Primo Levi: l’elogio del lavoro, della vita e della libertà.

  • Pubblicato il 17/02/2023
  • da M. D. R. - Casali del Manco (Cosenza)

I docenti attraverso la metodologia del circle-time favoriscono la capacità dei ragazzi di ascoltare e di esprimersi. Studenti e insegnanti si siedono in cerchio in modo che ciascuno possa vedere i compagni e possa interagire con loro. I docenti leggono e analizzano alcuni stralci del libro “La chiave a stella” e si soffermano sulla frase di Primo Levi: “Io credo che per vivere contenti bisogna per forza avere qualche cosa da fare, ma che non sia troppo facile; oppure qualche cosa da desiderare, ma non un desiderio così per aria, qualche cosa che uno abbia la speranza di arrivarci… Si può e si deve combattere perché il frutto del lavoro rimanga nelle mani di chi lo fa e perché il lavoro stesso non sia una pena”.
Levi cerca di trasmetterci un valore fondamentale: il lavoro non è importante per il suo risultato immediato (lo stipendio) ma perché dà una speranza, una prospettiva di vita e la forza di credere nei nostri sogni. Attraverso le avventure lavorative dei suoi personaggi, Levi rivaluta il lavoro definendolo fonte di libertà. Levi ci fa comprendere come il lavoro sia anche fonte di felicità attraverso le parole di Faussone, protagonista del romanzo, che dichiara di intraprendere ogni lavoro con gioia e sostiene che nella vita sia importante avere dei sogni e lottare per realizzarli.

Commenti (8)

  • il 18/04/2023
    A. R. L. - Cosenza
    ha commentato:

    In classe abbiamo parlato di “Letteratura e lavoro “.Ci è sembrato giusto partire da un brano del romanzo della nostra letteratura che più di qualsiasi altro trasmette l'amore per il lavoro, soprattutto per il '' lavoro ben fatto''. il romanzo s'intitola ‘La chiave a stella’, lo scrisse Primo Levi e fu pubblicato nei tardi anni Settanta del secolo scorso proprio mentre la società italiana era attraversata da gravissime tensioni intorno al tema del lavoro. La scelta di dare la parola a uno scrittore , e non ai protagonisti di un caso di cronaca, alle statistiche o a studiosi di diritto del lavoro, si spiega con il fatto che i grandi autori, e Primo Levi è uno di questi sanno rendere esemplari le vicende e i sentimenti.Iinfatti, benché l'orgoglio per il proprio mestiere e per il lavoro ben fatto appartenga a molti, sarebbe difficile trovare un’ espressione più intensa di quella che Primo Levi affida al suo personaggio Tino Faussone… Fu l’esperienza del lager a rafforzare la sua convinzione nel valore del lavoro.

  • il 15/04/2023
    M. S. - Casali del Manco
    ha commentato:

    La visita guidata alla Casa Museo e alla Biblioteca Gullo è stata per me un’esperienza nuova. Sono rimasta stupita dai tanti libri interessanti e ben conservati all’interno della biblioteca. Con i miei compagni quando siamo scesi nel piano inferiore siamo rimasti particolarmente colpiti perchè abbiamo visto tanti altri libri, oggetti e cimeli storici legati alla vita culturale, sociale e politica del nostro territorio. Sono rimasta affascinata dalla presenza di una bandiera rossa sventolata durante le lotte contadine nel 1936. Lo storico prof Curcio ci ha accolti con gentilezza e ci ha raccontato la storia di quella bandiera che ha accompagnato le manifestazioni dei contadini in Sila per la conquista delle terre da utilizzare per la coltivazione delle patate. Per me è stata un’esperienza fantastica e indimenticabile perchè mi ha dato l’opportunità di conoscere le mie “radici”. Martina Vizza

  • il 17/02/2023
    F. D. R. - Magli (Cs)
    ha commentato:

    Secondo me, Levi vuole dirci che bisogna avere sempre degli obiettivi da perseguire, ma soprattutto è necessario impegnarsi per poterli raggiungere. La vita, solo così, vale la pena di essere vissuta. Altrimenti è inutile.

  • il 17/02/2023
    A. M. - Magli
    ha commentato:

    Bellissima frase. Anche secondo me bisogna lavorare per piacere e non per i soldi!

  • il 17/02/2023
    A. R. L. - Cosenza
    ha commentato:

    Sono d'accordo con Primo Levi, per me un lavoro si deve fare per passione e non per quello che si può ricavare da esso. Purtroppo oggi, soprattutto nella nostra Calabria, il lavoro è un privilegio per pochi.

  • il 17/02/2023
    M. T. - Cosenza
    ha commentato:

    Davvero interessante il circle-time...Nel libro "La chiave a stella" Levi esalta il lavoro che realizza e la dignità che esso regala a chi lo esercita con onestà e passione, in altre parole, esalta la libertà.

  • il 17/02/2023
    R. P. - Magli
    ha commentato:

    Io credo che la felicità, quella, vera non esista. Certo, possiamo migliorare la nostra vita vivendo giorno per giorno. Nella vita, si possono desiderare tante cose la più importante è la salute che, insieme alla felicità, formano (per me) un connubio perfetto! Parlando del
    lavoro, il lavoro è alla base di tutto, non è importante solo perché ci aiuta a vivere degnamente ma, soprattutto, perché ci aiuta a non farci sentire delle "nullità". Avere un lavoro, ci fa sentire vivi, ci aiuta a realizzare i nostri sogni, ci aiuta a migliorare la nostra vita, ci aiuta ad essere felici...
    Per Primo Levi è importante che la professione esercitata sia voluta e svolta con passione, senza sfruttamento o costrizione, perché se si è costretti a fare qualcosa, non riuscirà al meglio rispetto ad una cosa svolta con passione, cura e sentimento. Ognuno di noi ha un obiettivo nella vita, se si ha interesse e voglia di fare, l'obiettivo riuscirà certamente.

  • il 17/02/2023
    C. B. C. - Casali del Manco
    ha commentato:

    Primo Levi è una figura straordinaria della storia italiana: è uno dei massimi scrittori della nostra letteratura contemporanea. Egli fu rinchiuso nei campi di concentramento. Nel lager, il lavoro era pianificato ed organizzato come strumento di annientamento dei lavoratori, rappresentava una delle più disumane violazioni della persona. In quel contesto la scritta che campeggiava sulla porta d’ingresso di Auschwitz “Arbeit macht frei” «Il lavoro rende liberi» finisce per diventare un dettaglio quasi irrilevante.
    Il libro “La chiave a stella”, è una ulteriore testimonianza del suo profondo amore per il lavoro. Lavoro che gli ha consentito di tornare a casa dai lager nazisti, di recuperare una libera dimensione umana e di riacquistare la libertà.