Migrazioni e lavoro dignitoso

  • Pubblicato il 03/04/2023
  • da M. D. R. - Casali del Manco (Cosenza)

Il fenomeno migratorio è fortemente collegato al mondo del lavoro: molte persone scelgono di emigrare per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro. In Italia il numero dei migranti è cresciuto. Il numero di stranieri che fanno parte della forza lavoro in Italia è andato gradualmente aumentando dal 2010, quando ammontava a circa 2,2 milioni di persone, fino al 2019 (2,9 milioni). Negli ultimi anni si è verificata una leggera contrazione: da 2,9 a 2,7 milioni nel passaggio dal 2019 al 2020, fino a 2,6 nel 2021, con un calo di circa 271mila persone.
A causare questo fenomeno è stata la pandemia, che ha portato a una sostanziale ricaduta nell'inattività da parte di lavoratori di tutte le nazionalità ma soprattutto degli stranieri.
Oggi in Italia lo sfruttamento dei lavoratori immigrati costituisce una vera piega difficile da sanare. Quotidianamente la cronaca ci parla di sbarchi di clandestini: si tratta di uomini e donne che tentano di scappare o da condizioni di miseria assoluta o da persecuzioni politiche o da guerre. I viaggi vengono organizzati da organizzazioni criminali dei Paesi d’origine che in cambio di un biglietto si incaricano di trasportare sulle coste italiane gruppi di “disperati”. Alcune volte, questi giovani migranti non arrivano nemmeno a destinazione. Il gravissimo naufragio di Cutro, nel nostro territorio calabrese, ne è un esempio. E’ stato un incidente marittimo avvenuto, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, a un caicco partito dalla Turchia e carico di 180 migranti. Il natante si arenò su una secca a poche decine di metri dalla costa di Steccato di Cutro, nei pressi della foce del fiume Tacina. L’impatto con la secca espose l’imbarcazione già in difficoltà di navigazione alla violenza delle onde del mare tra forza 4 e forza 5, che rovesciarono e distrussero il natante.
Alle prime ore dell’alba il bilancio appariva già drammatico: il caicco sbriciolato veniva trasportato dalla risacca e decine erano già i corpi distesi sulla sabbia e coperti da sudari bianchi; intanto, era scattata una imponente macchina di ricerca e salvataggio di altri eventuali superstiti, oltre agli 81 già recuperati, ma il mare molto mosso continuava a restituire di ora in ora cadaveri di uomini, donne e bambini. Tragedie di questa entità devono farci riflettere sulla gestione dei flussi migratori che richiedono politiche anti-discriminatorie d’integrazione e protezione sociale volte ad assicurare un lavoro dignitoso ai migranti e migliori condizioni di vita per loro e per le loro famiglie.

Commenti (9)

  • il 18/04/2023
    G. M. R. - Casali del Manco
    ha commentato:

    Un’altra forma di struffatamento:il caporalato.
    Illegale perché in nero e perché,per certi versi,di tipo schiavistico è il “caporalato”,diffuso soprattutto in agricoltura e nell’edilizia,settori molto importanti nel sud Italia. Nel sistema del caporalato un intermediario,il “caporale”,fornisce a datori di lavoro senza scrupoli manovali a giornata da impiegare in nero,per esempio nella raccolta dei prodotti agricoli (in particolare,agrumi,frutta,pomodori,ortaggi) o nei cantieri. Le paghe sono da fame,pochi euri all’ora per giornate di lavoro che vanno dall’alba al tramonto e spesso anche dopo.
    Le condizioni sono disumane e i caporali si trattengono quote di denaro con ritorsioni e minacce. Ovviamente, tutte le maggiori organizzazioni criminali sono implicate in questo business,perché il giro di denaro è colossale.
    Il caporalato prospera in un’economia che insegue prezzi sempre al ribasso: poiché non è possibile comprimere più di tanto i prezzi delle materie prime o dei servizi, si cerca di pagare il meno possibile chi lavora.

  • il 16/04/2023
    M. D. L. - casali del manco
    ha commentato:

    Il 26 febbraio 2023 un'imbarcazione partita dalla Turchia con a bordo circa 200 persone si è spezzata in due a pochi metri dalla riva del litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. In molti hanno perso la vita tra cui molti bambini !
    Questa è stata l’ennesima tragedia di migranti morti, vittime non del mare in burrasca ma dell’avidità di trafficanti di vite umane, sfruttatori di uomini e donne in cerca di una speranza per la vita propria e dei loro figli. Le persone a bordo dell’imbarcazione che ha fatto naufragio al largo di Crotone provenivano da Iraq, Afghanistan, Siria e Iran. Erano donne e uomini che fuggivano dalla guerra, dalla miseria. Affrontare un viaggio come quello che è terminato così drammaticamente sulle coste della nostra terra calabrese è una scelta disperata. L’articolo 23 della Dichiarazione dei diritti umani sancisce che “Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro” e questo trova anche riscontro nella Convenzione internazionale contro la discriminazione razziale, nella Convenzione internazionale contro ogni forma di discriminazione nei riguardi delle donne, nella Convenzione internazionale sui diritti dei bambini, nella Convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
    Come ricorda l’articolo 23 dovremmo ,tutti noi, compresi le autorità e le Istituzioni, tutelare e garantire i diritti umani". I migranti e tutte le persone che fuggono dai loro Paesi nella speranza di una vita diversa devono essere tratte in salvo, assicurando loro accoglienza e ristoro.
    De Luca Mario

  • il 12/04/2023
    G. P. - Casali del Manco
    ha commentato:

    Le migrazioni solitamente avvengono perché le persone non trovano lavoro nel paese d'origine, vivono in luoghi dove non sono ancora garantiti i Diritti Umani o dove, purtroppo, ci sono ancora guerre e tanta povertà. Una strage si é verificata un po' di tempo fa nelle nostre coste crotonesi, si tratta del naufragio di Cutro: sono circa 250 le persone che si sono imbarcate e hanno dato dei soldi per acquistare un biglietto con la speranza di un futuro migliore. Durante il viaggio il barcone si è "frantumato" perché il mare era agitato, questo si ruppe a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro. Una storia triste che deve far riflettere tutti noi...

  • il 05/04/2023
    C. L. T. - Casali del Manco
    ha commentato:

    Ľ articolo 23 della Dichiarazione Universale dei diritti umani stabilisce che ogni individuo nel mondo ha diritto ad un lavoro quindi ad uno stipendio. Visto quello che è successo a Cutro la realtà ci dimostra che non tutti sono fortunati come noi.
    A me dispiace molto per tutti i morti che ha causato questo naufragio soprattutto perchè c'erano tanti bambini come me e anche più piccoli.
    Al telegiornale dicono che su una barca che poteva contenere 20 persone ne sono salite 200.
    Questo può farci capire la disperazione di chi soffre.

  • il 05/04/2023
    D. V. - Casali del Manco
    ha commentato:

    L'emigrazione è un fenomeno sociale che vede una o più persone spostarsi e lasciare il proprio luogo di origine per stabilirsi in altri territori.
    Lo fanno per motivi di lavoro, motivi politici o per fuggire dalla guerra e dalle persecuzioni.
    Quando vengono a mancare le condizioni necessarie al pieno compimento dei diritti dell'uomo, questo è spinto a cercare un luogo diverso "dove aver miglior fortuna".
    La separazione dalla propria terra è sempre sentita come una frattura nella vita personale: lasciare il proprio paese, abbandonare la terra in cui si è nati e cresciuti, in cui vivono i propri familiari e i propri affetti non deve essere affatto facile, come non è facile trovare accoglienza e costruire una nuova vita nel paese in cui si è "scelto" di vivere.
    Davide Verrillo

  • il 04/04/2023
    G. M. R. - Casali del Manco
    ha commentato:

    Emigrare spesso più che una scelta è una necessità. Le persone che lo fanno vivono in paesi dove non c'è lavoro che, al giorno d'oggi, è molto difficile da trovare perché ancora in molte parti del mondo non hanno gli strumenti fondamentali per l'istruzione, non hanno un lavoro e scappano dalle guerre. Un caso molto importante di emigrazione è quello di Cutro, che purtroppo non è finito nel migliore dei modi, in quanto il barcone che trasportava i migranti naufragò e quasi tutte le persone a bordo morirono pochi mesi fa.

  • il 04/04/2023
    A. M. - Magli
    ha commentato:

    L'articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che "ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta del lavoro, a condizioni eque ed favorevoli di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione". Tuttavia, agli immigrati, questo diritto spesso viene negato.

    Gli immigrati, che spesso si trasferiscono in paesi stranieri per cercare lavoro e migliorare le loro condizioni di vita, spesso affrontano molte difficoltà. A volte incontrano ostacoli nel trovare lavoro a causa della loro condizione di immigrati o della mancanza di riconoscimento delle loro qualifiche, e spesso vengono sfruttati e pagati meno degli altri lavoratori.

    Inoltre, gli immigrati sono esposti a una serie di problemi sociali, come la discriminazione, l'isolamento e la mancanza di accesso a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria e l’istruzione.

    L'articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dovrebbe garantire a tutti gli individui, indipendentemente dalla loro origine, un lavoro dignitoso e condizioni eque. Tuttavia, la realtà è che gli immigrati spesso vengono trattati in modo ingiusto e non hanno gli stessi diritti dei lavoratori locali.

    Per garantire anche agli immigrati di godere dei loro diritti umani fondamentali, le società devono lavorare per rimuovere le barriere all'accesso al lavoro, all'istruzione e ai servizi essenziali. Inoltre, le politiche pubbliche dovrebbero concentrarsi sull'integrazione degli immigrati nella società locale e sulla promozione della diversità culturale come fonte di arricchimento.

  • il 03/04/2023
    C. B. C. - Casali del Manco
    ha commentato:

    In classe con gli alunni attraverso un dibattito si è parlato del fenomeno migratorio e del fatto che negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un cambiamento delle caratteristiche dei migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Non solo cambiano le rotte seguite per arrivare sulle nostre coste, ma cambiano anche le motivazioni che sono dietro la scelta di migrare, insieme ai Paesi di provenienza di coloro che scelgono di emigrare. In molti casi, chi oggi sceglie di intraprendere la via che dal Sud del mondo arriva in Europa, lo fa per sfuggire a condizioni politiche e di sicurezza non più sostenibili a causa dello scoppio di nuove crisi regionali. Se si guarda all’Unione Europea, la Siria, in cui è in corso una guerra civile ormai da anni, risulta il primo Paese di provenienza dei richiedenti asilo.
    Durante la discussione con i ragazzi sono emersi diversi interrogativi. Come cambia, dunque, l’identikit del migrante? Come cambia l’aspetto sociale e territoriale delle regioni e delle città in seguito ai flussi migratori? Come questi cambiamenti influenzano le risposte che l’Unione Europea, i governi e le autorità locali possono dare? Quali insegnamenti possono essere tratti, in questo senso, dall’esperienza di una terra come la Calabria, porta d’Europa per i migranti provenienti dall’Africa? Quali lavori sono disposti a svolgere? Quali sono le aspettative? Perche sono disposti a rischiare la propria vita?

  • il 03/04/2023
    M. D. R. - Casali del Manco (Cosenza)
    ha commentato:

    Si vive in un tempo di migrazioni, originate da guerre e persecuzioni, dalle crescenti disuguaglianze sociali, dalla ricerca di un’occupazione, dalla volontà di raggiungere i propri familiari in altre parti del mondo, da motivi di studio e ricerca.
    Dalla metà dell’Ottocento, per attraversare tutto il Novecento, si sono strutturate le migrazioni per lavoro, mutando e rinnovando i propri caratteri nel secondo dopoguerra, tra progetti migratori di breve e lungo periodo, di individui singoli o con famiglie. Al contempo anche le migrazioni dei rifugiati hanno assunto nuove caratteristiche rispetto a quelle del secondo conflitto mondiale: gli eventi storici che hanno caratterizzato il secondo dopoguerra, i conflitti etnici del continente africano, la guerra in Siria sono soltanto alcuni degli avvenimenti che hanno spinto le persone alla ricerca di nuove terre e di nuove condizioni di vita.
    Le sfide dell’immigrazione e dell’integrazione costituiscono, dunque, un’opportunità per gli Stati nazionali al fine di creare società più inclusive, capaci di proporre una gestione efficace dei flussi migratori che non infici la tutela di diritti umani fondamentali, nell’ambito di una Unione europea nata con il fine di creare un’unione sempre più stretta tra i popoli.