SULL'ARTICOLO 14 ANCHE IL PAPA, ANCHE A PASQUA

  • Pubblicato il 08/04/2023
  • da A. B. - Catania

Stasera, venerdì Santo, ho sentito in televisione che il Papa, per la consueta Via Crucis dal Colosseo a Roma, ha voluto che le 14 meditazioni che ripercorrono la passione di Gesù fossero "voci di pace in un mondo di guerra", infatti i messaggi sono 14 testimonianze scritte da profughi e raccolte da papa Francesco nei suoi viaggi. Questi messaggi non lasciano l'ultima parola alla morte ma alla speranza. Ho pensato che il tema di questa via Crucis fosse proprio lo stesso che quest’anno ho trattato insieme alla mia classe nell’ambito del progetto “Testimoni dei diritti”.
Mi è piaciuto molto che, queste persone, che per diversi motivi sempre legati a guerre e persecuzioni hanno vissuto storie molto complicate, alla fine hanno trovato il modo (o attraverso la fede o con l’aiuto degli altri) di superarle e di cambiare la propria vita in meglio.
Le storie provenivano da tante parti del mondo dove la gente convive con conflitti e guerra, dalla Terra Santa all’Africa, dall’America Centrale e del Sud, dai Balcani all’Ucraina, dall’Asia al Medio Oriente. Rileggendole tutte, una mi ha colpito particolarmente. Forse perché è raccontata da due adolescenti dell’Africa Settentrionale più o meno della mia età. Loro dicono questo:
[1] Mi chiamo Joseph, ho 16 anni. Sono arrivato nel campo per sfollati con i miei genitori nel 2015 e ci vivo da più di 8 anni. Se ci fosse stata la pace, sarei rimasto a casa mia, dove sono nato, e mi sarei goduto l’infanzia. Qui la vita non è bella. Ho paura del futuro, per me e per gli altri ragazzi. Perché soffriamo nel campo per sfollati? A causa dei conflitti in corso nel mio Paese, flagellato dalla guerra da quando esiste. Senza pace non riusciremo a rialzarci. Ogni volta si promette la pace, ma si continua a cadere sotto il peso della guerra, la nostra croce. Ringrazio Dio, che come un padre ci rialza, e tanti uomini generosi che forse non conoscerò mai e che aiutandoci ci permettono di sopravvivere.
[2] Io sono Johnson e dal 2014 vivo in un altro campo per sfollati, blocco B, settore 2. Ho 14 anni e faccio la terza elementare. Qui la vita non è buona, molti bambini non vanno a scuola perché non ci sono insegnanti e scuole per tutti, il posto è troppo piccolo e affollato, non c'è nemmeno lo spazio per giocare a calcio. Vogliamo la pace per tornare a casa. La pace è bene, la guerra è male. Vorrei dirlo ai leader del mondo. E a tutti gli amici chiedo di pregare per la pace.
La mia vita è molto diversa da quella loro, e ciò solo perché ho avuto la fortuna di nascere in un luogo del mondo dove c’è la pace e la libertà. Storie come quelle di Joseph e di Johnson sono quelle di migliaia e migliaia di giovani che come loro, senza averne nessuna colpa, vivono una situazione difficilissima e che spesso mettono a repentaglio la loro vita partendo su dei barconi pur di sperare in un futuro migliore. A noi sta’ il compito di accoglierli e di farli sentire a casa.
Giovanni Cocco

Commenti (1)

  • il 17/04/2023
    G. C. - Catania
    ha commentato:

    È stato bello riflettere anche su argomenti che ci sembrano lontani da noi ma che vi riguardano tanto da vicino. Papa Francesco è sempre sensibile a tutto questo