi dati che solo meno di 30 persone per ogni associazione, aiutano i bisognosi nell'arco di un anno, secondo me un dato che va migliorato.

  • il 17/03/2022
    N. B. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Dopo aver letto questa relazione emerge chiaramente che le associazione sono formate maggiormente da adulti e credo che questo sia un male, perché più siamo, più possiamo aiutare, ma anche perché noi ragazzi siamo il domani e gli adulti di oggi non vivranno per sempre, quindi coinvolgere anche noi ragazzi è un bene. Emergono anche dati positivi, ad esempio si capisce benissimo che queste persone hanno un cuore enorme e al giorno d' oggi non è più così comune trovarne. In questo periodo di pandemia e di guerra stanno aiutando molti bisognosi. Da questo penso, visto il grande lavoro che le associazioni fanno, che sia il caso di aumentare le sedi sul territorio.

  • il 17/03/2022
    M. M. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Noi stiamo vivendo un periodo estremamente difficile dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina, in questo scenario il compito delle associazioni che aiutano le donne e i bambini ucraini è molto importante. Io però penso che le persone circa che si riesce ad aiutare in un anno sono molto poche rispetto a tutti i bisognosi che stanno chiedendo ospitalità e bisogna attrezzarsi non solo con luoghi dove possono vivere o abiti e cibo, ma anche per dar loro un supporto psicologico, quindi il lavoro svolto dai volontari finora sicuramente è stato ottimo, ma ora deve raggiungere livelli superiori, coinvolgendo più persone e anche forze dell'ordine per maggiori controlli. Quindi grazie alle associazioni e forza!

  • il 17/03/2022
    P. G. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    La cosa che mi ha colpito di più dalla lettura di questa relazione è il fatto che queste associazioni sono riuscite ad aiutare l' 80% delle persone che hanno richiesto il loro aiuto nell' ultimo anno. Questa cosa è importante perché oggigiorno le persone sembrano pensare solo ai propri interessi e alle loro ricchezze, questo dato dimostra che c'è ancora tanta gente generosa e altruista nel nostro paese. È ancora un atto di grande generosità in questo mondo di conflitti aiutare le persone bisognose e meno fortunate . Secondo me sarebbe meglio permettere a tutti di poter aiutare gli altri, quindi le associazioni dovrebbero coinvolgere di più le persone di ogni età, anche anziane , dando dei compiti adatti a loro. Più si è e più cose si fanno!

  • il 17/03/2022
    F. P. L. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Leggendo questa relazione si evince che le associazioni sono uno strumento per aiutare il prossimo, ma anche sé stessi poiché aiutare gli altri gratifica anche chi lo fa. Il nostro paese ha alcune associazioni che si occupano del prossimo, però potrebbero attuare miglioramenti soprattutto in un momento di crisi globale come quello che stiamo vivendo per causa del covid e della guerra russa - ucraina.

  • il 17/03/2022
    S. R. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    La lettura della relazione redatta sulle associazioni di volontariato di San Ferdinando a mio parere ha fatto comunque emergere delle criticità esistenti nelle stesse. Mi preme sottolineare che la prima riflessione è da farsi sulla poca partecipazione dei giovani nell'ambito della vita associativa. Pertanto bisognerebbe coinvolgere gli ambienti scolastici e /o settori giovanili mediante pubblicità, in qualsiasi forma, di qualunque evento che possa avvicinare i giovani. Altra criticità che fa riflettere sono i luoghi in cui operano le associazioni. Infatti, gli spazi associativi sono ristretti per poter consentire una frequentazione assidua e numericamente maggiore. Quindi a mio parere bisognerebbe coinvolgere responsabilmente le autorità (enti locali/provinciali /regionali) affinché possano contribuire concretamente in tal senso, anche donando e /o comunque consentendo l'uso di locali pubblici in disuso. Infine una ultima osservazione riguarda l'età anagrafica dei volontari: nessun pensionato che frequenta associazioni! Ciò ritengo che sia un vero peccato in virtù del fatto che l'anziano potrebbe solo portare maggiori insegnamenti, esperienze e consigli utili alla vita associativa, essendo molto più saggio grazie anche al suo vissuto. Operare insieme creerebbe sinergie di esperienze di vita utili e direi originali per l'associazionismo e per il volontariato. Termino ritenendo formulare comunque un affettuoso e cordiale ringraziamento alle associazioni interpellate nel progetto per quanto fanno per la nostra gente e per gli immigrati presenti nel nostro territorio.

  • il 17/03/2022
    R. D. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Lo scopo di queste associazioni, da quanto ho potuto capire, è quello di aiutare tutte le persone bisognose, senza particolari e distinzioni. Le persone che chiedono di far parte dell'associazione, lo fanno perché avvertono il bisogno di dare una mano agli altri. Inoltre tutti possiamo chiedere di entrare in queste associazioni, purtroppo noi ragazzi, ma anche i pensionati non lo facciamo molto. Noi giovani dovremmo impegnarci di più anche solo per dare piccoli aiuti.

  • il 17/03/2022
    P. M. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    A giudicare da questi dati sembra che le associazioni del nostro paese purtroppo non siano molto frequentate da noi ragazzi, secondo me è un male perché poi un giorno, quando non ci saranno più gli adulti che ora portano avanti le associazioni, chi si potrà occupare di tutti gli immigrati? Chi li ospiterà, chi gli darà del cibo, un lavoro e una casa? Noi giovani dobbiamo fare la nostra parte. Ora possiamo aiutare i più bisognosi... ad esempio gli Ucraini che stanno arrivando in Italia, anzi che sono già qui! Potremmo coinvolgere ragazzi più o meno coetanei e cercare di renderli più felici, perché purtroppo loro stanno vivendo tristi separazioni dalle loro famiglia: nonni, papà o anche fratelli che sono lontani perché costretti alla guerra. Quindi anche noi giovani con piccoli gesti, già da oggi, possiamo fare una grande differenza.

  • il 17/03/2022
    G. F. - San Ferdinando di Puglia
    ha commentato:

    Credo che capire queste percentuali e in generale questa specie di "ricerca" ci possa aiutare a sapere come, perché, dove e quando le persone che svolgono attività di accoglienza aiutino gli altri che è quello che poi dovremmo fare tutti. Queste persone si meritano un bel grazie da parte nostra, perché si fanno avanti cercando di coinvolgere anche altri a svolgere delle azioni per cambiare profondamente il mondo.